Commissioni tributarie: la lotta di classe del governo – Parte I – di Manuel Seri
Riceviamo e volentieri pubblichiamo da Manuel Seri, Presidente del Movimento in difesa dei lavoratori autonomi.
1. Composizione delle commissioni tributarie
La recentissima manovra del Governo (D.L. 98/2011, cd. “finanziaria estiva”) ha introdotto l’incompatibilità a far parte dei collegi giudicanti delle Commissioni Tributarie per tutti gli iscritti agli Albi professionali e per i loro coniugi, conviventi, parenti fino al terzo grado o affini in primo grado con perdite gravissime sotto il profilo sia intellettuale, sia di esperienza maturata , nell’ambito di una materia come quella tributaria che è estremamente complessa e che richiede una preparazione non solo giuridica, ma anche tecnica, contabile, economica ed aziendalistica come quella propria di alcune Professioni economico-giuridiche (cfr. art. 39).Il modello ideale dovrebbe essere costituito da un Magistrato (garante dell’applicazione imparziale della Legge), da un Avvocato (garante delle prerogative della difesa) e da un Commercialista (garante della corretta applicazione delle discipline contabili, economiche, di bilancio, aziendalistiche e di gestione delle varie modulistiche). Per effetto della manovra sarà sostituito da un “ibrido” formato prevalentemente da Magistrati (sostanzialmente Impiegati di elevato livello, normalmente digiuni da esperienze diretta nelle materie interessate dall’obbligazione tributaria, contribuenti a reddito fisso e oltretutto pagati dallo Stato del quale l’Agenzia delle Entrate costituisce la longa manus che procura le risorse finanziarie necessarie), magari affiancati da Pensionati o da Dipendenti dello Stato o da ex Militari della Guardia di Finanza o da Insegnanti di materie economiche o giuridiche; difficilmente un collegio così formato potrà avere la giusta sensibilità e (con tutto il rispetto) la competenza adeguata per affrontare le complessità della materia tributaria e garantire una vera Giustizia tributaria … a meno che lo Stato non si preoccupi di apprestare una idonea e senz’altro dispendiosa attività di formazione specifica che comunque resterebbe sempre sul piano teorico. È peraltro quanto mai curioso che, se quei Signori (Magistrati, Pensionati, Dipendenti dello Stato, Insegnanti, …) dovessero avere un prossimo congiunto iscritto ad un Albo, la Loro affidabilità resterebbe comunque integra!!!
La manovra rivela dunque una vera e propria dichiarazione di sfiducia preconcetta verso tanti Professionisti di provata capacità, affidabilità, serietà ed imparzialità che per lustri hanno, pressoché gratuitamente, assolto al compito di gestire la Giustizia tributaria con pronunce spesso pregevoli nei contenuti anche giuridici (basta consultare una qualunque rivista specializzata o raccolta di giurisprudenza di merito per sincerarsene); di conseguenza, l’ampliamento indiscriminato e generalizzato delle incompatibilità è del tutto ingiustificato e persino oltraggioso per i tanti Componenti effettivi delle attuali Commissioni Tributarie e per gli appartenenti agli Albi che, dopo aver onorevolmente e gratuitamente servito la Giustizia tributaria, sono diventai inaffidabili per presunzione di legge assoluta. Davvero un bel ringraziamento!!! Chissà se anche i nuovi componenti (Magistrati, Pensionati, Dipendenti dello Stato, Insegnanti, …) continueranno a far parte delle Commissioni Tributarie quasi gratis?!?
Oltretutto non si capisce come la nuova norma sulle incompatibilità possa convivere con quelle disseminate nell’ordinamento processuale che consentono a quegli stessi iscritti agli Albi e/o ai loro familiari l’assunzione di funzioni giudiziarie importantissime quali quelle dei Giudici di Pace, dei Giudici Onorari, dei Vice Procuratori Onorari e perfino i Giudici Popolari: la loro affidabilità è riconosciuta in tutti i campi dell’ordinamento giuridico, eccettuato solo quello tributario?!? Chissà per quale motivo.
Se davvero fosse lecita la presunzione legale assoluta che in materia tributaria esiste un latente conflitto di interessi che tenderebbe a favorire la posizione del Contribuente, allora deve essere altrettanto lecito presumere che lo stesso conflitto di interessi sussiste quantomeno per i Magistrati e i dipendenti dello Stato nei confronti dell’Amministrazione finanziaria che procura le risorse necessarie per pagare i loro emolumenti!
E allora l’epurazione avviata non dovrebbe finire qui.
scopo della manovra sembra essere il rendere inefficace il ricorso tributario. aggiungo che gia’ ora le commissioni non sprizzano competenze legali e tributarie e gia’ ora i componenti delle stesse sono pagati dallo stato/agenzia. ricordo che senza un sistema tributario equo e funzionante non ha senso di esistere uno stato. saluti incxxxxti.A
qqqqquoto Paolo.
E aggiungo
Tremonti e i tassaioli pensano che anche questa volta la passeranno liscia. Secondo me si illudono. A sentire in giro l’opinione della gente, non ne ho ancora trovato uno che non sia fuori dai gangheri.
Hanno sparso la benzina, ora basta una scintilla.