Concorrenza: c’è ancora tanta strada da fare. Non solo per la legge annuale
La strada della legge annuale della concorrenza è appena iniziata: per quanto autorevole nella fonte, il percorso che la porterà a diventare un provvedimento vincolante è ancora lungo. E incerto.
L’attenzione e l’analisi che l’Istituto Bruno Leoni gli ha dedicato tengono conto, naturalmente, del fatto che il testo potrà perdersi per i rami parlamentari, uscirne diverso, magari stravolto.In teoria, lo sforzo compiuto dal governo, anche volendo prescindere dal contenuto del disegno, è ancora molto teorico, potendo accadere ancora tutto perché nulla accada.
Fosse anche di facciata, va dato atto a questo governo di aver preso sul serio l’impegno derivante da una legge del 2009. Un impegno che chi governa potrebbe anche rispettare in altri modi, ricordandosi cioè di promuovere e tutelare la concorrenza in maniera trasversale rispetto all’agenda politica, ma comunque un impegno che esiste, dacché esiste una legge che lo prevede.
Nel progetto, come noto, riforme importanti – tanto nell’impatto quanto nel significato anche simbolico – sono andate perse. Restano questioni di un qualche rilievo in materia di professioni, energia e fondi pensione, più tiepidi gli interventi su servizi sanitari e poste, di difficile inquadramento concorrenziale quelli su assicurazioni, banche e comunicazioni.
Ma la strada, si diceva, è ancora tutta da percorrere.
L’Istituto Bruno Leoni seguirà naturalmente l’iter parlamentare del ddl. Se il testo sarà portato a compimento con poche modifiche, si potrebbe anche prevedere una modifica ad alcuni risultati del nostro Indice delle liberalizzazioni. Ma soprattutto, l’Istituto continuerà a leggere l’obiettivo espresso della legge annuale per la concorrenza di “rimuovere gli ostacoli regolatori, di carattere normativo o amministrativo, all’apertura dei mercati, di promuovere lo sviluppo della concorrenza e di garantire la tutela dei consumatori” come un fine da tenere sempre a mente per il legislatore.
Per questo, il giudizio che abbiamo riservato al disegno di legge è piuttosto positivo, perché quello che non c’è, la parte più consistente di quello che occorre fare, non ci aspettiamo che possa essere contenuta in un provvedimento annuale di aggiustamento, quanto che sia, sperabilmente, il frutto di un impegno sistematico e coerente col resto delle scelte politiche e, per i capitoli più consistenti, ben ponderato.