18
Set
2014

Buttanissimo Montalbano—di Filippo Cavazzoni ed Edoardo Garibaldi

Si trattava di una non-notizia. Montalbano, a quanto pare, rimarrà siciliano, il set della fiction non si sposterà in Puglia.
“Non c’è nessun contatto ufficiale con la Palomar per la produzione della fiction Montalbano”. A spegnere ogni tipo di polemica sul trasferimento della produzione televisiva dalle coste siciliane a quelle pugliesi è la presidente di Apulia Film Commission, Antonella Gaeta. “Siamo lusingati dall’attenzione che ci ha riservato Carlo Degli Esposti, lui conosce come lavoriamo e avrà pensato a noi, ma non ci sono state richieste di finanziamento”.
Il caso però merita di essere analizzato anche nella sua virtualità perché pone delle questioni importanti. I commenti riportati sulla stampa lasciavano infatti trasparire, nemmeno troppo velatamente, come fosse sconcertante che la società di produzione non venisse “aiutata” dalla regione Sicilia. Ma una delle fiction più seguite e trasmesse sulla rete ammiraglia della Rai, non dovrebbe camminare sulle proprie gambe? Ha davvero bisogno di “aiuti” pubblici una società di produzione che riesce a garantire cachet di tutto rispetto per attori acclamati dal pubblico e che generano ricavi pubblicitari considerevoli?
Tutto ha inizio con la tendenza degli enti territoriali a promuovere i propri luoghi mediante l’attrazione di produzioni cinematografiche. Il mezzo utilizzato per calamitare le imprese è quello delle “Film Commission”, soggetti che raccolgono finanziamenti da soci istituzionali e che attingono a fondi europei. Un sistema così diffuso che nella sola Sicilia se ne contano cinque. Una di queste è stata istituita proprio nella provincia di Ragusa, dove dal 1999 viene girata la fiction, alla cui presidenza c’è Gianni Molè, il quale ha dichiarato: “La regione Sicilia ha investito molto sul cinema, finanziando a volte fiction che si sono rivelati fallimentari, ora c’è bisogno di concretezza e di assumere decisioni coerenti senza perdere ulteriore tempo e aiutando la provincia di Ragusa a non perdere, non solo Montalbano, ma il treno dell’incremento turistico che è una nuova risorsa economica del territorio”, sic!
I comuni della provincia di Ragusa hanno addirittura pensato di autotassarsi pur di trattenere Luca Zingaretti e il cast della fiction. Ancora una domanda sorge spontanea: per quale motivo si dovrebbero appesantire le casse di piccoli comuni, che magari non riescono a garantire i servizi essenziali, per trattenere delle star? Forse la risposta sta nella sbagliata concezione che si ha delle attività culturali, che – in quanto tali – pare debbano andare a braccetto con l’intervento pubblico. In un suo aforisma Nicolas Gomez Davila scriveva che “’Attività culturali’ è una espressione che non sentiamo in bocca a chi spontaneamente le esercita, ma a chi le pratica per ottenere denaro o prestigio”. Se alla parola “denaro” affianchiamo “dei contribuenti”, il concetto ricalca molto bene lo stato delle cose nel nostro Paese. La polemica riportata dalla stampa sul caso Montalbano pare essersi già chiusa. Dopo aver parlato al telefono con Rosario Crocetta, il produttore Carlo Degli Esposti ha dichiarato: “Mi ha assicurato (Crocetta ndr) di voler essere al fianco della Palomar per i prossimi Montalbano. Oggi si apre una fase nuova”. La provocazione serviva a una sola cosa, e pare sia stata ottenuta: soldi dei contribuenti per Montalbano.

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