Come cambia il mutuo soccorso
Le società operaie di mutuo soccorso si svilupparono durante l’Ottocento. Stando agli storici, alcune forme simili a queste associazioni si possono far risalire alla Roma Antica, ma è indubbiamente nel pieno della rivoluzione industriale che queste, basate sulla solidarietà tra i membri della classe operaia, cominciarono ad affermarsi e ad acquisire rilevanza. Una forma di assicurazione, che come tale si basava, e si basa ancora oggi, sulla collettivizzazione di alcuni rischi tra un elevato numero di soggetti.
Inizialmente, i rischi in questione erano quelli inerenti, per esempio, la malattia, gli incidenti sul lavoro, i decessi o la disoccupazione. Poi arrivò lo Stato Sociale, che monopolizzò l’organizzazione di tutte queste attività. Nel frattempo poi la qualità della vita e le condizioni di lavoro migliorarono talmente tanto che le società di mutuo soccorso finirono con lo specializzarsi su alcune specifiche questioni “secondarie”, come ad esempio attività educative, culturali e ricreative a favore degli associati.
E arriviamo ai giorni nostri, in cui succede che nascano cooperative di mutuo soccorso tra partite IVA. Un esempio è dato da SMART, una società di mutuo soccorso tra professionisti del settore culturale e ricreativo, con sede anche a Milano, che sta guadagnando sempre più affiliati (ne conta più di 75.000). L’idea è nata in Belgio nel 1998 ed è molto semplice: a fronte di una ritenuta sui compensi dei lavoratori autonomi, SMART si fa carico di tutte le procedure burocratiche e amministrative a cui sono tenuti a sottostare questi lavoratori, sobbarcandosi anche il rischio dei ritardi nei pagamenti dunque pagando i propri affiliati in anticipo rispetto alla reale riscossione. I freelance che utilizzano SMART, in cambio di una percentuale sui propri compensi dunque, possono offrire e svolgere il proprio lavoro autonomo senza doversi preoccupare dei requisiti burocratici a cui li sottopone lo stato italiano o dei clienti pigri nei tempi di pagamento.
La narrativa sulle origini delle società di mutuo soccorso è solita glorificare le vittorie del movimento operaio contro la crudeltà del mercato. Scrive, per esempio, Adriana Luciano, in un working paper pubblicato da Euricse:
“…il mutuo soccorso nasce come forma organizzata di reciproco aiuto con il capitalismo. Costituisce una prima risposta collettiva alle conseguenze drammatiche del processo di industrializzazione e segna l’affermazione concreta della rivendicazione di dignità e di autonomia di interi gruppi sociali che affermano concretamente la volontà di difendersi collettivamente dai rischi del mercato sfuggendo all’umiliazione di dover chiedere aiuto nei momenti drammatici dell’esistenza…”
Si può certamente imputare al mercato, al capitale e alla nascita delle fabbriche la formazione della classe operaia. Tuttavia le condizioni di vita di allora erano pessime per tutti, con alcuni agi e comodità riservati a pochi fortunati. Quelle condizioni non le ha create il mercato, erano reali. Il libero mercato, insieme a istituzioni in grado di proteggere adeguatamente i diritti di proprietà, ha fatto sì che da quelle condizioni si potesse uscire. È curioso che le pessime condizioni dei freelance di oggi, invece, siano per buona parte imputabili direttamente allo stato, che quando va bene li sovrasta con tasse e richieste di adempimenti burocratici infiniti, e quando va male non li paga, come fanno i peggiori clienti.
Il servizio offerto da SMART per rispondere alla domanda delle partite IVA sembra avere successo. Complimenti a loro. L’auspicio è che in futuro, anche in Italia, esso possa essere legato ai rischi inerenti lo svolgimento di ogni attività autonoma, e non agli artifici di uno stato ingiusto come quello che vediamo oggi.