Copenaghen, la gara a chi la spara più grossa
Il dibattito attorno al clima, specialmente ora con l’apertura del vertice di Copenaghen, si è fatto sempre più serrato e, in Italia, sempre più paradossale. La platea è divisa tra chi descrive scenari catastrofici e chi sostiene che l’effetto serra sia una balla. Ovviamente la verità, ci sentiamo di dire, non sta da nessuna delle due parti.
Una discussione basata su tesi contrapposte e, nella peggiore ipotesi, pilotate, non porta da nessuna parte, se non alla pubblicazione di notizie come quelle apparse oggi sulla stampa. L’Onu ha deciso di aprire un’inchiesta su quello che viene chiamato “climagate”. Le Nazioni Unite vogliono vederci chiaro sugli scienziati dell’università di East Anglia, in Inghilterra, scoperti a scambiarsi mail per “truccare” i dati sull’effetto serra e nascondere quelli scomodi nei confronti delle tesi catastrofiste. Una notizia buona, se non altro per fare luce su una vicenda dai connotati inquietanti. Peccato, però, che la Repubblica pubblichi oggi lo studio della commissione Onu per i cambiamenti climatici (Ipcc), proprio quella alla quale i suddetti scienziati inviavano le notizie. Che cosa sostiene lo studio? Che tra 100 anni le Maldive, così come Manhattan, Londra, Hong Kong,Venezia e via dicendo non esisteranno più. Sommersi dalle acque. «È una previsione molto più pessimista di quella ufficiale», scrive il giornalista. Il rapporto dell’Onu, infatti, redatto con il contributo di oltre 100 ricercatori, (tra i quali quelli di Londra) prevede un innalzamento delle acque di circa 1,5 metri, anziché i 49 centimetri previsti. Ricapitolando: l’Onu apre un’inchiesta sugli scienziati “catastrofisti” che hanno truccato i dati a supporto delle loro tesi, ma poi pubblica un rapporto, redatto anche con il sostegno di quei dati, che è più catastrofista del catastrofismo ufficiale, Insomma, i cambiamenti climatici ci sono, le responsabilità (per quanto non volute) dell’uomo anche, ma il dibattito avviato sul clima, con l’apertura di Copenaghen, rischia di vanificare l’intento stesso del vertice e di relegare il problema dei gas climalteranti a una questione politica o di coscienza, portata avanti da chi la spara più grossa.
Appreso tutto ciò, non sembra ancora più spregevole l’ormai consolidata prassi di rivolgersi con lo spregiativo di “negazionisti” a quanti – dati alla mano e onestà intellettuale nel cuore – cercano di portare ordine e ragionevolezza nel dibattito sulla presunta apocalisse climatica?
piu’ che negazionisti , bisognerebbe parlare di incoscienti …
io capisco anche che bisogna campare oggi e di quello che accade tra cent’anni mi interessa poco , ma a tutto c’e un limite …
Per i politici si tratta di mettere le mani su miliardi di $ all’anno in tasse sull’aria fritta (CO2), facendola passare per un inquinante, la dove è necessaria per la vita di piante e animali.
Gli attivisti, dall’altra parte, devono battere la grancassa perché così ottengono finanziamenti per i loro programmi e le loro organizzazioni.
Ad un po’ di uomini d’affari interessa per via della rendita di posizione che permette di ottenere (intermediando i carbon credits).
La verità non interessa a nessuno di loro. Anzi, non la vogliono proprio sentire, che gli rovinerebbe i piani e gli affari.
io dico la mia: secondo me qualunque cosa decideranno noi ci rimetteremo un altro pezzo di libertà………………………
Concordo con Marco: la nostra libertà (parlo degli occidentali, per gli altri il problema…non si pone..) si sta drammaticamente restringendo specie dopo l’11 settembre.- Da un lato siamo stritolati dalle esigenze di sicurezza interna (monitoraggio continuo, videocamere di sorveglianza, tracciabilità dei nostri spostamenti, controllo del nostro stile di vita etc.etc.) dall’altro lato siamo additati come pericolosi ed irresponsabili inquinatori e, quindi, tutti a piedi la domenica e niente auto vecchie per strada (così i poveracci vanno a piedi e non inquinano mentri i ricchi si comprano la BMW X6 Euro5…..).- In Italia abbiamo pure avuto il “surplus” con Visco che pretendeva di guardare dentro alle nostre tasche in ogni momento….
Rimpiango gli spericolati anni ’80 dove il massimo dei problemi era quello di…..usare il preservativo anti-Aids…..bei tempi…
per la verità, Andrea, il male risale già a prima, ma è vero che da quel giorno l’andazzo generale ha avuto una brusca accelerazione, ormai ogni scusa è buona per farci passare per cretini.
Per l’autore: mi sembra di aver già letto queste tesi, sui giornali di oggi…
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P.S sempre ben fatto! buon lavoro e a presto
A