Draghi, credibilità e riforme inascoltate
Sul numero di Panorama Economy in uscita domani, il mio commento a Draghi.
Cinque buoni anni. E’ questo il bilancio lasciato da Mario Draghi alla Banca d’Italia, con le sue ultime considerazioni finali prima di divenire presidente della BCE. Ancora una volta, il suo, un testo asciutto. Appena più lungo di quelli cui ci aveva abituati, così diversi dalle lunghe analisi di Antonio Fazio, appunto perché si è trattato di aggiungervi il bilancio del quinquennio, unendo per il centocinquantesimo italiano le parole di Cavour alla lezione di Ciampi, accompagnato in sala da Draghi stesso.
Il declino italiano non è ineluttabile, tornare a crescere si può e si deve. Su questo, Draghi non ha riservato sorprese. L’aggiornamento consiste nel forte appoggio al pareggio del bilancio al 2014 posto da Giulio Tremonti come obiettivo dell’Italia in Europa, il che comporta un taglio della spesa primaria corrente al netto degli interessi del 5%, riportandola al livello di inizio decennio. E’ lo stesso appoggio venuto da Confindustria, e sarà utile nei prossimi mesi, viste le nubi che nella maggioranza post voto si addensano sul capo di Tremonti, accusato di troppo rigore. Al contempo, Draghi e la Marcegaglia hanno concordato al millimetro anche nel giudizio, però, che i tagli lineari sono l’opposto di ciò che serve: cioè un accurato esame voce per voce della spesa corrente, per concentrare lo Stato laddove dovrebbe essere presente ed efficiente ma non c’è, e tagliarlo molto invece nell’infinità di settori in cui c’è ma non dovrebbe esserci. Di questa azione capillare di revisione dello Stato – annunciata da 17 anni puntualmente a ogni elezione – non è umanamente pensabile da parte mia che sia capace il centrodestra oggi dopo la botta elettorale, al terzo anno di legislatura, con la forte crisi d’immagine e sostanza e credibilità di Berlusconi. La sinistra uscita vincente dalle urne amministrative, sterzata su antagonismo e giustizialismo, mi pare lontanissima da una revisione dello Stato capace di alleviarci di punti di Pil di spesa pubblica e tasse. Dunque, il quadro è fosco. E di questo si è sempre fatto forte Tremonti: tra lo statalismo di destra e quello di sinistra, lui efferma e difende il suo come minore dei mali, perché almeno contiene il deficit e ci salva in Europa e non è poco.
Nell’esame degli interventi strutturali necessari al rilancio della crescita, da meno imposte sui lavoro e impresa al rilancio delle infrastrutture,da una riforma del mercato del lavoro che si estenda anche alla flessibilità in uscita all’esigenza di un’intesa sulla rappresentanza in azienda che consenta di andare avanti sulla via delle intese aziendali e delle deroghe al contratto nazionale, Draghi ha rilanciato l’agenda riformista per far crescere insieme produttività delle imprese e reddito dei dipendenti. E’ un messaggio in bottiglia a una politica che non c’è, ad attori politici che non mi sembrano minimamente in grado di far propria questa via. Ripeto: esattamente come avviene per il programma di Confindustria, che è del tutto analogo e non è stato un caso, che all’Assise di bergamo come all’Assemblea di Roma iconfindustriali abbiano tributato a Draghi vee e proprie ovazioni, come all’unico italiano istituzionale – insieme a Napolitano – capace di farci stare all’onore del mondo. (Tremonti s’incazza, quando lo si dice, e non capisce che lui ha dei meriti ed è rispettato in Europa, ma il discredito del premier cade su di lui come su tutti i componenti del governo, inevitabilmente).
In che cosa Draghi è stato invece tagliente? Innanzitutto nel rivendicare l’autonomia e l’indipendenza di Bankitalia, perché è un monito al governo in vista della nomina del suo successore. E poi nelle materie che attengono al suo mandato di presidente del FSB, e a quello futuro in BCE. Personalmente condivido moltissimo il pensiero di Draghi in materia di intermediari finanziari sistemicamente importanti, i cosiddetti Too Big To Fail: è errato aver indotto la convinzione che essi non debbano e non possano fallire, con procedure che colpiscano azionisti e manager e alcune classi di creditori, ma senza investire depositanti e stabilità di sistema. Senza rischio di fallimento, l’azzardo morale non si riduce perché si spera sempre nel salvataggio a spese del contribuente.
In materia di debito europeo, Draghi si è attenuto deliberatamente alla linea del massimo rigore germanico: la Grecia non si lamenti, può e deve fare come l’Italia all’inizio degli anni Novanta ed è meglio per lei. La BCE deve debellare l’inflazione, dunque implicitamente i tassi saliranno. Concordo: non abbiamo bisogno di una BCE al laccio della politica, di un bis della FED.
Sulle banche italiane, mi aspettavo francamente di più. E anche alcuni passaggi di ottimismo sulle misure di ordinamento assunte dal G20 mi sono sembrate eccessivamente “rosa”. Ma è evidente che Draghi pensa ormai al futuro, ed evita su queste materie di sollevare diffidenze e sfiducie, che sarebbero molto pericolose in queste ultime settimane decisive per assurgere alla BCE.
C’è stato invece un passaggio solo implicito, nelle ultime considerazioni di Draghi, che merita di essere richiamato. Quando il governatore ha sottolineato che la Banca d’Italia deve avere il potere di intervenire su manager e decisioni bancarie in materia di remunerazioni e dividendi che possano avere effetti sistemici, è ovvio che la polemica non dichiarata era verso il governo, visto che quei poteri sono spariti all’ultimo secondo dal testo del decreto legge sviluppo varato tre settimane fa. Ma la polemica ancora più implicita era verso le banche italiane. Perché in realtà è stato l’Abi, a chiedere al governo che quei poteri non venissero affidati al regolatore. Un errore che spero verrà presto rimediato. Perché è ovvio e giusto, che il regolatore indipendente non possa e non debba sempre far la felicità e la tranquillità delle banche regolate.
Quando faremo come la Germania + IVA e – Tasse sul lavoro ?
Draghi parla come se in Italia si potessero, in tutta semplicità, fissare degli obiettivi da perseguire all’unisono. Invece è proibitivo non dico varare una riforma della Giustizia – lasciamo serenamente perdere quella del fisco – ma decidere di realizzare lo straccio di qualche bacino di laminazione in un’aperta campagna a rischio alluvioni. I comitati di base bloccano tutto, e ormai rappresentano l’unico modo di coagulare consenso e di capitalizzarlo hic et nunc.
Limitativo, poi, denunciare le carenze tecnico-amministrative nell’assegnazione e nella gestione dei lavori pubblici. Esse non sono altro che la conseguenza di un eccesso di tecnocrazia maligna, laddove occorre segnalare all’authority competente anche un cottimo fiduciario ammontante a cento euro, farsi approvare dagli enti igienico-sanitari progetti di ampliamento modestissimi, acquisire pareri preventivi dei VVF anche per minuzie. Tutto perché la sicurezza – quella ex ante, sempre e comunque – viene prima di ogni altro aspetto. Nel frattempo la fiducia, componente fondamentale di ogni tessuto sociale in salute, si dilegua. Draghi tralascia questo aspetto e fa della scelta politica una questione puramente formale: la sua è la stessa mentalità ristretta dei tecnici d’élite, che fa il paio con l’idiosincrasia per il know how di tanti operatori “diretti” che il contatto con la realtà, al contrario, ce l’hanno. In mancanza di una sintesi, si muore un giorno alla volta.
Saluti Draghi, ci mancherà. :'(
Il commento di gg mi da lo spunto. Sto leggendo “Saggi sul risparmio e l’imposta” di Luigi Einaudi. Einaudi, secondo presidente della Repubblica Italiana, governatore della Banca d’Italia, ministro delle Finanze, pensatore di fama mondiale, liberale, sostiene con una forza ed una onestà intellettuale che mi lascia sbalordito ad ogni pagina che il solo imponibile per le tasse dovrebbe il consumo.
PS – Ho comprato un’altro suo libro, “il Buongoverno”, per regalarlo a mio padre, con la speranza che si renda conto quale sia l’abisso che separa un uomo di stato come Einaudi dalla grottesca caricatura di uomo di stato che lui continua nonostante tutto a ritenere “il male minore”.
Buona sera Dott. Giannino,
sono da tempo un estimatore di Draghi per il suo modo pacato di esporre argomenti che riesce, comunque, a fare arrivare ai propri interlocutori. La sua presenza alla BCE rappresenta un vanto per il nostro paese ed un valore aggiunto per l’unione. ciò che mi dispiace è che un personaggio di tale levatura con una capacità critica e propositiva come quella di Draghi venga, in qualche modo, portata fuori dal nostro panorama politico ed economico, soprattutto in un momento delicato come questo, con un governo da tempo allo sbando e nuove forze in avanzata, ma con difficili margini di interpretazione.
La candidatura di Draghi era forse sostenuta più da chi lo vedeva come una minaccia che da chi ne nutre profonda stima.
Caro Giannino, Mario Draghi e´uno dei maggiori corresponsabili della grande crisi finanziaria mondiale, come governatore della banca centrale infatti appartiene al cartello finanziario che , creando denaro dal nulla, in combutta con i governanti e le grandi corporation, e´la causa dei cicli economici che i cd economisti mainstream continuano a non voler comprendere (dolosamente secondo me)…Von Mises l´aveva spiegato con estrema chiarezza e logica nel 1912 !!!
Se si continua a girare la testa dall´altra parte, anzi, a omaggiare tali personaggi, non si fara´altro che contribuire allo sfascio dell´economia! a meno che non c´e´un interesse nascosto…be´allora e´tutto diverso!
1) Mister GS non è italiano e nemmeno europeo
2) ancora ieri sera x l’ennesima volta Tremontix=Vischix ha dovuto minacciare le dimissioni x evitare che il Silvio mettesse a rischio la tenuta dei conti proprio alla Vigilia di Luglio .. quando ………
3) il declino è “quasi” inevitabile.. xrchè l’Italia è abitata dagli italioti.. che.. indipendentemente da chi scelgono di farsi prendere x il c…. in un dato momento..
non capiranno mai… neppure quando (speriamo mai) dovesse arrivare l’ora X…
probabilmente darebbero la colpa ai Marziani 🙂
non capisco tutti questi elogi a Draghi . Mi spiegate cosa ha fatto di utile ? Ha forse impedito alle banche italiane PRIMA della crisi – dopo qualunque ragioniere avrebbe fatto lo stesso – di compiere le mosse che le hanno messe in crisi ? Forse è così stimato perchè parla bene l’inglese anche per aver lavorato per la Goldman Sachs – quella dei rating AAA ai bond Lehman – o perchè dice delle cose ovvie che tutti dicono da decenni ( bisogna ridare competitività al sistema , fare le riforme , ecc.. ecc.. ridare fiducia ecc… ) anche De Magistris in legal napoletano o Di Pietro in dialetto abruzzese lo ripetono. Una cosa utile potrebbe fare : ridurre drasticamente il numero dei dipendenti della Banca d’Italia che non capisco cosa servano ancora . Ma state sicuri che non lo farà mai . Le riforme valide sono solo quelle che incidono nel portafoglio degli altri , mai nel proprio.
Intervento “leccoso” su Draghi (il solito mediocre intervento) e Napolitano (il presidente “bombardiere” e ministro degli esteri.
Il confronto tra Draghi e Tremonti riguardo alla previsione dell’attuale gigantesca crisi e ai motivi che l’hanno determinata è imbarazzante per Draghi.
Giannino, è chiaro che lei si sta indirizzando verso i poteri che ritiene presto domineranno in Italia e che la vedremo in qualche posto da sottosegretario (o da ministro). Auguri a lei e ai suoi amici (nuovi) del gruppo Bilderberg (una volta non le erano simpatici).
Caro dott. Giannino, condivido molte delle sue osservazioni positive sul discorso del Governatore.
C’è però un passaggio che Draghi ha “raccontato” solo a metà: il paragone Grcia oggi come Italia nel ’92. E’ vero che allora l’Italia di Amato e Ciampi (e poi Dini) imposero una cura da cavallo al Deficit, ma, per non ammazzare il malato con la dose tremenda di tagli alla spesa pubblica (non eccessivi) e maggiori tasse (quelle si molte), privatizzazioni avevano una carta da giocare: la svalutazione competitiva.
Fu il deprezzamento della ns valuta di oltre il 45% rispetto al Marco tedesco e, anche se in minura minore, rispetto al Dollaro/Sterlina che permise alle nostre esportazioni di sostitiore, nell’aggregato PIL, la drastica perdita della domanda interna di consumi e, almeno all’inizio, di investimenti.
Questa strada non è oggi percorribile per la Grecia, a meno di “gettare la spugna”, defaultare e, a quel punto, uscire dall’Euro.
Perché l’Italia, dopo quel periodo dove si era iniziato un cammino che anche Lei, mi sembra di capire dato il consenso alle parole di Draghi, giudica virtuoso, perchè l’Italia ha interrotto e poi completamente cambiato la rotta?
Cosa è successo al nostro paese che ha impedito di far fruttare i germogli allora piantati (solo per esetarli: più efficienza nella spesa pubblica, diminuzione delle caste protette, sia pubbliche che private, maggiore concorrenza nel sistema, pensioni, banche, mercato del lavoro,ecc.ecc.) di riforma dello stato, della società del sistema economico?
Gradirei veramente, da un intellettuale come Lei, una franca riflessione su quel periodo storico che, fatti salvi i pochi mesi del primo governo Berlusconi, ha visto guidarci dei Tecnici e poi dei politici appoggiati da partiti che poi, dal 2001, sono stati quasi costantemente all’opposizione. Grazie.
@ O. Giannino
“E’ errato aver indotto la convinzione che essi non debbano e non possano fallire, con procedure che colpiscano azionisti e manager e alcune classi di creditori, ma senza investire depositanti e stabilità di sistema.”
Non ho capito bene, nel tuo ragionamento, se i depositanti (e solo loro) debbano essere garantiti oppure no. In questo caso, sono d’accordo.
Le medaglie si ottengono per i risultati raggiunti nella soluzione dei problemi.Il problema è la diminuzione del debito,non il contenimento della sua crescita.Cio’ che non serve a questo scopo appartiene all’insieme vuoto delle chiacchiere e delle banalità.
Tornare a Crescere si può E SI DEVE.. servono però scelte difficili,come dice ogni giorno a Radio 24(9in punto) Giannino, e un Governo forte e un leader indiscusso e di AlTA AUTORIA MORALE . segue mail che ho inviato all On.le Napolitano su questo Tema.x gradito commento,roberto. Carissimo Presidente,
Le scrivo in questa data altamente significativa per la nostra Nazione.
L’Italia è attesa da prove difficili nei prossimi mesi:
– una manovra economica che l’Europa ci impone di ca 40 miliardi di Euro per scongiurare rischi gravi, e che è possibile solo ad una Nazione coesa nel paese reale e nelle Istituzioni e in cui circoli rispetto e fiducia reciproca;
– la necessità di dare risposte alte e convincenti a quella molteplicità di persone , emersa dalle recenti consultazioni amministrative, che incarna il cd “vento del nuovo”, la quale, prima ancora di indirizzarsi verso una parte politica, chiede a tutta la politica di assecondare il proprio positivo rinnovato desiderio di partecipare alla vita civile del Paese. Risposte alte che significano: una legge elettorale che consenta a noi cittadini di scegliere chi eleggere, e di essere realmente facilmente eleggibili ,senza forche caudine di apparati partitici; una riforma della fiscalità e del mondo delle relazioni lavoro-impresa che ci permetta di riprendere la crescita economica ;una riforma della Giustizia che non faccia sospettare interessi personali di chi la propone.
Presidente solo Lei , a mio modesto avviso, ha l’autorità morale, la fiducia ampia , oltre ,e dentro , ogni schieramento, dell’elettorato e del Parlamento e della Comunità Internazionale, la necessaria esperienza Istituzionale , per guidare un Governo che goda di un consenso esteso ed indiscusso in questo Parlamento.
Un Governo di giovani quarantenni, di donne ,fortemente espresso dalla società civile oltre che dalla Politica.
Mi rendo conto che servirebbe un grosso sacrifico : rinunciare a portare a termine il mandato nella più Alta Carica dello Stato che il,Parlamento Le ha affidato.. Il farlo per spirito Altissimo di servizio al Paese, in un passaggio difficile ,nobiliterebbe ancora più la Sua Persona e aggiungerebbe forza morale al Suo Governo.
E nessuno, né l’attuale Capo del Governo né le componenti della maggioranza, né altre forze politiche e loro candidati Premier ,potrebbero sentirsi sminuiti per i “passi indietro” correlati: perché Lei rappresenta ed incarna il sentimento della Nazione . Non di una parte politica ma di tutta la Nazione. E alla Nazione ora serve ,per un Governo che completi la legislatura con le poche ,ma difficili ,scelte necessarie .
La complessità Istituzionale di un simile passaggio potrebbe essere snellita se qualche leader di buona volontà volesse proporre al Parlamento una mozione in tal senso, dopo un passaggio della proposta nel Paese.
Con viva cordialità e fiducia.
roberto ,un cittadino qualsiasi
@marco
Bilderberg : lì ora c’è pure Tremontix… Draghix.. Romanix.. Montix.. Agnelix..
e poi diciamocelo chiaro.. nn abbiamo scelta.. alla “sovrastruttura” si è piegata “pure” la Merkel…
o ti và bene così… oppure è big bang !!!!!!!
Mi sembra ottima la proposta fatta al compagno Napolitano di favorire l’ascesa al governo – in che modo ? – di una generazione di giovani integerrime persone capaci, scelti per il loro merito ( da chi ?). Questa proposta fatta al più anziano politico ancora in circolazione che per quarantanni ha celebrato i fasti del comunismo e non si è mai vergognato di questo mi sembra ottima Forse pensate ai suoi nipoti visto che i suoi figli per esclusivo merito si capisce sono integerrimi e capacissimi professori universitari ?
Egregio Dott. Giannino. Pur essendo d’accordo con lei quasi su tutto, devo dire che la sua pretesa di fare riforme ” tutto subito”, propugnata più volte a radio24, è un pochino infantile. Liberare risorse da investire o diminuire le tasse, che è lo stesso, in un paese dove la spesa è costituita al 90% da salari, stipendi, pensioni, insomma da persone, significa mandare a spasso migliaia di salariati.
Non c’è altro modo possibile che impostare un trend di diminuzione della spesa con la limitazione del turn-over e contemporaneamente migliorare l’efficienza dei sistemi implicati: scuola (Gelmini) e pubblica amministrazione (Brunetta) vanno in tal senso.
Le risorse verranno da questi interventi, con la variabile mai citata nei bilanci, la congruità temporale.
Tutto e subito? 40 md d’avanzo con 40 kEuro/anno di costo a persona significa banalmente 1 mio di “esuberi”. Cordialmente GP
@Gianni
Caro Gianni se non capisce che se non si fa’ quello che dice Giannino ed , in fretta ,
tutta quella gente andra’ a spasso lo stesso , perche’ chiuderanno le fabbriche , allora lei non ha ancora capito in che situazione ci troviamo .
Le regole a cui eravamo abituati sono saltate con la globalizzazione e con l’estensione dell’Europa ai Paesi dell’Est , questi ultimi possono venire a lavorare a casa nostra avendo sede legale nei loro Paesi e di conseguenza pagando le tasse nei loro Paesi ( SONO REGOLE EUROPEE ) pertanto la concorrenza l’abbiamo in casa .
Ora ci si adegua portando la tassazione allo stesso livello in tutti i paesi europei oppure questi ci faranno il CULO e , a lei tocchera’ andare a lavorare in Romania piuttosto che in Bulgaria piuttosto che in Polonia etc.
Caro Gianni o si agisce in fretta ( un paio di mesi al massimo ) o e’ la disfatta definitiva ,una volta distrutta la base imprenditoriale non ci sara’ piu’ nulla su cui costruire qualcosa e allora c ritroveremo al livello del Vietnam piuttosto che delle Filippine o del Madagascar a lottare sul prezzo della manodopera !!!
Ci pensi bene e cominci a non guardare alla MISERIA che c’e’ nel proprio giardino ma a quello che potrebbe succedere nel FUTURO !!!!!!!
armagheddon……..oramai in italia tutto e’ finito,EQUITALIA,UN NOME TUTTO UN PROGRAMMA..!!!continua con metodi incostituzionali e talebani a prendere in ostaggio famiglie e piccole imprese le uniche che puo’ derubare ancora ma pensiamo ancora per poco,ne riparleremo fra non molto…!!la gente ha capito da tempo oramai che politici e caste varie si arricchiscono sempre di piu’ e sempre di piu’ richiedono sacrifici ai cittadini ma loro non li fanno,lavorando poco e niente prendono 3-4 pensioni a testa,manager che hanno fatto fallire aziende che vengono liquidati con prebende da sceicchi,barche di lusso intestate a morti…..calciatori che vivono nel lusso piu’ sfrenato,insomma cari governanti non siete piu’ credibili ne da destra ne’ da sinistra ne’ da centro.ma attenzione il tempo degli amori sta’ finendo e si mettera’ molto male…..!!!!!
riforma fisco,giustizia etc…..tutte favole e ancora bugie balbettate dai politici di turno,(vedi reporter di ieri)tremonti non muove foglia dopo aver pubblicamente detto che equitalia sta’ davvero esagerando,ma noi tutti ci chiediamo ma siamo sicuri che questa e’ democrazia?o siamo tornati al medioevo quando gli sgherri si appropriavano dei raccolti e dei soldi della povera gente…….senza nessuna pieta’.noi oramai siamo degli schiavi che vanno spremuti e quel che e’ peggio non abbiamo nessuna difesa contro uno stato che spende e spande per il proprio tornaconto e il tornaconto di chi di volta in volta si insedia al governo e il bello che a fronte della pletora di tasse non abbiamo che servizi da 3-4 mondo.una vergogna…..e la rabbia sta’ montando sempre di piu’ e prima o poi esplodera……!!!!siamo uniti e sopratutto cerchiamo di farci restituire la nostra liberta’ perche’ oggi ci stanno rubando l’anima e sopratutto il futuro dei nostri figli.
@ giobbe covatta
Scriva semplicemente chi si deve licenziare.
…E io, tra di loro, A CASA, come ama dire ormai sempre più spesso l’autore, oppure GLI ALTRI a casa…. posso mica fare tutto io!
Amico mio, mi sono laureato con un centimetro di calli sulle mani, qualche annetto di ritardo e dieci anni di contributi INPS pagati, adesso sto a quarantadue bollini, godo di lauta pensione che ripago ampiamente con soverchianti tasse da me stesso generate. La storia l’ho capita fin da piccolo… il domani non è peggio del passato, anzi che Tanatòs mossa ne dea..
Quaestio: fa si scrive fà o fa? Come da facere o da fateor? O fa nel senso di marcia in fa, diesis o bemolle, maggiore o minore… “Fa, fa che le ginocchia cali. Ecco l’angel di Dio, piega le mani, omai vedrai di sì fatti ufficiali…” imperativo o indicativo?
L’unica è risparmiare su aiuti alle PMI e rinnovabili.
Allora sì ci ritroviamo soldi da buttare.
Cordialità.
Gentile Dottor Giannino,
gradirei condividere con lei lo sdegno provato oggi nel leggere una comunicazione ricevuta da mia madre, proveniente dalle agenzie delle entrate. Non so perché ma mentre rimanevo senza parole, sono stata spinta dall’irrefrenabile desiderio di condividere con Lei tutta l’indignizione provata. Se potesse fornirmi una Sua mail, avro il (dis)piacere di trasmetterLe la missiva incriminata…. A proposito di ‘Stato Ladrone’!!!!
Cordialità
Roberta Calì
p.s. mi creda é un amaro esempio della mancanza di vergogna che li contraddistingue…
S’io fossi Berlusconi per un giorno
Cosa farei se avessi il potere del premier Berlusconi per un solo giorno?
1 – imposizione del salario minimo garantito per legge per tutti i lavoratori dipendenti, sia pubblici che privati, visto che è sempre per legge che si attuano i contratti collettivi nazionali di lavoro;
2 – regionalizzazione della contrattazione del lavoro dipendente in base a criteri di corrispondenza con il costo della vita, suddividendo il paese in macro regioni con caratteristiche omogenee;
3 – defiscalizzazione totale del lavoro straordinario, eccetto ovviamente il prelievo Irpef;
4 – defiscalizzazione totale degli investimenti per anni 5 in tutto il territorio italiano con il corrispettivo simbolico di una tassa una tantum annuale, correlata alla misura dell’investimento ed inversamente proporzionale alla forza lavoro assorbita: più assumono dipendenti, meno pagano di tassa una tantum;
5 – abbattimento della spesa pubblica attraverso la imposizione di un rapporto fra il numero di cittadini che risiedono in ogni regione ed il numero dei dipendenti pubblici, para-pubblici, regionali e degli enti locali compreso tutto l’arcipelago delle aziende pubblico-private che offrono servizi locali: la parte eventualmente eccedente tale rapporto, va eliminata attraverso il ricollocamento nei servizi pubblici carenti di personale, anche localizzati in zone differenti da quella in cui si presta opera e servizio;
6 – abolizione di tutti gli atenei universitari eccedenti il numero di 1 per ogni regione, eccetto le università private o quelle di maggior rilievo, funzionalità e produttività nella ricerca universitaria;
7 – riorganizzazione della offerta dei servizi sanitari:
a) scelta dei medici in opzione obbligatoria fra esercizio della professione nel settore pubblico o nel settore privato;
b) collegamento diretto fra i servizi sanitari offerti sul territorio con le farmacie e gli ambulatori dei medici curanti, per la prenotazione di tutte le prestazioni sanitarie in sede ambulatoriale o farmaceutica;
c) pagamento diretto delle prestazioni sanitarie così prenotate via internet o tramite casse ticket e sportelli automatici;
d) eliminazione di ogni decretazione cartacea con pubblicazione ed archiviazione obbligatoria sui siti istituzionali sanitari;
e) eliminazione delle duplicazioni di reparti ospedalieri e di clinica universitaria all’interno di strutture miste ospedaliero-universitarie;
f) gestione degli appalti e delle prestazioni sanitarie in convenzione, attraverso commissioni pubbliche visibili in diretta web;
8 – obbligatorietà della protocolazione automatica in ogni struttura, ente o amministrazione locale e regionale, pubblica, o pubblico-privata, con possibilità di accesso alla visualizzazione del protocollo per chiunque in tempo reale via web;
9 – uso della forza pubblica e della coercizione statale su tutta la pubblica amministrazione nella erogazione dei servizi in tempi certi e predeterminati, nella loro effettiva erogazione, nella loro efficacia;
10 – delega ai sindaci per la sicurezza urbana, con affidamento della gestione dell’ordine pubblico nei casi derivanti da disagio sociale (accattonaggio, stato di ubriachezza molesta, comportamenti asociali o dannosi per la collettività) alla polizia locale;
11 – affidamento del potere di controllo e di ispezione nella erogazione di tutti i servizi offerti ai cittadini dagli enti regione e provincia ai sindaci.
12 – affidamento del potere di controllo e di ispezione nella erogazione dei servizi ai cittadini dalle amministrazioni comunali ai governatori regionali;
Per il momento, possiamo fermarci qui.
C’è materia sufficiente per far saltare molte persone dalle poltrone di certi poteri pubblici troppo inclini ad asservire interessi affatto pubblici.
Ovviamente, via libera ad ogni riforma che riposa nei cassetti ministeriali e, soprattutto, ad una riforma della giustizia che risolva definitivamente la lentezza cronica della giustizia italiana ed alla decretazione anti-corruzione, che, se ben regolamentata ed applicata, impedirebbe l’arricchimento dei amministratori e burocrati infedeli e l’evasione fiscale sulla montagna di ricchezza prodotta dalla corruzione in cui naviga il nostro paese.
In ultimo, applicazione della Class Action nei confronti della Pubblica Amministrazione.
Niente male per uno che si crede un Berlusconi per un giorno.
Gustavo Gesualdo
alias
Il Cittadino X
losco figuro
@Gustavo Gesualdo
MOLTO BELLO !!!!!
Gent.mo Dott. Giannino,
trovarla tra i fan di Mario Draghi non mi entusiasma affatto, anzi, tempo fa non ci avrei scommesso una lira. Forse si capisce che non la seguo da molto (il tempo è tiranno), ahimè. Ed è vero che nel suo blog cè chi saluta draghi con un “ci mancherai”, come fosse una mamma dipartita… Ma lei propio no… Lei non può ignorare chi è Mario Draghi e che cosa ha fatto! e soprattutto, quello di cui ho paura, che cosa farà! La presidenza della BCE per noi italiani che non ne sappiamo nulla è una cosa di poco conto… poco appariscente, ma di grande sostanza: basta vedere chi sono i predecesssori e cosa hanno fatto per arrivarci. Vedo anche che in tanti ignorano che il debito pubblico è inestinguibile(!) però hanno la formula per la crescita… Il debito greco? Ai greci i dittatori banchieri europei faranno svendere anche l’anima e saranno ridotti in miseria (Draghi è esperto anche in questa materia). Anche lei lo ignora? Piuttosto direi: Anche Lei tace?
Beh caro giannino, leggendola ora mi pare chiaro come anche Lei, come un Fini o un bocchino qualunque, abbia cominciato a leccare i futuri padroni, italiani e soprattutto europei… Possibile? Roberto.
@Roberto
non condivido lo stile dell’appellativo che hai utilizzato nei confronti di Oscar..
sicuramente si stà ri-posizionando come molti altri..
in parte x esigenze economiche personali che non si possono ridicolizzare xrchè una famiglia da mantenere ce l’abbiamo tutti…
in parte xrchè ha finalmente accettato l’evidenza che Silvio ha passato 15 anni a farsi gli affari suoi e neppure uno straccio di riforma liberale…
ed in parte xrchèi padroni (come li chiami tu) non sono solo europei ma pure americani..
e da loro dipende grossa parte della soppravivenza finanziaria (= default) del paese..
ed è questo 3° punto quello di gran lunga + importante.. o la và.. o la spacca..
@Piero
BUonasera Piero,
sono tornato per curiosità a vedere se la discussione su Draghi continuava e sinceramente non mi aspettavo un commento al mio post… Perdonami (ci diamo del tu), quando scrivi “lo stile dell’appellativo che hai utilizzato nei confronti di Oscar..” alludi al nome scritto in minuscolo o l’avergli dato del lecchino? Del nome scritto in minuscolo me ne dispiacio, dell’avergli dato del lecchino non è molto diverso dal dire “sicuramente si stà ri-posizionando come molti altri..”
Cmq vorrei chiarire:
– di ciò che scrivo Berlusca non c’entra nulla;
– i padroni ognuno è libero di sceglierseli ma…
– c’è chi fa l’operaio, il meccanico o quant’altro e non ha il privilegio di “riposizionarsi” così, con quattro colpi di penna… E su questo sono un po’ più duro perchè è chiaro che ci sono certi lavori che vengono pagati profumatamente anche perchè lo stipendio non è garantito a vita… e del resto a chi ha un nome da vendere basta qulache ospitata in tv e già l’annata del famoso operaio è messa insieme…
– hai presente Mario Draghi? Non perdono a Giannono di ignorarlo, il punto era questo.
– qual’è il pil europeo? come mai ci sono banche che muvono cifre molte volte maggiori? già, loro ci fanno la crisi e noi la paghiamo!
– purtroppo i nostri padroni sono anche americani, e vero. Avrei preferito fossero soltanto Italiani. Ma è impossibile, abbiamo svenduto quasi tutto… e, appunto, stessa sorte stà toccando ai greci in modo peggiore (siamo nell’euro) ma quali altre nazioni sono state “costrette” ad accettare “aiuti” e a “privatizzare”? Hai presente come sta funzionando questo giochetto?
– ripeto: Vedo anche che in tanti ignorano che il debito pubblico è inestinguibile(!) però hanno la formula per la crescita… Il debito greco? Ai greci i dittatori banchieri europei faranno svendere anche l’anima e saranno ridotti in miseria (Draghi è esperto anche in questa materia).
– cito Tremonti: “se il problema è globale, la risposta deve essere globale”.
Quindi mentre noi stiamo guardando il polaio di casa nostra, che serve solo a distrarci, in europa c’è un GOVERNO NON ELETTO con a capo banchieri e finanzieri e c’è una moneta che ci strangola! La Merkel, a capo della nazione trainante di questa dittatura si è vantata di aver trovato la risposta per la crescita: gli operai vegnono pagati meno e i prodotti sono più competitivi: chiaro no?
beh, ecco non sono catastrofista la realtà è questa. Per cui, una famiglia da mantenere ce l’ho pure io che facevo il portiere d’hotel… credo Che Giannino se la passi molto meglio di me! magari se non si mette a fare i salti della quaglia la gente continua a seguirlo…
Ad Maiora