5
Set
2018

Due cose che il governo potrebbe fare sulla liberalizzazione elettrica

La liberalizzazione elettrica? Oggi no, domani forse, ma dopodomani… La tela di Penelope del superamento della maggior tutela continua ad allungarsi, ma colpe e ritardi dipendono da resistenze e omissioni del pubblico.

L’ultimo tassello – dopo che il Milleproroghe aveva disposto il rinvio di un anno della data per la piena liberalizzazione, dal 1 luglio 2019 al 1 luglio 2020 – arriva, involontariamente, da una meritoria iniziativa dell’Antitrust, che però dà al Governo l’opportunità di nascondere dietro le presunte immaturità del mercato le proprie stesse manchevolezze. Intervistato dal Sole 24 Ore, il Segretario generale dell’Autorità per la Concorrenza, Filippo Arena, ha annunciato la pubblicazione di un vademecum per aiutare i consumatori a difendersi dalle pratiche scorrette.

Commentando tale lodevole operazione, il Sottosegretario allo Sviluppo economico, Davide Crippa, ha rivendicato il rinvio della liberalizzazione (prospettiva a cui l’Anitrust stesso si è sempre opposto, giudicandola semmai tardiva). Ha detto Crippa:

È necessario garantire una corretta competizione fra le imprese evitando abusi di posizione dominante. Tutto questo non può essere raggiunto senza regole chiare e condivise fra i diversi soggetti coinvolti nella partita. Abbiamo bisogno di un po’ più di tempo per evitare di avviare un cambiamento non democratico e che non tenga contro dei diversi bisogni dei soggetti interessati. Il mercato dell’energia è molto complesso e vogliamo evitare di generare instabilità che potrebbero diventare irrecuperabili.

L’aspetto paradossale di queste parole è che contengono un fondo di verità, ma è riconducibile interamente alla mancanza di coraggio della politica. A partire da balletto sulla data della fine della maggior tutela: consumatori e operatori hanno interesse e diritto a conoscere una data certa per il completamento della liberalizzazione. I continui rinvii generano solo confusione. Non solo: allungare i tempi, proprio nel momento in cui vi è il forte sospetto di comportamenti scorretti da parte degli esercenti la maggior tutela, fa soltanto il gioco di questi ultimi e, anziché spianare il campo da gioco, determina l’acuirsi delle posizioni di vantaggio. Il problema è che, con la propria ostilità alla liberalizzazione, la maggioranza sta dando piena soddisfazione agli incumbent e ai rentier, a dispetto dei proclami in senso contrario.

Cosa potrebbe fare, invece, il Governo per raggiungere i suoi condivisibili obiettivi (garantire la correttezza della transizione)? Almeno due cose. La prima è accelerare i tempi per l’adozione di tutti gli atti necessari al superamento della maggior tutela, e in particolare il decreto ministeriale che deve disciplinare la transizione (qui qualche suggerimento in merito). Prima si saprà come le cose si svolgeranno, meglio sarà, perché le istituzioni coinvolte, gli operatori e i consumatori sapranno prepararsi e soprattutto ci sarà tempo per svolgere le necessarie campagne informative (che avrebbero dovuto partire lo scorso marzo). Ma è letteralmente impossibile garantire adeguata informazione ai consumatori, senza prima sapere quando e come cesserà il servizio cosiddetto di maggior tutela (ah, ah). Che senso ha lamentarsi delle imperfezioni del mercato, e poi creare – col proprio indecisionismo – una assurda situazione di incertezza?

La seconda cosa è completare le misure previste dalla legge come strumentali al buon funzionamento della concorrenza. L’Autorità per l’energia ha certificato che le precondizioni fissate sono tutte raggiunte, con la parziale eccezione della piena operatività del portale per la confrontabilità delle offerte. Il portale, beninteso, è online da qualche mese, ma non è ancora completo, in quanto contiene solo le offerte Placet (cioè standardizzate, nonostante l’incomprensibile acronimo). Il lavoro dovrebbe essere completato entro la fine dell’anno. Tuttavia, il portale coesiste col vecchio Trova Offerte, che contiene informazioni parziali, in alcuni casi datate, e comunque discordanti (in quanto l’algoritmo per il calcolo della spesa annua è differente). La migrazione dal Trova Offerte al nuovo portale è peraltro prevista da una delibera dell’Autorità (secondo cui avrebbe dovuto avvenire entro il 1 settembre) ma al momento, non se ne ha notizia.

Alzare la voce contro nemici immaginari mentre si getta la palla in tribuna non risolverà i problemi concreti. A meno che la difesa dello status quo, lungi dall’essere dettata da sincera preoccupazione per i consumatori, sia il vero obiettivo politico del Governo (non ridete) del cambiamento.

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1 Response

  1. Luca Scorrano

    Per la tutela dei consumetori il Governo dovrebbe determinare periodicamente il valore massimo del costo del Kw/h da applicare il bolletta (tutti i costi compresi) i gestori giocherebbero la concorrenza solo al ribasso da quel valore.

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