2
Set
2009

Bye bye, Amerika!

In fondo è il riproporsi dell’antico contrasto tra mercanti e guerrieri caro a Herbert Spencer, o anche – se preferite – tra guardie e ladri: solo che nel ruolo del guardiano (dei soldi altrui, oltre che dei propri legittimi affari) c’è l’austero banchiere svizzero Konrad Hummler, socio accomandatario del più antico istituto di credito privato elvetico (la Wegelin & Co.), che ormai ha deciso di rompere gli indugi.

Suscitando grande scandalo, Hummler ha fatto sapere di non aver più intenzione di subire i diktat del governo statunitense e così ha annunciato al mondo, con un documento intitolato Abschied von Amerika (qui in versione inglese e qui in versione italiana), di voler pianificare «un’ampia ritirata dal mercato americano dei capitali», poiché l’inasprimento fiscale previsto dagli Usa e la pretesa avanzata da tale governo di disporre dei dati dei clienti di qualunque banca (anche in assenza di elementi di accusa su crimini compiuti) pongono «le banche di tutto il mondo di fronte a problemi insuperabili e a una forte insicurezza giuridica».

Barack H. Obama dovrebbe saperlo: non si pestano i piedi al prossimo senza che questi, prima o poi, non reagisca in qualche modo. L’atteggiamento aggressivo assunto nei confronti di tanti piccoli e civilissimi Paesi e la volontà di porre sotto controllo il sistema bancario globale sta insomma producendo contromisure. E non si deve pensare che quella del banchiere di Sangallo sia una decisione improvvisa, avventata, destinata a non avere seguito. Una parte rilevante dell’economia privata, in vari Paesi del mondo, sta infatti interrogandosi su come sia possibile mettersi in salvo di fronte alla deriva del nuovo collettivismo soft promosso dalla prima potenza globale.

Spaventa soprattutto il fatto che  con la scusa di recuperare le risorse sfuggite all’inefficienza ealla voracità del proprio sistema fiscale, l’America di Obama punti a estendere l’obbligo fiscale anche ai cittadini non-americani, dato che chiunque abbia in portafoglio un titolo americano dovrà pagare l’imposta di successione (Estate Tax). Todos gringos, insomma, e per volontà della Casa Bianca. Dinanzi a un atteggiamento così prepotente e sostanzialmente intimidatorio, che di fatto finirebbe per trasformare in contribuenti americani centinaia di milioni di europei o asiatici (anche solo per il possesso di qualche fondo d’investimento), Hummler ha deciso di reagire.

Gli Stati Uniti facciano quello che vogliono, ha proclamato al mondo il banchiere elvetico, ma d’ora in poi noi smetteremo di acquistare i loro titoli. Tanto più che l’economia statunitense ha abbandonato le logiche del libero mercato concorrenziale e anzi rischia di essere travolta dai propri debiti. Se ieri era ragionevole e non di rado lungimirante investire negli Usa, oggi non è detto che sia sempre così. Non bastasse questo, i progetti dell’amministrazione democratica minacciano di aggiungere problemi a problemi.

Dietro ai proclami di Obama e dei suoi emuli europei s’intravvede il profilo di sagome bene armate: e senza dubbio l’America non potrebbe fare quello che fa se non disponesse del più massiccio potenziale militare esistente sulla terra. Non più cortese e rispettoso, negli ultimi mesi, è stato l’atteggiamento della Germania nei riguardi del Liechtenstein e dell’Italia nei riguardi di San Marino: ognuno facendo sentire nettamente il rumore dei propri scarponi chiodati. In fondo, nel 1962 per contrastare alcune scelte normative monegasche il generale Charles De Gaulle giunse a mettere in disucssione la libertà del piccolo principato. (Il quotidiano Nice-matin scrisse il 12 aprile 1962: « La Francia voleva ottenere (…) l’allineamento del Principato al suo regime fiscale. Essa ritiene in effetti che il regime tributario privilegiato monegasco, dato lo sviluppo economico del Principato, danneggi gli interessi francesi».) Oggi si rischia di ripercorrere quella strada.

Se vi piace, potete anche chiamarlo “fascismo economico” o “neocolonialismo strisciante”, ma è chiaro che si tratta soprattutto dello sforzo di tenere sotto controllo quei proprietari che mal sopportano di essere tanto tartassati.

Se i guerrieri dispongono di molte armi, non è detto però che i mercanti ne siano del tutto sprovvisti. Anche se di tratta di un diverso “armamentario”. Hummler l’ha lasciato intendere: l’America prenda le sue decisioni e – se ci riesce – imponga alla Svizzera e ad altri governi le proprie condizioni, cancellando un’antica tradizione giuridica e ignorando i diritti più elementari. Noi però ci muoveremo di conseguenza.

Hummler non contesta il fatto che, in presenza di elementi ben precisi, le autorità di questo o quel Paese intendano avere accesso ai dati di quanti hanno depositato le loro risorse in una banca. Questo si è sempre fatto e nessuno ritiene che non si debba fare. Ma non si può trattare allo stesso modo, ignorando il diritto alla segretezza, soggetti la cui unica “colpa” consiste nell’aver trasferito oltre frontiera – e di fronte a tutto questo è facile capire il perché! – una parte della propria ricchezza.

Per giunta, il banchiere svizzero sa che una decisione come quella assunta dalla Wegelin & Co. Bank può fare male. Barack Obama disporrà anche di portaerei e caccia supersonici, ma la sua moneta è in grave sofferenza, il debito cresce a una velocità impressionante e questa controffensiva dei capitali privati rischia di aggravare una crisi già dura. Forse il nuovo inquilino della Casa Bianca farebbe bene a rinunciare ai propositi bellicosi e ad abbandonare ogni intenzione di dominio globale. E farebbero bene a mutare linguaggio e strategia anche taluni apprendisti stregoni italiani, egualmente impegnati nella più strenua difesa degli inferni fiscali, ma quasi inconsapevoli del fatto che – con il debito pubblico che l’Italia si ritrova – ci manca soltanto che gli Hummler di questa terra decidano di non trattare più i titoli italiani…

Tra i guerrieri e i mercanti, per giunta, non sono sempre e necessariamente i primi ad avere la meglio.

5 Responses

  1. Mauro

    Fatico a seguire gli “stupori” per il presunto “nuovo corso” americano. Da che ero piccino ricordo mi si spiegava che gli USA inseguivano gli evasori fiscali fin in capo al mondo. Presidente era Nixon. Dunque, dov’è la novità? Stia tranquillo Herr Hummler, i marines non invaderanno l’Appenzell.

  2. Franco

    Ovviamente Hummer ha ragione dal punto di vista del diritto, la reazione alla prepotenza é sacrosanta.
    E’ sul piano degli interessi – suoi e dei suoi clienti – che ho dei dubbi. Se il suo giudizio é che non conviene investire in security USA perché il paese é guidato a un esito che non può che essere negativo, non ha senso dire che lo fa per ritorsione. E se dice good bye per ritorsione, e ci perde, ha fatto la figura della famosa moglie con le famose forbici.
    E’ il solito problema del mouth e della money.
    Franco

  3. americo

    Penso che il signor Hummler farebbe meglio a prendersela con i suoi colleghi della UBS (magari anche con il sig. Marchionne?) , che rincorrendo la “globalizzazione finanziaria” hanno violato tutte le tradizioni della piazza finanziaria elvetica, portando sé stessa (e fin lí….) ma anche la stessa Svizzera – come Stato sovrano, come Paese e come sistema di diritto – sull’orlo di un baratro.
    Di fatto l’UBS ha deciso di “ubriacarsi” alla fonte della moltiplicazione esponenziale degli utili e ha poi fatto pagare la sua “sbornia” ad uno Stato – e ad un Paese – che potrebbe presentarsi, a buon titolo, come modello europeo di misura, di civiltà e di correttezza. Probabilmente il danno che la UBS ha causato alla Svizzera – uscita indenne da due guerre mondiali – sarà irreparabile. Spero solo che il popolo svizzero, custode e cultore di uno dei pochissimi esempi reali di democrazia effettiva (e non solo “verbale”) trovi il modo, e la forza, per togliersi questo cappio dal collo…. L’iniziativa del signor Hummler potrebbe essere un primo, piccolo passo in questo senso.
    Tanti auguri!

  4. Franco

    Ovviamente Hummer ha ragione dal punto di vista della giustizia, la reazione ai soprusi é giustificata.

    Ho dei dubbi sul piano deglli interessi. Se dice goos bye perché i soprusi sono la spia di una direzione politica che non può che portare al declino se non al disastro, é più credibile se non lo fa per ritorsione.
    Se invece per ritorsione prende e fa prendere ai suoi clienti decisioni economicamente svantaggiose, rischia di fare la figura della famosa moglie con le famose forbici. A cui é pericoloso far gestire i propri risparmi.
    Franco

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