23
Lug
2013

Divieti d’Italia: bibite e cibo

Sulla scia dellesempio milanese, il secondo post sui divieti sarà dedicato a quelli finalizzati a proibire il consumo di cibi e bevande.

A Trieste, ad esempio, avendo riscontrato, nella zona compresa nell’ordinanza,  “criticità di sicurezza urbana correlate al disturbo alla quiete pubblica e al degrado urbano in genere”, si ordina “il divieto di somministrare e vendere bevande in contenitori di vetro e/o lattine, all’esterno dei pubblici esercizi” e “di consumare bevande in contenitori di vetro e/o lattine su area pubblica, nonché di circolare o stazionare detenendo bevande nei suddetti contenitori”. Tale divieto, che sarà attivo nei principali mesi estivi (dal 07/06/2013, fino al 31/08/2013), parte dalle ore 23.00 fino alle ore 05.00. La sanzione va dai 100 ai 600 euro.

Similmente, a Torino, nelle aree interessate da feste, fiere, concerti e/o manifestazioni musicali o di altro genere, dalle 6 ore precedenti l’inizio dell’evento sino alle 3 ore successive al termine dello stesso, è proibita la vendita di bevande contenute in bottiglie di vetro e lattine, le quali non possono essere né detenute né consumate in luogo pubblico. Inoltre, all’interno dell’area delimitata da Via Nizza, Via Berthollet, Via Goito e Corso Vittorio Emanuele, negli spazi pubblici e/o di uso pubblico, non si possono consumare bevande alcoliche e alimenti.

Il comune di Reggio Emilia dispone per 24 ore su 24, e sino al 30 settembre 2013, “il divieto di consumo di bevande alcoliche di qualsiasi gradazione e in qualsiasi contenitore” negli spazi e nelle aree pubbliche comprese tra il parco Cervi, piazzale Fiume (anche davanti agli ingressi del parco), via Gazzata, via Bardi, via Antignoli, via Ferrari, piazza XXIV Maggio, largo Alpini, via Fiastri, via Ariosto, via dell’Erba, via Reverberi, via Sant’Agostino, piazza Pignedoli. Sia a Torino che a Reggio Emilia, le sanzioni vanno dai 25 ai 500 euro.

Anche a Brescia è vietato bere alcolici, ma solo nei parchi e giardini pubblici. In tale città, la violazione dell’ordinanza è punita con una multa che può andare dai 65 ai 500 euro.

A Pianezza (TO), nelle aree pubbliche non si possono vendere bevande alcoliche di qualsiasi gradazione diverse da quelle poste in vendita in recipienti chiusi contenenti al massimo litri 0,2 per le bevande superalcoliche (ossia con contenuto di alcool superiore al 21% del volume) o litri 0,33 per le bevande alcoliche (ossia con contenuto di alcool fino al 21% del volume).

A Sanremo (IM), in piazza C. Colombo, piazza Eroi Sanremesi, piazza A. Muccioli, e nella prima parte di via Martiri della Libertà e via Pietro Agosti, è vietato consumare in luogo pubblico e/o di uso pubblico bevande alcoliche di qualsiasi gradazione (ad eccezione degli spazi di somministrazione concessi agli esercizi pubblici).

Se, come dichiarato, il fine è contrastare l’abuso di alcool per evitare i problemi connessi di disturbo dell’ordine e della quiete pubblica, ci sono quattro considerazioni da fare:

  1. perché le ordinanze sono limitate a certi luoghi: sono quindi discriminatorie, perché proteggeranno l’ordine pubblico solo in alcune zone, peraltro quelle centrali, dove tendenzialmente ci sono “eventi e persone” meno pericolosi;
  2. in secondo luogo, non si capisce come si possa pensare che proibendo un vizio lo si possa effettivamente prevenire o contenere;
  3. quindi, anche ammettendo che, effettivamente, vietando il consumo di alcol in certe zone se ne eviterà l’abuso, è evidente che così facendo non si tiene conto dei disagi che invece si crea a quanti, gestori di bar, ristoranti, gelaterie ecc., vedono ridursi i loro introiti – non potranno più vendere una birra o uno spritz neanche a chi solo una birra o uno spritz si limita a consumare -, a causa di tale ordinanza. Ovviamente, anche i consumatori moderati di alcool vedranno ridursi i loro spazi di libertà, benché non creino nessun disagio all’ordine e quiete pubblici. Fino a che punto è giusto spostare il disagio dato dal disordine pubblico agli abitanti della zona, sui consumatori moderati e sui gestori dei locali della medesima zona?
  4. sono divieti facilmente aggirabili: nulla impedisce di trovare da bere in altre parti della città, e poi recarsi già ubriachi in quelle coperte dall’ordinanza. In tal caso, risulta anche difficile per i tutori dell’ordine verificare dove e quando è avvenuto l’abuso di alcol. Dove, invece, è vietate vendere gli alcolici in bottiglie di vetro e lattine, i gestori dei locali potrebbero semplicemente travasarli in contenitori di plastica.

Nel complesso, tali ordinanze sembrano creare più disagi di quanti problemi possano risolvere.

Chiunque volesse segnalare ordinanze di divieti particolarmente assurdi, limitanti e inutili, può farlo su twitter (@LuciaQuaglino) o via e-mail (lucia.quaglino@brunoleoni.org).

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4 Responses

  1. Beh, a Palermo un’ordinanza sulla Movida della giunta Orlando ha addirittura portato i gestori dei locali del centro storico a fare ricorso al Tar. Il provvedimento prevede, tra le altre cose, la possibilità dalle 24 in poi di servire solo bibite in contenitori di plastica. Niente vetro e lattine.

  2. Francesco_P

    Concedere e vietare e poi ancora concedere di nuovo per poi vietare un’altra volta favorendo o punendo… Sembra l’arte del potere medioevale. il signorotto che ricorda ai suoi servi della gleba che la loro vita dipende dalla sua benevolenza o dal suo capriccio.
    Lo Stato, questa volta nelle vesti del sindaco, dice di voler impedire degli abusi o di tutelare gli anziani dopo certi orari ed altre simili bugie. Vuole solo educare alla sottomissione e spingere chi vuol sopravvivere ad allinearsi al suo sempre mutevole parere. Per questo gioca con concessioni, divieti e megamulte che assomigliano alla confisca arbitraria delle attività.
    C’è tanto di vecchio nella mentalità dei politici e dei burocrati nostrani, vecchio che in certi casi puzza di controriforma, in altri affonda le sue radici ancor prima dell’età comunale. Vi invito solo a riflettere su come nella nostra nazione, retta da un sistema basato su corporazioni e privilegi, l’instabilità delle norme e la contraddittorietà della legge siano usate come strumento per affermare il proprio potere, senza curarsi degli effetti economici di interventi irrazionali.

  3. Gianfranco

    Ma no, ma no.
    L’alcol non c’enta niente.
    E’ che c’e’ il centro dell citta’, bello carino, e siamo stufi del casino.
    Dato che “casino” significa locali, tavolini, gente che ride e scherza, che si fa uno spuntino e si beve la sua felice birrozza (o quel che gli pare, io preferisco il gin tonic), togliamo il carburante a questi invasori del centro.

    Un po’ meglio per i parchi. Le assicuro che passeggiare con mio figlio al Monte Stella mentre sulle panchine la gente si ubriaca e fa la doccia alla fontana e’ piuttosto imbarazzante.

    Dottoressa, facciamo un po’ contenti gli amici del sindaco con balcone signorile su piazza centrale oppure no?

    Ultima nota: non siamo capaci di imporre un decoro urbano, per mille giusti e morali motivi, nel modo corretto. Facciamolo quindi cosi’.

    Si provi lei, a New York, ad andare in giro un po’ sbronza. Vedra’ che entro 10 minuti si ritrova nel distretto piu’ vicino. Scena memorabile? Eccola! St.Patrick’s. Ragazzotti un po’ brilli passeggiano sulla quinta avenue. Passa di fianco un gruppo di ragazze. Questi allungano il passo e forse ad uno di loro scappa una frase. 3 2 1 e il poliziotto li blocca e li porta via. Facile no?

    Cordiali saluti
    Gianfranco.

  4. ALESSIO DI MICHELE

    @ Gianfranco:

    beh, noi siamo molto più veloci: 1 – 0,05: ecco il divieto cretino; 0: ecco la nuova tassa. Seh: ci fanno un baffo, ci fanno, a noi gli yankees !

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