4
Apr
2012

Dopo Ft anche WSJ: menospesa-menotasse, o guai peggiori

Spiace, che l’intervista a Mario Monti della Stampa di oggi non dedichi una sola domanda al punto di fondo. Quello sollevato ieri dal Financial Times , che ha svelato che cosa provocherà un calo del Pil italiano tale da compromettere con meno entrate l’obiettivo di azzerare il deficit pubblico al 2013:  un’altra snatgata fiscale entro il 2012.  E quello su cui apre a titoli di scatola stamane il Wall Street Journal in edizione europea. O l’Italia cambia marcia con meno spesa e meno tasse subito, o la sua recessione come terza economia europea è un guaio per tutti. Oltre che, naturalmente, per noi. menospesa-menotasse: quel che non si è visto, col governo Monti. Né con la sinistra. Né con la destra. Eppure i media su questo muti e zitti, tranne pochissime voci.  Luca Ricolfi, Angelo Panebianco, naturalmente noi, pochissimi altri.  Il mutismo su questo deriva da cambiamenti indotti alla politica italiana.

E’ ovvio innanzitutto che sia un’amara vita, quella di dati alla mano tenta di battersi da anni contro le crescenti pretese fiscali dello Stato, a danno della spina dorsale che tenta comunque di tenere in piedi l’Italia. L’accusa ricorrente è quella di difendere l’evasione, dipinta in maniera sempre più ossessiva e sistematica come il cancro numero uno dell’Italia, l’espressione più diretta della sua anomia atavica, dell’incapacità di vaste masse di italiani di aderire al patto costitutivo della Repubblica oggi, come di ogni Stato pre esistente all’Unità. Al contrario, non è il DNA civico degli italiani il male economico nazionale. E’ il DNA sempre più incivile delle amministrazioni pubbliche, sempre più degenerato nei decenni di crescita galoppante della spesa corrente, seguita negli ultimi vent’anni da un aumento altrettanto forte della pretesa tributaria e contributiva.

Il sostegno tanto vasto alle martellanti campagne di Stato sulla “colpa dei furbetti italiani” ha determinato nel tempo paradossali conseguenze. Largamente inintenzionali, perché nemmeno il più consumato stratega di comunicazione pubblico avrebbe immaginato vent’anni fa di poter determinare simili trasformazioni, nell’attitudine politica verso il tema da parte tanto della sinistra quanto della destra.

La sinistra, per storia e convinzioni impregnata di maggior fiducia nei confronti delle politiche pubbliche e della redistribuzione dei redditi, ha finito per invocare e difendere ogni aumento della pressione fiscale “marginale”. Avanti con le aliquote più alte, “di solidarietà”, sui redditi più elevati delle persone fisiche. Plauso all’innalzamento progressivo delle aliquote contributive di tutte le figure professionali e  fattispecie contrattuali diverse dal lavoro dipendente. L’effetto paradossale è triplice. Primo: alzare le aliquote marginali sulle persone fisihe fa ulteriormente assottigliare la risicatissima percentuale dell’1% di contribuenti oltre i 100mila euro di reddito lordo, lo 0,4% oltre i 200mila, lo 0,07% oltre i 300mila. I ricchi si dematerializzano, perché meglio degli altri possono arbitrare l’aliquota imputando reddito a società italiane ed estere, controllate o partecipate. Secondo: nel frattempo poiché la spesa corrente aumenta sempre – solo in tre anni nella storia della Repubblica è scesa in termini reali, con Ciampi una volta, poi nel 2010 e 2011 – ecco che gli alleggerimenti tributari e contributivi ai decìli di reddito più basso, quelli cari alla sin istra, non sono avvenuti mai o quasi, per importi risibili. Terzo: nel tessuto d’impresa, è bastonata assai più la piccola e piccolissima, artigiani e commercianti, rispetto alla media impresa, alle grandi e alle banche che la vecchia sinistra attaccava.

E’ la sinistra stessa – nella storia e nell’evoluzione dell’ordinamento italiano – ad aver congegnato un sistema del prelievo sulle persone giuridiche che ribalta il principio della progressività fiscale stabilito dall’articolo 53 della Costituzione, ed è di qui che discende il fatto che il tax rate reale dei “piccoli” sia anche di 30 punti superiore a quello del grande capitale. La sinistra vischiana aveva pensato a un grande compromesso con grande industria e banche, oltre che a un premio incentivante alla crescita della dimensione d’impresa, che è generalmente troppo piccola per poter adeguatamente esser patrimonializzata e per investire su crescita innovativa. Ma, mentre il credit crunch è più duro per i piccoli  e lo Stato li mette nel mirino – l’intero e pesante aggravamento della rigidità all’entrata nel mercato del lavoro proposto dal ministro Fornero, per esempio, è a loro carico, non della grande industria – l’odio sociale crescente che li addita come evasori è un ulteriore autogol della sinistra. Respingere l’idea che un’impresa artigiana in contabilità ordinaria dichiari 22mila euro l’anno mentre il dipendente sta a 17mila, come si è letto la settimana scorsa a proposito dei dati fuorvianti proposti anche quest’anno dal ministero delle Finanze (tanto fuorvianti che anche lo stesso Attilio Befera ha dovuto riconoscerlo, l’indomani, con la comprensibile cautela visto che il ministero è il suo controllante in Agenzia delle Entrate ed Equitalia), per la sinistra è come tagliarsi l’erba sotto i piedi: i sette milioni di dipendenti di Rete Imprese Italia sono a basso reddito e sempre più piagati da una domanda domestica in regresso, ricorderanno che Stato e sinistra li additano come colpevoli invece che vittime.

Ma anche per la destra, o meglio per quel che ne resta tra divisioni, smarrimenti, inabissamenti e indagini giudiziarie, la campagna mediatica dello Stato assetato ha comportato tre conseguenze singolari. Primo: poiché ha indecorosamente fallito nei tagli alla spesa pubblica, e ha più responsabilità della stessa sinistra nell’aver dilapidato i sette punti di Pil di minor oneri sul debito pubblico regalatici ogni anno dall’euro, ecco che la destra ha finito per dover praticare e assecondare ciò che aveva sempre spergiurato di non fare, cioè mettere ancora più pesantemente le mani nelle tasche degli italiani. Secondo: a differenza di quanto avviene in tutti i paesi avanzati di fronte all’esplosione del debito pubblico, la destra italiana o quel che ne resta ormai non ha più alcuna credibile proposta di tagli fiscali equilibrati da minor spesa, nell’ambito di quei 5-7 punti di Pil in meno in 3-4 anni che sono l’orizzonte delle grandi riforme perseguite nel precrisi da Paesi come la Germania, che grazie a questo si sono vigorosamente rimessi in piedi. Terzo: la destra in questo ha deluso sia le grandi imprese, sia soprattutto le piccole e piccolissime. E’ inconcepibile che non ne paghi il conto elettorale.

Conclusione. E’ un dovere civile, battersi e sostenere che artigiani e commercianti, imprese piccole e piccolissime hanno sacrosantamente ragione a chiedere meno tasse e contributi, spiegare ogni giorno che è giusto tentino di arrangiarsi approfittando di ogni piega dell’ordinamento per diminuire il loro carico fiscale, urlare che è uno schifo che nessuno si muova di fronte ai piccoli che si suicidano e si danno fuoco davanti all’Agenzia delle Entrate. Anche il governo tecnico prende e tassa, ma non taglia.  Che cosa la politica riuscirà a fare, si vedrà più avanti. Ma nel frattempo bisogna assolutamente far sentire meno sola l’Italia che tenta di stare in piedi. Un’Italia a cui lo Stato è nemico. Che debba aprirci la sua edizione il Wall Strett Journal, mentre noi pensiamo ad altro, è solo riprova dell’ipocrisia italiana.

 

chi

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139 Responses

  1. Caro Oscar
    sono un imprenditore in Toscana con azienda di 130 collaboratori e faccio il portavoce di più di 45 imprenditori che ieri sera alla riunione degli industriali hanno dato la loro piena dipsonibilità ad investire per dire Basta!!!!! BASTA allo scempio che stiamo vivendo e che sta portando l’Italia dritto alla rovina ,,disposti adinvestire ma abbiamo bisogno di una perosna che abbia credibilita’ e ci piacrebbe che tu fossi a capo del progetto per aiutarci a creare un progetto/ veicolo al fine di far sentire la nostre voce ( putroppo ormai media giornali e tanti gornalisti hanno perso di credbilità evitando domande fastidiose ai politi e dando enfasi a situazioni pre-accordate lotte all’ evasione per esempio ) . Non abbiamo mire politiche anzi….ma nono possiamo più subire passivamente ad uno stupro della nostra intelligenza , ma non reagendo lo acconsentiamo !!!! cosa ha fatto il Governo MOnti TANTO DECANTATO ? Riforma dlle pensioni e qui ci fermiamo ! Liberalizzazioni? ( ceduto alle lobby degli ordini professionali) Riforma del Lavoro? Ceduto alla CGL e varie sinistsre ( riforma annacuqata ed inutile ,anzi aggravata di costi per le aziende a seguito rimodellazione ammortizzatori sociali ) ! Taglio dei parlamentari e delle province ? nel cassetto dei ricordi! Spending review?come sopra e cmq nata male visto che era prevista per solo 5 miliardi ( una barzelletta) Dismissioni patrimonio pubbblico a riduzione debito ?( non se ne parla diminuerebbe perimetro statale e quindi potere)! senza poi parlare dei fantomatici tesorieri che spendono soldi del partito ( nostri soldi) per scopi di arricchimento personale chiaramnet all ‘insaputa de vertici !!!!!!! E’ ora di dire BASTA non farlo non solo giustificherrebe la loro arroganza in trattarci come pecore da ammaestrare ma stanno trascinando L iTALIA alla rovina ! Quindi ti chiedo di contattarmi perchè veramente vogliamo muoverci e prego chiunque sia interssato di contattarmi grazie

  2. Francesco P

    Anche FT e WSJ si sono accorti di quello che ci diciamo da tempo su questo blog.

    Purtroppo tanto Cdx che Csx impersonano una mentalità statalista in cui la spesa pubblica è vista come una proprietà privata dei partiti che la usano per benefico personali, elettorali, clientelari, ecc. Una riduzione della spesa pubblica metterebbe in seria difficoltà le “macchine mangiasoldi” in cui si sono trasformati i partiti nostrani.

    Questo assomiglia troppo alla Grecia in cui si è preparato il default in anni di alternanza centro-destra centro-sinistra caratterizzati da un denominatore comune: la spesa pubblica come spesa privata del sistema politico-clientelare.

  3. Marcello

    caro Oscar,

    purtroppo è una battaglia persa!

    La maggior parte degli italiani sogna fin dall’infanzia di diventare un lavoratore subordinato a tempo indeterminato se non addirittura pubblico e, la maggior parte di questi, appartengono a famiglie di lavoratori subordinati pubblici o comunque legati a stretto giro all’economia legata alla disinvolta spesa pubblica…quindi cosa aspettarsi dal dibattito pubblico, dai politici, dagli imprenditori a partecipazione statale, dai giornali…dalla classe dirigente di questo paese ???

    Grazie sempre e comunque per il meraviglioso spunto che ci offre gratuitamente in ogni occasione capita di ascoltarla o leggerla!

    Marcello

  4. Marco Tizzi

    Marcello :

    La maggior parte degli italiani sogna fin dall’infanzia di diventare un lavoratore subordinato a tempo indeterminato se non addirittura pubblico e, la maggior parte di questi, appartengono a famiglie di lavoratori subordinati pubblici o comunque legati a stretto giro all’economia legata alla disinvolta spesa pubblica…

    Direi proprio di no.
    Le imprese a controllo pubblico contano 680 000 addetti.
    I dipendenti pubblici sono circa 4 milioni.

    In compenso ci sono circa 6 milioni di partite IVA attive: penso sia una delle percentuali più alte del mondo.

    Quindi se diciamo che l’apparato pubblico costa troppo e rende poco sono d’accordissimo.
    Se diciamo che gli italiani lo sognano non sono d’accordo per niente.

  5. Manuela

    Caro Dott. Giannino,
    mi auguro vivamente che possa continuare a trasmettere da Radio 24: “Nove in punto” a mio avviso, è una trasmissione assolutamente TRASVERSALE e chiara nei contenuti.
    Cosa vogliono farne di quella radio, una sequenza di trasmissioni in stile Cruciani&Parenzo? Sono INASCOLTABILI, piuttosto preferisco cambiare frequenza e dedicarmi ad una qualsiasi radio d’intrattenimento musicale.

    Sono tempi duri, soprattutto per la gente corretta che vuole fare ancora qualcosa per questo nostro Paese. Resista! E continui a darci voce attraverso i suoi approfondimenti. Un ringraziamento e l’ augurio di buona giornata.

  6. Marco Tizzi

    Oscar,

    destra e sinistra non esistono più, forse non sono mai esistiti.

    Esistono le belve che si nutrono alla mangiatoia. La mangiatoia sono i nostri conti correnti.
    Allontanare le belve dalla mangiatoia, secondo me, non si può se non con la violenza.

    Dato che nessuno vuole la violenza, l’unica soluzione possibile resta quella di dar loro un’altra mangiatoia, piena di soldi freschi di stampa di cui nutrirsi.

    Quindi l’unica soluzione razionale e non violenta, ribadisco, è monetizzare il debito pubblico.

  7. adriano

    Che lo Stato Italiano debba rapidamente porre mano ad una severissima revione della spesa e appena subito dopo ad una riduzione del carico fiscale è verità lapalissiana che non dovrebbe neppure essere disputata. Certamente la domanda dove ? è quella che prevede più difficile risposta poichè mette le mani dentro ad interessi consolidatisi nel “potere” dissasivo (diciamo così) della spesa fomite di consenso.
    Osservo : subito e drastiamente ridurre il 50% delle spese a fondo perduto ! cioà 50/60MD. Poi si vedrà , subito dopo. Chi lo può fare : spiace dirlo , ma nessuna formazione politica autodefinentesi “democratica” termine ormai molto rquivoco da ripensare non nella sia sostanza (guai!) ma certamente nelle forme. Perchè non aprimo un dibattito tematico ?

    Adriano

  8. adriano

    Non ho solo l’impressione,sono sicuro che coloro( dispregiativo) che ci governano siano alieni provenienti da un altro pianeta ove le vessazioni siano delle pratiche consolidate per sfruttare il popolo schiavizzato, non credo che ora ci sia differenza alcuna tra i notabili egiziani di 3000 anni fa e gli schiavi di allora.
    Chi scrive è un piccolo imprenditore arrivato a 67 anni non in pensione e che ha investito tutto ( proprio tutto ) per tenere aperta l’attività e che oggi ha ricevuto una multa di 1000€ per aver inviato in ritardo di tre giorni la comunicazione all’inps della trasformazione del contratto di due dipendenti da termine a tempo indeterminato, speriamo che arrivi presto Robespierre.

  9. Massimo74

    @Marco Tizzi

    I dati che riporti sono corretti, nota però che molte partite IVA nascondono in realtà rapporti di lavoro parasubordinati, cioè si tratta a tutti gli effetti di lavoratori dipendenti mascherati da autonomi (questo tra l’altro è uno dei motivi per cui le dichiarazioni dei redditi degli autonomi risultano inferiori a quelle dei lavoratori dipendenti).

  10. dante_5

    Grande Oscar! Musica per le mie orecchie. Dovremmo però cercare anche un medium più di massa per diffonderle!

  11. Bungabunga

    Giannino, la semtta di essere fazioso.
    Il WSJ farebbe meglio a scrivere sui guai della parte politica verso la quale è schierato , ovvero la Reaganomics e su le devastazioni che la famiglia Bush hanno compiuto all’economia mondiale che adesso stiamo pagando tutti.
    Meno spesa pubblica? Ci sto! Togliamo tutti i finanziamenti pubblici all’editoria e ai giornali. Ai partiti e ai giornalisti e parlamentari. Con le notizie e la politica non si mangia. Vedrete quanto diminuisce la spesa pubblica.

  12. Marco Tizzi

    @Massimo74
    Il problema delle P.I. “mascherate” esiste, ma le dichiarazioni dei lavoratori autonomi, intesi come ditte individuali, è più del doppio della media dei lavoratori dipendenti.

    corriere.it/economia/12_marzo_30/irpef-dati-reddito_f656e204-7a5f-11e1-aa2f-fa6a0a9a2b72.shtml

    Questo per smentire una selva di falsi miti sull’evasione, che esiste eccome anche tra i lavoratori dipendenti che, però, hanno dallo Stato una serie di agevolazioni che il lavoratore autonomo si sogna di notte (o paga a parte).

    Insomma, come al solito l’informazione ufficiale spara un sacco di cazzate per “dargli all’untore”, chiunque esso sia, mettendo nello stesso calderone onesti e disonesti, ladri ed eroi.

    E comunque quello che volevo dire nel commento sopra è che non credo proprio che gli italiani sognino un posto al caldo tra le alucce dello Stato.
    Penso piuttosto che sognino un Paese normale che consenta una vita decente alle persone oneste.

  13. adriano

    la mia idea di come dovrebbe funzionare lo stato:
    poniamo di dover far costruire e comperare un alloggio costo 100
    Con mutuo di 30 anni ed il tasso di interesse del 6% il costo dopo 30 anni dovrebbe essere 215 quindi 115 in piu’.
    Se lo stato mi aiuta col 3% di interesse ( quindi paga 1,9 all’anno ) ha un costo totale di 57 in 30 anni, pero’ incamera subito almeno il 30% del valore dell’alloggio in: iva. irpef.contr inps ,urbanizzazione etc etc. + IMU annua, facendo girare l’economia contribuendo inoltre ad agevolare le persone all’acquisto della 1a casa.

    Aziende in crisi: per ottenere la cassa integrazione penso sia necessario un controllo dll’inps,ora se per l’azienda viene riconosciuto dall’inps tale necessità, perchè non esonerare l’azienda da tutti gli oneri inps e irpef dei dipendenti e pagare solo il netto, si otterrebero i seg. vantaggi: continuità di lavoro dell’azienda con costi temporaneamente diminuiti,retribuzione continuata dei dipendenti, minor aggravio sull’inps e quindi delle aziende non in crisi, ovviamente la cosa va studiata, pero’ è un’idea.

  14. alex61

    Lo stato italiano è ormai abitato da anni a sputare nel piatto in cui mangia.
    Temo che molte imprese quest’anno chiuderanno (con buona pace all art. 18) e vi sarà un crollo delle entrate fiscali. Avranno ucciso il cavallo per non avere voluto far scendere il cavaliere!
    Addio Italia iddio ti abbia in gloria.

  15. andrea

    È assolutamente necessario trovare il modo di rendere queste idee di pubblico dominio, di zittire questi demagoghi ignoranti che ci governano da decenni, occorre un rappresentante auterovole che conosca e sappia utilizzare i numeri e i dati nel modo giusto, senza piegarli alle opinioni. Purtroppo non si riuscirà ad avere quella risonanza che hanno gli altri, ma da qualche parte bisogna pure cominciare e, a parlare di libertà (quella vera), si è sempre nel giusto. È il momento di iniziare un nuovo capitolo, di ricordare Einaudi (del quale ho acquistato il libro che voi proponete e che mi ha aperto un mondo) e cercare di spiegare alle persone che il liberalismo non è una cosa buona solo quando riguarda gli altri. Io sono giovane e sognatore, ma i sogni a volte si avverano, vero Dott. Giannino?

  16. giuseppe

    Quello che dice Giannnino, rispetto all’autogol della Sinistra, è in parte vero. Se vogliamo è l’eredità negativa del gramscismo (senza che Gramsci ne abbia colpa alcuna) Meglio ancora, la perdita di identità popolare di una sinistra che ha acquisito una cultura “sovrastrutturale”, parasindacale. Se vogliamo banalizzare oggi Peppone (sindaco comunista di Brescello, nonché meccanico, e perciò evasore) stenterebbe a trovare cittadinanza nel Pd. Ma è una lettura riduttiva, perché a destra, trannne qualche sporadica eccezione, è esattamente la stessa cosa. E allora è forse una questione di classe. Le classsi colte mal tollerano che un semplice cafone possa avere magari il Suv e loro no. Sappiamo che nel mondo anglosassone e nelle culture europee di stampo luterano e calvinista (Max Weber docet) questi aspetti non rivestono alcuna importanza. La stessa scelta di quell’attore che interpreta il ruolo sgradito circondato da una decina di specie diverse di bacarozzi, non lascia molti dubbi. Potreste vederlo su un trattore, su un camion della nettezza urbana, su un ponteggio, non importa se nel ruolo di padroncino o dipendente. Si poteva anche scgliere di metttere un uomo in camice bianco, o in giacca e cravatta, e forse si sarebbe andati molto più vicini allla sostanza del problema. Ma non si è fatto… La Giustizia è diventato un fatto…estetico?

  17. orsobz

    Incredibile. Sembra che stiano maturando i tempi per una rivoluzione. Io lo stipendio lo prendo lavorando al momento, ma se non dovessi più prenderlo? Allora inizierei a scendere in piazza e penso con me, molti altri.

  18. alessandro Malfatti :
    Caro Oscar
    sono un imprenditore in Toscana con azienda di 130 collaboratori e faccio il portavoce di più di 45 imprenditori che ieri sera alla riunione degli industriali hanno dato la loro piena dipsonibilità ad investire per dire Basta!!!!! BASTA allo scempio che stiamo vivendo e che sta portando l’Italia dritto alla rovina ,,disposti adinvestire ma abbiamo bisogno di una perosna che abbia credibilita’ e ci piacrebbe che tu fossi a capo del progetto per aiutarci a creare un progetto/ veicolo al fine di far sentire la nostre voce ( putroppo ormai media giornali e tanti gornalisti hanno perso di credbilità evitando domande fastidiose ai politi e dando enfasi a situazioni pre-accordate lotte all’ evasione per esempio ) . Non abbiamo mire politiche anzi….ma nono possiamo più subire passivamente ad uno stupro della nostra intelligenza , ma non reagendo lo acconsentiamo !!!! cosa ha fatto il Governo MOnti TANTO DECANTATO ? Riforma dlle pensioni e qui ci fermiamo ! Liberalizzazioni? ( ceduto alle lobby degli ordini professionali) Riforma del Lavoro? Ceduto alla CGL e varie sinistsre ( riforma annacuqata ed inutile ,anzi aggravata di costi per le aziende a seguito rimodellazione ammortizzatori sociali ) ! Taglio dei parlamentari e delle province ? nel cassetto dei ricordi! Spending review?come sopra e cmq nata male visto che era prevista per solo 5 miliardi ( una barzelletta) Dismissioni patrimonio pubbblico a riduzione debito ?( non se ne parla diminuerebbe perimetro statale e quindi potere)! senza poi parlare dei fantomatici tesorieri che spendono soldi del partito ( nostri soldi) per scopi di arricchimento personale chiaramnet all ‘insaputa de vertici !!!!!!! E’ ora di dire BASTA non farlo non solo giustificherrebe la loro arroganza in trattarci come pecore da ammaestrare ma stanno trascinando L iTALIA alla rovina ! Quindi ti chiedo di contattarmi perchè veramente vogliamo muoverci e prego chiunque sia interssato di contattarmi grazie

    Decine di volte ho chiesto a Oscar Giannino di mettersi a capo di chi lavora e produce. Grazie a lui avremmo un catalizzatore. Non reagisce e avrà le sue ragioni; forse.
    Per questo abbiamo dato vita a http://www.facebook.com/groups/227183924046219/ con l’in tento di non perderci in chiacchiere MUOVERCI nel giro di pochi mesi. Lo dico per chi fosse interessato cinvinto che non arriverà IL CONDOTTIERO in cui molti spereremmo.

  19. Maria Sole Campanini

    @Manuela
    sono perfettamente d’accordo, la trasmissione la ZANZARA è inascoltabile perchè fa disinformazione
    vi pare possibile che Giannino si sgoli per 45 minuti, insieme a illustri altri economisti di questo Paese, per far capire quanto i dati diffusi sugli stipendi di dipendenti e imprenditori messi a confronto non siano dati leggibili, siano scorretti e mal divulgati e alla sera stessa per due ore Parenzo, sulla Radio del Sole24ore dica esattamente il contrario?
    La Radio di Confindustria non deve permettere che false informazioni siano divulgate a suo tramite

  20. LucaS

    Articolo sacrosanto! Questo dimostra per l’ennesima volta che era cento volte meglio che Monti se ne stesse nella sua università anzichè illudere la gente con il solito tassa e spendi… Le ricette che noi vogliamo solo l’FMI può imporle perchè la nostra politica come spiega perfettamente Boldrin non le adotterà mai… quindi prima va a casa Monti e il suo socialismo-reale e prima entra in pista l’FMI e meglio è!

  21. laura bendel

    Buonasera dott Giannino, ho ascoltato anche oggi il Suo programma e gli interventi dei Suoi ospiti con molto interesse.
    Io reputo che sì l’evasione sia uno dei problemi del paese, ma insieme a tanti altri che ci portiamo dietro da troppi decenni, come una grande ignoranza che fa credere alla gente le vuote parole dei politici che promettono e mai danno.
    La P.A. che serve solo a se stessa, venendo dagli USA solevo dire che il cosi detto welfare state all’italiana consiste nel fatto che per ‘aiutare’ una persona ci si mettono sopra in cento, e che le aziende di stato sono state usate per dare sedie a parenti ed amici. E poi sento persone che come la signora di oggi si scagliano contro il SOLO, UNICO demone l’evasore. Mi ricorda tanto George Orwell’s Animal Farm :
    “Somehow it seemed as though the farm had grown richer without making the animals themselves any richer-except, of course, for the pigs and the dogs. Perhaps this was partly because there were so many pigs and so many dogs. It was not that these creatures did not work, after their fashion. There was, as Squealer was never tired of explaining, endless work in the supervision and organisation of the farm. Much of this work was of a kind that the other animals were too ignorant to understand. For example, Squealer told them that the pigs had to expend enormous labours every day upon mysterious things called “files,” “reports,” “minutes,” and “memoranda.” These were large sheets of paper which had to be closely covered with writing, and as soon as they were so covered, they were burnt in the furnace. This was of the highest importance for the welfare of the farm, Squealer said. But still, neither pigs nor dogs produced any food by their own labour; and there were very many of them, and their appetites were always good.”
    Non ho molte speranze… auguri di una serena Pasqua.

  22. Massimo74

    @laura bendel

    Ma come può l’evasione essere un problema quando siamo il paese che in europa incassa pro capite più di tutti gli altri?Tu vorresti dare ancora più soldi a questa banda di lestofanti che ci rapresentano?Non ti basta il modo in cui questi delinquenti già oggi sperperano l’enorme massa di denaro dei contribuenti per mantenere in piedi il baraccone statale e foraggiare clientele, corruzione dilagante (il caso Belsito-Lega-Bossi è solo l’ultimo di una serie di scandali in ordine di tempo), privilegi della casta,ecc?

  23. Marco Tizzi

    @Massimo74
    Luca, il FMI è passato sia in Irlanda che in Grecia: non mi pare sia riuscito a fare granché.
    Diciamocelo: con questa Europa il FMI non può fare nulla.

    La mia proposta la conosce: provi a pensare a quali possono essere delle alternative davvero credibili, che davvero possano succedere oggi, in questo Paese, dentro questa Europa, senza rivoluzioni.

    Vedrà che le alternative sono solo peggiori.

  24. AlxGmb

    @Marco Tizzi
    Chi lo dice che la violenza non la vuole nessuno?
    Gli attacchi alle Agenzie delle Entrate non sono violenza?
    I suicidi non sono violenza?

  25. Marco Tizzi

    @AlxGmb
    Ok, la metto in maniera diversa: vogliamo fare la rivoluzione?
    Ovviamente se la risposta è “sì”, allora vale tutto, nel senso che dopo si può fare tutto.
    Ma le rivoluzioni hanno vittime.
    Se vogliamo evitare vittime dobbiamo cercare alternative.

    Poi ha ragione lei che i sucidi sono vittime di questo folle sistema: Di Pietro oggi avrebbe anche avuto ragione (gli capita raramente) se non fosse che comunque anche lui sta con le chiappe in parlamento da una ventina d’anni…

  26. Gian Paolo Bulla

    Non dimentichiamo il reale valore dell’evasione fiscale in Italia: tra i 200 ed i 240 MLD di Euro, pari al 12.5/15% del PIL. Ma di questa percentuale di reddito non dichiarato, circa 150 MLD sono di origine mafiosa/criminale, per cui l’evasione di reddito regolarmente prodotto è pari al 3.1/5.6%. Non dimentichiamo che il reddito evaso negli USA è pari a circa 2.000 MLD di dollari, cioè circa il 13% del PIL.

  27. Mauro Banchero

    Più che d’accordo su molto meno Stato e meno tasse.
    Anche “Il Foglio” però si batte su questi temi con continuità e da molto tempo.
    Sembra che Monti stia accantonando miliardi: almeno 14 rispetto a quanto “a bilancio” per minor spesa per il debito, almeno 13 per recupero d’evasione, almeno 7 per la riforma delle pensioni: quindi almeno 34. Due sembra andranno per i nuovi armonizzatori sociali.
    I restanti 32 -almeno- potrebbero servire per la riduzione fiscale sperata.
    E poi, in più, tagliare tagliare tagliare: che non si legga mai più che la Regione Liguria ha speso 80.000 euri per far contare quante volte gracchia l’ululone dal ventre giallo !

  28. marziano

    oscar, siamo tutti con te. tutti quelli che pagano le tasse e non mangiano dallo stato sono con te.
    sei un grande, tieni duro, ti seguo sempre.

  29. claudio p

    Prima o poi quelle indispensabili riforme filo-mercato apriranno una breccia nella cortina issata dalle caste. Speriamo che avvenga prima possibile. Prima è, meglio è.. anche perché il percorso di riforme, una volta varato, durerà per anni, forse per decenni e non sarà privo di sofferenze.
    D’altro canto non c’è alternativa se si vuole restare a galla. Nel nuovo mondo globalizzato ci sono centinaia di milioni di persone che lavorano sodo per uscire dalla povertà, e non credo che siano disposte a farci “sconti”.

  30. Piero

    i fase 1° non c’era alternativa a rapido mungimento tasse..
    ma ora oltre alla lotta all’evasione (lotta sacrosanta) è necessario tagliare spesa..
    ma nessuno c’è mai riuscito dal 1945 in poi..

    quindi Monti ha bisogno di una nuova ondata di benefica paura..
    forzata dall’esterno da quegli stessi ragazzi che lo hanno imposto
    al posto del ex-liberal-monopolista (violazione principio di non contraddizione)..
    a te caro Oscar, che 6 italiano, ti sembra che FT e WS lo criticano, ed invece
    son daccordo.. è solo un gioco delle parti x ri-dargli forza x articolo 18
    e per la prima spending review che chiedi anche tu..

    intanto ormai il grosso dei rinnovi di titoli pubblici è stato fatto..
    ed il danno sui tassi (x lo stato) x i prox mesi non ci sarà..

    EVVIVA LA BENEFICA PILOTATA PAURA APRILE/MAGGIO 2012
    poi ad Ottobre 2014 scdenza 1° Ltro si vedrà..

  31. Davide Gionco

    Giannino,
    va bene se vengono tagliati gli sprechi, ma se lo stato continua a tagliare sui servizi pubblici, l’effetto sarà lo stesso che dell’aumento delle tasse.

    Se io ad esempio dovessi andare a curarmi in un ospedale privato, poi dovrei pagare di tasca mia e mi rimarrebbero meno soldi da spendere sul mercato per altri beni e servizi,
    Esattamente quello che succede se Monti mi aumenta le tasse.

    Per rilanciare l’economia ci sono due strade sbagliate: i tagli sui servizi utili (tagliare gli sprechi va sempre bene, evidentemente) e l’aumento delle tasse.
    Ma ci sono anche delle strade giuste.
    Una prima strada è trasferire gli investimenti finanziari dai titoli di stato all’economia reale.
    Oggi chi ha i soldi non li investe nell’economia reali, ma acquista titoli di stato, guadagnandoci gli interessi che -guardacaso- vengono pagati proprio con le nostre tasse.
    Infatti le tasse che paghiamo non coprono i costi della macchhina pubbica, ma solo gli interessi dei titoli.
    In pratica c’è un trasferimento di denaro da chi lavora a chi investe in titoli di stato, di cui 40% sono pure investitori stranieri.

    Data l’emergenza in cui si toglie il pane di bocca ai pensionati e si fanno fallire le imprese, sarebbe molto più ragionevole interrompere il pagamento dei titoli in scadenza ed utilizzare questi soldi risparmiati dallo stato, circa 100 miliardi di euro l’anno, per creare commesse pubbliche e fare ripartire l’economia. Naturalmente nel contempo dovrebbero anche essere diminuite le tasse di almeno il 50%.

    Avremmo certamente le proteste dei detentori di titoli, ma nessuno di loro morirà di fame per questo, mentre l’ostinazione a pagare i titoli in scadenza aumentando ogni anno di più le tasse, provoca la morte delle imprese italiane, non chè la morte fisica per suicidio di non pochi imprenditori o laforatori licenziati.

    Infine per non bloccare la macchina pubblica, lo Stato potrebbe iniziare a pagare i propri fornitori ed i propri dipendenti almeno in parte in crediti fiscali, eventualmente cedibili a terzi.
    Questi titoli sarebbero coperti dal fatto di poterli usare per pagare le proprie tasse.
    Si tratterebbe di una parziale riconquista della sovranità monetaria che abbbiamo perso adottando l’euro.

    Gradirei una risposta dettagliata alle mie proposte, che certamente non sono banali né “già sentite”

  32. Davide Gionco

    @Marco Tizzi
    L’FMI è stato recentemente rifiutato dall’Islanda, che sta brillantemente uscendo dalla crisi finanziaria di qualche annno fa. E lo ha fatto senza pagare i debiti.

    Strano che in Italia non ne parli mai nessuno

  33. Giorgio

    Quando è arrivato Monti mi son detto che avremmo finalmente assistito alla chiusura delle falle del debito pubblico. Ad oggi, nulla. Dubito che lo farà in futuro e quindi siamo diretti verso un tifone finanziario che farà apparire lo spread a 560 come un sogno.

  34. Federico

    Che la ricetta giusta sia una massiccia dose di destatalizzazione penso sia evidente a tutti quanti hanno sufficiente onesta intellettuale.
    La cosa veramente complessa e” trovare il modo di imporla…

  35. Totó Castrogiovanni

    Caro Oscar, concordo.
    Se non si riducono spese e tasse, l’Italia (anzi l’Europa) si avvia verso un triste destino.
    Il problema è che le due operazioni non si possono realizzare con la stessa velocità.
    E la soluzione non puó essere quella della cessione del “mattone pubblico”.
    L’unica cosa che si puó fare, con coraggio pari alla prudenza, è sostenere la politica fiscale con una spavalda e accorta politica monetaria da parte dell’Europa. Ma non mettendo risorse monetarie nelle mani delle banche…per carità!!!!
    Sono state protagoniste della avvilente crisi finanziaria, e le risorse che si mettono loro a disposizione finiranno sul mercato solo dopo (e se) che avranno risolto i loro guasti finanziari…
    Io sono convinto che solo consentendo ad una misurata politica monetaria di fare da cuscinetto tra riduzione della spesa e riduzione delle tasse…si potrà rivedere la luce…ci rifletta anche Lei…saluti

  36. Marco Tizzi

    @Davide Gionco
    Davide, non so se ne parla la tv italiana (non ce l’ho), i giornali online non ne parlano, ma del resto non parlano di nulla. Per contro l’Islanda è spesso sotto osservazione in moltissimi blog economici e sgiornali esteri. Ed è vero, se la sta cavando bene. Ma è anche una terra benedetta dal Signore, ha materie prime, energie e son quattro gatti. Quindi non ne farei un esempio.

    La tua idea di crediti fiscali è simile alla mia proposta di abbuoni fiscali ed è un ottimo trucco, diciamocelo, per stampar moneta senza incorrere in sanzioni europee.
    Ha il grande vantaggio di rimbalzare secca la probabile obiezione della Germania: eventuale inflazione (che comunque non ci sarebbe dato che siamo in sovrapproduzione) sarebbe limitata all’Italia.

    E’ un modo per nascondere sotto il tappeto il problema della spesa improduttiva.
    Che tanto nessuno taglierà mai, inutile prendersi per i fondelli.

  37. Marco Tizzi

    @Mauro Banchero
    Bisogna vedere se i 34 miliardi basteranno a pareggiare la carenza di gettito dovuto alla recessione.

    La coperta sempre quella è, se tiri da una parte, poi mancano i soldi dall’altra…

  38. Rino

    Caro Oscar,

    ti seguo spesso e voglio darti tutto il mio appoggio. Siamo in molti a pensare che lo stato tirannico e dittatore ha ormai mostrato definitivamente la sua faccia ma, pur essendo in tanti, sembra che la maggioranza degli Italiani percepisca l’evasione come il male supremo della nazione.

    A me sembra che la lotta all’evasore sia diventata un pò come lo spettacolo dei gladiatori offerto dall’imperatore al popolo romano per tenerlo in cattività senza che questo possa riflettere e rendersi conto veramente di quali siano i mali del nostro paese.

    L’evasione è solo il frutto malsano di una spesa pubblica impazzita. Per ridurre l’evasione (ammesso che esista veramente nei termini in cui è descritta) si deve unicamente tagliare la spesa pubblica e di conseguenza ridurre le tasse.

    Potrei continuare ancora per molto con storie che ho vissuto in prima persona in oltre 16 anni di vita imprenditoriale ma lo farò in un altro post.

    Concludo con un link.
    http://investinaustria.at/IT/Home/ABA-Invest+in+Austria.aspx

    Leggetelo: non si parla di Hong Kong, Singapore o altri paesi emergenti. Si parla di uno stato dell’unione europea a due passi da noi dove, tra le altre cose, il segreto bancario è COSTITUZIONALMENTE garantito.

    Leggetelo e poi provate a rispondere a questa domanda: ma noi Italiani come facciamo a competere ?

    Io mi sono risposto, con l’amaro in bocca, che andiamo alla rovina come mucche al macello giorno dopo giorno.

    I feudatari che ci vessano ed amministrano la devono smettere di prenderci in giro e gettarci fumo negli occhi ai molti, in Italia siamo al collasso altro che campagne mediatiche contro fantomatici evasori, qui le aziende chiudono e molti che non riescono più ad andare avanti fanno gesti estremi; che cosa deve accadere ancora ? quali altre dimostrazioni servono per fare capire veramente quale sia la gravità della situazione ?

    Penso che l’unica cosa da fare sia cercare di portare il verbo di questa verità nelle nostre città, condividerle con i nostri amici, nel nostro posto di lavoro: ci stanno prendendo in giro continuando a fare i loro porci comodi. Combattiamoli.

    Un caro saluto a tutti…

  39. michele

    Caro Oscar, bisogna ANDARE IN PIAZZA, come faceva la Sinistra contro Berlusconi. Andiamo in Piazza per l’ingiustizia dell’art. 18 che non si applica agli Statali, perchè qui i sacrifici li sta pagando solo chi lavora e produce, mentre gli altri continuano imperterriti a starsene protetti nel loro doppio lavoro. I mezzi di Internet ci consentono di informare rapidamente e facilmente milioni di persone, crea su Facebook un sito con il programma di una manifestazione di una giornata a Roma e scendiamo FINALMENTE in piazza.

  40. MAssimo

    Grazie Dott.Giannino x la sua linea coerente approvo in pieno le sue idee.la seguo sempre .

    Cagnoni MAssimo
    Piccolo Imprenditore

  41. giuseppe

    @Davide Gionco
    Lei ha ragione, ma non ci si può fermare all’analisi dei grandi capitoli di spesa (la Sanità è utile, la Scuola è utile, un’altra cosa non lo è)
    Bisogna entrare nel dettaglio. Non so che impressione abbia Lei, ma io che vivo in Provincia vedo decine di piccoli Ospedali che vogliono fare di tutto, dall’unghia incarnita al trapianto cardiaco. Ora, se ad un certo bacino d’utenza interessa che ci siano mille posti letto (sarebbe meglio mille posti in day hospital) poco importa se siano distribuiti tutti in un grande ospedale o in dieci piccoli. Quel che conta è l’efficienza economica e tecnica e forse quest’ultima è più compatibile con un complessso di dimensioni adeguate. Le ragioni logistiche oggi sono meno valide di ieri. Ci si sposta con grande facilità ed in modo rapido. Ed anche se così non fosse, meglio fare una strada che serva a tutti (sani e malati) che mantenere in piedi strutture che onestamente servono solo a far crescere in modo esponenziale il numero dei primari e dei dirigenti amministrativi. Così è anche per le Università. Centoventi sono troppe, ma di strutture decentrate ce ne sono almeno il doppio. A Rettori e Presidi (gli unici che hanno da guadagnarci) non è che diano noccioline, ma bei soldini. Mi scusi se mi sono permesso, ma mi ha offerto lo spunto per dire la mia, e certamente non voglio attribuirle giudizi di merito che Lei non ha espresso.

  42. Davide Gionco

    @giuseppe
    D’accordissimo.
    Il problema è che fino ad oggi abbiamo solo avuto tagli lineari (anche gli ospedali efficienti sono in difficoltà, così come tutte le scuole che sfornano ignoranti ogni anno di più) e non tagli mirati.
    Esattamente come le tasse: non tasse a chi ha soldi (ovvero chi li ha immobilizzati in grandi risparmi improduttivi o in speculazioni finanziarie improduttive), ma a chi lavora e consuma.
    Per forza che poi l’economia reale va in crisi.

    Giannino!
    Batta un colpo. Stiamo discutendo di cose serie…

  43. Stefano

    @alessandro Malfatti
    Sono un piccolo imprenditore di Roma, molto interessato a qualsiasi inziativa che abbia l’obiettivo di porre fine a questo scempio.
    Come faccio a contattarla?
    Stefano

  44. Alessandra

    Caro Oscar,
    non sono una esperta di economia se per esperti si intendono coloro i quali conoscono i silenziosi meccanismi delle crescite e delle perdite ma scrivo perchè sento il bisogno di incoraggiare lei nel lavoro quotidiano che fa nel portare all’attenzione del pubblico quelli che sono i temi abbandonati dall’informazione. Apprezzo la sua prosa e la stimo per il coraggio, dote rara, con il quale mette “i puntini sulle i”. Non sempre, è vero, si possono condividere tutti i suoi punti di vista ma sono un ottimo spunto di riflessione critica sulla realtà non solo economica ma sociale che stiamo inconsapevolmente vivendo. Non intendo aggiungere ricette di risanamento, non è questo il mio lavoro e odio la “tuttologia” sempre più diffusa. Sono soltanto una giovane donna disoccupata, che ha lottato per il proprio sapere e ha faticato per trovarsi ricca almeno di cultura. Ho imparato a riconoscere, nel frattempo, una voce di valore quando la ascolto. Per questo la ringrazio.

  45. marco

    io penso che la ristrutturazione della pubblica amministrazione (pur non considerando il conseguente taglio di spesa dell’ordine di oltre 100 miliardi l’anno) di per se genererebbe una superiore efficienza pari ad oltre 3 punti di PIL l’anno. Il passaggio dei servizi gestiti dalle imprese partecipate ai privati potrebbe abbattere di oltre il 10% il nostro debito pubblico ed infine generare un ulteriore incremento di PIL di altri 3 punti almeno. La conseguente eliminazione di una gran massa di politicanti dai centri gestionali potrebbe costringere infine la casta ad occuparsi un po’ meglio degli interessi dei cittadini avendo meno opportunità economiche di distrazione di interessi

  46. Caro Oscar, sei un grande, ti stimo veramente tanto, per tutto ciò che ogni giorno dici alla radio. Purtroppo la realtà sappiamo qual’è, il 30% degli italiani senza i furti perpetrati ai danni di chi lavora, si ritroverebbe senza nulla, perchè nulla sanno fare se non le sanguisughe di chi lavora. Ecco spiegata la crescente pressione fiscale. Ladroni, disonesti, camorristi, mafiosi, massoni, sono tutti presenti a contribuire al declino inesorabile di questo paese. Mi domando se i loro beni personali li amministrino con la stessa disinvoltura con cui sperperano e rubano denaro pubblico.
    Io ormai ho rinunciato ad avere una vita in Italia sono un giovane, o ex tale, ho passato da poco i 30 e penso che nel 2013 lascerò il paese, nonostante abbia raggiunto il (tanto agognato da alcuni miei coetanei) contratto a tempo indeterminato, dopo anni di “gavetta”. Dal mio punto di vista non è un problema contrattuale, è un problema sociale quello italiano. Restare a vivere qui sarebbe da incoscienti, in quanto con l’ultimo governo Monti, noi giovani abbiamo capito benissimo che aria tira in questo paese. La spesa pubblica non potrà fare altro che aumentare nei prossimi anni. Un paese che paga 80 miliardi di euro l’anno per spesa su interessi di debito pubblico e non si decide a dismettere i suoi beni, è inesorabilmente destinato al tramonto.
    In Spagna ne pagano quasi 30 e sono tutti allarmati. Noi 80 e facciamo finta di niente. Inoltre a peggiorare la situazione, mettiamoci i mass media venduti e corrotti che non fanno altro che proteggere questa massa di politici corrotti, in quanto molto spesso mangiano dallo stesso piatto.
    Oramai la situazione è inesorabilmente compromessa.
    Un caro saluto.
    Luca

  47. Nikkio

    @Francesco
    Autonomo=Evasore by Bruno Tinti

    gli auguro un bel accertamento bancario da parte dell’agenzia delle entrate… caro Tinti.. e vedi che evasore lo sei pure tu..

  48. Davide Gionco

    @marco
    Marco.

    E come facciamo a pagare i circa 100 miliardi (6.6%) di debito estero che abbbiamo, fra deficit commerciale in euro e titoli di stato in mano a stranieri?

    Giannino perchè non ci parla mai del nostro debito estero che cresce di annno in anno?

  49. bruno

    Gent.mo dott. Giannino,
    da tempo lei chiede una riduzione della spesa pubblica, molti dei frequentatori di questo blog la chiedono come anch’io, nel Paese è consistente questa richiesta e in parecchi programmi televisivi sono emersi quasi spudoratamente gli incredibili privilegi che dipendenti pubblici, funzionari, dirigenti e dipendenti delle istituzioni hanno e questi fatti sono solo una parte del problema. Non parliamo dei politici che potremmo dire stanno prendendo per i fondelli gli italiani con un processo di riduzione dei loro costi e privilegi che è tanto lento quanto rapidi sono i loro annunci di intenzioni e proposit.
    Ciò premesso la domanda che rivolgo a lei e a tutti è? come mai gli autonomi, i lavoratori del privato, i pensionati, i disoccupati, tutte quelle categorie che sono escluse dalla festa o che sono soprattutto preoccupati e coscienti che la festa che si tiene in tutti gli edifici pubblici (che appartengono anche a loro, in teoria) è per altro verso la base del dramma che si sta vivendo e del disastro, come mai costoro non si fanno sentire se non occasionalmente e debolmente? E’ una conseguenza del fatto che sono scollegati, del fatto che sono rassegnati, del fatto che sono disinformati? del fatto che sono cointeressati? Possiamo trascorrere molto tempo ad inviare post, a risponderci l’un l’altro, possiamo mettere in campo la più profonda scienza e teoria, ma se non ci si pone l’obiettivo di farsi sentire, di collegarsi e trasformarsi in movimento…. forse stiamo solo sprecando il nostro tempo.

  50. Robespierre

    Leggo ancora disquisizioni scientifiche sulle varie ricette per risanare le nostre economie. Scontata la passione intellettuale, mi domando: Ma ci siete o ci fate? Qui è in corso da decenni un’aggressione armata (Dagli sgherri di Befera) nei confronti del ceto medio e degli autonomi che siano medi, piccoli o piccolissimi. Dovunque si trovano autovelox, posti di blocco della finanza, polizia con i laser e adesso ci si mette pure l’accozzaglia di raccomandati della polizia provinciale (Altra barzelletta nostrana) Poi ti scrive la Rai che vuole soldi, la nettezza urbana che vuole soldi, il gasolio a prezzi da farsa, equitalia che scrive a chiunque e non ripeterò la situazione di tasse e contributi. COSA ALTRO VI DEVONO FARE? Cosa serve a capire che qui non si tratta di opinioni diverse sul metodo. Qui c’è un primo stato che aggredisce sistematicamente un altro stato, NOI. C’è qualcuno che pensa seriamente che il dibattito politico o intellettuale indurrà Bravi e Clientes di stato a rinunciare a se stessi e cambiare registro o semplicemente fare la cosa giusta per questo disgraziato paese? Lo credete veramente? Qui ci vogliono milioni di persone pronte ad URLARE: BASTA! Sono un uomo libero e voglio vivere come tale, libero dall’oppressore.
    E se non basta urlare.. amici miei la storia ci ha già detto tutto e le alternative sono o la schiavitù o il quadro di Delacroix:
    LA LIBERTA’ CHE GUIDA IL POPOLO.

  51. @alessandro Malfatti
    Bisogna cominciare a fare una rivolta fiscale, fissiamo una data e facciamo tutti a meno di pagare l’F24 quel mese. Poi vediamo cosa dicono.
    Ho appena letto la riforma del lavoro proposta, io ho un bar, e mi sa che licenzio tutti e passo alle agenzie interinali. Poi aumento i prezzi e speriamo di resistere, intanto metto in vendita tutto e appena posso scappo.

  52. Francesco

    @alessandro Malfatti
    Alessandro,
    sono anch’io convinto che bisogna raggruppare le forze per cambiare e dare un futuro al paese alle prossime elezioni. Penso che dietro tre semplici principi (nuova democrazia, libertà e responsabilità) si potrebbero raggruppare tutti, tanti probabilmente la maggioranza dei cittadini studi di tanto “bla.. bla” inconsistente di persone senza idee e senza progetti. Perché queste tre parole? Perche nuova democrazia vuole dire semplificazione delle regole, eliminazioni di costose sovrastrutture , maggiore rapidità nel processo decisionale, chiarezza nelle attività e nei meccanismi di spesa. Libertà per ridare a tutti la voglia di fare, di rischiare senza l’ombra del grande fratello. Responsabilità perché penso che ognuno sia a livello pubblico (centrale o locale) che privato debba essere più responsabile del proprioo sviluppo senza aspettare la manna dall’alto.
    Tutto ciò no esclude un’attenzione a paracaduti sociali (ma non necessariamente diretti o gesti dallo Stato), vuol dire chairezza di comportamenti e di cosa e coem si spende.
    Gli attuali tecnici che fanno melina per mesi sull’articolo 18 (non certamente fondamentale per imprese che vogliono investire in Italia che guardano soprattutto a costo del lavoro e dell’energia elettrica) mostrano il peggio della politica militante. Tanto macello per poi tra l’altro forse partorire un topolino.
    Sono un libero professionista con precedente esperienza manageriale in società e penso che se radunassimo le forze dell’Italia del fare potremmo fare grandi cose per noi e per tutti gli italiani (dipendenti, liberi professionisti per scelta o per necessità, imprenditori , risparmiatori e famiglie).

  53. Giovanni Russo

    Caro Giannino,
    Mi sembra che finalmente ci sia stia rendendo conto di quale disastro e perdita di tempo sia il Governo Monti (non ci voleva molto anche il 17 dicembre, bastava leggere gli obrobi costituzionali ed economici che i professori avevano messo sul DL).
    Forse e’ arrivato il momento di cercare di organizzare un movimento politico liberale/liberista smallbusiness federalista etc…che manca da troppo tempo. LEI MI SEMBRA LA PERSONA PIU’ ADATTA, piu’ dinamica, per cercare di almeno organizzarlo. Perche’ non prova? Qualche vecchio gatto liberale in giro forse e’ possibile trovarlo, qualche soldo tra i sui fans si raccoglie, ci sono i giovani di Ibl e similari, un giornale tra gli ex-berlusconi si potrebbe trovare……..Bisognerebbe da subito prendere distanze da PDL (l’esperimento come corrente FI e’ fallito). Io credo che lo spazio politico adesso ci potrebbe essere (solo i disgustati lega/PDL sono tanti). Bisognerebbe pero’ muoversi, il tempo per le prossime elezioni (se il Titanic Europa non affonda prima) e’ poco….Lei mi sembra organizzativamente il piu’ dinamico/moderno. Se non lei chi? Senza un minimo di voce politica non conteremo mai niente. Anche Grillo senza mai dire nulla ha preso qualche x% di voti. Quelli in cerca di una alternativa ormai sono tanti…

  54. Giovanni Russo

    Caro Giannino,
    Mi sembra che finalmente ci sia stia rendendo conto di quale disastro e perdita di tempo sia il Governo Monti (non ci voleva molto anche il 17 dicembre, bastava leggere gli obrobi costituzionali ed economici che i professori avevano messo sul DL).
    Forse e’ arrivato il momento di cercare di organizzare un movimento politico liberale/liberista smallbusiness federalista etc…che manca da troppo tempo. LEI MI SEMBRA LA PERSONA PIU’ ADATTA, piu’ dinamica, per cercare di almeno organizzarlo. Perche’ non prova? Qualche vecchio gatto liberale in giro forse e’ possibile trovarlo, qualche soldo tra i sui fans si raccoglie, ci sono i giovani di Ibl e similari, un giornale tra gli ex-berlusconi si potrebbe trovare……..Bisognerebbe da subito prendere distanze da PDL (l’esperimento come corrente F’I e’ fallito). Io credo che lo spazio politico adesso ci potrebbe essere (solo i disgustati lega/PDL sono tanti). Bisognerebbe pero’ muoversi, il tempo per le prossime elezioni (se il Titanic Europa non affonda prima) e’ poco….Lei mi sembra organizzativamente il piu’ dinamico/moderno. Se non lei chi? Senza un minimo di voce politica non conteremo mai niente. Anche Grillo senza mai dire nulla ha preso qualche x% di voti. Quelli in cerca di una alternativa ormai sono tanti…

  55. adriano

    “Che cosa la politica riuscirà a fare”?La destra non potrà proporre nulla se non chiacchiere,priva di credibilità.Chi calpesta gli impegni non può pretendere il giorno dopo che si pensi non lo faccia ancora.La sinistra,che comunque vincerà,proseguirà la strada spianata delle patrimoniali assortite.Insieme faranno il necessario per mantenere ed aumentare i privilegi della nomenclatura.La legge elettorale sarà modificata per eliminare ciò che resta del bipolarismo e prolungare il governo di emergenza.Contro questo piano non c’è difesa.Il significato del voto,se c’era,è stato svuotato,come quello della delega e della rappresentanza.Astenersi non serve,perchè aumenta il valore delle clientele che comunque voteranno.Scegliere i partiti estranei allo sciagurato progetto neppure,perchè anche loro fanno parte del sistema.L’unica speranza,molto teorica,è che qualche personalità nota,preparata,di carisma rivolga la propria attenzione al disastro e si commuova.Una lista nuova che si presenti col motto “meno spesa,meno tasse” ed un programma conseguente,potrebbe ottenere un risultato in doppia cifra che non basterebbe per vincere ma almeno per creare una opposizione decente,degna di una democrazia.Altro non vedo ma l’intuito disperato mi dice che il tempo sta finendo.

  56. adriano

    Il debito pubblico americano è circa 6 volte il nostro, pero’ loro non hanno debito pensionistico che è totalmente privato, mentre il nostro è di circa 3 volte il PIL ed è praticamente pubblico.
    Come mai nessuno ne parla?

  57. Mario45

    Siamo GIÀ alla fine. La classe dei politici – burocrati ci spremerà ed infine mangerà i ns resti. Non cambierà nulla. Qualcuno continuerà a suicidarsi, qualcunaltro si rassegnerà alla povertà. L’unica possibilità di far saltare il banco risiede nello sciopero fiscale. Chi lo organizza? Dovrebbero le organizzazioni di categoria, ma come, con una Confindustria così inquinata da aziende del parastato et similia ? Siamo all’inferno , lasciamo ogni speranza…

  58. Robespierre

    @alessandro Malfatti
    Caro Alessandro,
    Io ci sono. ci sono per la verità e la giustizia.
    Ma ci sono soprattutto per mia figlia, che non voglio che tra 20 anni quando sperò avrà visto il mondo mi chieda:
    Papà ma davvero le cose in Italia stavano (o stanno) così?
    E TU PAPA’ COSA HAI FATTO?

  59. Giuseppe

    caro Giannino, sono uno dei tanti “piccoli”, di quelli che si sono mangiati tutti i risparmi propri, e pure una bella fetta di quelli dei genitori, per non far mancare il pane ai propri collaboratori in questi anni di difficoltà; nella speranza che al governo qualcuno capisse che noi, imprese e collaboratori, eravamo un valore da preservare a qualsiasi costo, e facessero qualcosa per aiutarci a superare la bufera, abbiamo tenuto duro e tentato ogni via per salvare l’azienda. ma ormai è tutto inutile, il mondo delle PMI (che forse sarà arretrato, ma in ogni caso sarebbe stato un patrimonio da guidare verso il cambiamento e non da buttare) sta morendo, e questo paese ne soffrirà moltissimo. voglio però ringraziare Lei per il suo impegno intellettuale e morale, ed augurare a persone come il sig. Malfatti di riuscire nel loro intento. chissà che un domani almenio i miei figli possano vivere in un’Italia migliore della mia di questi anni.
    cordiali saluti, giuseppe

  60. Fabio

    Oscar non mollare!! Non aspettarti consensi ma sempre dissensi perché chi ha il coraggio di andare controcorrente sarà sempre massacrato da questo mondo ipocrita, da una cultura impregnata del relativismo.

  61. robi

    @Manuela
    perfettamente daccordo ormai radio24 sta dimostrandosi sensibile all’informazione a corrente alternata
    la zanzara è diventata un teatrino deludente con giudizi spesso demenziali da parte dei 2 pagliacci cruciani/parenzo
    ma chi li sostiene e non parlate di ascolti non è credibile

  62. robi

    @Luigi Cifra
    si ma alla fine sai come va a finire
    tutto in nulla come quando eravamo piccoli in classe o in ditta …
    il boicottaggio purtroppo sono daccordo sarebbe l’unico strumento che abbiamo ma è e rimane un UTOPIA

    SIAMO UN POPOLO DI PECORONI PURTROPPO

    anch’io appena posso scappo dall’italia devo vendere solo la casa e di sti tempi è un grande problema

  63. robi

    monti dice che la crisi è alle spalle !!
    io non sono bravo come lui ma capisco che ha detto una grande cazzata voi no
    ma crede che siamo alle sue lezioni di economia alla bocconi caro il mio professore veda di affrontare seriamente la questione dei privilegi e della disuguaglianza sociale e non nasconderti dietro un dito
    ha sistemato il figlio con un emolumento d’oro e poi viene a fare i conti in tasca ai poveretti
    sveglia questi sono l’elite della casta della casta

  64. Claudio

    Caro Dott. Giannino,
    condivido pienamente le sue idee e parole che spero riusciranno a scuotere, o quantomeno a far riflettere, tanta gente ormai anestetizzata davanti alle innumerevoli porcate della cosiddetta “casta”.
    Non credo che lo Stato abbia voglia di modificare il suo status di ladro nei confronti di quanti ogni giorno lavorano duramente per mantenere un apparato pubblico pressochè costituito da parassiti documentati (posso offrire numerosi esempi nelle amministrazioni siracusane) non contemplati nello spot dell’Agenzia delle Entrate.
    Ancora qualche mese in queste condizioni e non varrà più la pena sprecare parole per cercare di modificare lo stato in cui ci troviamo.
    L’unica soluzione sarà abbandonare questo meraviglioso e maledetto paese!

  65. Alessandro B.

    Caro Giannino,
    sono un dirigente d’azienda nel settore privato e ho 48 anni.
    Ho sentito la Sua trasmissione stamattina su Radio24, come d’altronde tutti i giorni, e mi sono molto preoccupato ascoltando il suo scoramento nel sentirsi isolato nella battaglia per i tagli nella spesa pubblica e negli sprechi derivanti dal settore pubblico. Io parlo tutti i giorni con persone provenienti da tutte le categorie sociali: imprenditori, manager, lavoratori dipendenti, autonomi, professionisti, e non ce n’è uno, dico UNO, che non sia d’accordo che QUESTA E’ LA VERA EMERGENZA. Mi auguro che Lei continui a portare avanti questa battaglia a nome di noi tutti malgrado la pelosa omertà che vige intorno a questo argomento da parte dei cosiddetti poteri forti, dei politici e dei mezzi di informazione, che tranne pochissime eccezioni di cui la sua trasmissione è il riferimento principe, evitano di parlarne. La gente non ne può più di essere chiamata a sacrifici pesantissimi che rendono la propria vita miserabile e in alcuni casi la propria condizione non più sostenibile, e continuare a vedere non toccati SPRECHI IMMANI E PRIVILEGI VERGOGNOSI. Si possono sostenere sacrifici anche tremendi quando tutti contribuiscono, ma così NO.
    Cordialmente
    Alessandro B.

  66. Roberto Bizzasca

    Come al solito, Giannino ha ragione da vendere.
    Sulla sua conclusione, compresa l’ipocrisia italiana, segnalo un articolo apparso su osservatoriocriticodieconomia.wordpress.com/…/lo-stato-finge-di-non-sapere/ che avvalora le parole del “nostro” Oscar.

  67. Fiorani Gianni

    sono perfettamente daccordo con chi sostiene la necessità di una rivolta fiscale.
    Prontissimo a farla!
    Come nel 1988 ho aderito all’obiezione fiscale alle spese militari,inviando il 5,5% ad un’organizzazione che l’aveva promossa.

    Va studiata bene,altrimenti diventa evasione!
    Ma della sua necessità,in risposta ad uno Stato che “mai non empie la bramosa voglia e dopo il pasto ha più fame che pria”,non dovrebbero esserci dubbi.

  68. Giacomo

    “La verità passa per tre gradini: viene ridicolizzata, viene contrastata, viene accettata come ovvia.” scriveva duecento anni fa Schopenauer. Continui così caro Oscar, arriverà il giorno che ci daranno ragione( ma sarà ahinoi troppo tardi)

  69. Ruben

    Gentil.mo Dott. Giannino,

    La seguo ogni giorno in radio se posso, e scrivo qui per dimostrarle che c’è ancora chi non si è arreso a questo Stato parassita e sanguisuga, e che come lei tenta ancora di far capire alle persone che non è giusto arrendersi di fronte alle ingiustizie.
    Assecondo l’idea proposta da sempre più di uno sciopero fiscale, sia degli imprenditori che dei dipendenti, tramite il NON versamento delle trattenute in busta paga, IVA e a giugno l’IMU. Lo stato si troverebbe immediatamente a corto di 1/4 di tutte le entrate. Vorrei vedere dove prenderebbero i soldi per pagarsi gli stipendi.
    Auguri a Noi, piccoli imprenditori e autonomi, che Dio ci salvi.

  70. sandro

    caro Oscar, vorrei fare 2 considerazioni.
    la prima relativa all’evasione fiscale.
    ci siamo mai domandati come viene “finanziata” la corruzione? si tratta di 90 miliardi all’anno. per corrompere bisogna avere delle “provviste” ad hoc quindi generate in larga parte dall’evasione fiscale. quindi prima di tutto combattere la corruzione (che tra l’altro è moralmente più deprecabile, oltre che più danosa per la comunità), cosicchè buona parte dell’evasione diminuirà.
    seconda considerazione sull’abbattimento dei costi dello stato.
    la recessione in atto sta generando e continuerà a generare disoccupazione nel settore privato. abbiamo 3,5 milioni circa di dipendenti pubblici. se, in deroga alla recente riforma delle pensioni, ne prepensionassimo 1,5 milioni dovremmo ottenere un risparmio annuo di almeno 20 miliardi. oltretutto mentre il disoccupato privato si ritrova senza reddito alcuno, quindi incapace di consumare, il pubblico prepensionato disponendo della pensione può continuare a spendere anche se meno, riducendo gli effetti recessivi. il risparmio ottenuto potrebbe essere utilmente impiegato, per esempio una parte da ridistribuire sui redditi più bassi, altre risorse per riduzione debito, finanziamenti alla ricerca ecc.

  71. Andrea

    Diamoci da fare in fretta!! Costringiamoli a ridarci i soldi! Non è possibile che i non ci sono soldi e i partiti hanno milioni di euro in cassa! Mandiamoli a lavorare! Bisogna costringerli con qualche azione “di forza”. E parlandone ogni minuto alla radio, sui giornali………Possibile che nessun giornalista abbia chiesto a questi signori se si rendono conto che loro si sono attribuiti soldi dei cittadini e che li devono ridare? Invece che fare ore e ore di blablabla senza concludere niente di buono?

  72. Giovanni Russo

    Qualcuno parla di sciopero fiscale pacifico. Mi sembra una strada percorribile….Se, per esempio, tutte le
    Piva e artigiani del lombardo-veneto decidessero uniti , milioni di persone, di non versare un acconto e motivassero bene questo gesto….
    Ricordiamoci che i grandi cambiamenti nella storia sono successi per motivi fiscali. Il piu’ grande al grido di no taxation without representation e fu motivato in maniera stupenda con il testo di Jefferson (che, tra parentesi, una volta Bossi, prima del colpo, lesse anche integralmente su Riva degli Schiavoni).

  73. nikema

    Caro Oscar (permettimi il tu..) non mollare!!!
    Sono milioni le persone che alla fin fine la pensano allo stesso modo, non è possibile continuare da sudditi.. non si rendono conto che alla fine i cambiamenti arrivano (ma la storia non insegna niente?) e se arrivano in modo democratico arrivano con le elezioni, se no con le rivoluzioni, ma accidenti perchè dobbiamo tornare indietro! Avrei sperato nella mia vita di non dovermi trovare in mezzo a tutto questo, che ormai su certi valori di fondo non si tornasse indietro, ma sembra di no.. le generazioni del futuro ci giudicheranno, a cominciare dai ns figli.

  74. marco

    caro Oscar, proprio perchè ti senti fuori corrente è il momento di resistere, altrimenti la corrente travolgerà tutti.
    Non mollare con radio 24, è l’unica boccata di ossigeno della giornata!

  75. IVAN

    Credo che il problema delle tasse sia da prendere dalle parte opposta, cioè diminuire drasticamente il cuneo fiscale, e solo dopo punire molto severamente (confisca dei beni del soggetto e della famiglia di esso, reclusione e chi più ne ha ne metta) chi evade. Questo per un semplice concetto, chiunque ad un tentativo di rapina reagisce, perchè noi non paghiamo le tasse, subiamo una rapina.
    per rilanciare l’economia c’è un solo modo ed uno solo: dare soldi alla gente. Toglierli significa soltanto RECESSIONE

  76. WALTER

    Caro Oscar tieni duro sembra che piano piano venga fuori che avevi ragione tu (tranne che per la stampa BULGARA-ITALIANA ) vai avanti almeno tu a raccontare come funzionano le cose e che i super economisti con le super riforme sono solo i Giganti che partoriscono topolini …. quando finisce questo pseudo Governo di tecnici poco
    tecnicamente capaci pero’ ahime dovremo votare per i politici che ci hanno mandato col sedere a terra …. saprai illuminarci su chi cosa votare ???

  77. Monica

    Gentile Giannino Dr. Oscar,
    mi trovo pienamente d’accordo con il suo pensiero, che ascolto e apprezzo ogni mattina
    nella sua trasmissione radio delle 9.00.
    Riguardo l’argomento IMU e relative esenzioni concesse alle Fondazioni bancarie, mi chiedevo se fosse possibile promuovere, attraverso la sua trasmissione, una raccolta firme/referendum per dare voce alle moltissime persone che vorrebbero eliminare questo privilegio. Nella speranza che il suo pensiero rimanga sempre una voce fuori dal coro, Le auguro un buon e lungo lavoro! Distinti saluti.

  78. alexzanda

    forza Giannino,
    proponga lei alla radio lo sciopero fiscale, chi aderisce non versa l’F24 per qualche tempo, fino a che la spesa pubblica non cala…….
    se saremo tanti lo stato vacillerà in pochi mesi senza più ossigeno e dovrà cedere, come con tutti gli altri ha sempre ceduto.
    poi dopo lei si candida con un programma tutto dismissioni, tagli alla spesa e alle tasse…………
    che bello sarebbe!

  79. Gianluca

    Caro Giannino tutto condivisibile.

    Il problema è che se vogliamo giocare allo sfascio è molto semplice.

    L’Italia con tutte le contraddizioni evidenziate nell’ottimo articolo, l’Italia di tutte le lamentele dei tantissimi post che ho letto su questo thread è figlia di 130 giorni di governo Monti o di 30 anni di nulla?

    La valanga di dati negativi di questi ultimi giorni, relativi all’ultimo trimestre, relativi agli anni precedenti ecc. ecc. sono figli del governo Monti (cosa impossibile in alcuni casi vedi dati di ieri riferiti al biennio 2008 – 2009) o di 30 anni di nulla politico, politica molto attenta ad andare o a conservare il potere e poco attenta a fare quello che istituzionalmente dovrebbe fare?

    Riferendosi ai costi impossibile per le imprese medie piccole ed alla tassazione folle Giannino ha fatto un analisi perfetta, spiegando le colpe di sx e dx di quest’ultimo ventennio, giustamente arrabbiandosi di più con la dx che aveva fatto di questo tema il suo cavallo di battaglia. Che c’entra questo governo con i 30 anni di nulla?

    Veramene crediamo che i giorni bui che stiamo vivendo siano figli dell’ultimo provvedimento salva italia? O forse è figlio dei molti salva italia fatti dal 1970 ad oggi? I salva Italia andrebero anche bene se negli ultimi 40 anni fossero stati fatti insieme a norme più liberiste e meno restrittive, in un paese meritocratico e non clientelare, a quel punto o si aveva una tassazione equivalente a quella odierna che però portava ad un welfare stile paesi nordici, oppure si sarebebro abbattute le tasse.

    La politica si sarebbe limitata a rappresentare diversi modi di intendere la società, con la sx più vicina ad un modello con un welfare più importante ed una dx con meno stato.

    Il problema Italiano è che siamo un paese ridicolo senza legalità, con lo stato che è il primo a non rispettare le leggi che esso stesso scrive, ed è complicato poi chiedere ai cittadini di seguire le regole e ricordiamoci sempre che se ci hanno governato dei malfattori è colpa ns. Siamo un paese con il tumore criminalità organizzata e colletti bianchi oramai ramificato in tutto il paese e con il sud Italia controllato territorialmente in molti parti.

    I politici pensano solo stare al potere e fiutano l’aria e se fanno quel che fanno è perchè gli Italiani vogliono questo. Noi siamo il paese che se siamo certi che domani pincopallo va al potere e ci fa lavorare tutta la famiglia, votiamo pinco pallo.

    Se vogliamo cambiare culturalmente quando il politico “x” ci prospetta posti di lavoro su raccomandazione o finanziamenti a seconda se siamo propensi a diventare impiegati o imprenditori, il politico “x” va denunciato con pena che prevede l’eventuale impossibilità di ricoprire incarichi pubblici di governance di qualsiasi genere per tutta la vita.

    E’ un esempio ma questo per dire che se ognuno piange ed è figlio di una società marcia fino al midollo i problemi non si risolveranno mai. Il primo problema Italiano sia chiama giustizia, gli unici che lottano fino allo sfinimento su questo tema sono i radicali.

    Caro Giannino, cari blogger se non si comincia a cambiare sul serio per primi noi, è inutile prendersela con Monti, anzi Monti oggi è un opportunità visto che aspettarsi qualcosa di buono dai partiti attuali è follia.

    La maggioranza delle posizioni e dei consigli liberisti e di protesta contro l’Italia attuale che leggo sono corretti, ma non dimentichiamoci mai di guardare per primi a casa nostra e provare ad essere più costruttivi cercando di comprendere il quadro attuale in cui è incastonata l’Italia.

    Gianluca

  80. alexzanda

    vedrete che botta quest’anno, le imprese alla canna del gas non dichiareranno gli utili degli anni scorsi, la raccolta tributaria calerà, gli studi di settore fanno un baffo a chi fa fatica a tirare avanti, hai voglia a dirgli che deve pagare di più, anche dalla benzina non si incasserà il previsto ma le spese mica caleranno e allora si che si ballerà il sirtaki greco……..
    io credo sia meglio che questo succeda al più presto, meglio un taglio secco che una lenta agonia, l’italia si deve rifare daccapo e non ci si può riuscire senza rivoluzioni e forse queste scoppieranno più facilmente se il paese affonda del tutto.
    per questo non sono d’accordo con la soluzione proposta da Marco Tizzi, al di là delle ingiustissime conseguenze del processo inflazionistico che deriverebbe dallo stampare nuova moneta (cosa che comunque non risolverebbe il problema ma semmai ne ritarderebbe la gravità, vedi centinaia di studi in materia), soprattutto si tirerebbe avanti così, senza vere riforme epocali.
    io temo che quella soluzione (stampare moneta) sarà quella gattopardescamente preferita dai politici appena un attimo prima della rivoluzione………

  81. Andrea

    Egregio Dott. Giannino, non getti la spugna! Se si arrende anche Lei, l’Italia che produce non avrà più alcuna visibilità: siamo centinaia di migliaia che, silenziosamente, la supportano!
    Ha letto delle ultime news? Altre tasse per chi produce ricchezza:
    – ridotta dal 40% al 27,5% la deducibilità per le auto aziendali;
    – stangata sugli affitti;
    – tassa ulteriore sugli imbarchi!
    Non ce la facciamo più…
    Bisogna urlare al mondo che questo Governo ci sta riducendo a pezzi.
    Fa di tutto tranne quello che andrebbe fatto:
    – abbattimento della spese pubblica con una seria spending review;
    – cessione del patrimonio statale.
    Siamo alla frutta.
    In bocca al lupo per il Suo lavoro

  82. Marco Tizzi

    @alexzanda
    Alex, io dico: facciamo un bagno di sano realismo.
    Al di là dei nostri sogni, che probabilmente sono diversi nel caso mio e suo, cosa può succedere davvero nei prossimi mesi e anni?

    I privilegi non verranno MAI toccati. La spesa pubblica non verrà MAI tagliata. Che si fa?

    Stampare un qualche tipo di moneta (vd. proposta “abbuoni tasse”, comune anche a Davide Gionco) mi sembra il minore dei problemi.
    Inflazione non importata, in un momento di sovrapproduzione, mi pare davvero improbabile. Gli USA insegnano.

    Se ha altre ipotesi credibili son tutt’occhi.
    “Lasciamo che tutto vada a farsi friggere così faremo la rivoluzione” non mi pare molto realistico.
    Anche se oggi in Grecia, per un pensionato che si è suicidato, son partite le molotov, nel silenzio colpevole dei giornali… che si abbia paura delle imitazioni?

  83. alexzanda

    @Marco Tizzi
    concordo che quella che proponi Tu (ormai Ti do del Tu, mi sembra quasi di conoscerti) è la soluzione meno traumatica, e concordo anche sul fatto che siccome tutti fanno così e le monete oggi non rappresentano nulla di concreto questo non scombussolerà più di tanto i cambi ed il poter d’acquisto nel breve periodo, ma anche se funzionasse, nel medio periodo, appena finita la sovraproduzione, tornerebbe l’inflazione e soprattutto tutto il resto rimarrebbe uguale a prima, cultura, principi, giustizia, welfare, libertà……
    io preferisco sognare, preferisco sperare nella rivoluzione, sono già quasi emigrato, vedo tutti i giorni il valore della professionalità italiana che è altissimo in rapporto ai lavoratori degli altri paesi, anche sviluppati, ma questo mi fa ancora più rabbia perchè un paese con questa dotazione di preparazione e capacità nei suoi uomini non può farsi annichilire così da un sistema statalista che non premia il merito mai, e che piano piano, oltre alla ricchezza, si è mangiato anche la cultura e la testa delle persone

  84. Marco Tizzi

    @alexzanda
    Concordo in tutto.

    Mettila così: io continuerò a sognare per cavoli miei, ma illusioni non me ne faccio.
    E continuerò anche a urlare, sia chiaro.
    Spero che ad urlare siano ancora in tanti, spero anche Giannino, che mi pare voglia mollare.
    E lo dico pur non essendo sempre d’accordo con lui. Ma le voci fuori dal coro sono fondamentali, qui si rischia l’appiattimento etico verso il basso, non si può accettare.

    L’emigrazione è una possibilità concreta, anche solo lavorativa: alla fine spostare l’ufficio da Milano a Lugano non è un gran problema. Se butta proprio male ho anche mete più lontane a disposizione.

    Mi spiace solo, e tanto, vedere tante persone che avranno la vita rovinata e non sapranno come reagire.
    Perché non è vero che questo paese “se lo merita”: questo Paese non ha mai avuto scelta e in questo Paese, in troppi se lo dimenticano, è facilissimo prendersi una pallottola in fronte. O saltare in aria.

  85. Pietro Morassi

    Caro Giannino,
    molti auspicano una rivolta fiscale delle P.Iva e delle PMI da realizzarsi attraverso il mancato versamento di quanto dovuto con gli F24. La proposta è tanto stimolante quanto foriera di gravi rischi e ritorsioni da parte del Fisco nei confronti di quanti decidessero di aderirvi.
    Si potrebbe però provare a dare una “LEZIONE” al Fisco e a questo Stato-vampiro, senza correre eccessivi rischi e lasciando comunque aperta una strada per rimediare in tempo e senza grossi costi. Mi riferisco al fatto che si potrebbero sensibilizzare le P.Iva e le PMI a non versare alle scadenze dovute i soli ACCONTI delle imposte (Irpef, Ires e Irap). Ciò produrrebbe una immediata ripercussione sulle casse dell’erario (nei periodi di giugno-luglio e novembre) e nel contempo lascerebbe aperta la possibilità agli interessati di versare il dovuto alle scadenze ordinarie pagando le modeste penali previste per il ravvedimento operoso (es.: i prossimi acconti sono calcolati in una misura che varia dall’82 al 99% delle imposte che risulteranno da UNICO2012. Il loro mancato versamento, che verrebbe così rinviato a giugno del 2013, penso rappresenti complessivamente una cifra importante. Il tardivo versamento effettuato entro il predetto termine, comporta una sanzione del 3,75% oltre agli interessi legali per al massimo un anno). Qui non si tratta di invitare i contribuenti a non versare le imposte, ma semplicemente a versarle alle scadenze ordinarie evitando di anticiparle in periodi che, come questi, sono di assoluta incertezza circa la possibilità di conseguire nell’anno in corso un reddito d’impresa o di lavoro autonoma pari a quello dello scorso anno. Da qualche parte bisogna pur cominciare!
    Saluti e continui la sua battaglia di civiltà.
    PM

  86. Ab

    Ciao Oscar,
    Apro il. Sole 24 ore e resto basito nel vedere il nuovo aumento delle imposte del buon monti! Tra l’altro riesce a beccare 2 dei settori più in crisi, immobili e auto…… Ma un tagliettino qua o la’ e’ proprio impossibile
    Non vedo l’ora di sentire la tua invettiva domattina….

  87. michele ghio

    Caro Oscar Giannino, perchè non diciamo in chiaro modo che: siamo governati da banditi, i quali hanno creato un sistema di assoluta dittatura.

    Che, ci stanno mandando in rovina con manovre patetiche atte esclusivamente a ladrare la piccola media impresa e opprimere oltre modo le fasce di reddito basso.

    Che, incuranti di tutto e di tutti, continuano a dilapidare, rubare, sprecare.

    Che, abbiamo napolitano al quirinale, il quale costa agli Italiani 220 milioni di euro l’anno e pur sapendolo, fa il moralizzatore, il buon padre di famiglia e come una prima donna ama apparire in tv dicendo CHE TUTTI GLI ITALIANI DEBBONO FAR SACRIFICIO. La Casa Bianca, costa agli Americani 50 milioni anno…..

    Che, spendiamo limitandoci, NOVANTA più DIECI già versati d’acconto, miliardi di nuovi caccia…ma per cosa farne? potevamo disdire l’ordine rimettendoci l’acconto, ma ….

    Che, indignato il nostro governo tecnico dopo un attento studio, ha fissato un tetto massimo di compenso per i top managers pubblici di 300.000 euro!!! quando il presidente degli Stati Uniti percepisce 280.000….

    Che…….. so che potrei andare avanti ad oltranza con esempi terrificanti.

    Che tristezza……. potremmo se bene amministrati mangiare la pasta in testa hai tedeschi in poco tempo…. eppure fra non molto andremo alle urne e, precipiteremmo sempre più nel baratro.

  88. Tameni Piergiorgio

    la verità è che ne Lega ne PdL hanno fatto una politica di destra o meglio liberista, quello che sta succedendo (tra indagini varie), mi piace illudermi che possa essere l’inizio di una politica più seria e coerente, che ognuno abbia il coraggio di dire chiaramente cosa vuole fare e lo mantenga anche, si può perseguire il bene comune con ideali diversi! in Italia si inseguono i voti, poi si fanno i propri esclusivi interessi.

  89. Robespierre

    NESSUN TIRANNO SE N’E’ ANDATO CON LE BUONE
    Senza rivoluzione esiste una sola possibilità, AFFAMARE LA BESTIA.

  90. Caro Oscar,
    aiutaci tu, proponi una data in cui nessuno versi l’F24 (lo faremo magari il mese successivo con il ravvedimento operoso), chiama qualche commercialista che studi un metodo per mettere in crisi questo stato senza che le singole imprese rischino troppo, magari una piccola multa.
    Facciamo sentire la protesta, perchè se all’inizio saremo solo qualche migliaio a farla, almeno se ne parlerà e se non ci ascoltano la volta dopo saremo sempre di più.
    Non possiamo più lamentarci e basta dobbiamo fare azioni concrete. Oppure inventaci un interpello all’agenzia delle entrate che ci consenta di non versare per qualche tempo le imposte. Aiutaci a unirci nel difenderci da questo STATO ASSASSINO!!! Mi ribolle il sangue a sentirmi chiamare parassita quando lavoro fino alle 2 di notte per almeno 70 ore a settimana e porto all’asilo mio figlio alle 8 del mattino, non faccio ferie, feste ecc. tutto perchè sono un “maledetto” imprenditore!!!!

  91. Giuseppe Cantù

    Caro Oscar, desidero darle tutto il mio sostegno per l’opera meritoria di informazione libera e vera che lei svolge tutti i giorni. Per favore non ceda, dobbiamo trovare un modo per fermare questi avidi affamatori.

  92. Stefano

    serve una reazione forte e civile, tutto il contrario dell’astensionismo e del ritirarsi nel proprio particolare, una grande stagione di riappropriazione in Italia del potere democratico, basta delegare ad altri, politici corrotti o tecnici puramente teorici e poco in grado di implementare la “loro” scienza nella vita concreta (chissà che non sia anche per il fatto che hanno tutti redditi sopra i 150.000€/anno mentre i cittadini sono al 95% ben al di sotto ?!?)
    Prof. Giannino, si faccia promotore di una forza politica nuova – è di Politica con la P maiuscola che abbiamo bisogno – che unisca e proponga una vera riforma liberale in Italia:
    1) riduzione della spesa dello Stato partendo dalla politica e dalla casta (che non vuol dire solo politici, ma anche, se non soprattutto, la burocrazia dispotica che ha spesso inutilmente generato)
    2) lotta alla evasione fiscale senza sparare nel mucchio, ma giusta e cmq forte
    3) riduzione notevole del livello di tassazione, spostando la tassazione ai soli redditi (ma TUTTI vedi punto 2) con una ben maggiore aliquota oltre i 150-200.000 €, ed un incremento della tassazione dei consumi (IVA)
    …..
    Oltre a questo pensiamo cmq che la politica e l’economia sono per l’uomo e non viceversa.

  93. Alberto

    Per quanto concerne il documento riservato circolato a Bruxelles il 3 aprile, sui rischi di nuova manovra per la correzione dei conti, invito a guardare i seguenti dati sul documento bankitalia a cura di I.Visco:

    Ci sono previsioni di entrate basate su una crescita del PIL dell’ 0,8% per il 2012 (tavola 4 pag 24) e su un rapporto debito
    PIL al 119,5 nel 2012 (vedi pag 29 TAV. 9).
    Come già sappiamo, sono ipotesi fasulle (deficit al -3% e debito al 126% sul
    PIL) ;
    La previsione delle entrate, comprende recuperi di evasione (pag.26 TAV. 6) e tutte le clausole di
    salvaguardia.
    Credo che ognuno di noi, molti dilettanti di economia, siano in grado di farsi autonomamente le proprie idee sulla necessità o meno di nuova manovra.

  94. Ecate

    @Robespierre
    Scandali su scandali, ruberie su ruberie, angherie su angherie; il popolo osserva disorientato e passivo attendendo le prossime mosse del nuovo capo che ha sempre la vaselina pronta. Siamo fiduciosi come lo furono i tedeschi con il Fuhrer che li ha trascinati alla rovina e neppure la soddisfazione di fargli vedere i risultati della sua intelligente e lungimirante strategia : si è suicidato prima.

  95. Rossana

    Oltre a condividere la lucida analisi del sig. Giannino, mi dichiaro d’accordo con il commento lasciato dal sig. Stefano e mi associo al Suo auspicio di una forza Politica nuova.

  96. Rosella

    Anche noi aquilani partecipiamo al salvataggio del bilancio Italiano, per restare in questa inutile Europa, avendoci decurtato dalla nostra autonoma sistemazione miseri
    € 100.00 che per noi, senza più le nostre case,fanno la differenza.
    Il bilancio sicuramente sarà salvo…ma chi salverà gli Italiani?
    E semplice far tornare i conti togliendoci quel poco che ci è rimasto;facciamo la lotta alla piccola evasione senza pensare che se non ci sono le entrate non ci sono le tasse
    e quindi sicuramente non ci può essere l’evasione! Quindi che cos’è tutta questa confusione che ci corrode l’esistenza ,per me un metodo banale per farci sbranare fra di noi visto che l’unica cosa che ci è rimasta è la parola ,possiamo dire quello che vogliamo ma…fra il dire e il fare c’è di mezzo il “solito” mare! Grazie per darci la voce in questa sorte di rassegnazione.

  97. Roberto

    Caro Giannino,

    Le cose da fare credo siamo molto chiare a tutti, ma nessuno le mette in atto. I professori stanno dimostrando che , se manca la volontà , le lauree servono a poco. Meglio seguire Le indicazioni di una buona massaia o della “scùra Maria” per mettere a posto i conti, il vero ed unico problema di adesso, sia per l’italia che per il resto del mondo.
    Si parla e si commenta troppo, e si agisce poco. Sinceramente non vedo all’orizzonte una soluzione, i professori parlano poco perchè non sono politici o perchè nemmeno loro sanno veramente dove stanno andando ? L’econonista che aveva previsto la crisi , ( credo si chiami Robin o Rubin) qualche giorno fà in un servizio da Barisoni, ha esposto un’analisi nuda e cruda sull’euro che non lascia molti spazi a commenti e sono le stesse cose che voi dite da mesi !
    Ma i professori vanno esattamente nella direzione opposta …con i risultati che sappiamo.
    Sono cambiati i personaggi sul front-line, modi diversi ,molto, ma stessi comportamenti e stesso conservatorismo.
    Possibile che il Petrolini con la sua canzoncina sapeva già come risolvere la “crisi” ?
    Mi creda , non è cosi complesso !
    Ci vorrà un’altra era glaciale ??

    Cordiali Saluti
    RG

  98. Domenico

    Monti e’finito nel ridicolo!Da no coniano a cortigiano di una sindacalista analfabeta!

  99. romrub

    Per mio conto la cosa più assurda e più penalizzante per il nostro Paese è l’impegno che “ci” siamo presi di raggiungere il pareggio PIL-debito pubblico nel 2013! Ma come gli Stati che non hanno problemi lo possono raggiungere entro il 2017 (se ricordo bene) e noi che siamo con l’acqua alla gola, in quel tempo ristretto!!!!!!!!!!!

  100. Cristiano

    Ciao Oscar, ultimamente usi toni molto simili quelli di mio padre (poco economista, ma molto comunista) e questo mi fa pensare che è necessario un back to basic civico da parte di un’intera classe politica dirigente. Personalmente condivido la maggior parte dei tuoi interventi sul to-do economico ma sono completamente immerso nella convinzione che questi professionisti della politica (l’onorevole ed il professore) siano la stessa cosa: tutela (a tutti i costi) del privilegio, aumento della forbice del tenore di vita e completa mancanza di vision sul futuro del Paese. E’ necessario un repulisti. Ma prima è ancor più necessario ideare un “sistema impresa” in cui il politico, così come il manager, se sbaglia PAGA e torna a CASA. Manca completamente il concetto di responsabilità. Ecco: il concetto dell’inversione del Funzionalismo Civico, ossia fare tutto ciò che serve per ripristinare il giusto equilibrio fra quanto paga un’azienda per il proprio lavoratore e quanto ne finisce in tasca a lui, l’ammontare della spesa pubblica (vero cancro della nostra economia) e gli investimenti in infrastrutture. Insomma, Oscar, this is the End, ma spero solo per loro. Perdonami se ti do del tu, ma ti ascolto tutte le mattine ed ormai sei un amico con cui prendo il caffè prima di iniziare la giornata.

  101. adriano

    Ricordo che, pro capite il ns debito è pressapoco lo stesso degli S.U. noi italiani abbiamo pero’ anche il debito pensionistico che negli S.U. è privato

  102. marco

    Non concordo su parte dell’analisi NON SI TRATTA DI SFIGA COSMICA
    coi governi cultutralmente inadeguati destra 8 anni e sinistra 3 anni congiurano le forze sociali che beneficiano di quest’andazzo:
    pubblica amministrazione e politica (sovrastrutture elefantiache dalle micromunicipalizzate alle vuote commissioni agli assessori a……)
    libere professioni
    imprenditori medio grandi
    sindacati
    media (giornali e TV)
    Tutti coloro che non hanno nè arte nè parte temono come il fuoco un cambiamento meritocratico a cominciare dalle università inadeguate esse pure a formare classi dirigenti sufficientemente competitive AMEN
    Sin quando chi è disposto a competere resta infima minoranza solo le compagnie aeree low cost sono l’EXIT strategy che resta ai pochi che così, fortuna dei collusi, diventano sempre meno

  103. Heini Galimberti

    per sopravvivere non ci resta che andarcene.
    questo stato non ci vuole!!!
    la connivenza fra sistema politico ed una parte delle imprese che hanno come cliente lo stato in tutte le sue forme è un cancro che insieme alla pochezza della classe politica ha ormai consumato tutte le risorse disponibili non solo di oggi ma anche di domani.
    la nostra pressione fiscale è la più alta in europa , quindi quand’anche evadiamo lo stato comunque incassa più degli altri stati , ma allora , non avendo costruito le infrastrutture perchè abbiamo il debito che abbiamo??? semplice perchè se lo sono mangiato e sperperato in connivenze e lussi inimmaginabili e con la colossale incapacità che hanno di amministrare la cosa pubblica.
    quindi o ce ne andiamo , o scendiamo in piazza ma non con i forconi , con i fucili ed apriamo la caccia al politico che nella migliore delle ipotesi è reo di incapacità e malafede.
    è tutta gente senza arte ne parte , che ha costruito un sistema ormai così permeato ad ogni ganglio della società che solo una rivoluzione potrà cancellare questo profondissimo cancro che ci ha già ormai ucciso.
    troppi sono i settori che ormai sono fuori dal controllo della economia competitiva: la sanità , l’energia, le partecipazioni statali, le concessioni statali, e così via.
    qui il mercato ha abdicato e vince il cancro del malaffare affaristico politico dove tutto costa cifre incomprensibili, apparentemente basse ma grazie a contratti e meccanismi strani alla fine 3 o 4 volte tanto il corretto prezzo del libero mercato, perchè deve finanziare un mondo grigio che è il vero profondo cancro che ci ha uccisi.
    i politici un volta nominavano i boiardi delle aziende partecipate dallo stato ed il sistema della cooperative sia bianche che rosse, oggi invece sono i boiardi che dominano la scena e da veri pupari con i denari degli appalti finanziano il sistema e quindi sono loro che condizionano il sistema politico.
    quindi o la rivoluzione, o l’emigrazione.
    se credi nella vera libertà.

  104. leo

    per poter tagliare le tasse nei prossimi anni c’è una sola possibilità: crescere nel Pil e nella disponibilità di reddito privato. e questo avviene solo se aumentano il lavoro e i salari reali, sperando che il “giochino dello spread” non demolisca del tutto l’euro e ci permetta un potere d’acquisto realistico.
    detto questo, mi pare evidente che la ripresa può venire solo da nuovi investimenti, nuovi progetti industriali, nuovi prodotti e servizi e dall’innovazione di processo. tutto questo non lo può fare lo Stato, il quale dovrebbe invece preoccuparsi di ridurre gli sprechi pubblici, da un lato, e le sovvenzioni fiscali dall’altro. un’economia di mercato non può dipendere visceralmente dalla spesa pubblica dello Stato! altrimenti di che competizione e produttività stiamo parlando?
    quindi, con milioni di euro congelati nelle casse e nei titoli a buon rendimento detenuti dalle banche e con una struttura industriale nazionale di tipo medievale, nella quale le grandi imprese fanno da volano al resto dell’economia, mi pare sia chiaro chi deve fare!
    bisogna crederci…

  105. luca

    Oscar, e’tempo di fondare il PILT, Partito Italiano Liberal Thatcheriano. Motto: lo Stato ladro e spendaccione non si riforma, si abbatte!!

  106. Ecate

    @leo
    Come sempre discutiamo e prendiamo atto dell’ovvio, solo che da noi sono 60 anni che si discute sempre delle stesse cose e no cambia mai nulla. Crescere nel PIL, aumento di lavoro e nei salari reali ? Siamo più realistici e smettiamola di raccontarci che esiste Babbo natale o la befana.

    E’ questo che ci raccontano. Intanto le aziende, quelle piccole di cui è fatto la stragrande maggioranza dell’economia italiana, stanno licenziando, non ricevono finanziamenti dalle banche e quindi non investono, per questo, a loro volta, riducono le vendite di altre aziende che licenziano ecc… I costi della materia prima aumentano (benzina, diesel, corrente elettrica) che alimenta il costo di qualsiasi altra merce aumentando l’inflazione. Gli italiani sono disperati e chiunque può fugge all’estero, il fisco in un contenzioso ti dice : non so se hai torto o ragione, ma intanto paghi in anticipo e poi vedremo in commissione; se non li hai problemi tuoi e mi dispiace se ti attacchi fuoco la io applico la legge perché applicare la legge significa che io ho facoltà di interpretarla come fa comodo a me a se ciò è a tuo danno problemi tuoi.

    Mi spieghi come è possibile aumentare il PIL
    Aumentare il lavoro
    Aumentare il salario nominale e superare l’inflazione.

    P.S. Buona pasqua

  107. Non capisco certa ironia.
    Dove sono i giornalisti che fanno inchieste specifiche e continue e martellanti sugli sprechi dello stato (ad esempio sul finanziamento ai partiti che si pigliano cinque volte quello che spendono)?
    Dove sono i politici che denunciano ogni giorno queste cose assurde?
    Dove sono gli esperti di diritto che spiegano agli elettori come fare per andare a votare in modo che il proprio voto vada veramente nullo senza contribuire al quorum o comunque come diavolo fare per far contare il proprio voto ZERO?
    Invece vedo tanti di cui sopra lamentarsi e cavalcare a loro volta il malcontento ma cose concrete, ZERO.
    Il momento è difficile ed è facile scaricare la propria rabbia sugli altri, vale anche per me, lo sò.
    Ma nemmeno la lega, s’è dimostrata diversa dagli altri partiti.
    Dei finanziamenti, non ne ha mai parlato.
    Nemmeno i partiti di sinistra.
    Nemmeno quelli di destra.
    Del terzo polo nemmeno ne voglio parlare (il rutellone, stà in parlamento a dire la sua con meno dell’uno per cento dei voti dei votanti, non degli italiani, quindi credo rappresenti 300/400 mila persone. Quindi, da questi fenomeni che ti puoi aspettare….
    Purtroppo, chi si lamenta, fa demagogia…….
    Strana parola che permette a chi mangia sugli altri di continuare a farlo indisturbato.
    Siamo tutti esperti su cosa bisogna fare, su cosa è meglio o su cosa rilanci l’economia….
    ma di come liberarsi di questa classe politica che pensa solo a sè, dei giornalisti che parlano solo delle cose che fanno vendere pubblicità, degli avvocati che pensano a come mettere in parlamento quanti più possibili loro tutori e così via, non ne parla mai nessuno.
    Credo che i casi siano tre:
    1- non c’è modo
    2-non interessa a nessuno
    3- non conviene

  108. andrea

    Il Governo dei ladri ha aumentato da maggio i contributi INPS delle Partite IVa di ben il 10% … e con i quali si manterranno sprechi e privilegi amorali e criminogeni … chi non si reputa una persona schiava e vile sarà opportuno che impari a non versare più queste ridicole rette alla casta …

  109. Claudio Di Croce

    @luca
    D’accordo, ma quanti voti pensiamo di ottenere ? Forse il 5%; non credo di più . Io ricordo che negli anni 50/60/70/80 il Partito Liberale di allora non ha mai ottenuto più del 5/8% e si è accodato al centro sinistra . Gli italiani sono profondamente statalisti , sono stati fascisti , hanno avuto il PCI che ha raggiunto il voto di un terzo degli italiani e i socialisti quasi il 15% Inoltre una parte consistente della DC era ed è statalista. Ripeto che purtroppo le cose cambieranno veramente solo quando ci sarà il fallimento , come dopo una guerra persa.

  110. Davide Gionco

    L’aritmetica del debito pubblico
    La Ruritania aveva un problema di debito pubblico. L’anno si era chiuso male. A fronte di un Pil di 5 miliardi di scellini ruritani, il debito pubblico era stato pari a 6 miliardi. Il rapporto debito/Pil quindi era stato di 6/5=1.2, cioè il debito era arrivato al 120% del Pil. Se vi siete già persi siete piddini, non preoccupatevi, ci pensa lui.

    I ruritani, popolo di antica cultura, veneravano l’unità. Che avete capito? Non l’unità politica: non erano certo così baggiani da volersi unire al loro ingombrante vicino, la Cracozia. No, solo un continente a guida belga (with all due respect) può credere che “uniti si vince”! E i ruritani, nella loro storia secolare, avevano già assistito all’implosione dell’Unione Europea. Solo che forse non l’avevano capita bene, perché anche se avevano una visione piuttosto lucida di cosa significhi “unità” in politica (qualcosa di simile a quello che succede quando un luccio incontra un persico), loro continuavano a venerare l’unità matematica, il numero uno: 1. Forse un antico retaggio pitagorico, la monade, l’origine di tutte le cose… Comunque, a loro questo fatto che il rapporto debito/Pil fosse 1.2 invece di 1 li disturbava proprio tanto. E quindi decisero virilmente di porvi rimedio.

    Immaginatevi il consiglio dei ministri ruritano. “Dovremmo prendere esempio dalla Cracozia! Guardate: lo scorso anno il loro rapporto debito/Pil era all’80%, ma riducendo la spesa sono riusciti a portarlo al 75%, in un solo anno. Austerità ci vuole! In fondo il nostro bilancio è in pareggio: basta un piccolo sforzo. Riduciamo gli sprechi e portiamolo in surplus! In questo modo il debito diminuirà e il suo rapporto al Pil arriverà a 5/5, che poi è uno degli infiniti modi nei quali si può esprimere la venerata monade: 5/5=1. E comunque, siccome l’austerità deve essere temperata dalla carità cristiana, e prima caritas incipit ab ego, propongo che si tagli un miliardo di scellini di spesa, senza aumentare le imposte. Che poi è esattamente quello che hanno fatto in Cracozia.”

    Plauso degli astanti.

    Si va, si taglia. Il popolo borbotta, ma la risposta è bell’e pronta: lo vuole la monade. E se lo vuole la monade, devi essere un mona per opporti.

    Un anno dopo.

    Arriva trafelato il governatore della Banca Centrale Ruritana (la BCR), con le ultime statistiche sul rapporto debito/Pil. Il consiglio dei ministri, fiducioso, attende di sapere qual è stato l’esito della manovra, ma non è difficile leggere sul volto del governatore della BCR un certo imbarazzo.

    “Allora, governatore, esponga, sciorini i dati: abbiamo la monade? Siamo al 100%?”

    “Be’, veramente le cose sono andate in un modo un po’ diverso”

    “Sì, immagino, l’errore statistico, i ritardi nell’implementazione delle politiche, qualche incomprensibile resistenza alla santa austerità, ma insomma, noi si è tagliato, e il rapporto, se non proprio fino al 100%, sarà sceso almeno al 105%, al 106%? Non saremo da meno della Cracozia, voglio sperare!”

    “Be’, veramente le cose sono andate in modo un po’ opposto (n.d.r.: notate la delicatezza): gli ultimi dati parlano del 125%”

    “Coooooooooooooosa!? Il rapporto è aumentato di 5 punti, da 120 a 125? Ma noi abbiamo tagliato!”

    “Sì, però, sapete, c’è un piccolo problema tecnico. Vedete, il fatto è che la spesa pubblica entra nella definizione del Pil. Noi siamo un’economia di mercato, e quindi il valore totale della produzione coincide con quello della spesa effettuata per acquistare i beni prodotti, che poi a sua volta coincide con la somma dei redditi percepiti da chi li ha prodotti. Sapete, la famosa identità: Y = C + G + I + NX. Il Pil, somma dei redditi (cioè valore della produzione effettuata) coincide con la somma delle spese per consumi privati, C, consumi pubblici, G, formazione di capitale fisso, I, e esportazioni nette. Del resto, pensateci: non è difficile: se nessuno spendesse, se nessuno acquistasse nulla, nessuno guadagnerebbe, e non avrebbe nemmeno senso produrre (visto che nessuno comprerebbe e che quindi non si sarebbe ricompensati per il proprio sforzo). Sì, lo so, è troppo semplice per essere capito. Ma rassegnatevi: la realtà è semplice! Dovrete fare uno sforzo. Ed è per questo che il totale del prodotto/reddito coincide col totale delle spese di famiglie (C), Stato (G), imprese (I) e estero (NX). Ora, voi avete ridotto G di una unità, tagliando tanti sprechi e qualche stipendio, e avete fatto senz’altro bene: in questo modo il bilancio pubblico, che era in pareggio, è andato in surplus di una unità, lo Stato cioè ha risparmiato, e con i suoi risparmi ha ridotto il debito da 6 a 5. Solo che purtroppo… per colpa dei tagli anche il Pil è sceso, da 5 a 4. Si chiama recessione, sapete. E il risultato è che mentre lo scorso anno il nostro rapporto debito/Pil era di 6/5=120%, oggi è di 5/4=125%”.

    “Ma come? Anche la Cracozia era in pareggio di bilancio, si è portata in surplus per un miliardo, e il suo rapporto debito/Pil è sceso! Forse che in Cracozia la spesa pubblica non entra nel Pil? Hanno truccato i conti? Si saranno mica rivolti alla GS anche loro? (n.d.r.: non quella dei supermercati)”.

    “No, no, la contabilità nazionale è uguale per tutti, e se vogliamo anche l’aritmetica. Sì, so che voi la chiamate matematica, ma sapete, qui stiamo parlando di aritmetica, di cose che avete tutti, compresi voi, lettori, studiato alle elementari, di cose che usate nella vita di tutti i giorni con grande scioltezza, ma che poi, quando si tratta di ragionare sui numeri dell’economia, accantonate, abolite, come se partiste dal presupposto di non poter capire. Eppure è semplice. La Cracozia aveva 4 miliardi di debito e 5 miliardi di Pil: 4/5=0.8=80%. Ha fatto anche lei il suo bel taglio degli sprechi: il debito è sceso a 3, il Pil è sceso a 4, e oggi la Cracozia à un rapporto debito/Pil a 3/4=0.75=75%. A cosa gli serva non si sa, ma comunque l’operazione in quel caso ha funzionato, perché aritmetica voleva che funzionasse. Non so se è chiaro. Comunque, è chiaro che dobbiamo prendere una decisione. Cosa intendete proporre per la prossima finanziaria”.

    “La situazione non ci lascia altra scelta: dobbiamo insistere sulla via dell’austerità. La monade lo vuole”.

    Appunto.

    Bene. Questa è la versione semplice. Quella complicata è ancora più divertente: ma prima vediamo se digerite la differenza fra 6/5 e 5/6…

  111. Stefano

    Dati di fatto:
    ITALIA
    1) debito pubblico intorno al 120% (==> ca. 32.000 € a testa, neonati compresi)
    2) spesa pubblica ca. 800.000.000.000 € (circa 14.500 €/anno a testa, sempre neonati compresi)
    Si noti che di questa cifra ca. 80.000.000.000 – 1.400 €/anno a testa, …. – sono interessi sul debito pubblico e crescono con il debito e con lo spread.
    3) entrate pubbliche ca. 750.000.000.000 €/anno (circa 13.000 € a testa)
    Di queste ca. 250.000.000.000 sono per tassazione sui redditi, ca. 200.000.000.000 sono per tassazioni sui consumi, il resto sono contributi per prestazioni sociali

    Con questo abbiamo a che fare.

    Prima di aumentare le entrate, contribuendo alla recessione, sarebbe opportuno ridurre le spese, lottare contro l’evasione senza aumentare il gettito complessivo, in ogni caso cambiare la curva di contribuzione fiscale aumentando notevolmente l’aliquota per la parte dei redditi che superano certi valori annui (?? 70% per la parte dei redditi eccedenti i 200-250.000 €/anno) ….

    EUROPA
    Interrompere questa spirale depressiva che impone drastiche politiche di lotta al deficit ed al debito pubblico un questo periodo di crisi.
    USA e Giappone stanno risolvendo la crisi con una politica completamente diversa !!!!

    Partecipazione
    1) amo l’Italia, non accetto di dover fuggire per stare bene
    2) non tollero e non tollererò più questa politica e questi politici
    3) ringrazio Monti per il coraggio e la responsabilità che si è preso, ma penso/temo che stia sbagliando molte cose
    4) penso che noi cittadini dobbiamo rifuggire la tentazione di astenerci ed anzi dobbiamo lottare contro questa classe politica e contro la casta che ha generato e favorito ritornando o cominciando a
    fare noi Politica, quella vera, quella con la P maiuscola che vuol dire gestire la cosa pubblica
    5) penso che la crisi Italiana, ma anche europea e mondiale sia l’occasione per iniziare questo percorso virtuoso, che deve avere per centro l’UOMO,
    6) non credo che si possa pensare che il nostro futuro dopo la crisi possa essere uguale a come era lanostra vita qualche anno fa

    Cosa ne pensa Lei, Oscar ?

  112. mark

    ma che pensate, che La Stampa critichi Monti, anche sull’ovvio? Significherebbe essere illusi per ciò che la Stampa rappresenta. In Piemonte, alto Piemonte, i nonni chiamavano detta testata la busiarda…

  113. Claudio Di Croce

    @mark
    Non solo nell’alto Piemonte , anche a Torino il giornale degli Agnelli era chiamato la ” busiarda “. la cosa ridicola era ed è che i dipendenti Fiat scioperavano contro i padroni Agnelli, ma leggevano la ” busiarda ” degli Agnelli che era sintonizzata a sinistra oltreche tifare per la Juventus degli Agnelli.
    Gianni Agnelli – anche per l’atteggiamento dei suoi giornalisti sia della Stampa che del Corsera – ha sempre goduto di una ottima stampa e non è mai stato criticato per lo scandaloso fatto di avere ereditato una FIAT in ottime condizioni e di averla lasciata in fallimento.

  114. Alberto

    Gionco, all’ epoca del Tremonti, quando tutti dicevano che avevamo i conti a posto, io esponevo su un altro blog il concetto importante che lei espone qui, forse banale ma evidentemente poco chiaro allora come ora e su cui evidentemente concordo.
    E’ evidente che la crescita si può ottenere anche aumentando il PIL con la vendita di prodotti verso l’ estero, infatti al netto le componenti di tale parametro sono duplici, una relativa ai flussi interni ed una relativa a quelli netti verso l’ esterno.
    @Davide Gionco

  115. Mario R

    Quello che proprio non capisco è la ragione per la quale Monti non affronti il problema della spesa pubblica. Forse perché è un ginepraio da cui non se ne può uscire indenni? Forse è una questione di interessi corporativi? Forse perché il tempo a disposizione è insufficiente anche per una bozza di riforma?
    Davvero non lo capisco. Ma temo sia un mio personale problema di ingenuità.

    Alla fine però il silenzio su questo tema da parte del governo è davvero assordante. La propaganda filo-governativa dei media vuole farci puntare il dito e volger lo sguardo contro gli evasori, con tanto di dimostrazioni eclatanti: non c’è panem ma almeno non manchino circenses. E in parte ci sono riusciti. Hanno additato l’evasione come unico problema e purtroppo oggi molti credono a tale forzatura. Con il risultato che il vero problema centrale ancora non viene affrontato in un momento in cui non possiamo più permetterci di non affrontarlo.

    Opinione pubblica, media, associazioni, parti sociali, basta distrazioni, il vostro dire sia solo: “ridurre la spesa pubblica (per ridurre la pressione fiscale)”!

  116. Ricky

    Chi è il vero depositario dei segreti della spending review e dei tagli alla spesa pubblica è il ministro Giarda, il quale, a quanto mi risulta è rinchiuso nel suo studio con i suoi più stretti collaboratori a studiare un piano di tagli alla spesa.
    Aspettiamo dunque che il suo lavoro venga diffuso (se non erro verso la fine di questo mese, e, secondo me, ne vedremo delle belle.

  117. Claudio Di Croce

    @Mario R
    La risposta mi sembra evidente : il governo Monti è un governo formato da alti burocrati e da prof. universitari , nominato da un presidente da oltre sessantanni in politica . Come si può pensare che si riducano le altissime prebende e taglino veramente le spese mostruose della PA di cui sono la rappresentanza ?

  118. maria cristina

    Qui se nessuno reagisce veramente finiremo malissimo.
    Io propongo di stracciare davanti ai seggi le tessere elettorali, tanto è l’unico linguaggio che i politici capiscono. Alle prossime elezioni bisognerebbe chiamare i media e in tanti, tantissimi, dimostrare così il nostro schifo nei confronti di tutto il sistema politico italiano.

  119. Davide Gionco

    @Ecate
    Le 3 condizioni sono possibili, ma bisogna lasciare correre il debito pubblico.
    E’ l’unica soluzione ragionevole.

    E se i mercati non finanziano più lo Stato acquistando titoli di stato, lo Stato potrà iniziare a pagare i propri fornitori emettendo dei crediti fiscali.
    In questo modo il finanziamento sarebbe indipendente dal debito, con giovamento di tutta l’economia.

  120. Davide Gionco

    @armando
    No, ho studiato ingegneria.

    Ma lì ci hanno insegnato a fare funzionare il cervello e fare tornare sempre i conti, senza guardare alle ideologie.

    Vi assicuro che molto spesso funziona, molto di più delle teorie degli economisti, che se non sono verificate è sempre colpa di qualcos’altro e mai del fatto che la teoria potrebbe essere sbagliata.

  121. Davide Gionco

    @Stefano
    Stefano,
    il debito pubblico si è creato con le emissioni di titoli di stato, necessarie per finanziare le nuove emissioni di moneta corrente.
    Se il debito pubblico oggi è di 1900 miliardi, questo significa che, storicamente, in Italia sono stati emessi 1900 di euro di moneta corrente, prima in lire e poi in euro.

    Di questi soldi una parte sono usciti dal territorio italiano sotto forma di euro, sia a causa del deficit commerciale che abbiamo verso l’area euro, sia a causa degli interessi sui titoli pagati a detentori stranieri.

    Ai tempi della lira non c’era il rischio che qualcuno si portasse via delle lire. Oggi, invece, esiste, in quanto gli euro sono spendibili anche in altri paesi.

    Se arrivassimo ad azzerare il debito pubblico, ciò significherebbe semplicemente recuperare tutto il denaro corrente storicamente emesso dalla Banca d’Italia, compresi gli euro emessi in Italia che sono andati in Germania o in altri paesi.

    A quel punto in Italia non ci sarebbe più moneta corrente e saremmo tutti forzati a ritornare al baratto.

    Non è così difficile da comprendere, basta studiarsi i meccanismi di creazione del denaro corrente, ovvero delle banconote in euro.

    Ogni nuova banconota viene immessa sul mercato acquistando dei nuovi titoli di stato, la cui emissione va ad aumentare il debito pubblico.
    Per arrivare ad un debito zero è possibile procedere in un solo modo:
    Aumentare all’infinito le tasse recuperando tutti gli euro in circolazione, fino a raggiungere il valore di tutti i titoli emissi, ovvero del debito pubblico.
    Quando lo Stato avrà in cassa 1900 miliardi di euro, avremo un debito pubblico a zero.
    Ed una economia reale morta da tempo.

    E’ questo che vogliamo?

  122. Davide Gionco

    @Mario R
    Mario.

    Il calcolo de PIL comprende anche la spesa pubblica.
    Se si diminuisce la spesa pubblica, diminuisce anche il PIL.
    Come ne veniamo fuori?

    Infatti le nostre aziende lavorano anche per lo Stato.
    Se lo Stato diminuisce le commesse pubbliche, le nostre aziende chiudono.

    Io trovo molto più assordante il silenzio di Monti, della stampa e persino di Giannino sul nostro debito estero, che fra deficit commerciali e interessi sui titoli pubblici di proprietà estera è di circa 100 miliardi di euro, pari al 6.7% del PIL, mica poca cosa…

  123. Ecate

    @maria cristina
    La rabbia è comprensibile, soprattutto se non opti per soluzioni da rivoluzione francese. Ma la nostra società si basa su delle regole, chi fa queste regole non è il cittadino o il popolo; sono coloro che sono responsabili di tutto ciò, a cui molti vorrebbero sputare in faccia.
    Come i tonni nella rete del cartone Nemo ciascuno va per la sua direzione, se tutti fossero unanimi nel cambiamento verso qualsiasi cosa nuova e spingessero in quella direzione forse qualcosa cambierebbe, ma le masse non sono così intelligenti.

    Stracciare la scheda elettorale è una reazione a cui i politici nelle interviste sosterranno di attuare una profonda riflessione perché si sono persi i valori democratici, ma poi nelle loro sedi ridendo, diranno “sti fessi, credono ancora al voto”. Non andare a votare non porta nulla, non è un referendum che se non raggiungi il quorum è nullo, basta che ci vadano in 3 a votare e quelli decidono, democraticamente, le sorti del paese.

    Triste a dirlo ma il suffragio universale ha fallito, come eleggere chiunque possa rappresentare il cittadino ma poi non ne ha le capacità. Se devi operarti di appendicite cosa fai scegli l’eletto dalla maggioranza o lo fa un chirurgo che ne ha le capacità.

  124. luca

    come non condividere quanto scritto da Giannino?
    purtroppo le prospettive sono ancora più fosche:
    1. le forze “politiche” avrebbero ora la possibilità di provare a ricostruire la loro credibilità rinunciando ai 100 milioni di euro di finanziamento pubblico ai partiti( definito da questi parassiti “rimborso elettorale”) di cui conti alla mano non hanno bisogno se non per Lusi e collusi
    2. meglio i tagli lineari che quelli mirati, almeno i primi ci sono subito e non nell’anno del mai (saranno poi i singoli enti a stabilire dove ridurre le spese e quindi assumersene le responsabilità), ma invece si procrastina ed intanto si tassa
    3. Monti è il killer delle nostre tasche, prezzolato dai partiti perché faccia il lavoro sporco al posto loro, mettendoci la sua faccia “pulita” da eurotecnocrate, e spremendo gli italiani fino all’ultima lira. poi si vedrà

  125. PAOLO DELFINI

    SONO CONTRARIO AL GOVERNO MONTI, MA IL FINANCIAL TIMES NON E’ UN QUOTIDIANO INDIPENDENTE, SAPPIAMO A CHI APPARTIENE NON E’ QUINDI CREDIBILE.

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