Che spazzatura la tassa sul junk food
Prima il Ministero della salute cerca un accordo con una dozzina di associazioni imprenditoriali per ridurre il contenuto di zuccheri, sodio e grassi idrogenati nei cibi e adottare l’etichettatura nutrizionale obbligatoria entro il 2016, poi fa saltare il banco e tira di nuovo fuori l’idea di una tassa sul junk food.
Duplici gli obiettivi dichiarati: riduzione dell’obesità e incremento delle entrate dello Stato.
Relativamente alla prima, i dubbi nascono dal fatto che anche tassando i cibi “spazzatura” si possono comunque mangiare torte fatte in casa, abbondanti porzioni di lasagne e panini di salame e formaggio. Detto in altre parole, i cibi che fanno ingrassare non mancano e, anche per quelli più sani, la quantità ha un peso anche calorico (è difficile restare magri se si mangiano 2 etti di pasta al giorno). Quindi, o si tassano anche olio e burro, andando così a colpire i fondamentali della cucina italiana (e, quindi, meno produzione e occupazione nel settore alimentare), o la lotta alla ciccia è persa in partenza, perché solo i prodotti “industriali” possono, nella pratica, essere colpiti.
Inoltre, non è la fascia benestante della popolazione a consumare cibo spazzatura, ma quella a basso reddito: la tassa avrebbe quindi un effetto regressivo e penalizzerebbe soprattutto i poveri. Mentre i primi continuerebbero ad andare al ristorante, con lo stesso rischio di ingrassare e aumentare il colesterolo, i secondi finirebbero per spostare i consumi verso prodotti meno costosi e di qualità inferiore.
Nessun beneficio neanche per la riduzione della spesa sanitaria: a incidere su questa sono infatti soprattutto i malati cronici e gli anziani, che raramente fanno uso di junk food. Non sarebbero quindi i principali consumatori di tale servizio a finanziarlo. In proposito, si accusano le persone obese (tra cui, non dimentichiamolo, ci sono anche quelli che hanno la sfortuna di nascere con un metabolismo molto lento) di costare alla società (è poi possibile quantificarne precisamente l’ammontare?): ma non si dimentichi che la sanità italiana è finanziata tramite le tasse e, quindi, essi già contribuiscono a coprire le spese che causano. Se li si vuole far pagare due volte, allora bisognerebbe avere il coraggio di consentire una sorta di “opting out” dal finanziamento sanitario (pago le imposte sui miei stili di vita e con esse finanzio il mio “costo sociale”).
Il sospetto è, dunque, che tutto si riduca a uno strumento per raccattare soldi. Se, però, il vero scopo della tassa è quello della lotta all’obesità e non dell’incremento delle entrate, come aveva dichiarato il ministro Balduzzi in un’intervista dello scorso 16 aprile, allora sarebbe più utile ed efficace puntare su campagne di educazione alimentare che, se tenute da volontari e/o in accordo con le aziende alimentari, avrebbero un costo ridotto.
Dopo ecopass ecofood. Tasse, inutili come tutte. Invece di promuovere frutta e verdura o fare piste ciclabili per esempio.
io non vedrei nulla di male a tassare di qualche centesimo bibite tipo cocacola, fanta piene zeppe di zucchero ( 100 gr su litro e più) non sono certo essenziali uno se ha sete può tranquillamente bere dell’acqua…..
Se non ci fosse mamma-Stato che pensa a tutto ognuno presterebbe augurabilmente più attenzione ai suoi comportamenti ben sapendo che poi dovrebbe pagare i costi delle sue scelte scellerate.
Però mamma-Stato ci sta e per un po’ ancora resterà al suo posto e, francamente, trovo ingiusto che chi adotta stili di vita più sani e attentisi trovi a dovere pagare, tramite le tasse, i costi della scelleratezza altrui (inclusa la mia, visto che fumo parecchio).
Perché un’altra “junk tax”? Non paghiamo già troppe tasse a causa della “junk politic”?
Aggiungo che sarebbe anche una “invasione” della libertà di scelta di una persona. Tu stato, vuoi stabilire cosa devo mangiare IO???
(altra cosa sono le emissioni inquinanti, che colpiscono la collettività)
http://www.amazon.it/Fumo-mangio-molta-carne-Dettagli/dp/8861581781/ref=sr_1_fkmr0_1?ie=UTF8&qid=1336484929&sr=8-1-fkmr0
Sono un imprenditore del settore alimentare.
Questa della Junk Food tax è solo l’ultima di una serie di trovate. Sono anni che si introducono nuove regole, nuovi controlli, nuovi controllori e nuove sanzioni in tutti gli snodi della filiera del settore alimentare: dalla produzione, alla distribuzione, alla somministrazione.
L’obbiettivo ufficiale è quello di tutelare la salute del consumatore, ma la verità è un’altra: il consumatore era già molto ben tutelato con le regole in vigore fin gli anni ottanta, molti controllori non hanno la competenza necessaria a svolgere quelle funzioni e possono comunque essere raggirati dai disonesti, la nuova burocrazia e le sanzioni “a pioggia” hanno causato un aumento dei costi significativo che si riversa inevitabilmente sull’inconsapevole consumatore finale, il filone si è rivelato sorprendentemente remunerativo per il governo perché nessuno – alimentaristi e associazioni di categoria comprese – ha il coraggio di denunciare i paradossi di questa politica, e l’assenza di critiche e ostacoli sta portando ad un effetto-valanga difficile da arrestare e con conseguenze imprevedibili.
Teniamo inoltre ben presente che la qualità e la sicurezza dei prodotti alimentari continuano a migliorare da sempre a prescindere: secondo voi hanno più effetto le review on line e la concorrenza introdotta con la liberalizzazione delle licenze o gli interventi pubblici?
poichè è notorio che le flatulenze producono fra l’altro anche metano che è corresponsabile del buco nell’ozono, proporrei all’esimio ministro della salute, di imporre una tassa ad hoc, magari con misuratore da installare il loco per il rilevamento del metano emesso. Visto che ormai siamo alla farsa, perchè fermarsi, andiamo fino in fondo
Volevo solo segnalarvi che una cosa simile è oggetto di dibattito persino nel “liberale” Regno Unito in questi giorni e addirittura che Cameron, con mia enorme delusione, la sostiene…. e poi si meraviglia che la gente non lo vota: tra un socialistoide e la brutta copia la gente sceglie sempre l’originale! Io comunque sono totalmente contrario! primo perchè se uno vuole ingrassare o diventare obeso deve avere tutto il diritto di poterlo fare, secondo perchè per il mio modo di pensare è inconcepibile che un fot.. burocrate, magari non eletto come questo Balduzzi, abbia il potere di decidere lui cosa devo e non devo mangiare! cosa, quanto, quanto devo o non devo studiare (cosa incredibilmente accettata e ritenuta “normale”) e cosi via….. Ma chi diavolo si crede di essere? Ritiene che costerei di più in termini di servizio sanitario? Benissimo! Mi dia l’opportunità di starne fuori pagandomi da solo le cure ma allora non mi obblighi a pagare quelle di altri che invece a lui vanno a genio! Inoltre se il criterio è quello del costo facciamo pagare di più chi mangia cibi sani perchè cosi vive di più e costerà di più all’INPS… tutte follie di uno stato socialistoide e semitotalitario che si crede il padrone dei suoi cittadini! Prima abbattiamo tutto questo sistema e meglio è! PS Io sono magro-magro quindi non parlo per me ma per il principio: quello che mangio lo devo decidere solo io e non qualche fott. burocrate come Balduzzi, che non è stato eletto, che nessuno conosce o ha mai sentito nominare prima e che non voglio nemmeno conoscere!!! Cerchi di non fare danni! e se possibile vada a casa e ci rimanga!