Energia, relazione annuale. Cosa dirà Bortoni?
Domani, il presidente dell’Autorità per l’energia, Guido Bortoni, leggerà la sua prima relazione annuale. Cosa dirà?
Il nuovo collegio si è insediato a febbraio 2011, e quindi ha preso possesso dell’Autorità da un tempo troppo breve per poter vantare dei risultati. Non si può dire, però, che sia rimasto inattivo: ha già assunto (se non ho contato male) 121 delibere, quasi una al giorno. Per confronto, il collegio precedente, nello stesso periodo (15 febbraio-5 luglio) ne aveva prodotte 164 (ed era ritenuto, dai critici, troppo prolifico). Questi numeri vanno letti per quello che sono: come mera statistica descrittiva, priva di qualunque implicazione. La produttività non si misura, in questi casi, col numero degli atti, ma col loro contenuto (e, a parità di contenuto, è meglio fare meno atti). La delibera forse più interessante non ha a che fare col “mondo esterno”, ma con la stessa Autorità, che viene profondamente riformata, col superamento della segreteria generale “forte” – che ne aveva caratterizzato il funzionamento fino a oggi – e uno più articolato spacchettamento delle funzioni. Vedremo quali effetti avrà la riforma sulle attività dell’Aeeg.
Né si può dire che la cinquina guidata da Bortoni sia arrivata a Piazza Cavour in un momento poco movimentato. Solo per citare gli eventi più clamorosi, che direttamente o indirettamente impattano sulle sue decisioni, in questi mesi abbiamo avuto la guerra in Libia (con la chiusura del gasdotto Greenstream), lo scontro Enel-Terna sui pompaggi, il recepimento del terzo pacchetto energia, il referendum sul nucleare, il gran casino sulle rinnovabili (apparentemente ancora in corso). Tutto ciò ha, ovviamente, conseguenze importanti sui mercati, in un momento di ripresa (nel 2010, la domanda elettrica e quella di gas sono tornate a crescere, dopo il grande tonfo del 2009).
Cosa dirà Bortoni, di tutto questo? Sarà interessante vedere quale stile sceglierà – se ruvido come quello del suo predecessore, Alessandro Ortis, che ha sempre impiegato la relazione annuale per costringere la politica a confrontarsi col “da farsi”, oppure più vellutato. Sarà anche utile vedere quali messaggi vorrà lanciare e in che modo intenderà caratterizzare la propria attività, posto che – essendo la prima relazione annuale – tutti si aspettano che in qualche modo Bortoni tracci un “manifesto” delle intenzioni del nuovo collegio.
A me pare che, al di là di tutto, ci siano almeno due temi, sul piatto, che meriterebbero l’attenzione di Bortoni. Uno è quello della liberalizzazione del mercato del gas: sgombrato il campo dall’equivoco nucleare, è chiaro che non solo l’Italia, ma la stessa Europa troverà sempre più nel metano il suo baricentro. Questo rende assolutamente improrogabile il ricupero di margini di efficienza e concorrenzialità nel settore: qual’è la posizione dell’Autorità? La linea Ranci-Ortis sulla separazione proprietaria della rete dall’operatore dominante quale perno della liberalizzazione è confermata oppure cambia? O, ancora, l’Autorità decide di non esprimere posizione rispettando l’autonomia della politica (ma venendo meno, in qualche maniera, al suo ruolo di indicazione e consiglio)? E, soprattutto, l’Autorità sceglierà di porre il problema in questa sede, oppure utilizzerà altri momenti e altre sedi, sostituendo il confronto per così dire pubblico con la tattica del caldeggiare in modo più soft le misure che si ritengono necessarie?
L’altra faccenda su cui mi aspetto di sentire – o non sentire, che sarebbe ugualmente indicativo – qualche parola è il ruolo dell’Autorità e la sua indipendenza, recentemente messa più volte in discussione con pensieri, parole, opere e omissioni da parte del governo, della maggioranza e della stessa opposizione (che, con lodevoli eccezioni, ha difeso l’Autorità solo quando non era più in pericolo, oppure quando la battaglia era già persa). Fino a che punto l’Autorità ritiene che la propria autonomia – decisionale, finanziaria, organizzativa, e nella scelta degli uomini (o donne) da promuovere e rimuovere – sia un valore da preservare, in che modo intende preservarlo, e quanto ritiene di dover rendere pubblica non solo la difesa di questo valore, ma anche la sua semplice affermazione?
Al di là di tutto l’inevitabile contorno – e dell’eventuale approfondimento sui problemi ancora aperti nel sostegno alle fonti verdi, che l’Aeeg ha spesso denunciato come eccessivamente oneroso – e dei salamelecchi di rito, credo siano questi i grandi problemi aperti e le grandi questioni su cui l’Autorità deve prendere posizione, con le parole e/o con i fatti. La trasparenza nel dichiarare gli obiettivi che intende perseguire, e i mezzi con cui intende perseguirli, incluso il mix tra esposizione pubblica e discrezione, è importante perché tutti possiamo esprimere un giudizio sulla conduzione della cinquina (oltre a Bortoni, Alberto Biancardi, Luigi Carbone, Rocco Colicchio e Valeria Termini).
Guido Bortoni ha tutte le carte in regola per essere un buon presidente: conosce il settore, è consapevole delle conseguenze (anche in termini di business dei regolati) delle sue decisioni, e sa ascoltare. Nel fare ancora una volta gli auguri per la nuova missione, attendo la relazione annuale nella speranza che offra il pretesto per dichiarare i grandi obiettivi che l’Autorità intende inseguire, e che tra questi obiettivi ci sia una piena liberalizzazione del mercato da attuare con tutti i mezzi utili e necessari.
Troppi punti interrogativi e troppe attese. Meglio giudicare quando ci sarà più carne al fuoco, no?
Non dimentichiamo poi che l’Autorità ha anche un ruolo di tutela dei consumatori nei confrontii dei Concessionari, che dominano un mercato non proprio in regime di concorrenza sia economica che per qualità del servizio.
Su questo campo l’Autorità finora non è stata particolarmente incisiva, darà qualche segnale più o in meno forte con la nuova gestione?