21
Feb
2012

Distribuzione locale gas. C’è vita su Giove

Tra oggi e domani si conoscerà il destino della distribuzione locale del gas. Sapremo, cioè, se il Parlamento accetterà l’emendamento al decreto liberalizzazioni che consentirebbe la nascita dei sub-ambiti, o se invece verrà confermata l’attuale impostazione basata su un numero relativamente ridotto di grandi ambiti, che rischiano di trasformare le gare in procedure formalmente corrette, ma il cui esito è sostanzialmente implicito nel bando stesso. La buona notizia è che qualcosa si sta muovendo.

Le ragioni per cui bisogna sperare che l’emendamento venga approvato sono intuitive: se i singoli comuni, o gruppi di comuni, potranno organizzarsi in sub-ambiti e bandire gare su porzioni di rete, ferme restando le “coordinate generali” del sistema, sarà possibile avere una maggiore contendibilità delle gestioni, in quanto gli incumbent pubblici (che gestiscono, all’interno dei 177 ambiti esistenti, la maggioranza dei punti di riconsegna) non potrebbero più far conto sulla enorme barriera all’ingresso determinata dalla pretesa di fissare per via legislativa o regolatoria, oltre alle tariffe e gli standard di qualità, anche la firm size. Per approfondire si veda qui, quo e qua.

La novità di oggi è che, mentre gli incumbent stanno cercando di fermare l’emendamento, si iniziano vedere segnali di apertura. Per esempio questo comunicato stampa del sindaco di Giove (Terni), Alvaro Parca:

Quale sindaco del comune di Giove, capofila di un ambito volontario di 14 comuni che hanno avviato una gara di appalto del servizio di distribuzione gas, attualmente sospesa per il ricorso al TAR di uno degli attuali grandi enti distributori, ritengo utile sottoporre alla vs. attenzione, affinchè venga possibilmente supportato anche dalla stampa, l’importante emendamento presentato da un vasto schieramento di forze politiche alla X commissione del Senato, in favore di una effettiva liberalizzazione del settore della distribuzione del gas. L’approvazione di tale emendamento consentirebbe il completamento delle numerose gare avviate (tra le quali la nostra) ed attualmente sospese a causa dei ricorsi delle grandi compagnie che attualmente dominano il mercato determinando una situazione di oligomonopolio di fatto, senza stravolgere assolutamente l’impianto dei provvedimenti di liberalizzazione.

Dentro la stessa Anci si sta manifestando qualche segnale, come dimostra, per esempio, il fatto che le proposte contenute negli emendamenti Latorre et al. e Musso-D’Alia siano oggetto di una presa di posizione, per quanto timida, che le definisce “significative“. Naturalmente, se anche gli emendamenti passassero la battaglia non sarebbe finita, perché a quel punto bisognerà fare in modo che le “regole del gioco” vengano riscritte in fretta, e l’esigenza di ridefinirne alcuni aspetti non sia usata per rimandare indefinitamente le gare.

La concorrenza nella distribuzione locale passa attraverso un crinale strettissimo, ma vale la pena rischiare: tra non bandire nessuna gara e bandire solo gare finte, non c’è in fondo molta differenza. O le gestioni diventano davvero contendibili, oppure possiamo pure risparmiarci la pantomima costosa e fastidiosa dei bandi.

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