Dopo Amato, anche CdB sbaglia sulla patrimoniale. E tifa per gli evasori
Sul Sole 24 Ore di oggi Carlo De Benedetti si aggiunge alla richiesta di un’imposta patrimoniale, avanzata a inizio agosto da Giuliano Amato. Me ne sono occupato qui, facendo mia la classica obiezione alla patrimoniale nel nostro ordinamento argomentata dal grande Cesare Cosciani, intorno all’inopportunità di un’imposta che premierebbe i patrimoni ad alto reddito nominale come le speculazioni immobiliari, e ostacolerebbe la patrimonializzazione delle imprese che è invece oggi più che mai necessaria, soprattutto per il 98% di imprese italiane sotto i 15 dipendenti. Non ho molto da aggiungere per illustrare la nostra contrarietà, se non tre osservazioni secche. La prima è su Bruno Visentini, giustamente rimpianto da Carlo De Benedetti. Ritengo di aver conosciuto molto bene Visentini, frequentandolo da vicino – al PRI e nel suo studio a piazza di Spagna – per numerosi anni. In particolare, per ciò che avvenne nel partito di cui ero allora dirigente nazionale, negli ultimi anni prima della sua morte il nostro legame divenne fortissimo, e mi onorava di molte considerazioni a briglia sciolta, cosa rarissima come sa chi l’ha conosciuto. Ebbene certo che Visentini va rimpianto a tutta manetta, se si fa il paragone con la classe politica, finanziaria e imprenditoriale attuale. Ma tutto era tranne che un liberale: un energico dirigista nelle cose pubbliche, a cominciare dalla sua riforma fiscale; un sostenitore del “potere maschio” delle proprietà nelle aziende, anche e soprattutto attraverso i patti di sindacato mediobancheschi, e su questo intrecciò proprio su Republica molte volte le sue affilate armi contro Guido Rossi e i teorici della public company e di forme di corporate governance più aperte ai diritti delle minoranze.
Secondo. La proposta di CdB si scontrerebbe di fatto con l’attuale cristallizzazione intestataria dei beni patrimoniali, proprio di quel decìle a più alto reddito di italiani contro i quali egli invoca la falce. Il controllo di quei beni avviene attraverso lo schermo di società di capitali e fiduciarie, oppure di gestione, o ancora di partecipate da imprese controllate dai medesimi soggetti. Il patrimonio intestato fisicamente alle persone, per i ricchi, è minimo: vedi il caso dell’Avvocato Agnelli e delle relative controversie ancora aperte. Di conseguenza, la proposta è praticamente inattuabile, se no a costo di un vaglio su tutte le società e non sulle sole persone fisiche.
Terzo: la proposta, avanzata oggi, esercita un’evidente conseguenza di scoraggiare i capitali italiani costituiti all’estero dal rimpatrio attraverso lo scudo Tremonti che entra in vigore il 15 settembre. Sia un conseguenza intenzionale o inintenzionale, per CdB, di fatto non fa nessuna differenza. Di conseguenza, ecco dimostrato come proprio coloro che più lamentano l’alta evasione fiscale italiana, al momento buono le danno una mano più che scoraggiarla.
La cosa piu’ curiosa nell’articolo di Cdb e’ la citazione (assolutamente impropria) di un cantore del risparmio privato come Luigi Einaudi. Comunque, su un altro piano… Da una parte un ossessionato dalle case come Berlusconi, uno che ha tutti i difetti di quelli che lo votano. Dall’altra uno che vuole usare le tasse per cambiare gli elettori, Cdb (come Visentini – “quanto ci manca!” – voleva usarle per cambiare la struttura produttiva del Paese). In questo contrasto, ci sono vent’anni di storia italiana.
a me basterebbe reintrodurre l’Ici sulle case sopra i 500.000 euro di valore commerciale (non catastale)… raccoglierebbe magari poco… ma almeno sarebbe un dolcetto x il popolino.. x il resto son d’accordo sul disincentivo alla capitalizzazione delle imprese “vere”… x quelle a schermo SOLO un’azione COORDINATA dell’UE potrebbe smascherarle minimizzando i pericoli di fuga.. naturalmente servirebbero pure forti pressioni dell’Ue con diplomazia+minacce commerciali ai paradisi fiscali più vicini a noi (lussemburgo, svizzera, sanmarino, montecarlo, andorra, ecc…)….
rimarrebbero fuori portata quelli Esotici x super ricchi.. ma con quelli intanto è partita persa…
A me pare che la cosa sia semplice. C’è chi vuole abbassare le tasse, chi le vuole aumentare (magari inventandosene di nuove), e chi lascerebbe andreottianamente le cose così.
Personalmente sarei per una forte riduzione della pressione fiscale accompagnata da un altrettanto forte taglio della spesa pubblica. Ma siamo in Italia e dubito che qualcuno possa farlo, con metà elettorato che in forme diverse vive di denaro pubblico a vario titolo elargito..
La cosa buffa però è che ad invocare una tassa sul risparmio (che evidentemente nella sua testa è un fenomeno speculativo, per cui cacca e pipì insieme..) sia uno come CdB, ovvero uno dei più grandi biscazzieri che questo paese abbia mai visto. A me sembra un paradosso ridicolo.
@bill: e perché dovrebbe essere un paradosso? Mica vive in Italia CdB, se dice questo è perché sa già che lui, in primo luogo, e i suoi amici, secondariamente, sono al riparo.
Per quanto concerne Giuliano Amato non mi preoccuperei più di tanto: probabilmente lui non sa quanto siamo sremuti dal fisco (e, se ben ricordo, pare che egli possa non sapere un gran numero di cose interessanti).
Ecco comunque, a mio avviso, due begli esempi di persone dedite a fare come disse Ricucci (i froci con il culo degli altri).
La qual cosa me li rende vagamente antipatici, sempre se mi è concesso.
A proposito, c’è qualcuno che sa dirmi cosa ha fatto in concreto CdB per diventare così ricco?