7
Nov
2012

Clientele e lacciuoli – di Riccardo Cappello

Riceviamo e volentieri pubblichiamo da Riccardo Cappello.

Il ripetersi degli scandali che si sviluppano con identiche modalità, seguendo sempre lo stesso copione e con una rete di connivenze trasversale evidenzia come sia saltato il “quadro di riferimento” e che, per ricostruirlo, sia necessario un intervento organico e coraggioso.

Ogni riforma settoriale non solo è inutile ma può, addirittura, rivelarsi controproducente perché, per il principio dei vasi comunicanti, i benefici di un settore potrebbero tradursi in un danno per altri settori anche non direttamente interessati. L’economia, infatti, è un sistema unico di parti funzionalmente collegate che devono muoversi in modo armonico per consentire ad ogni singola parte di sviluppare le sue potenzialità contribuendo, così, al benessere collettivo. Così, ad esempio, ogni semplificazione passa attraverso la riduzione delle funzioni degli ordini professionali.

I troppi vincoli, le autorizzazioni, le procedure burocratiche soffocano la crescita dell’occupazione, fanno lievitare i prezzi e tengono gli investitori stranieri lontani dalla penisola.  Sono passati decenni da quando Guido Carli lamentava “i lacci e lacciuoli che impastoiano l’economia italiana” senza che nulla cambiasse.

Da allora, la discrezionalità politica ha abbandonato il contraente debole costringendolo a rivolgersi ad un professionista, affrontandone i costi, anche per attività in cui non serve la professionalità. Le imprese, secondo un’indagine Unioncamere, sostengono annualmente oneri burocratici per oltre 10 miliardi di Euro per adempimenti amministrativi, atti e procedure in cui, per legge, è imposto l’intervento di un professionista con costi che non hanno altra finalità se non quella di distribuire soldi ad una categoria sottraendoli alla collettività ed alle imprese.

L’ordine forense si è opposto alla legge sull’indennizzo diretto, all’accorpamento dei Tribunali minori, alla Mediazione obbligatoria, all’abrogazione delle tariffe ed allo sportello unico definendo grave “la prospettiva di accordi tra imprese e P.A. per assicurare l’accelerazione degli adempimenti”. Così mentre per contestare una multa avanti il Giudice di Pace, è imposta per legge l’assistenza di un iscritto all’albo non è necessaria alcuna iscrizione per patrocinare avanti il Tribunale Penale Internazionale de L’Aia.

La politica, a dispetto del suffragio universale, sostituisce l’accordo con le categorie alla volontà popolare ed all’interesse generale, per cui ogni gruppo cerca di accaparrarsi la maggior quota possibile di sovranità da gestire “a vantaggio della propria consorteria, degli amici e degli amici degli amici” ai danni dei cittadini, della collettività e della competitività del Paese.

In tale contesto i privi di appartenenza non hanno alcun potere contrattuale e, come nel terzo mondo, sono costretti a cercarsi “un padrino”, per non restare esclusi per sempre. Cambiando il nome degli eletti il Paese non cambia e continuerà a viaggiare in una metropolitana sotterranea fin quando qualcuno, spezzando l’assetto clientelare, non apra le vie d’uscita ostruite dal consociativismo.

Riccardo Cappello è avvocato e autore de Il Cappio

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4 Responses

  1. Mike

    E’ in atto una “controriforma” della professione forense, che non fa onore all’avvocatura. Un arroccamento a difesa di assurdi privilegi corporativi proprio nel momento in cui la nave della giustizia affonda e con essa l’economia del paese. Il tutto con l’aiuto involontario della Corte costituzionale, che ha bocciato la mediazione obbligatoria. Mutuando la battuta di un celebre film, mi verrebbe da esclamare: “Sono incazzato nero e tutto questo non lo sopporto più!”.

  2. Valerio Lucchinetti

    @Riccardo Cappello
    Mi p.f chiarisce quel punto ove dice: “L’Ordine forense si è opposto…definendo grave “la prospettiva di accordi tra imprese e P.A. per assicurare l’accelerazione degli adempimenti”. Sono totalmente estraneo al settore ma la cosa mi ha fatto sobbalzare sulla sedia.

  3. TERZO STATO

    La cronaca giorno per giorno degli sbagli fatti e di quelli che si continuano a fare sta diventando solo un esercizio masochistico. Serve una rivolta dei ceti produttivi, dei dipendenti privati, dei giovani senza lavoro e raccomandazioni.
    Per:
    Ridurre il personale a libro paga dello stato
    Ridurre stipendi e pensioni sopra soglia
    Ridurre lo stock del credito con la vendita del patrimonio
    Razionalizzazione e controllo della spesa con l’agenzia delle uscite
    Riduzione drastica delle imposte di PMI, Autonomi e loro dipendenti.
    Azzeramento dei costi fiscali per chi investe in Italia e per chi da altre zone d’italia investe al Sud.
    Morte al Tiranno Morte allo stato ladro!

  4. William

    Vorrei comprendere anche io, come Valerio Lucchinetti, da dove è stata estratta quella citazione…

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