E’ ufficiale: GWB non era keynesiano
Nota per i lettori: post deliberatamente provocatorio ed anticonvenzionale
Su Econbrowser, Menzie Chinn analizza in prospettiva storica il deficit federale statunitense corretto per il ciclo, per portare argomenti a sostegno della tesi che vuole gli otto anni della presidenza di G.W.Bush come un periodo di sostanziale lassismo fiscale che ha posto le basi per le attuali dissestate condizioni del bilancio pubblico. Tesi che ha (naturalmente) suscitato immediate e robuste polemiche, nel momento in cui si cerca di attribuire responsabilità politiche per la Caporetto del bilancio federale.
Il saldo del bilancio rettificato per il ciclo, noto anche come saldo di bilancio di pieno impiego, è il saldo che si otterrebbe in condizioni di Pil al proprio potenziale. E’ una misura che consente di evidenziare l’effettiva posizione di politica fiscale perseguita da un governo. Utilizzando dati del Congressional Budget Office, Chinn evidenzia che il saldo medio di bilancio corretto per il ciclo durante gli anni di Bush Jr. è stato pari a meno 1,97%, ed aggiunge, con sottile perfidia, che i tagli d’imposta del 2001 e 2003 hanno determinato una riduzione sensibile del rapporto tra gettito fiscale e Pil.
Perché perfidia? Perché la compresenza di deficit di bilancio corretto per il ciclo e politica di tagli d’imposta sembra confutare la tesi offertista dei tagli d’imposta che “si ripagano”, determinando un’espansione della crescita che a sua volta produce un incremento di gettito fiscale. Quello che a noi qui preme evidenziare, tuttavia, è soprattutto che uno dei capisaldi della dottrina keynesiana era il perseguimento del pareggio di bilancio entro un ciclo economico.
L’operare degli stabilizzatori automatici (sussidi di disoccupazione e trasferimenti di welfare, e curva delle aliquote d’imposta progressiva) implica che, durante le fasi recessive, il bilancio pubblico vada in deficit (esercitando quindi un effetto espansivo), mentre durante i periodi di crescita si verificherebbe l’opposto, riconducendo l’economia al sentiero di pieno impiego. Posizione ideale e stilizzata, s’intende, ma utile per non dipingere Keynes come un dilapidatore impegnato a fare esplodere il deficit sotto ogni clima. Poi, si può (si deve) discutere della eventuale fallacia del valore dei moltiplicatori fiscali sulla domanda aggregata, oltre che dell’azione degli special interest nel dirottare la politica fiscale, ma il principio di pareggio di bilancio lungo un ciclo economico è qualcosa che dovrebbe suonar bene alle orecchie di qualsiasi conservatore fiscale, categoria alla quale riteniamo di appartenere.
Ciò detto, e per tornare al tema iniziale, gli otto anni di GWB sono stati anni di lassismo fiscale senza contropartita di alcun genere: non di job creation, né di tassi di partecipazione alla forza lavoro e neppure in termini di tassi di crescita; lassismo fiscale alimentato dalla messa in soffitta del principio del pay-as-you-go, che impone la copertura di ogni decisione di aumento di spesa o taglio d’imposta. Vedremo se Obama riuscirà a far meglio.
ha ragione lei. Non bisogna fare di tutta l’erba un fascio. ma di per sè diminuire le tasse non lo trovo un insulto. bush lo ha fatto senza un piano, senza un obiettivo? oppure non gli è riuscito? salve!
Diminuire le tasse e semplificarne le modalità di esazione sono obiettivi strategici irrinunciabili. Ho scritto questo post per tentare di stimolare un approccio eclettico, ed evidenziare che non tutto del keynesismo è da buttare. La presidenza di GWB è stata uno strano animale, dove il concetto di conservatorismo compassionevole, che dovrebbe implicare una ritirata della dimensione pubblica e l’aumento della sussidiarietà ad ogni livello è stato declinato nel senso di forti aumenti della spesa pubblica, ad esempio sanitaria con ulteriore estensione del Medicare.
Poi, c’è l’attenuante (o è un’aggravante?) dello sforzo bellico, ma resta il fatto che negli otto anni di GWB si sono poste le basi per l’aumento di peso del Leviatano. I posteri coglieranno questa involuzione assai meglio di quanto non stiano facendo i contemporanei…