22
Nov
2010

Confessione di un evasore

Abbiamo ricevuto il seguente post, regolarissimamente firmato da nome e cognome. La volontà dell’autore era anche di firmarlo senza problemi, gliel’abbiamo esplicitamente chiesto dopo averlo ricevuto e letto. Ma io personalmente, appurato che l’autore esiste davvero ed è un cittadino che è anche pronto a esporsi, non essendo su questo sito a differenza che su un giornale corresponsabile delle conseguenze alle quali andrebbe incontro vi dico che il nome lo casso. Faccia riflettere tutti, questa confessione di un evasore, perché i guai di cui parla ci riguardano tutti, schiavi come siamo ridotti se non reagiamo.                    Oscar Giannino 

Mi presento: sono un evasore ed ho 27 anni.

Per la verità non mi sento tale, ma so che chiunque potrebbe additarmi cosi: dalle ingenuità sulle tasse della mia start-up d’impresa, che adesso inzia ad ingranare, mi trovo a due anni di distanza a chiedermi come riuscire ad iniziare a pagarle, le tasse.

Importo prodotti provenienti da paesti Extra-UE, UE ed alcuni vengono invece realizzati qui.L’ho fatto per abbattere una politica di oligopolio che stava nascendo nel particolare settore dove opero.

Lo dico da subito: ho procastinato, rimandato il problema delle tasse fino ad oggi, facendolo divenire ora il mio incubo.

Aggiungo anche che sono un “college drop-out” (Scienze Politiche e Comunicazione) che a 20 anni ha mollato l’università (e se ne sta pentendo) per inseguire dei sogni che riteneva possibili. “Fare impresa come in USA”, mi dicevo.

Creare un’idea seria, che cambiasse le regole in Italia. O almeno iniziasse a cambiare qualcosa.

Dicevo, non so come e perchè pagare le tasse. Per due ragioni:

La prima, è che le situazioni accumulate in 2 anni a quanto pare non sono risolvibili dai commercialisti a cui mi sono rivolto, uno all’anno. Non solo, i commercialisti stessi “spaventati” dal mio modello di business fatto di Importazione e canali di distribuzioni alternative quali l’e-commerce, non vogliono nemmeno suggerirmi qualche aiuto per pagare un po’ meno di quel che dovrei (scusate la franchezza con cui lo dico). A loro volta rimandano la situazione del 2009 mentre anche quella del 2010 diventa sempre più oscura, perchè non vengo istruito su che fare.

A tutto ciò si accumula una tragica assenza di formazione, o meglio presenza di confusione. L’ottimo sito dell’agenzia delle entrate dà informazioni tramite manuali all’uso del fisco che poi non trovano riscontro con quello che i commercialisti dicono (a proposito: avete notato che oltre al manuale esiste anche il glossario dei termini del fisco? Manco si trattasse di un’altra lingua!).

La seconda, è più di concetto e forse meno giustificabile: cosa ha fatto il Sistema Italia (di cui lo Stato è solo una parte) per me? Da quando sono al mondo ho vissuto solo disagi e tradimenti: il Liceo che frequentavo è stato chiuso e tutti gli studenti sono stati trasferiti in blocco presso un altro istituto, solo per volontà politiche. Non ho mai trovato modo di esprimere le mie idee, né in università, né ai mezzi di informazione, ma ho avuto modo di osservare ogni giorno di più il decadimento. A partire dagli impietosi paragoni con le altre realtà europee (per esperienza posso dirvi che anche l’Irlanda è socialmente più sana e MORALE di noi), alla libertà di creare delle persone, alla libertà di vivere e di inventare dei giovani.

In Italia, un sistema bancario gerontocratico penalizza chiunque voglia fare impresa e non voglia giocarsi le garanzie della famiglia – tristemente l’unico incubatore aziendale presente nel “bel” paese – per avviare una qualsivoglia idea. In Italia vengo trattato male agli sportelli dello stato. In Italia per proporre innovazioni puoi solo avere santi in paradiso, altrimenti queste idee ti vengono rubate (su questo aneddoto, sarò ben disposto a spiegare con prove ad ogni interlocutore). In Italia, l’università non è un campus di idee. E’ un ambiente diviso in tre componenti: ragazzi che studiano per lavorare da impiegati o nell’impresa del papà, ragazzi che stanno in università come se fosse un grande asilo infantile pagato dai genitori, professori che non hanno meriti ma hanno cattedre e – peggio –  assistenti che assomigliano a clientes. In Italia “Svluppo Italia” è una società farlocca dove i telefoni suonano a vuoto. In Italia i fondi SME Europei NON ESISTONO ed il fantomatico ufficio a Roma non ha un recapito. In Italia, i miei coetanei che la vedono come me non si espongono perchè hanno troppo da perdere e sanno che lo perderanno se agiscono.

Non voglio fare di tutta l’erba un fascio: ho incontrato esempi positivi in università e fuori. Ed il sistema italia ha comunque il pregio di avermi fatto diventare cittadino europeo. Non ho barriere all’interno dell’Europa, la mia ragazza è di quel paese industrializzato che sta più a nord del nostro, viaggio molto e grazie all’Inglese (con una punta di orgoglio posso definirmi anche molto fluente in americano) l’Europa ha aperto i miei occhi su tutto ciò che è decadimento in Italia.

Però non è grazie a questo sistema, non è grazie alle sue tasse, non è grazie a questo Stato se il mio Americano è fluente, se ho avviato un’impresa con un seed capital minimo raccolto grazie ad un’illuminata associazione di imprenditori che valuta SOLO per merito, visto che non ci sono “i santi”.

Non è grazie a questo sistema se ho più competenze in due campi consulenziali diversi di quanto qualasiasi universitario mio coetaneo possa avere una volta laureato. Non è grazie a questo Paese se ho un introito personale che non mi qualifica dentro la “generazione mille” (di cui comunque ho fatto parte per due anni, vivendo il Disagio).

Per questo sistema, io sono un evasore. Mi sento un evasore e mi faccio male da solo. Se evado prima o poi la pagherò. Se non evado la pago comunque, perchè una start-up di due anni non sopravvive se si ravvede. Amo comunque il mio Paese, ma sempre più spesso lo vivo disincantato.

Sono l’ennesimo atto di j’accuse in cerca di risposte. E sono qualcosa di peggio di un evasore: sono un ingenuo.

47 Responses

  1. Andrea

    Certo che se tutti fanno cosi, questo paese non cambierà mai. Pagare tutti per pagare meno, ma tutti, altrimenti pagano sempre i soliti quattro gatti dipendenti.

  2. marco

    che dire ………. io ho 45 anni e subisco da 7 anni i danni di un mio fallimento di azienda per avere tentato di pagare il dovuto ,capisco il ragazzo sopra, se vuoi lavorare in propio da giovane quello ora è l’unico sistema …………………

  3. carlo

    scusa . ma perchè devi per forza risiedere in questo paese di merda se fai un’ attività di import export. spostati nella svizzera vallese dove si paga il 12.50% . e in italia ci vieni in vacanza. ma neanche poi visto il rapporto qualità prezzo.sei adue ore di auto da milano se ti manca la nebbia e una qualità dell’ aria tipo shangai.questo è un paese dove sopravviveranno alcune caste medioevali in torri d’avorio . i servi della gleba conviveranno con immigrati clandestini e criminali .non vedo propio cosa c’ entri uno che vuol fare impresa con l’ italia. è come una qualsiasi attività agricola . richiede il terreno adatto. uno non può sbarcare in antartide e incazzarsi perchè non riesce a farci crescere le banane.ALZARE I TACCHI E ANCHE ALLA SVELTA

  4. GIUSEPPE

    secondo il mio modesto parere scappare o cmq decidere di andare via e’ peggio che affrontare l’argomento da vero uomo,perche’ no d’affari.
    non penso che il nostro amico (mi permetto dato che suiamo coetanei) vogli asentirsi dire.
    E’ semplicemente in uno stato pseudo-confusionale dove sa di dover sbagliare (evadendo) ma sa anche che in fine non e’ proprio tutta colpa sua.

  5. Luca Giammattei

    Post assai interessante, che pone in luce (o meglio ribadisce) molti dei mali italiani, tuttavia l’autore originale e l’esimio di rettore mi perdoneranno se ci sono alcune cose che sfuggono al mio debole pensiero.
    Io sono una persona nella media, ho 38 anni, due figli, un lavoro da dipendente (privato) ed un’attivita professionale in proprio, per le quali pago fino all’ultimo insensato centesimo di tasse.
    Tasse che pago perche’ un po’ ci credo che possano essere una sorta di riconoscimento del patto “para-sociale” che mi lega ai miei concittadini, un po’ perche amo (al contrario dell’autore del messaggio) dormire sonni tranquilli.
    Tasse, che diventa ogni anno piu’ astruso calcolare e che insisto a versare tuttavia.
    Tuttavia non e’ ai miei poveri occhi che l’elenco delle avversita’ e delle ingiustizie piu’ o meno grandi che ognuno di noi incontra nella sua vita possa essere considerato circostanza attenuante.
    L’autore del post originario, e’ un evasore, un’evasore che a sua dire non dorme tanto tranquillo…e allora? paghi le tasse se serve ad acquietare la sua coscienza, ma non invochi il destino cinico e baro e le malversazioni generali (dei politici, dei prof universitari, dell’amministrazione pubblica, ecc) per ripulire la propria coscienza, ai miei occhi lei non e’ per niente differente da loro, solo un altro complice, vi nutrite alla stessa pianta e vi abbeverate alla stessa fonte (le mie tasche)

  6. affezionato

    Il fatto che probabilmente sei in salute, sei cresciuto, hai un’istruzione ed una certa educazione dovrebbe essere sufficiente per ringraziare di essere italiano, e, anche se dai queste cose per scontate sappi che non lo sono affatto (saresti potuto nascere da qualche altra parte meno felice del globo).
    Leggo tra le righe una certa tua superiorità verso le cose e questo non è bello.
    Comunque, tornando alla tua interrogazione, non capisco dov’è il problema.
    Apri una partita iva, ti iscrivi alla camera di commercio, e da questo momento in poi fai le cose in regola, è vero che fino ad ora è stato tutto più facile ma come vedi sta diventando un incubo, per cui se vuoi dormire………
    Per il passato spera che nessuno venga a controllarti.
    E’ vero che l’Italia è abbastanza arretrata rispetto al nord europa ma è anche vero che il nord europa non ha delle bellezze che invece ha l’Italia.
    Non si può ottenere tutto nella vita, sta a te cercare di prendere le positività dell’una e dell’altra parte.
    Potresti essere anche un contributore all’ammodernamento della nostra cara vecchia Italia.

  7. Enzo Michelangeli

    @carlo
    Sottoscrivo integralmente il commento di Carlo: ho lasciato l’Italia 23 anni fa e non me ne sono mai pentito per un attimo. Lamentarsi non serve a niente: c’e’ gia’ sin troppa gente che lo fa tra quelli che si aspettano di essere mantenuti dallo stato con le tasse pagate da altri. Quando i produttori se ne saranno andati tutti, forse nel Belpaese comincera’ a diffondersi un sano realismo.

  8. stefano

    @Enzo Michelangeli
    Quando i produttori se ne saranno andati, ovvero fra poco.
    Sottoscrivo te e Carlo.
    Quanto a Luca: hai letto bene? Non riesce a regolarizzarsi, nemmeno i commercialisti sanno come si possa fare.
    @affezionato: e cosa faremo quando finirà il pane? Mangiamo le opere d’arte o le vendiamo ai Cinesi.
    Ma piantiamola: il fisco va semplificato e le tasse vanno abbattute. Non “quando si potrà”, cioè il 30 febbraio, ma ora, subito.
    Ma porca zozza, è ovvio che le “caste medioevali” non si schioderanno da sole. Per tornare a quello che dice il nostro caro evasore: l’università italiota è così perché non deve insegnare a pensare. Il nostro caro paese è diviso in caste ereditarie e così deve restare. Ciao a tutti

  9. maumen

    Carissimo XY evasore, non si preocupi viva i suoi 27 anni con spensieratezza e leggerezza. Questo non è un paese fatto per le cose serie, per l’autodeterminazione, da queste parti non è passato Lutero, Calvino o Confucio anzi……. i seguaci sono puntualmente stati portati sulla pubblica piazza e arsi vivi. L’Italia non è altro che la provincia del Vaticano, a cui però non vengono applicate le stesse regole che pretendono che i sudditi seguano. Come farebbero altrimenti ad averne un vantaggio? Lei che si è fatto un’esperienza all’estero si è accorto che in Italia un sistema fiscale cleptocratico è alla base di questo Stato Sociale; una iper-regolamentazione che frena eccessivamente lo slancio imprenditoriale; una iper-tassazione che penalizza i risultati raggiunti e l’iper-indebitamento, a causa del quale il rigore del bilancio – sia nel settore pubblico, sia in quello privato – si trova stritolato dalla frivolezza speculativa. Ma gli italiani che stanno qui di questo non se ne sono accorti. Sono stati cotti a fuoco lento, hanno pian piano aumentato la temperatura della tassazione e la rana (gli italiani) sono immersi in un liquido ormai in ebolizione. Ma non se ne sono accorti. : in Italia sono ca 60 mil., chi non voleva aderire alle Brigate Rosse, entrare a far parte di una cosca mafiosa o del carrozzone pubblico trasformando l’onestà in viltà costringendoli a partecipare alla menzogna per proteggere disperatamente il piccolo privilegio, il posto di lavoro in mediocrità e bassezza è emigrato per diventare altro. Oltre le Alpi oltre confine siamo oltre 100 milioni d’origine italiana.
    L’Italia è il nodo di Gordio che aspetta solo di essere reciso da una spada, una qualunque. Se continuerà a prevalere la mentalità di fissare l’ombelico, emergerà solo chi riuscirà ad estinguere questa marea di problemi. Conterà solo l’effetto finale, cioè una liquefazione della tensione esistente mediante una trasformazione radicale, che avverrà non perché la situazione attuale sia sbagliata o ingiusta, ma perché è insostenibile da questa politica e da questa società.
    « E’ evidente che non viviamo in un sistema capitalista, ma in un ordine di cose che bisogna definire, con prudenza, come una forma di semi-socialismo animato dai media di massa e che si sviluppa grazie allo Stato fiscale».
    L’azione di questo moloch pantagruelico è inarrestabile.
    «L’imposta progressiva sul reddito non costituisce niente di meno che l’equivalente funzionale dell’espropriazione socialista, con il vantaggio notevole che la procedura può essere ripetuta per anni e anni» e finisce per capovolgere anche il vecchio conflitto tra sfruttati e sfruttatori. «Le attuali condizioni di sfruttamento sono cambiate: una volta si accumulavano le ricchezze a detrimento dei poveri, ora invece sono le forze improduttive che vivono sulle spalle di quelle produttive» tramite il sistema delle tassazioni. «Oggi essere di sinistra significa immaginare che il tasso del prelievo fiscale possa arrivare fino al 60%, mentre essere di destra equivale a ritenere che la percentuale delle tasse debba fermarsi al 35%. Tutto l’arco politico è contenuto entro questo margine. Siamo chiari: viviamo già in un sistema semi-socialista reale, ma si continua a promettere un socialismo a venire».
    Non si preoccupi caro evasore. L’Evasione fiscale fa male solo ed esclusivamente ai politici.
    E’ giunto il momento che tutti i popoli Europei lo urlino a squarciagola ai loro governanti, senza compromessi. Senza se e senza ma.
    Non è vero che sia un nostro problema. Non è una reazione naturale ma sbagliata, non è giusta e conveniente sopra una certa soglia di oppressione e sbagliata sotto.
    L’Evasione Fiscale è l’UNICO METODO PACIFICO che abbiamo per difenderci dalla politica. Non ci si difende col voto. Il voto, ve ne sarete accorti, è completamente inutile. Non ci si difende con i sindacati, le associazioni e gli enti preposti dalla politica. Non ci difende certo la Costituzione Italiana, dai politici.
    Anche questo, penso che vi sia chiaro. A meno che tonnellate di auto blu, finanziamenti pubblici aboliti con referendum e reintrodotti come “rimborsi”, cocaina, donnine, voli di Stato in vacanza e tutta lo schifo che avete visto in questi anni non siano una “difesa del cittadino”.
    O ci si difende con le armi, o ci si difende con l’Evasione Fiscale.
    Per cui caro evasore veda di essere etico con i suoi clienti, coi sui collaboratori e si senta sereno.
    Cordialmente mauro meneghini

  10. Luca Giammattei

    @stefano
    ho letto benissimo:

    i commercialisti stessi “spaventati” dal mio modello di business fatto di Importazione e canali di distribuzioni alternative quali l’e-commerce, non vogliono nemmeno suggerirmi qualche aiuto per pagare un po’ meno di quel che dovrei

    il signor evasore, non contento di aver sfruttato il vantaggio competitivo (in un mercato oligopolistico dice lui) che gli veniva dall’evadere le tasse (ed aver un margine economico magari gestibile sotto forma di maggior sconto per i suoi clienti) ora vorrebbe pure pagarne un po’ meno (cosa in se non sbagliata intendiamoci, lungi da me difendere l’attuale livello quantitativo e qualitativo di tassazione in Italia, io allo comunita’ devolvo circa il 52-54% del mio reddito lordo e non ne sono contentissimo visto l’utilizzo che ne viene fatto)
    Solo mi risparmi il nostro povero evasore la nota retorica contro il sistema paese, le baronie universitarie, la classe politica, se si guardasse seriamente allo specchio si accorgerebbe di somigliargli piu’ di quanto forse gli piace, di esserne degno figlio ed allievo, tutti loro assieme sono ai miei occhi dei *parassiti* che si nutrono alla stessa fonte: le mie tasche (lo ripeto)

  11. Luca Giammattei

    @stefano
    ho letto benissimo:

    i commercialisti stessi “spaventati” dal mio modello di business fatto di Importazione e canali di distribuzioni alternative quali l’e-commerce, non vogliono nemmeno suggerirmi qualche aiuto per pagare un po’ meno di quel che dovrei

    il signor evasore, non contento di aver sfruttato il vantaggio competitivo (in un mercato oligopolistico dice lui) che gli veniva dall’evadere le tasse (ed aver un margine economico magari gestibile sotto forma di maggior sconto per i suoi clienti) ora vorrebbe pure pagarne un po’ meno (cosa in se non sbagliata intendiamoci, lungi da me difendere l’attuale livello quantitativo e qualitativo di tassazione in Italia, io allo comunita’ devolvo circa il 52-54% del mio reddito lordo e non ne sono contentissimo visto l’utilizzo che ne viene fatto)
    Solo mi risparmi il nostro povero evasore la nota retorica contro il sistema paese, le baronie universitarie, la classe politica, se si guardasse seriamente allo specchio si accorgerebbe di somigliargli piu’ di quanto forse gli piace, di esserne degno figlio ed allievo, tutti loro assieme sono ai miei occhi dei *parassiti* che si nutrono alla stessa fonte: le mie tasche (lo ripeto).
    Non riesce a fare decentemente impresa in Italia? Allora la vada a fare all’estero, Svizzera, Austria e Slovenia saranno felicissime di accoglierlo, non e’ un ingenuo, e’ una persona che ha creato un’azienda, che per sua stessa ammissione ha girato un po’ l’europa e parla decentemente un pajo di lingue, e forse nel suo peregrinare si e’ reso conto di come si guadagni e ci sia molto piu’ margine di ricavo economico facendo l’evasore in Italia (con i blandi rischi che si corrono) che non l’imprenditore regolare in uno di quei tre paesi da me citati.

  12. Luca Giammattei

    @stefano
    Ed aggiungo (perdonatemi ma il sistema dei commenti mi si e’ incartato):
    Non riesce a fare decentemente impresa in Italia? Allora la vada a fare all’estero, Svizzera, Austria e Slovenia saranno felicissime di accoglierlo, non e’ un ingenuo, e’ una persona che ha creato un’azienda, che per sua stessa ammissione ha girato un po’ l’europa e parla decentemente un pajo di lingue, e forse nel suo peregrinare si e’ reso conto di come si guadagni e ci sia molto piu’ margine di ricavo economico facendo l’evasore in Italia (con i blandi rischi che si corrono tuttosommato) che non l’imprenditore regolare in uno di quei tre paesi da me citati.
    L’ulteriore tristezza dell’attuale panorama italiano e’ che gl’imprenditori onesti se ne stanno andano in quei tre paesi citati, mentre a noi rimangono queste tenie.

  13. Luca Giammattei

    Ed aggiungo (perdonatemi ma il sistema dei commenti mi si e’ incartato):
    Non riesce a fare decentemente impresa in Italia? Allora la vada a fare all’estero, Svizzera, Austria e Slovenia saranno felicissime di accoglierlo, non e’ un ingenuo, e’ una persona che ha creato un’azienda, che per sua stessa ammissione ha girato un po’ l’europa e parla decentemente un pajo di lingue, e forse nel suo peregrinare si e’ reso conto di come si guadagni e ci sia molto piu’ margine di ricavo economico facendo l’evasore in Italia (con i blandi rischi che si corrono tuttosommato) che non l’imprenditore regolare in uno di quei tre paesi da me citati.
    L’ulteriore tristezza dell’attuale panorama italiano e’ che gl’imprenditori onesti se ne stanno andano in quei tre paesi citati, mentre a noi rimangono queste tenie.

  14. Luca Giammattei

    chiedo scusa per i commenti duplicati ma credo che ci sia qualche problema con il sistema dei commenti, ho provato pure a cercare un contatto per il webmaster ma pure la pagina dei credits mi ritorna in errore 404, l’admin se vuole puo’ rimuoverli tutti trann quello delle 9:59 che e’ quello completo, grazie

  15. Pino

    Ogniqualvolta si parla si tasse e di evasione mi si gonfia la giugolare, primo perchè le pago tutte, secondo perchè in termini di evasione/elusione ne ho viste di tutti i colori. Oggi sono pensionato e nella vita ho ricoperto il ruolo di direttore amministrativo-finanziario in gruppi industriali. Se da una parte capisco la difficoltà dell’imprenditore onesto che viene ulteriormente penalizzato in mille modi da uno stato arruffone, da infrastrutture insufficienti, da costi industriali che non consentono di reggere il confronto con la concorrenza, ecc. ecc. dall’altra esiste l’imprenditore disonesto che invece la concorrenza la regge, eccome che la regge, solo che non la fa solo ai competitors esteri ma anche ai connazionali onesti, oltre che a contribuire a creare una situazione di ingovernabilità di un intero Paese…… pensate cosa sarebbe un Paese se tutti potessero evadere.
    La mia totale ed assoluta ammirazione va verso i cittadini, tutti, imprenditori, liberi professionisti, commercianti, artigiani, lavoratori dipendenti, ecc. ecc. che “rispettano le regole”, anche quelle che non piacciono. Se non arriviamo lì sempre la “repubblica delle banane”.
    Voglio aggiugere qualche chicca (a proposito del tema sviluppato in radio ieri mattina 22/11 con la presentazione del libro “Io ti fotto”):
    Per esempio, una società dove ho lavorato, aveva un debito di circa 2 mln di euro, metà per capitale e metà per interessi, per un finanziamento del Ministero del Lavoro risalente agli anni 70. Ebbene il Ministero si è dimenticato i chiedere il rimborso e, passati alcuni anni, la società ha riportato nelle sopravvenieze la chiusura del debito sistemando così anche un problema di bilancio.
    Altro esempio. Una società sposta le produzioni in un paese estero della UE dove gli utili vengono detassati in relazione agli investimenti. Gli utili della società estera ritornano in Italia tassati solo sul 5% secondo la direttiva madre-figlia e cos si incrementa il lavoro all’estero e si licenzia la gente in Italia, magari ricorrendo in modo massiccio agli ammotizzatori sociali
    Altro esempio. Gli acquisti passano prima nella vicina Svizzera dove i costi subiscono un leggero incremento, incremento che viene utilizzato per alimentare i risparmi in un paradiso ….. sapete tutti hanno famiglia, non si sa mai cosa può succedere in Italia.
    Ne avrei un mare di cose, piccole e grandi.
    Sapete per esempio come si sviluppano le operazioni di sponsorizzazione a livello di calcio semi-dilettantistico ma anche nelle categorie importanti del dilettantismo?
    Ti fatturo la cifra concordata e ti restituisco la percentuale concordata; ho visto rimborsare il 50% “in nero”. Le società sportive si inventano collaborazioni inesistenti per poter documentare uscite che non vanno ai collaboratori ma vanno ad alimentare quel ritorno di denaro agli sponsors ed a retribuire i calciatori che guadagnano decine di migliaia di euro ma che essendo dilettanti ….
    E che dire della Fondazione che comunica a Regione/Asl dati gonfiati per farsi rimborsare i costi di una struttura (hospice) non accreditata ma che una gestione alquanto superficiale ha deciso di rendere un servizio gratuito a tutti indistamente?
    Questo è un piccolo spaccato dell’Italia dove tutti fingono di piangere ma dove quelli autorizzati a farlo sono molti meno.

  16. Carissimo Contribuente Ignoto,
    non posso far nulla per contraddire le tue osservazioni sul sistema italia perchè, tra l’atro, sono d’accordo, ma sono convinto di poterti aiutare a risolvere le questioni con il fisco.
    Sono un fiscalista regolarmente iscritto nella sazione A dell’albo tenuto presso l’Ordine dei Dottori Commercialisti e degli Esperti Contabili. Mi entusiasma il tipo di attività che svolgi e sono sicuro di poterti dare una mano ed eventualmente di farti avere tutte le tutele che sono riconosciute ai contribuenti. Tieni presente che il 2009 si può “rifare daccapo” senza grossi aggravi, occorre solo un pò di pazienza: non tutte le pratiche si evadono in pochi minuti.
    Per il resto sono d’accordo con te, di più, sono disgustato: vengo dalla Calabria, patria delle consulenze e le mie tasse in buona parte volano via senza che, pare, i meccanismi di controllo diano un qualche esito. Stranamente dalle mie parti, grossi comuni con nutriti uffici tecnici affidano, in euro, milioni e milioni di incarichi a professionisti esterni anche solo per riparare un tetto o progettare una rotonda e così via. Pensa che qualche tempo fa ho offerto una consulenza gratuita ad un comune capoluogo in materia fiscale in occasione dell’organizzazione di un convegno cui partecipò, appunto, questo comune. Lo scopo era solo quello di fare pubblicità ad un’associazione nazionale per la quale lavoro e che è mia cliente. Ebbene, l’assessore mi disse che il comune non poteva affidare consulenze nemmeno gratuite ma al convegno partecipò un tale che faceva il consulente per lo stesso comune, mentre nessuno dell’Ufficio tecnico partecipò: vuoi vedere che gli hanno pagato pure l’intervento!!! Pensa che nella mia regione, la “stretta” dettata dalla crisi ha comportato tante conseguenze, per esempio nella mia provincia il SSN non passa gli esami di laboratorio, ecc.. ma nello stesso tempo i milioni di incarichi per consulenze della mia regione sono saliti, dal 2007 al 2009, del 176%, il tutto interamente a spese mie e degli altri disgraziati miei corregionali. Molti di noialtri vanno a lavorare fuori perchè da noi è così difficile fare impresa (credimi, non è perchè siamo vagabondi) che appena cominci ci sta che lasci perdere, ed io? che faccio? dove li prendo i clienti?
    Ci si adatta, ci si sposta, certo, se avessi un buon cavallo da cavalcare farei tutta un’altra vita, con meno impegni e più denaro ma, sai cos’è? non cerco cavalli. Per fortuna riesco a vivere bene con i miei clienti e non ritengo di aver bisogno di aiuti da parte di nessuno. Sono dovuto “emigrare” per fare lo stesso lavoro che avrei potuto fare a casa mia ma va bene lo stesso così, dopotutto seguo la mia clientela telematicamente attraverso il mio sito toccando tutta l’Italia e la sera, quando torno a casa, guardo i miei figli sapendo da un lato di non avere debiti morali o obblighi vitali nei confronti di nessuno, soltanto dei miei clienti e dei miei amici, e dall’altro lato di aver costruito, e di stare costruendo, un qualcosa che dipende solo da me e di cui non devo dare conto a nessuno.
    Possibile cambiare le cose? no, non siamo in democrazia, se lo fossimo sarebbe possibile anche per me portare avanti una mia proposta politica. Purtroppo oggi i valori sono diversi ed io non sono stato mai indagato nè condannato, non ho neanche un carico pendente: dove mi avvio?
    Chiedi pure agli amministratori del sito il mio indirizzo e-mail se ne hai bisogno.

  17. paolo

    per la regolarizzazione aspetta il prossimo condono. E per i fondi Sme, mi spiace ma non puoi avere la botte piccola e la moglie ubriaca. Evadi e vuoi pure i fondi europei! questa e’ bella!
    saluti agli evasori di questo sito!

  18. Non sono neppure troppo stupita dalla lunga lettera del “ragazzo” di 27 anni che ha provato a farsi da sé, ci è riuscito, complimenti, ma ora non sa come fare a rimettere la sua azienda sul binario giusto. Neppure i Commercialisti (e i nostri sono dei maestri di scaltrezza ) sanno come aiutarlo. Da cittadina anziana, spaventata dalla enorme cifra del debito pubblico, mi chiedo anch’io come si potrebbe uscire da questa situazione . Altro che far scioperi e contestazioni: tutte le categorie sono in subbuglio perché vorrebbero che il Governo tagliasse si, ma alle altre e non alla loro . E ci risiamo con le Corporazioni, sembra di esser di nuovo nel M.Evo. E il Sindacato soffia nel fuoco come sempre. Ognuno in questi 50 anni si è coltivato il suo giardinetto che ora non vuole mollare. Devo però anche sottolineare che le Leggi sono fatte in modo che tutti, o quasi tutti, riescano a trovare una cuffia dal cui “rotto” cavarsela. Non sono anche le stesse leggi e leggine – che hanno persino bisogno di un documento esplicativo per farsi capire – a contribuire all’evasione??? Oltre che all’omertà di tutti – e qui ripeto “tutti” noi che non sappiamo reagire a chi non ci dà lo scontrino (ma poi serve?, viene controllato?quasi mai, solo ai bambini che comprano le caramelle), ai dottori che in gran parte, non dànno ricevuta perché escono dagli Ospedali e si rifugiano in un buco di qualche collega per ricevere privatamente e in nero? o i clienti di qualsiasi esercizio, (vedi parrucchieri, Podologi, Dottorini delle ASL ecc… , tutti furbetti o peggio, furbastri! Non saranno colpevoli anche i Commercialisti che si avvalgono degli ex Finanzieri ( nello Stato si può ancora andare in pensione dopo 19 anni 6 mesi e 1 giorno?? che si licenziano dalla Finanza e vengono in generale assorbiti dagli Studi di Esperti per la compilazione dei 730/740, agendo un pò da baco dentro la mela??? Se la legge di cui sopra esistesse ancora, non sarebbe bene incominciare a cancellarla con la penna nera???
    E poi, se volessimo davvero fare un controllo serio, perché non incominciare a verificare a tappeto tutti quei numerosissimi signori che si sono fermati alla denuncia di un reddito di € 15.000/annuo? Ma chi ci crede? Non si possono incrociare i Cd/Fiscali tra chi denuncia e chi compra un’auto una barca o anche una bicicletta?? etc….
    Perché non si riesce a copiare qualcosa di “sano” dall’America, dove chi entra, prima paga la Tassa allo Stato, poi al Comune e così via, Voi sapete meglio di me come funziona. Perché oltre a copiare “nonsense” non si cerca di copiare cose sensate?
    Ho 74 anni, ho trovato un’Italia misera semplice e forse, anche stracciona, ma sana nei principi. Sono vissuta in una famiglia dove i “doveri” precedevano i “piaceri”. Speravo di lasciare ai miei nipoti un Paese migliore di quando sono nata. Ma vedendo il contatore di questo blog che gira ll’impazzata e nessuno lo sa o lo vuole fermare, davvero credo che non ci sia speranza di miglioraci. peccato! C’è una bella parola che gira oggigiorno sulle bocche dei politici: federalismo vuol dire “responsabilità”: ma ci arriveremo mai in tempi brevi? Sono dell’idea che tutto questo bailamme sia sia stato nutrito dalla paura di dover realizzare questa parola. Nessuno vuole esercitare la responsabilità, forse pochi vogliono davvero uno Stato Federale. saluti

  19. Luca78

    Cosa significa “Lo dico da subito: ho procastinato, rimandato il problema delle tasse fino ad oggi, facendolo divenire ora il mio incubo”???? un’impresa è sana se sta nelle regole del mercato in cui opera, la discussione tasse SI tasse NO è forviante.
    Sono un piccolo imprenditore e credo che eludere le imposte non è un diritto ma un DOVERE di chi ama il nostro paese, di chi ama la propria impresa e di chi ha il senso pratico della vita e delle difficoltà di tutti i giorni, però pensare di fregarsene totalmente dei doveri verso la propria comunità è profondamente sbagliato, personalmente l’Italia mi ha dato L’OPPORTUNITA’ di realizzare il mio “sogno” di fare impresa, nonostante le mille difficoltà e le molte ingiustizie, ma è cmq un diritto che diamo per scontato ma cosi non dovrebbe essere.
    La domande giuste sono: quante tasse è giusto pagare???, quanti servizi e di quale qualità lo Stato riesce a fornire ai cittadini-contribuenti???.

    Quanto a molti lavoratori dipendenti che pensano di essere onesti riordo:

    1)L’I.V.A. è ha carico di chi compra un bene o servizio e vi assicuro che è un’IMPRESA farsela pagare.
    2)Lo Stato nel bene e nel male fornisce al lav.dip. un servizio, che voi chiamate DIRITTI, che un lav.autonomo si sogna( cass.integra.- mutua ecc.ecc)..ah un diritto non dovrebbe essere per tutti????
    3)A parità di reddito l’autonomo paga più tasse del dipendente.
    4)Chi fa impresa è una risorsa per la nazione, ad esempio può dare lavoro o cmq, mettendosi in gioco, toglie allo Stato l’incombenza di dargli un lavoro.
    5)Molte imprese devono competere con lav.dip. che fanno lavori in NERO come secondo lavoro, magari sfruttando i mezzi e le risorse delle imprese (spesso pubbliche) in cui lavorano.
    6)Sento gente che si fa male giocando a pallone con gli amici e poi dice che si è fatto male sul lavoro, questo non è frodare la collettività????
    e si potrebbe continuare cosi…
    L’autonomo ha MENO DIRITTI e PIU’ RESPONSABILITA’ del dipendente e di conseguenza dovrebbe pagare molte MENO TASSE.

  20. Nicola

    pagare tutti per pagare meno è lo slogan inventato dallo Stato e dai suoi scagnozi per aumentare gli sprechi e le mangerie a danno di noi cittadini. Quando la pressione fiscale arriva al 65% credo ci sia qualche problema da risolvere visto che neanche in Svezia si arriva a tanto con servizi comunque ben migliori dei nostri. Reagan lo dimostrò chiaramente che è vero il contrario, e cioè, prima si devono abbassare drasticamente le tasse e poi le entrate fiscali aumenteranno per il semplice fatto che le risorse che si libereranno nel mercato creeranno molta più ricchezza e quindi base imponibile.

  21. tommaso

    Caro Giannino,
    non ha notato nulla di strano nella lettera di questo ragazzo? Mi permetto di esprime qualche dubbio, sulla ingenuità dell’evasore, e mi spiego meglio:

    Ha detto di aver avviato la start-up, grazie hai fondi di un gruppo di Business Angel, ora poichè ho consapevolezza di ciò, mi domando, come mai nessun BA abbia notato che la società NON pagava le tasse? I Business Plan vengono analizzati attentamente, si valutano le idee e l’utile netto, quindi dopo aver assolto le tasse….c’è qualcosa francamente che non quadra nella descrizione fatta dal ragazzo…
    In più, mi permetto di dirLe, che creare la società di intermediazione all’estero sarebbe stato un gioco da ragazzi, soprattutto in Irlanda (paese che il ragazzo dice di conoscere bene), con un carico fiscale ovviamente impareggiabile…certo però che se avrà deciso di stabirla in Italia, deve aver avuto qualche motivo….se poi decide, non perchè ingenuo (ha studiato, ha girato il mondo, ha contattato a posteriori dei commercialisti), ma per volontà di non pagar le tasse, che concordo sono eccessivamente alte (io per primo ho sempre sostenuto che nelle città debba esserci un monumento all’evasore ignoto, e non scherzo)…mi domando come mai non ha provveduto PRIMA a contattare il commercialista o a chieder consiglio ai Business Angels che lo hanno finanziato??
    Non è cosi che si cambia un paese, sono un coetaneo del giovane evasore, anch’io credo che l’Italia sia stata distrutta dagli ultimi 20 anni di questa politica, ma le strade sono due: o si emigra, oppure si decide di “combattere” insieme ed efficacemente….non posso decidere si stare in Italia, fare impresa qui e poi fregarmene di cosa succede intorno a me, e non pagare le tasse!
    La ringrazio

  22. Andrea bertocchi

    Vorrei aggiungere un commento rivolto ai tanti dipendenti pubblici che si lamentano delle tasse: voi non pagate le tasse ma ricevete uno stipendio grazie a chi paga le tasse le paga DAVVERO. E’ lo Stato che sottrae soldi a chi lavora stabilendo quanti darne a voi. Che una quota di questi soldi venga definita arbitrariamente come “tasse” è un fatto irrilevante. Queste presunte tasse sono in realtà una partita di giro, una pura invenzione. Dunque, in merito al capitolo tasse, non avete minimamente voce in capitolo. E neache avete diritto di lamentarvi per lo stipendio troppo basso poichè nessuno vi ha obbligato a lavorare per lo Stato: se non vi sta bene lo stipendio cercatevi un lavoro che non pesi sulle spalle degli altri.

  23. tommaso

    Domanda, ma il post che avevo inserito, e che era apparso online, è stato censurato perchè non “in linea” con le opinioni dominanti??

  24. Luca Giammattei

    @Luca78
    Caro omonimo, mi permetto di correggerti, mentre e’ auspicabile essere chiamati tutti a pagare di meno, l’autonomo non deve invocare tale situazione per la sua condizione soggettiva (essere autonomo, avere maggiori rischi, ecc) e’ una giaculatoria che ha un poco stufato.
    Il livello di tassazione non mi risulta sia commisurato ai rischi professionali/economici/di vita che uno assume (altrimenti dovremmo dedurne che pure i dipendenti che fanno lavori usuranti o pericolosi dovrebbero fruirne) ma al livello di servizi che lo stato attraverso quelle risorse dovrebbe erogare, ergo a me starebbe pure bene non farti pagare le tasse, ma proprio niente, nux, nada, zero, purche’ tu non possa mandare i tuoi figli alla stessa scuola dei miei, tu non possa usufruire del mio stesso pronto soccorso, tu rinunci fin da ora a qualsiasi strumento di assistenza pubblica che tu possa ricevere un domani, allora si che potrai pagare di meno se non nulla, ma se tutte queste cose hanno un valore allora bisogna pagarle, poi siamo d’accordo (e te lo dice uno che l’anno scorso ha pagato il 55% del suo reddito in tasse) che occorre fare una battaglia politica e civile per farle calare le tasse e su questo sono nel mio piccolo impegnato pure io, tu oltre che lamentarti ed eludere cosa fai?

  25. Attilio

    Io vorrei lanciare una provocazione: ma se le tasse le pagassero SOLO i dipendenti? Come dire, chi crea impresa, chi crea lavoro è un benemerito della repubblica e va premiato. Del resto da già il suo contributo alla società ovvera crea occupazione. In sostanza è il concetto (stressato al massimo) di sgravi fiscali per chi assume. Del resto a Dublino c’è già un aliquota del 12,5% flat. Ecco qualcosa del genere magari non a zero ma mettiamoci nelle condizioni di attrarre investimenti esteri e imprese e non pensare agli imprenditori come qualcuno da spremere ma come una risorsa da valorizzare. Naturalmente con ciò non voglio giustificare l’evasione fiscale ma in qualche modo comprendo le ragioni di chi evade le tasse.

    Un’altra cosa che volevo chiedere è come si fa a mandare un proprio articolo?

  26. Massimo74

    Luca Giammattei :
    @Luca78
    Caro omonimo, mi permetto di correggerti, mentre e’ auspicabile essere chiamati tutti a pagare di meno, l’autonomo non deve invocare tale situazione per la sua condizione soggettiva (essere autonomo, avere maggiori rischi, ecc) e’ una giaculatoria che ha un poco stufato.
    Il livello di tassazione non mi risulta sia commisurato ai rischi professionali/economici/di vita che uno assume (altrimenti dovremmo dedurne che pure i dipendenti che fanno lavori usuranti o pericolosi dovrebbero fruirne) ma al livello di servizi che lo stato attraverso quelle risorse dovrebbe erogare, ergo a me starebbe pure bene non farti pagare le tasse, ma proprio niente, nux, nada, zero, purche’ tu non possa mandare i tuoi figli alla stessa scuola dei miei, tu non possa usufruire del mio stesso pronto soccorso, tu rinunci fin da ora a qualsiasi strumento di assistenza pubblica che tu possa ricevere un domani, allora si che potrai pagare di meno se non nulla, ma se tutte queste cose hanno un valore allora bisogna pagarle, poi siamo d’accordo (e te lo dice uno che l’anno scorso ha pagato il 55% del suo reddito in tasse) che occorre fare una battaglia politica e civile per farle calare le tasse e su questo sono nel mio piccolo impegnato pure io, tu oltre che lamentarti ed eludere cosa fai?

    Peccato solo che non si può rinunciare ai servizi e non pagare le tasse e temo che mai sarà possibile in quanto il vero fine della tassazione non’è quello della fornitura dei servizi ai cittadini,bensì il mantenimento di un apparato burocratico e parassitario in cui una parte minoritaria della popolazione vive alle spalle della parte della società che produce e lavora.
    Ricordiamoci cosa a tal proposito diceva un grande filosofo libertario francese come frèdèric bastiat oltre un secolo e mezzo fa:”lo stato è quella grande finzione in cui ognuno cerca di vivere sulle spalle dell’altro”.

  27. stefano

    @Luca Giammattei
    ecco, vedi, io non considero una tenia l’evasore, né te se è per questo.
    Considero tali i nostri cari amministratori pubblici, pro tempore o meno (e pro tempore in Italia è uno strano concetto).
    Leggevo giusto oggi che Fini si era comprato una macchinetta da 100’000 euri con i soldi di AN, prontamente restituita alla fondazione gestente i fondi dell’ex partito non appena sgamato dal Giornale.
    Salvo poi fare bei discorsi trombonici sull’etica. Come dire: facciamo i froci con il culo degli altri.
    Ecco, queste sono, con tutta evidenza, le tenie che abbiamo in Italia. Tenie che pretendono da noi il sangue, tutto e anche di più, che ci mandano le cartelle pazze più convenienti da pagare che da impugnare,che ci chiamano evasori fiscali, perché loro le tasse se le fanno comunque pagare da noi evasori. Il fatto, Luca, è che non dobbiamo guardare il dito, ma la Luna.
    Se il sistema non fosse indecente, d’accordo l’evasore di cui al post sarebbe un disgraziato. Ma purtroppo abbiamo un fisco vampiresco e maramaldo, un sistema fiscale che sembra scritto da qualche Drugo (di Arancia Meccanica). Lo Stato italiano così com’è, per dirla tutta, è degno di denuncia per reati contro l’umanità per come tratta buona parte dei suoi cittadini. Continuando su questa strada non ho dubbi che arriveremo alla guerra civile. Perché ogni bel gioco, prima o dopo, stanca. E ce n’è tanti con le palle strapiene.

  28. Pietro

    Io il mio business a 28 anni l’ho iniziato, a 30 l’ho chiuso e con le mie tasse o pagato al ladro che ha scritto:
    – la difesa
    – i servizi di emergenza
    – la sanita’
    – l’istruzione
    – etc etc…
    La qualita’ di questi ed altri servizi non vale la spesa, e cosi’ invece di insistere ho tentato di emigrare in Australia ma sono ancora qui. Certo avrei pagato meno se il ladro della lettera avesse pagato il suo. Magra conoslazione.
    Vero che lo start-up con troppe tasse (ingiustificate) e’ piu’ duro. Aggiungo che se si puo’ trovare un modo per pagare meno (o evadere il necessario fisiologico alla prosecuzione del business o per vivere), per me non e’ moralmente sbagliato. E possiamo discutere molto sulla politica fiscale, sull’etica, il liberismo o l’antistatalismo. Io mi considero antistatalista e liberista.
    Ma quello che ho letto fa schifo e il tizio spero lo becchino e gli facciano un mazzo tanto.

  29. Pietro

    PS
    Che poi, passata la rabbia, trovo che molto dell’intervento del tizio che si autodenuncia sia condivisibile. Sviluppo Italia mi ha fatto girare i maroni dal primo giorno in cui ho cercato di avere dei contatti.
    Il mercato e’ devastato da ingerenze dello stato, ad ogni livello.
    E quindi se questo tizio si autodenuncia perche’ frustrato dal non poter pagare le tasse, significa qualcosa.
    Pero’ penso a quelli che magari, a causa della sua concorrenza sleale, hanno chiuso.

  30. JohnnyHead

    Mi piace il post e la discussione che sta generando.

    Sono un praticante avvocato. Mi definisco antistatalista e liberista esattamente come Pietro qui sopra. Le tasse per il momento non le pago perché non vengo retribuito, ma sapevo che il gioco girava così già prima di incominciare per cui – per una serie di motivi – non mi lamento di nulla. Francamente non so se e quanto nero farò in futuro. No idea per davvero.

    Ciò premesso anch’io mi aggrego al coro di condanna verso l’anonimo. E’ vero che non ho la minima idea di quanto sia duro iniziare un’impresa, è vero che posso sparare sentenze con il sedere al caldo ed è vero che condivido in pieno le critiche mosse dall’autore allo stato italiano, ma a me per prima cosa hanno insegnato che il capitalismo liberale e il liberismo come filosofia si fondano INNANZITUTTO sulla responsabilità dell’individuo. E nell’articolo non ne vedo. Vedo voglia di emergere, di crescere e anche fare del bene al paese, ma non dormire la notte e continuare a non pagare le tasse non mi pare etico. E non sto parlando di facili morali. Il passaggio sui due commercialisti mi pare il pezzo più debole e confuso dell’intero articolo.

    Mi trovo spesso in grande difficoltà ad affrontare l’argomento resistenza fiscale perché, lo ammetto senza problemi, sono combattutissimo tra l’odio profondo per la fiscalità italiana e lo schifo altrettanto profondo per i furbetti, le scorciatoie e i vantaggi scorretti di mercato. Come decidere una volta per tutte da che lato cadere?

  31. Paolo

    Le grandi rivoluzioni sono sempre nate da una protesta fiscale, dalla rivoluzione francese a quella americana, passando per le Cinque giornate di Milano, dove i Savoia promisero alla borghesia lombarda tasse inferiori a quelle imposte dal regio governo austriaco ( tanto per rimanere in tema di celebrazioni nazionali). Oh i lombardi non sono proprio cambiati, pronti a tutto per il denaro…

  32. Gianfranco Curti

    Come non condividere? La cosa che mi fà più rabbia è che amo tanto il nostro Paese che lo vorrei tanto più giusto, più unito, più vivibile. Pochi parlano dello spaventoso rapporto tra Debito Pubblico e PIL e, sopratutto, non ho letto di possibili soluzioni.
    Io sono pensionato, pago le tasse, ho fatto impresa ed ho sempre pagato le tasse anche quando la mia Azienda non avrebbe dovuto, in ossequio alla regola non scritta che è meglio pagare, magari un pà più dell’anno precedente, per evitare fastidi. Detta così che differenza c’è tra le tasse ed il pizzo? Con queto Debito Pubblico si deve pagare le tasse e non c’è nessuna speranza di vederle ridotte. Certo che si pagherebbero un pò più volentieri se si avesse la certezza che serva ad un futuro migliore. La finisci qui perchè altrimenti ci sarebbe da scrivere un libro.

  33. Capisco e condivido quello che si dice nell’intervento. Ultimamente ho perso un ricorso sulla tassa dei rifiuti. Vivo in Veneto, e la tassa dei rifiuti viene assoggettata all’IVA.
    Questo non comporta difficoltà per chi ha partita Iva, perché l’iva riconosciuta sulla TIA effettua una partita di giro, ma è un’aggravio sul privato, come tanti, che non possono scaricarla. Morale, piuttosto che adempiere alla correzione ed effettuare i rimborsi a milioni di cittadini si è preferito effettuare una leggina ad hoc e tutti zitti a doverla pagare.
    Potrei continuare con altri esempi, ma non voglio usufruire di questo spazio egoisticamente. Sono per “l’espatrio felice” ma io ho problemi di salute, e mia moglie è contraria a questa soluzione, e perciò rimaniamo in Italia “obtorto collo”.

  34. Brunoangelo

    Non sono sicuro di aver capito i problemi imprenditoriali del Guest e non sono sicuro che abbia la mentalità che serve a fare l’imprenditore, ma mi accodo ad alcuni interessanti commenti per aggiungere le mie considerazioni di imprenditore anziano ma di prima generazione sul contesto attuale.
    L’unico motore del successo e della produzione del benessere è incontestabilmente e spontaneamente la meritocrazia nel sistema economico. L’Italia ne è la dimostrazione: non sarebbe altrimenti uno dei primi paesi manufatturieri al mondo, pur avendo scarse risorse naturali e una storia industriale di pochi decenni.
    Ma questo ha funzionato fino ad oggi, con generazioni di imprenditori nati e selezionati in anni post-bellici sobri, seri e competitivi.
    Dove il motore meritocratico perde colpi o non funziona affatto è quello delle strutture statali: chi può essere disposto a lavorare tutta la vita in un ufficio statale? Solo chi è meno dotato oppure chi è dotato ma accetta di non esprimersi.
    E se questo si applica alla scuola statale, quelli che dovranno far emergere i meriti (e individuare i talenti) di coloro che scriveranno il futuro del Paese non sono certo nè selezionati nè motivati su basi meritocratiche.
    Lo stesso per chi fa politica: chi sceglie di fare politica? ma soprattutto come si afferma? e come viene misurato? So che su questo terreno si rischia il semplicismo ingenuo, ma almeno occorrerebbe rimuovere i meccanismi perversi di autoreferenzialismo della politica.
    Forse stiamo entrando in una fase di decadenza secondo un ciclo che in passato è stato talvolta interrotto dalle rivoluzioni o dalle guerre. Da un reset, insomma.
    Stavolta il reset potrebbe essere di tipo economico, meno violento e percepibile ma necessariamente traumatico, e forse è quello che stiamo iniziando ad attraversare.
    Torno alle tasse. Sono un imprenditore nel settore industriale, che conosce bene i processi di selezione naturale e si conquista ogni giorno tutto quello che serve al successo dell’impresa.
    Pago tutte le tasse e le imposte solo perchè – come tutti – non voglio rischiare sanzioni e perchè quello che resta è più che sufficiente a remunerare il capitale investito; ma – come tutti quelli che sgobbano e rischiano – le pago malvolentieri perchè i miei soldi servono a pagare un sistema statale e politico troppo poco meritocratico per salvare – in questa epoca e ciclo – l’Italia dal declino.

  35. Corrado

    Fare impresa in Italia si può. Farla in modo corretto anche. Cercare scorciatoie non è plausibile né corretto per il libero mercato.
    Pagare le tasse è un DOVERE, senza fare sofismi o ragionamenti contorti: si pagano e basta. Che le tasse siano utilizzate male è altrettanto vero ed è sotto gli occhi di tutti. Ma il non pagarle non risolve la situazione, ma la peggiora solo (ed anche questo è sotto gli occhi di tutti). In democrazia, perchè ancora lo siamo e facciamo parte dei una cosa chiamata EU (seppur guardati di storto), si DEVE alzare la voce e fare valere le proprie ragioni in modo democratico, se no si diventa anarchia.
    Non ci si nasconda dietro ai problemi che ha avuto il ragazzo nella gioventù. TUTTI hanno avuto dei problemi sostanziali nella propria esistenza in qualsiasi parte del mondo, non per questo la gente ha smesso di fare impresa.
    In Italia fare impresa si può, ripeto, senza piangersi addosso e rimboccandosi molto le maniche. Basta volerlo fortemente e crederci, solo così si cambia lo status quo. Non fuggendo via dalle proprie responsabilità.

  36. roberto amati

    concordo su quasi tutto, in particolare sul discorso delle idee rubate da chi non le ha o non ha voglia di averle… a me è già successo molte volte. il problema è che non ho il denaro per realizzarle da me o non posso averlo a prestito dalle banche o da finanziarie perchè non sono un “soggetto bancabile”. è vero che l’Italia vista da fuori è orrenda e ogni giorno mi pento di averlo passato senza decidere di emigrare!
    detto questo, non pagare le tasse non è educativo per sè stessi. perlomeno, spero che una volta che la start-up sia ben avviata, provveda e con solerzia. e che non si ripeta in futuro, sennò diventa una furbata…

  37. Corrado

    A tutti quello che dicono che l’Italia é una sozzeria, dico: ricordatevi che l’Italia siamo tutti noi. Anche voi che dite che l’Italia é da buttare via. Rimboccarsi le maniche e cambiare lo stato delle cose con i fatti.
    Non volete farvi rubare un’idea: siate furbi: tenetela per voi! Usiamo la furbizia in modo corretto, non per non pagare le tasse o per piangersi continuamente addosso. Suvvia! Non siamo soggetti bancabili: facciamo di tutto per diventarlo. Le cose NON si ottengono lamentandosi! Ma facendo! Forza!!!!!

  38. Ma chi è così beota da pensare che pagare tutti significa pagare meno? L’unico limite alla voracità della bestia, è solo, ed esclusivamente, il limite di tassazione oltre il quale il gettito, invece di aumentare, diminuisce. Già perché il diavolo fa le pentole ma non i coperchi: a un certo punto, al punto in cui siamo intendo, aumentare anche solo di poco la percentuale di tassazione, significa deprimere l’economia e quindi ridurre gli incassi per l’erario. Solo questo egoistico interesse economico, è ciò che frena i politici da portare la tassazione a livelli ancora più assurdi.
    La spesa dello Stato è sempre e costantemente aumentata, e se adesso sembra che la sua corsa si sia appena un poco rallentata, è solo perché i politici, pur avendo un livello di intelligenza sotto la media, hanno capito che stiamo pericolosamente avvicinandoci al punto di non ritorno, cominciano ad avere paura. Si è vero il debito aggregato è inferiore di quello di altri paesi, ma l’Italia resta comunque un paese vulnerabile. E’ sufficiente che la speculazione rivolga un po’ di attenzione vero la nostra parte perché aumenti la spesa per interessi e all’improvviso, i nostri previdenti politici, scoprano che il debito pubblico italiano è diventato ingestibile.

    No davvero, non serve pagare tutti per pagare meno. Servirebbero persone come quella che ha scritto questo articolo, servirebbero persone con le palle, servirebbero persone che sappiano ribellarsi a una condizione che è diventata di vera e propria schiavitù.

    Ma a questo punto non stiamo più parlando di Italia, stiamo parlando di utopia: un po’ come se sperassimo che i politici i

  39. Sono perfettamente d’accordo con tutti coloro che ritengono sacrosanto evadere ed eludere le tasse in Italia o andarsene a produrre all’estero.

    Quando uno stato impone tassazioni del 50-60% sui ricavi di chi lavora, siano essi autonomi o dipendenti, compie letteralmente un furto legalizzato.

    La classe politica e la dirigenza pubblica italiane, corrotte, parassite e inefficienti, per autosostenersi, sono diventate un Moloch predatore.

    Di fronte a cio’ un lavoratore ha tre possibilità :

    – trasferirsi per sempre all’ estero;

    – autodifendersi, cercando di eludere ed evadere come e dove puo’, al fine di sopravvivere

    – rinunciare a lavorare, per sottrarsi alla vessazione.

    Io appartengo alla terza categoria : rinuncio a esercitare una professione che, pur consentendomi di avere elevati ricavi, mi porterebbe a lavorare, per sette-otto mesi all’anno, non per me, ma per lo stato e per quella pletora indecorosa di parassiti che lo stato alleva in seno.

    Preferisco vivere in economia, consumando piano piano il mio piccolo capitale, in attese di ricevere una modesta pensione che probabilmente non mi restituira’ tutto cio che sono stato obbligato a versare all’INPS (a meno che io non sopravviva fino a 120 anni!).

    Mi meraviglio ogni giorno per quei professionisti e per quei piccoli e medi imprenditori che continuano a tenere in piedi le loro attività e a farsi depredare dal fisco, pur potendosi ritirare in qualche paradiso fiscale e vivere di rendita.

    A loro dico: tirate giu’ la clear, licenziate tutti i dipendenti e lasciate che questa Italia vada in malora, come merita !

    Invece, a tutti i sostenitori del “…pagare le tasse e’ giusto e bello perche’ lo Stato ci ricambia con i servizi…” dico : provate a fare il seguente conto.

    Calcolate quante tasse dirette e indirette e contributi previdenziali pagherete allo Stato nel corso della vostra vita e vi accorgerete che si tratta di parecchie centinaia di migliaia di Euro.

    Ad esempio, un dipendente che riceve mediamente 1500 euro netti in busta paga, in trent’anni di lavoro ne versa almeno 500000 (mezzo milione !) allo Stato.

    Se quei soldi fossero lasciati nelle sue tasche e potessero sommarsi a quel misero stipendio netto che gli viene attualmente concesso, quel dipendente potrebbe tranquillamente:

    – stipulare una assicurazione sanitaria piu’ che dignitosa
    – mandare un figlio in uno dei migliori college europei
    – costituirsi nel tempo una pensione privata
    – pagare tutti gli altri servizi di cui usufruisce (trasporti, cultura ecc.)

    Per concludere : aprite la mente cari contribuenti italiani !

    Siete solo dei sudditi di un principe tiranno e vessatore che cerca di infinocchiarvi con i bei discorsi dei suoi politici sedicenti “progressisti”.

    Ribellatevi anche voi e lasciate che questo Stato vada a rotoli !

    Poi ne faremo uno nuovo la cui Costituzione avra’ solo due articoli:

    art. 1 – Sono abrogate tutte le leggi del defunto Stato italiano.
    art. 2 – Vengono adottate tutte le leggi del Principato di Monaco.

  40. nicola

    Partendo da’ un logico e semplice ragionamento; noi siamo italiani e dalla nascita abbiamo firmato un contratto con lo stato..noi “paghiamo” e lui ci serve!! a me sembra pero’ che non stia andando precisamente così!! a me sembra che noi paghiamo e loro,cioè le istituzioni partendo dalle piu’ importanti all’ultimo “timbracarte”, ne fanno un uso un po’ diverso.Praticamente”paghiamo il biglietto e non vediamo lo spettacolo!!”
    Anzi siamo obbligati a pagarlo che è peggio.
    Quello che per me è estremamente ridicolo è che continuano con il raccontarci di evasione,elusione,gente che ha messo via miliardi e li chiamano “evasori totali”…
    ma sono tutti eremiti questi “evasori totali”??
    Ma avete mai fatto il calcolo di quello che pagate di tasse indirette (si dice così se non sbaglio) da quando aprite gli occhi al mattino fino alla sera che,se Dio vuole,andate a letto?? acqua,corrente,gas,carburante,bolli,telefono,generi alimentari e sfizzi vari??
    Tutte hanno iva e altre diavolerie chiamate tasse!!Chi non fa’ uso di questi servizi?? solo un eremita!! Pensate,oggi, i santi sarebbero degli “evasori totali”!!
    Allora fate due conti su cosa “incamera” il nostro amato sistema fiscale al giorno…piu’ le tasse regolari,quelle alla fonte e altre!! e quante ne hanno incamerate in tempi non sospetti…. e non basta ancora.
    Poi si parla tra’ i vari discorsi del “NERO”…. che se è anticipata dalla parola gatto fa’ toccare a tutti i maschietti le “parti intime”!!
    Il “nero” ha fatto sopravvivere intere generazioni di piccole e medie imprese e i loro dipendenti per anni,come? chiederebbero i soloni che abbiamo al governo… tutte le ore straordinarie fatte,”premi produzione”,mance e mancette erano tutte pagate in nero,praticamente una specie di dividendo tra’ i dipendenti e la proprieta’.
    Con quei soldi,che alcune volte erano tanti quanto lo stipendio regolare,intere generazioni hanno fatto acquisti importanti,casa,auto,mobili,vacanze e hanno mandato all’universita’ i figli e certe volte anche nipoti.
    Le domande che ora mi faccio sono;
    Ma facendo così non facevano girare il mercato interno??
    Ma facendo così non facevano lavorare tutti i settori??
    Ma facendo così chiunque avrebbe aumentato il proprio fatturato e pagava piu’ tasse … visto che il fatturato d’acquisto aumenta in proporzione con le vendite??
    Sapete che vi dico!! sto’ “nero” è proprio una truffa… si rischia che tutti stiano un po’ meglio e che lavorino anche…. non è giusto!!
    Ho 43 anni..sono uno sfortunato possessore di partita iva,è anni che non riesco a mettermi via un euro,pagando tutto e tutti…ho capito che 3 sono le cose che una persona onesta ha da’ pagare i dipendenti,i fornitori e lo stato…ma uno dei 3 momentaneamente è inutile!! lascio a voi la risposta..io ho gia’ deciso!!
    Ultima considerazione,a me sembra di avere a che fare con un medico che non riesce
    a capire di che malattia è affetto il paziente,non sa’ che cura applicare.. o non vuole sapere che cura applicare per nascondere qualcos’altro!!
    Con questo volevo dirvi che piu’ che sbraitare,piangere ect ect….bisogna fermare questo sistema arrogante e vigliacco che ci è imposto con soluzioni che partono dal basso..cioè da chi lavora!!

  41. Volevo ringraziare di cuore l’autore di questo j’acuse che delinea il sentimento che accomuna molti italiani e che descrive alla perfezione l’amore/odio che un qualsiasi italiano che si sia veramente “sbattutto” per dare lurto al proprio paese attraverso il successo personale può provare verso un paese che non “coccola” le sue punte di diamante.

  42. claudio

    Non c’è la faccio più. Sono un ladro o un evasore è uguale, ho una casa ipotecata per redditi presunti per oltre ma molto oltre 100.00 euro, cifra che non vedrò e non ho mai visto. Non ho la 13°ma, non ho le ferie, qui pochi soldi che non avanzano li si usa per il furgone, gli atrezzi, gli strumenti, l’antinfortunistica, e così questo bel giochino va ad aumentere i redditi presunti, poi anni fa mi dicevano: “fai il leasing”, gli ho fatti mi sono svenato ed alla fine anche questo contribuisce ad aumentare le tasse. Vai poi a dimostrare che li usi una tantum. Ho molto lavoro e sono abbastanza apprezzato per quello che faccio, ma non basta, ed è evidente che non investirò più un soldo. Altri colleghi e tanti, stanno subendo per 5\10\15\30 mila euro o più, e questo è mettere le mani nelle tasche degli italiani.
    adesso basta qualcuno faccia qualcosa cristo!
    Uniamoci, blocchiamo una autostrada, facciamo uno sciopero fiscale così come in francia iniziò la rivoluzione.
    Chiuderò la ditta e starò a guardare le entrate come crolleranno.
    Ma vi guardate in giro quanti capannoni con cartelli vendesi o affittasi?
    Dovrei scappare ma dove?
    Anzi prima di scappare voglio vedere questo paese in ginocchio.
    Non mi drogo, non vado a puttane, non fumo, non gioco, eppure sto aspettando che arrivino i carabinieri.
    Scusate lo sfogo confuso.
    saluti e il Dott Giannino come ministro economia.

  43. Luca

    Ecco oggi è proprio la giornata giusta perché ne vengo dalla banca, ormai esattore, per pagare l’acconto irpef su redditi che presuntivamente conseguirò quest’anno e su cui ho giò l’ordinaria trattenuta d’acconto alla fonte del 20% secco senza considerare i costi deducibili ecc. ecc.
    Si oggi è proprio la giornata giusta per leggere il predicozzo del ventisettenne che per soli 2 anni non ha dato una fava a questo Stato perchè lo Stato non gli ha dato niente.
    E’ il giorno giusto perchè così mi posso sentire più stronzo di quello che mi sentivo ieri o il mese scorso quando finito all’ospedale per un sinistro stradale (e con la sola preoccupazione di poter tornare il più presto possibile al lavoro perchè le scadenze non mi aspettano) un solerte inetto da me stipendiato tramite irap non ha trovato niente di meglio da dirmi che a 34 anni, una moglie disoccupata causa crisi e assenza di santi in paradiso e un figlio di 4 anni a carico, con ogni probabilità avevo un tumore ai polmoni.
    Un mese di angosce e preoccupazioni non proprio leggere (come sopravviveranno visto che il mio sistema pensionistico – cassa privata – ben difficilmente riconoscerà loro qualcosa di dignitoso nonostante abbia sempre pagato tutto fino all’ultimo centesimo?) per poi scoprire grazie a un esame molto più approfondito (ovviamente a pagamento) che, ohibò, il tumore non esiste, ma avevo 4 costole rotte nell’incidente.
    Ecco si oggi è proprio il giorno giusto perché se c’è qualcuno che ha i le scatole girate nei confronti di questo schifo di Stato che se mi offre qualcosa è un misto di arroganza, incompetenza e stupidità all’ennesima potenza … beh questo sono proprio io.
    Mio caro evasore cosa vuoi che ti dica? Ti devo dire bravo?
    Per quanto mi riguarda me ne frego del tuo evadere, così come, ovviamente, me ne fregherò se e quando l’agenzia delle entrate ti presenterà il conto.

  44. Mauri Milano

    Luca Giammattei :
    @Luca78
    Caro omonimo, mi permetto di correggerti, mentre e’ auspicabile essere chiamati tutti a pagare di meno, l’autonomo non deve invocare tale situazione per la sua condizione soggettiva (essere autonomo, avere maggiori rischi, ecc) e’ una giaculatoria che ha un poco stufato.
    Il livello di tassazione non mi risulta sia commisurato ai rischi professionali/economici/di vita che uno assume (altrimenti dovremmo dedurne che pure i dipendenti che fanno lavori usuranti o pericolosi dovrebbero fruirne) ma al livello di servizi che lo stato attraverso quelle risorse dovrebbe erogare, ergo a me starebbe pure bene non farti pagare le tasse, ma proprio niente, nux, nada, zero, purche’ tu non possa mandare i tuoi figli alla stessa scuola dei miei, tu non possa usufruire del mio stesso pronto soccorso, tu rinunci fin da ora a qualsiasi strumento di assistenza pubblica che tu possa ricevere un domani, allora si che potrai pagare di meno se non nulla, ma se tutte queste cose hanno un valore allora bisogna pagarle, poi siamo d’accordo (e te lo dice uno che l’anno scorso ha pagato il 55% del suo reddito in tasse) che occorre fare una battaglia politica e civile per farle calare le tasse e su questo sono nel mio piccolo impegnato pure io, tu oltre che lamentarti ed eludere cosa fai?

    DOVE SI FIRMAAAAAAA!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!
    Rinuncio subito alla pensione (tanto pago e non prendero’ mai nulla piuttosto mi metto via 500 euro al mese sotto il materasso :)).
    Poi perche’ non fanno una specie di tessera con i servizi che paghi? che ne so’ autostrade 50 euro (e’ solo un’esempio).
    Te lo dico io perche’ non lo fanno, perche’ cosi ci rendono loro SCHIAVI e io sono STIUFO MARCIO di lavorare per tutti questi parassiti!

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