Fiumicino: il prezzo di una liberalizzazione inadeguata
Un esempio di quanto sia grave non liberalizzare il servizio pubblico locale? Non ce n’è uno migliore di quello rappresentato dall’aumento della tariffa per il treno regionale che collega l’aeroporto di Roma Fiumicino con il centro della capitale: il Leonardo Express. Di ingegnosità questo treno non sembra avere solo il nome, ma anche il modo di incrementare le tariffe.
Il costo del biglietto di questo treno che impiega circa 30 minuti per collegare l’aeroporto intercontinentale e la Stazione Termini senza soste è aumentato da 11 euro a 14 euro, 3 euro, quasi il 30 per cento.
In tale tratta, che non si differenzia certo per la velocità, per i servizi di bordo (non è presente nemmeno una presa della corrente ai posti a sedere e l’aria condizionata non sempre funziona) e per treni nuovi, tale aumento della tariffa sembra davvero molto difficile da accettare.
Inoltre, prima vi era la concorrenza del treno regionale che collegava il centro di Roma (non Termini) con numerose soste per 5 euro 50 centesimi, ma anche questa tariffa è cresciuta vertiginosamente. La tariffa infatti è salita di oltre il 40 per cento, arrivando a 8 euro per il tragitto.
Tali tariffe non sarebbero scandalose se dietro ad un tale aumento vi fosse una logica di mercato, ma così non è.
Infatti possono essere individuati due problemi fondamentali relativi alla concorrenza. Il primo è relativo alla concorrenza mancante nel trasporto regionale, mentre il secondo ad una distorsione della concorrenza intermodale.
Affrontando il primo punto, è chiaro che tali aumenti sono stati resi possibili dall’accordo raggiunto dalla Regione Lazio con Trenitalia nell’ambito del trasporto pubblico ferroviario locale.
Gli aumenti sono stati permessi nella logica di un diminuire le spese regionali nell’ambito dei trasporti, in cambio di un incremento importante della tariffa del Leonardo Express.
Tale servizio è totalmente monopolizzato dall’operatore dominante e dall’accordo tra Trenitalia e Regione Lazio. Teoricamente tali servizi dovrebbero essere messi a gara, ma effettivamente non si sono avuti esiti differenti dalla vittoria dell’incumbent.
I servizi pubblici locali dovrebbero essere liberalizzati e le leggi, come quelle emesse lo scorso anno dal Parlamento Italiano, che limitano la concorrenza in questo settore in realtà danneggiano tutti.
Da un punto di vista del turista che arriva all’aeroporto di Fiumicino, 14 euro per raggiungere il centro città sono una cifra ragguardevole, se confrontata ad esempio al costo esistente in altri Paesi Europei. A Barcellona o Madrid raggiungere il centro città costa quanto muoversi per tutta il centro cittadino, mentre anche raggiungere lo scalo (secondario) di Roma Ciampino è molto più conveniente.
Sarebbe necessario da parte della Regione Lazio un’apertura di un bando di gara per la concessione della tratta Fiumicino Aeroporto – Roma Termini o altre stazioni, in modo che si apra alla concorrenza e che possano entrare nuovi operatori ferroviari.
Vi è un secondo problema legato alla concorrenza intermodale. Elevare la tariffa di tre euro, rende meno competitivo l’aeromobile nel confronto con il “FrecciaRossa”. Tale concorrenza tra treno e aereo è dunque distorta, tanto più che il trasporto pubblico regionale è sovvenzionato dagli Enti Pubblici Locali.
Se la regione volesse fare gli interessi dei propri cittadini e della propria economia, dovrebbe pensare di aprire una procedura di gara per questa determinata tratta. Probabilmente, anche delle compagnie aeree, potrebbero essere interessate a fornire un proprio servizio di collegamento, con il noleggio di materiale rotabile da terzi.
La mancata liberalizzazione del trasporto pubblico locale provoca mostri.
Non mi risulta che il mercato del trasporto ferroviario a Madrid e Barcellona sia liberalizzato. Andrebbero citate le tariffe ferroviarie tra Londra e Heatrow, ma forse così sarebbe difficile argomentare dell’effetto benefico della liberalizzazione sulle tariffe.