Compiti 2010-2: una diga alla rivincita redistributiva
Non è solo nella teoria del mercato e del regolatore pubblico, che occorre porre nuovi paletti tentando di martellarli ben in profondità nella sabbia che oggi c’è sotto i nostri piedi. Serve una visione più ampia. Essere cioè disposti a battersi con grande compostezza ma cocciuta determinazione contro l’altro mito che della rivincita del regolatore pubblico è in realtà padre e incubatore da sempre: la priorità della redistribuzione – del reddito, dei beni e dei servizi – rispetto alla loro offerta secondo princìpi di libertà e vantaggio privato.
Da sempre la trappola che l’apparente ragionevolezza oppone all’intransigente opposizione al mito redistributivo consiste nella seducente formula del “giusto mezzo”. La più affabile e misurata ragionevolezza oppone nel dibattito pubblico la propria terza via come un’alternativa molto più utile ed efficace di quelli che vengono spesso presentati come due opposti estremismi, la redistribuzione collettivista spinta all’eccesso, e l’utile dei privati spinto al parossismo. Quest’ultimo diventa sinonimo di avidità personale, indifferenza ai destini individuali e sociali di chi ha meno, darwinismo pubblico, legge della giungla basata sul principio della mera sopravvivenza del più forte.
Per opporsi con successo a tale paralogismo occorre apparire nel dibattito pubblico altrettanto se non più misurati nel sostegno della nostra tesi, ma senza mai cedere di un millimetro sul punto di fondo: aprire ciò che appare un ragionevole spiraglio alla “giusta redistribuzione” significa inevitabilmente cedere all’idea che spetti solo alla politica, allo Stato e cioè ai soggetti che protempore lo “occupano” in nome dei propri interessi come ci insegna Public Choice, fissare di volta i volta i labili confini verso l’alto e verso il basso entro i quali l’obiettivo e gli strumenti redistributivi distorcono, comprimono e snaturano capacità, utilità e propensione alla libera offerta di beni e servizi in nome del vantaggio privato. Utili argomentazioni a tal fine in questo paper di Alberto Alesina, Guido Cozzi e Noemi Mantovan, nel quale si mostra come Paesi coeteris paribus possano conoscere sentieri di crescita assai diversi nel caso in cui prevalgano per lungo periodo ideologie redistributive rispetto a quelle del vantaggio privato.