Cinesi a rischio scottatura in Puglia — di Lucia Navone
Riceviamo e volentieri pubblichiamo da Lucia Navone.
Il sole in Puglia è feroce e, se preso in abbondanza, può fare molto male. Se poi, ad esporsi ai raggi, sono dei cinesi, è ancora più pericoloso: ci si può scottare o, addirittura, rischiare un’insolazione pesante.
Ed è proprio quello che in questi giorni d’estate – mentre migliaia di turisti si sollazzano sotto i raggi pugliesi – sta accadendo alla cinese Suntech, azienda leader mondiale del solare (quotata al Nyse) che nel 2011 ha realizzato circa il 45% del suo fatturato (3,1 miliardi di dollari) nel Vecchio Continente.
Un colosso, fondato nel 2001 da un imprenditore nato cinese, ZhengrongShi (noto come “dr. Shi”), che nel mondo ha installato una potenza complessiva di oltre 5 GW (circa 20 milioni di pannelli) e che oggi sembra essere incappato in una truffa colossale da 554 milioni di euro in falsi titoli di Stato tedeschi.
Palcoscenico della frode, la Puglia, dove Suntech negli ultimi due anni ha costruito decine di megawatt di impianti a terra investendo un fiume di denaro. Denaro arrivato direttamente dalle casse della China Development Bank che, nonostante il fondo di private equity italo cinese Mandarin Capital Partners avesse cercato di dissuaderli, valutò positivamente l’investimento, forte anche dell’appoggio di politici italiani, sia nazionali che locali.
Il deal fu realizzato attraverso il fondo Solar Puglia II controllato all’80% da Global Solar Fund (Gsf), società creata appositamente per investire nel Sud Italia, garantito però da bund tedeschi inesistenti. In una conference call lo scorso 30 luglio il colosso cinese ha accusato il manager del fondo Gsf, lo spagnolo Javier Romero (che ne possiede il 10% e che fino al 2008 ha lavorato per Suntech come rappresentante non esecutivo in Spagna), di aver falsificato le obbligazioni.
“È un imbroglio pazzesco, tutto cucinato in salsa cinese, figlio della superficialità con la quale spesso le aziende cinesi investono in giro per il mondo”, ha dichiarato Alberto Forchielli, presidente di Mandarin Fund, in un’intervista all’AGI dove però non manca un pizzico di italianità. I cinesi in Puglia ci sono arrivati grazie agli accordi siglati nel 2010 tra il Governo Berlusconi e il premier cinese Wen Jiabao, oltre alla successiva compiacenza degli amministratori locali nell’accoglierli e nel concedere autorizzazioni per costruire gli impianti.
Se poi ci mettiamo anche un po’di ingredienti spagnoli (Javier Romero, insieme ad altri è stato accusato dai gip di Brindisi di aver falsamente attestato la conclusione dei lavori entro la fine del 2010 al fine di percepire 10 milioni di euro di incentivi prima del successivo taglio), ecco servito un piatto di tutto rispetto. Un bel minestrone dal sapore amaro per gli azionisti di Suntech che si sono visti ridurre del 40% il valore del titolo e che oggi negli Stati Uniti stanno promuovendo delle class action.
Sapore amaro – che dopo due anni è diventato un tantino acido – anche per gli italiani che hanno pagato fior di incentivi per degli impianti fotovoltaici non “Made in Italy”(i turcinieddhri pugliesi si sono tramutati in involtini primavera grazie a una politica che preferisce attrarre investitori e garantire ritorni interessanti piuttosto che tutelare le eccellenze dei propri territori).
Del resto, gli illeciti legati alla costruzione e all’autorizzazione degli impianti del Global Solar Fund (tra cui Tecnova e altre società satelliti), in Puglia sono cronaca quotidiana. I giornali locali hanno dedicato intere pagine alle indagini della Procura di Brindisi e ai diversi capi di imputazione: truffa a danno dello Stato (spagnoli e italiani frazionavano gli impianti, presentando semplici dichiarazioni di inizio attività, sufficienti per potenza pari o inferiore a un megawatt.), riduzione in schiavitù dei lavoratori (centinaia e centinaia di extracomunitari costretti a lavorare senza sosta per poter ultimare gli impianti e accedere agli ultimi incentivi prima della riduzione avvenuta poi nel 2011), oltre a uno scempio incontrollato del territorio (1500 sono gli ettari di terreno “destinati” alla produzione di energia pulita).
Una vicenda intricata, ancora tutta da chiarire, che potrebbe portare alla nazionalizzazione del colosso cinese (al 31 dicembre scorso era gravato da debiti a breve per 1,3 miliardi di euro). Insomma, per ripianare il buco da 560 milioni la Suntech ora non avrebbe altre alternative che emettere un nuovo bond, sottoscritto interamente dallo Stato cinese.
Se Suntech dovesse essere nazionalizzata o fallire, sorge spontanea, tra le altre, una domanda: che ne sarà di quelle migliaia di pannelli messi a terra (alcuni piantati con dei supporti di cemento così da lasciare un segno indelebile sui terreni di Negramaro) e chi si occuperà di smaltirli?. Al momento la società nega di aver avuto come dipendente Javier Romero e nessuno sa che fine farà il Global Solar Fund. Forse la politica sta già pensando a un Consorzio pubblico – o a delle leggi costruite ad hoc per sanare la situazione – per disfarsi di tutto quel silicio e liberare finalmente il territorio riportandolo a quel luogo incontaminato, raccontato dalle leggende di Ovidio, Nicandro e forse anche Aristotele.
Per ora il caso è solo all’inizio e nei prossimi mesi il Governo cinese si giocherà il tutto e per tutto per salvare la propria reputazione e le proprie scelte in materia di energie rinnovabili. Al varco li aspettano, oltre agli azionisti di minoranza di Suntech, il crollo dei prezzi dei moduli e le iniziative antidumping che gli americani stanno portando avanti da mesi e che gli europei stanno seguendo a ruota.
Nel frattempo si tratterà di capire quanti sono realmente gli impianti alimentati dai raggi pugliesi perché sono comunque una garanzia su cui il produttore cinese può contare.
Il debito deve essere ripianato entro marzo 2013 e i Tribunali americani non aspettano certo che il sole torni a brillare.
così imparano a copiare i nostri brevetti…. tiè….. benvenuti in italia!
@Giordano
La Cina non rispetta la proprietà intellettuale? E’ vero. Ma copiare, imitare, emulare è la benzina del progresso umano, sia che si parli di individuo, sia che si parli di società.
Mille anni fa l’impero celeste, nell’illusione che proteggendo i propri segreti avrebbe protetto il proprio benessere, ha regalato alla litigiosa e intraprendente Europa il gradino più alto del podio, ma adesso la ruota sta girando nuovamente a loro favore.
Oggi i paesi capaci di far fruttare i soldi dei cinesi sono anche quelli che sentono di meno la crisi, credo che le eco di schiaffi come questo non mancheranno riverberarsi anche sul tuo posto lavoro.
Questa storia è incredibile… sembra quasi la trama di un film!
X Claudio p
D’accordissimo con te! A patto però che TUTTI possano copiare! Non è giusto che loro possano violare impunemente un sacco di brevetti e noi no! cosi si costruiscono un vantaggio competitivo assolutamente sleale.. Non trovi? Cmq io non sono per copiare ma per riformare totalmente il sistema dei brevetti, riducendone fortemente la durata.. come spiegato nel bellissimo libro di Boldrin “Againt intellectual monopoly” che se non hai letto ti consiglio vivamente: in rete lo trovi gratis in inglese…
@LucaS
Sì, sì grazie! Il libro di Levine e Boldrin l’ho letto.. è frutto di un lavoro certosino ed è pieno di fatti interessanti; ma sinceramente avrei voluto qualcosa di più: non c’è il rigore di un testo tecnico né l’appeal di un testo divulgativo.
Credo che le teorie alla base della protezione del monopolio intellettuale possano essere attaccate con ancora maggior efficacia.
Resta il fatto che abolire quelle regole dall’oggi al domani sarebbe controproducente, si tratta, come dici tu, di sperimentare alternative via via meno restrittive.
Era una battuta. Ma in questa Italia triste, ma non seria, il sense of humor latita….. come l’oggettività dei commenti. Ovviamente mi tocco ripetutamente le palle per l’augurio sul mio posto di lavoro la mancanza del quale, considerando la mia professione, potrebbe un giorno riverberarsi anche sulla sua salute (Dio non voglia, ovviamente). Per quanto riguarda la proprietà intellettuale ritengo che gli investimnenti in R&D debbano avre un ritorno sicuro altrimenti in costi ricaricati sui prodotti diventano insostenibili. Questo soprattutto a tutela di una nazione ricca di niente, come l’Italia, fuorchè di fantasia. Buon post-ferragosto e complimenti per la conoscenza della storia cinese……
@claudio p
@LucaS
Grazie per il suggerimento!
Ah! Adesso l’ho capita… era uno scontro tra stereotipi: cinesi copioni contro italiani mafiosi!
La Suntech, che è leader mondiale nel fotovoltaico perché se lo merita e non perché copia i brevetti, ha pensato che gli stereotipi lasciano il tempo che trovano, e invece tiè.. gli italiani sono proprio mafiosi!
@Giordano
Il manicheismo mentale è la porta per la sconfitta (potrebbe essere un proverbio per cinesi veri e facsimili). Che la Suntech sia leader mondiale di quello che vuole lei perchè se lo merita e nient’altro è una sua assunzione non suffragata da niente. A meno chè lei sia il signor Claudio Suntech, il che spiegherebbe i suoi toni fra il messianico ed il drammaturgico. Quanto poi a mafie, converrà con me, anche li i cinesi hanno copiato benino……….un plauso da un italiano (come lei, suppongo, dunque mafioso). Un suggerimento: relax….. che altrimenti la pressione sale e poi si devono prendere degli anti ipertensivi…..magari taroccati dai cinesi……P.S. Che amore sviscerato per i nipotini di Mao….. non vorrei essere il suo cane……@claudio p
@Giordano
Per quanto riguarda il mio giudizio sulla Suntech magari sarò stato influenzato dal fatto che, non è solo stata scelta per dare corrente allo stadio olimpico di Pechino o all’area dell’Expo di Shanghai (com’era scontato), è stata scelta anche dall’Areonautica militare americana per dare energia alle sue basi nel deserto, dallo stato di Israele per le alture del Golan, dagli arabi per la faraonica Masdar City, da Google per dare elettricità al suo quartier generale e dalla MAGGIOR PARTE delle persone che hanno deciso di comprare un impianto fotovoltaico.
Forse sarò stato tratto in inganno dal titolo di miglior azienda dell’anno che le è stato conferito dalla più prestigiosa società di ricerca di mercato del pianeta (Frost&Sullivan,1800 dipendenti in tutto il mondo), o piuttosto dai riconoscimenti che hanno ottenuto i singoli prodotti, i membri del suo management e il suo CEO (è anche la public company che ha reso di più in borsa dalla sua fondazione e la migliore public company cinese di sempre).
Ma amare chicchessia solo perché è cinese, o “amare un paese” è un’altra cosa, e sinceramente non è da me. Tanto meno un paese in cui un’oligarchia comunista calpesta i più elementari diritti umani e civili delle persone che hanno avuto la sfiga di nascere sotto le loro grinfie.
@claudio p
Bene per la suntech……mi riferivo anche al “se lo merita”. Anche Siemens “se lo merita”…. Eppure lo fa in molti modi (il merito). Quanto al CEO…. Non e’cambiato? E infine, tutta questa discussione e’guardare la luna e vedere il dito…. I cinesi comunisti hanno deciso un di’ di cambiare il modo di essere imperoali ed hanno deciso di stendere l’occidente inondandolo di cianfrusaglie a basso prezzo, visto che gli occidentali, ormai, si erano trasformati da cittadini in clienti consumatori. Per farlo se ne sono sbattuti di tutte le regole (internamente ed esternamente) visto che sono una dittatura. Ora noi che siamo quel che siamo (ormai poca roba) dobbiamo decidere se asservirci al nuovo padrone o rimanere asserviti al vecchio. Io non avrei dubbi, sono cresciuto a western e rock’n roll. Tutto qui. Mutatits mutandis, servi eravamo e servi saremo.
P.s. Fido e’ salvo. @claudio p
Il merito della conversione (parziale purtroppo) della Cina all’economia di mercato viene spesso attribuito a Deng Xiaoping. Ultimamente ho letto un interessantissimo libro-intervista (Hard Truths to Keep Singapore Going, biografia di Lee Kuan Yew), in un capitolo di questa lunga intervista si racconta in dettaglio di come il marxista-lieninista Deng Xiaoping, ormai 74enne, dagli incontri col leader di Singapore si sia convinto della necessità di aprire la Cina ai commerci internazionali e all’economia di mercato. Era il 1978: se per i vertici del partito si trattava forse dell’unica via per non perdere capra e cavolo, per il popolo si trattava della via maestra per combattere la miseria e la fame.
Deng Xiaoping non è l’imperialista che ha schiavizzato i suoi cittadini per invadere l’occidente usando l’arma del dumping, è un uomo che ha avuto il coraggio di rinnegare il suo credo di una vita, che ha saputo riconoscere i fatti e che spero sarà ricordato come un pragmatico, saggio e lungimirante riformatore.
@Giordano
Folgorato sulla via di Damasco…….. oppss… Singapore…. Deng Xiaoping…. decritto così sembra la sincresi fra Roosvelt, Martin Luther King e Kennedy…… ma non era quello di Piazza Tien An Men? Della marmellata di studenti sul selciato….ma forse per celebrare l’entrata della Cina nel capitalismo queste sono quisquillie….pinzallacchere! Deng era un politico cinico (come tutti i politici, non li paghiamo forse per sporcarsi le mani al nostro posto?), a volte crudele (secondo i nostri canoni), che come tutti i politici (tranne i nostri che sono i veri bamboccioni) ambisce passare alla storia ( e l’ha fatto) aumentando il potere della sua nazione (idem). Le interpretazioni oleografiche lasciamole (per il momento, per carità…) al Quotidiano del Popolo……..@claudio p
@Giordano
Non so se c’è da credere a wikileaks ma secondo le informazioni che sono emerse, nel 1989 in piazza Tieanmen non ci sono stati fatti di sangue. Ciò che ha dichiarato Deng sul Quotidiano del Popolo, e cioè che gli studenti volevano ribellassi all’autorità è stato dimostrato dagli eventi. C’è poi da considerare che i tumulti popolari in Cina hanno causato decine di milioni di morti negli ultimi due secoli e permettere alla rivolta di degenerare avrebbe comportato altrettante responsabilità che soffocarla. Se poi vogliamo discutere del fatto che le riforme dopo l’uscita di scena di Deng Xiaoping e la morte di Hu Yaobang si sono tragicamente arenate, allora siamo d’accordo.
Boh, … ma le immagini erano dunque finte? Qui prodest? Lo stesso governo cinese dichiarò 2 o 300 morti, la CRI dieci volte tanti ed una piccola città di feriti. E poi, scusi, perchè gli studenti non potevano protestare per avere più libertà? Mica stavano tirando missili terra-aria. Le decine di milioni non furono per manifastazioni in una piazza, ma per le loro guerre civili, prima fra Mao e Cian Kai Shek e poi per la Rivoluzione Culturale, quest’ultima creata dal PC. In ogni caso, in estrema sintesi, ribadisco quanto ho già scritto che non contrasta in nulla il fatto che la Cina sia diventata una grande potenza, bensì il modus in rebus…….
@claudio p