Gas agli energivori, botta all’Eni dal suo azionista
Tra i tanti provvedimenti compresi oggi nel decreto varato dal governo, mi riservo di tornare domani su altro, a cominciare dalla parte fiscale che considera automaticamente strumento di reato qualunque patrimonio allocato in cosiddetti “paradisi fiscali”, Tremonti lo fa per accrescere il successo dell’imminente nuovo scudo, a me non solo non piace – posso liberamente allocare all’estero somme sulle quali ho regolarmente pagato le imposte – ma credo possa risolversi nell’effetto opposto. Segnalo subito una norma che non credo domani verrà spiegata dai media per quel che è davvero. Una bella e sana vendetta consumata dal vertice di Confindustria nei confronti dell’Eni, dopo le “conquiste” operate dal Cane a sei zampe in Assolombarda, le ambizioni a Venezia e altrove.
I cinque miliardi di metri cubi di gas a prezzo “calmierato” rappresentano una bella decurtazione di utili all’Eni. Godono i grandi gruppi energivori, i veri destinatari prioritari di tale misura. L’incredibile, per tanti versi, è che ciò avvenga su decisione del Tesoro, azionista di controllo dell’Eni. La presidente di Confindustria rende felici i suoi associati, e non si duole della botta a Scaroni. Tremonti, per parte sua, incamera consensi e dà una bottarella pure lui, a uno Scaroni forse considerato un po’ troppo autonomo e pronto a disporre ormai di Silvio sulla scena internazionale senza neanche chiedere il permesso…