Buon compleanno, Milton
Il 31 luglio 1912, esattamente 100 anni fa, nasceva a Brooklyn Milton Friedman. Per coloro che hanno del liberalismo la concezione come di un club esclusivo di grandi borghesi, riesce sempre misterioso che il figlio di due poveri immigrati dall’Europa orientale sia diventato il più grande difensore dell’economia capitalista nel Novecento. Tutto il contrario del grande “riformatore” del capitalismo, John Maynard Keynes, figlio di un economista di Cambridge, studente delle esclusive università di Eton e Cambridge e frequentatore dei circoli più “in” dell’epoca.
E invece a ben pensarci e’ naturale che il figlio di un immigrato stia dalla parte della libertà di mercato e un rappresentante dell’élite da quella dello status quo. Friedman credeva nella dignità dell’individuo, nella libertà di mettere a frutto le proprie capacità sfruttando le opportunità offerte dalla cooperazione con altre persone (“Io non penso che una minoranza organizzata possa prendere i soldi dalle mie tasche e decidere per me, penso che dovrebbero andare per strada e convincere le persone a contribuire liberamente alle loro idee”). Keynes pensava invece che la classe socio-culturale di cui faceva parte avesse il compito di guidare il popolo, dirigere gli affari del Paese e perseguire il bene della nazione. Il suo statalismo era anche una difesa degli interessi di coloro che vantavano relazioni di prossimità coi potenti, a cominciare dal grande capitale. (“La guerra di classe mi troverà sempre al fianco della borghesia colta” scrisse).
È strano notare come la sinistra ancora oggi, abbandonata la lotta di classe, sia schierata dalla parte di Lord Keynes e veda Friedman come il nemico assoluto. Milton Friedman non è stato solo un grande economista ma pure un intellettuale pubblico che per decenni ha diffuso le idee del libero mercato attraverso giornali, libri e televisione, contribuendo a rendere più comprensibili a milioni di persone le idee di libertà. Sarebbe stupido e riduttivo definirlo un conservatore. A fianco alle proposte comunemente definite di “destra” come la flat tax, il “buono scuola” per introdurre la concorrenza nell’educazione, la lotta al monopolio dei sindacati, all’assistenzialismo e alla spesa pubblica, Friedman lanciò molte idee considerate di “sinistra” come l’opposizione ai sussidi e ai privilegi alla grande industria, la legalizzazione delle droghe o l’abolizione della coscrizione obbligatoria.
Il più noto economista della scuola di Chicago sapeva che capitalismo, benessere e libertà, non sono affatto conquiste definitive, anzi sono una piccola parentesi nella storia dell’umanità. “La libertà è un fiore raro e delicato” scriveva, che, con tutte le sue insicurezze e i suoi difetti, va difeso ad ogni costo. Come Adam Smith riteneva che la libertà era in pericolo anche per la tendenza dei capitalisti ad usare il potere per limitare la libertà delle persone. “I due grandi nemici della libertà di impresa e della libertà in generale – disse in un dibattito – sono da un lato gli industriali e dall’altro i professori universitari come me che poi vanno al governo. Gli uomini d’affari vogliono libertà e concorrenza per tutti gli altri, ma chiedono privilegi per sé stessi (sussidi, sgravi fiscali, dazi); i professori e gli intellettuali invece vogliono libertà assoluta per sé stessi (libertà di parlare, di fare ricerche, di criticare) ma non vogliono la libertà per tutti gli altri di fare impresa (regolamentazione delle attività, tasse più alte, intervento pubblico)”.
Friedman non è stato né di destra né di sinistra. È stato un partigiano della libertà individuale, della libertà di scelta, della riduzione e della frammentazione del potere politico; un fautore della concorrenza, della libera iniziativa e dell’associazionismo volontario; un nemico del protezionismo, del proibizionismo e della regolamentazione. Credeva nella democrazia e nella libertà di votare, ma non limitava democrazia e voto alla sfera politica: al voto per un partito politico preferiva il “voto con i piedi” (la libertà di spostarsi in un sistema politico più libero) e il “voto con il dollaro” (la libertà di scegliere nel mercato), due tipologie di voto che non obbligano gli individui e le minoranze a sottostare alla volontà delle maggioranze o delle élite.
La straordinaria produzione di Friedman è quanto mai utile per liberarci dalla schiavitù dell’impalcatura intellettuale che regge lo statalismo, per difendere le nostre libertà, riconquistare quelle perdute e allargare nuovi spazi di libera scelta. Friedman è morto, ma le sue idee sono vivissime.
Buon compleanno Milton!
Concordo, ma qualche regola la lascerei… Un minimo di Stato come corretivo anche. Certe asimmetrie vanno corrette, altre poichè non trattabili, andrebbero direttamente vietate…
Onestamente io non trovo nulla da festeggiare in questa ricorrenza. Mi spiace ma io non riesco a dimenticare i Chicago Boys cileni, formati proprio da Friedman e poi usati da Pinochet per cancellare le riforme di Salvator Allende. No, proprio non ci trovo niente da festeggiare.
naturalmente i correttivi li decide la minoranza di cui sopra:
Ricordo male o a Friedman si deve anche l’adozione del famigerato sostituto d’imposta ? Non che questa scelta vada in direzione della libertà…
@Fra
Purtroppo lo “Stato Minimo” tenderebbe naturalmente ad espandersi sempre di più. Come per il debito pubblico… Si inizia con un po’ di spesa quà, poi un po’ di spesa là…
David Friedman si chiese se ci fossero ruoli che solo lo Stato potesse avere, e si rispose: “polizia” e “giustizia”. Salvo poi notare come (non) ci fosse giustizia immediata ad ogni richiesta e sicurezza in ogni quartiere.
ecco cosa ha combinato “il genio dell’ economia” Friedmam
friedam era contrario al codice edilizio cileno REGOLE FERREE ANTISISMICHE perchè attenteva alla liberta’ ??! come si fa ad inneggiare a simili imbecilli e criminali ?? Dopo il golpe e la morte di Allende, Pinochet e i suoi Chicago Boys fecero tutto il possibile per smantellare la sfera pubblica cilena, svendendo le imprese dello stato e restringendo le regole finanziarie e commerciali.
Si creò una grande ricchezza in quel periodo, ma ad un prezzo terribile. Per l’inizio degli anni ’80 le misure di Pinochet raccomandate da Friedman avevano provocato una rapida de-industrializzazione, moltiplicando per dieci la disoccupazione, e creando una miriade di quartieri di capanne chiaramente instabili.
Causarono anche una crisi di corruzione e di debito talmente gravi che nel 1982 Pinochet si vide obbligato a rimandare a casa gli assessori dei Chicago Boys, nazionalizzando le varie istituzioni finanziarie de-regolate (vi ricorda qualcosa?).
Per fortuna i Chicago Boys non riuscirono a distruggere tutto quello che aveva costruito Allende. L’industria nazionale del rame rimase nelle mani dello stato, immettendo ricchezza nelle città e nelle casse pubbliche, e impedendo che i Chicago Boys facessero entrare l’economia del Cile in un rapido e totale declino. Né peraltro riuscirono a disfarsi del rigoroso codice edilizio del Cile, una disattenzione ideologica per la quale oggi li possiamo solo ringraziare.
Ringrazio il CEPR per aver ricercato le origini del codice edilizio cileno
Sarà banale la mia uscita, ma solo per il fatto di non essere schierato né con la sinistra, né con la destra, era già molto avanti.
“e il “voto con il dollaro” (la libertà di scegliere nel mercato), due tipologie di voto che non obbligano gli individui e le minoranze a sottostare alla volontà delle maggioranze o delle élite.”
parole sante! e infatti cosi’ ho fatto, qui alcune info e consigli pronti all’uso
pagina facebook Fare impresa e lavorare in proprio (e non) in Inghilterra
http://www.facebook.com/pages/Fare-impresa-e-lavorare-in-proprio-e-non-in-Inghilterra/359034610790177
“e il “voto con il dollaro” (la libertà di scegliere nel mercato), due tipologie di voto che non obbligano gli individui e le minoranze a sottostare alla volontà delle maggioranze o delle élite.”
parole sante! e infatti cosi’ ho fatto, qui alcune info e consigli pronti all’uso
pagina facebook Fare impresa e lavorare in proprio (e non) in Inghilterra
I mercati da soli falliscono. Se non era per la Fed e la BCE, che hanno stampato moneta, con la crisi americana ci eravamo rimasti tutti secchi. Sai che scene quando sia il miliardario industriale o la pensionata capivano che i loro risparmi erano pari a 0. Poi vanno in giro a fare dichiarazioni del tipo “Dobbiamo mantenere la stabilità dei prezzi e combattere l’inflazione” quando con un colpo sono diventate le stesse banche centrali le maggiori fonti di potenziale aumento dei prezzi…
Perchè avete tolto il commento?
Come non detto… non lo vedevo più in fase di moderazione…
E’ la “Stella Polare” di tutti i liberali – liberisti. Sempre presente.
Disse Alcide De Gasperi nel 1947
Vi è in Italia un quarto Partito, che può non avere molti elettori, ma che è capace di paralizzare e di rendere vano ogni nostro sforzo, organizzando il sabotaggio del prestito e la fuga dei capitali, l’aumento dei prezzi o le campagne scandalistiche. L’esperienza mi ha convinto che non si governa oggi l’Italia senza attrarre nella nuova formazione di Governo, in una forma o nell’altra, i rappresentanti di questo quarto Partito, del partito di coloro che dispongono del denaro e della forza economica.
Vedete alla fine le teorie di Milton Freedman finiscono per lasciare la libertà solo a questi che “che dispongono del denaro e della forza economica”
Per gli altri il sogno americano è in realtà un vero incubo se non per una ristrettissima minoranza di self made man che grazie ad un mix capacità e fortuna eccezionali sono riusciti dal nulla ad entrare nel club.
Preferisco uno stato che sia l’espressione dei mediocri e li tuteli tenendo a dieta i leoni piuttosto che una savana dove possono fare di chiunque un pasto.
Certamente la massima giustizia sociale non poù coincidere con la massima efficienza economica.
Io personalmente inserisco Milton Freedman e i Chicago Boys tra i criminali dell’umanità.
La storia Chilena ne è solo un esempio.
Lo avete tolto veramente, perché? Avevo solo scritto che se non era per BCE e Fed che hanno creato moneta dopo la crisi americana a quest’ora erano spariti tutti i risparmi…
@John: sul presunto supporto di Friedman a Pinochet, rimando alle parole dello stesso Friedman, riportate in http://web.archive.org/web/20080209233014/http://www.freetochoose.net/1980_vol5_transcript.html
anche ascoltabile direttamente qui: http://www.youtube.com/watch?v=JQkdSj6arn0
Ooops, nella mia vis polemica (possibilmente supportata da documenti), dimenticavo gli auguri al prof. Friedman. Ce ne fossero ancora come lui.
@federico castelnuovo
quello che è successo in Cile è spiegato bene anche qui.
http://www.youtube.com/watch?v=SCkTFPLL-Lk
Mi chiedevo sempre perché nei santuari Friedmaniani, come questo , il nome di M. Rhotbard sia sempre taciuto.Poi ho letto che l’altro famoso neo-liberista definì il Vate come uno statalista (camuffato).E sì che anch’ egli era simpaticamente figlio di poveri immigrati est-europei!
A proposito, questa storia mi tenta verso la rivalutazione del duce : capitemi, era figlio di un povero fabbro!
@federico castelnuovo
non capisco l’intenzione del suo commento, io non ho mai parlato di un supporto diretto di Friedmann a Pinochet. E’ comunque storicamente innegabile che gli insegnamenti di Friedmann siano stati utilizzati da Pinochet. Per quanto riguarda i documenti cui fa riferimento nella sua vis polemica… nel mio profilo in un altro blog ho scritto chiaramente di avere una biblioteca di oltre mille volumi, per la maggior parte di storia e di economia, tutti letti, e sono a sua disposizione.
@erasmo67
Sig. Erasmo, le ricordo che gli economisti ed i teorici, appunto, teorizzano, ma sono poi i singoli ad agire. Non trova che sia inappropriato vestire i panni del giudice del genere umano ed emettere nientemeno che una sentenza (diciamolo, patetica) di “criminale dell’umanità”? Mi pare una di quei giudizi emessi da chi poi appende il ritratto di qualcuno che fisicamente e con le proprie mani, ha torturato ed ucciso, leggasi Ernesto “Che” Guevara. Le conviene ripassare su Wikipedia la definizione di “criminale”.
Complimenti a Capone per il bell’articolo.
Non mi sorprendono le stupidaggini a commento sui “chicago boys” e sull’influenza di Milton sull’economia cilena (in realtà, ridotta al solo riordino del sistema previdenziale, peraltro molto efficace e che dovremmo copiare).
Mi sorprende di più perché, anche un articolo così chiaro, venga utilizzato come spunto per il solito fraintendimento tra liberalismo ed anarchia. Dice “Fra”: “Concordo, ma qualche regola la lascerei…”.
Ma perchè dice così? Ma che cultura politica viene diffusa in questo paese?
Sono passati 400 anni dall’elenco dei diritti inalienabili di John Locke.
300 anni da quando le rivoluzioni liberali inglesi decapitarono 4 re in successione per far scrivere nero su bianco alcuni di questi diritti e farli diventare leggi (Acts of rights).
Il liberalismo PRETENDE le regole. In particolare, quelle che chiama DIRITTO.
Per il liberale, non esiste libertà se non è difesa dal diritto. Ma non è ancora chiaro???
Il fatto che il sistema giuridico abbia il compito di difendere il cottadino sia dai suoi simili che dallo Stato, non significa affatto “nessuna regola”, o “anarchia”.
Ma dove nasce l’equivoco? Ma cosa insegnano a scuola? Ma come è possibile riuscire a mistificare così una dottrina politica che esiste da 400 anni? Ma il concetto di Costituzione (ancorché mal applicato)chi si crede lo abbia inventato?
Sinceramente, è necessario un movimento culturale che faccia un pò di chiarezza e dissipi demagogia e mistificazione.
Altrimenti, il giorno in cui agli statali diranno che a fine mese lo stipendio sarà dimezzato, quel Mercoledì non saranno a Matt, Jack a Leroy a cavalcare l’onda. Ma i soliti demagoghi urlanti bestialità sull’applauso del pecorame belante.
@guido cacciari
Anarchia non significa affatto “nessuna regola”, bensì “nessun signore” o “nessun leader” o “nessun capo” o “nessun padrone”.
Ma che diavolo insegnano a scuola? Manco più un po’ di greco?
@guido cacciari
Ahem…
a proposito di stupidaggini… a parte la fesseria sull’anarchia, già sottolineata da Marco Tizzi, io le consiglierei di informarsi sulla differenza tra liberalismo e liberismo. Solo dopo che si sarà fatto le ossa su qualche libro, torni pure, magari però con un po’ più di umiltà. La saluto.
“Anarco-Liberismo” è una terminologia che non nasce qui ,su questo blog, dall’ ” equivoco ” di qualche lettore.Cfr. :”Mito e realtà dei monopoli”, di B. Leoni(1957), la scuola anarco-liberista USA, ecc.
@Giorgio Gragnaniello
I define anarchist society as one where there is no legal possibility for coercive aggression against the person or property of any individual. Anarchists oppose the State because it has its very being in such aggression, namely, the expropriation of private property through taxation, the coercive exclusion of other providers of defense service from its territory, and all of the other depredations and coercions that are built upon these twin foci of invasions of individual rights.
Murray Rothbard, Society Without A State (1975)
forza oscar, forse stavolta questi vecchi volponi della politica riusciamo a mandarli a casa. saluti giuseppe falcone
@Marco Tizzi. Non è la definizione di anarchia il senso dell’intervento, bensì la frase “eppure qualche regola la lascerei”. Cito Hayek de “il liberalismo”: “il mercato è un sistema giuridico, in assenza del quale l’unica economia possibile è la rapina di strada”. Prima di criticare il greco, provi a ripassare l’italiano, così magari capisce gli interventi, grazie.
@ John Law : “ahem” , mi sembra che lei dovrebbe leggersi qualche libro scritto da un liberale, prima di pontificare sull’argomento. Riguardo a quanto da lei citato, la differenza tra “liberalismo” e “liberismo”: ebbene le chiarisco che il secondo termine esiste solo in lingua italiana, per neologismo di Benedetto Croce, e tale distinzione è sempre stata criticata dai libarali classici, tra cui il sottoscritto. La distinzione è assurda, in quanto le teorie economiche che liberali discendono direttamente dalla filosofia politica, come dalla citazione di Hayek che può leggersi sopra.
Perciò, rimando al mittente il suggerimento di “leggersi qualche libro”, proprio per approfondire il tema da lui suggerito.
@guido cacciari
lei ha dato una definizione di anarchia che non ha alcun senso ed è anzi volutamente distortiva.
E’ la classica distorsione che si usa per giustificare i lanci dalle finestre di chi semplicemente pensa che essere libero è meglio di essere schiavo.
Stia tranquillo che l’intervento è stato compreso: si cercava di dire che l’assenza di regole non era certo il liberismo, ma l’anarchia.
Così non è, non è mai stato e mai lo sarà.
Tranne in certe procure, quelle che rappresentano la forza armata dello Stato contro l’individuo.
Mi chiedo come sia possibile che non una riga nè una parola di accusa sia stata spesa riguardo l’operazione di aumento di capitale dell’unipol del Luglio scorso. Immagino e spero che nella redazione esista qualche esperto di finanza che potrà (vorrà) controllare quanto dico: affermo con assoluta certezza che l’operzione andava bocciata dalla Consob, in quanto palesemente ed inevitabilmente penalizzante per i piccoli risparmiatori. Non scendo nei dettagli in questa sede, ma affermo che il piccolo azionista Unipol si è visto “sottrarre” a tavolino il 90% dei propri risparmi investiti in azioni ordinarie. Chi avesse 10.000 euro di azioni Unipol ordinarie al 30/06/12 oggi ne evrebbe circa 1.000. E nessuno ha aperto bocca. Spero vogliate rimediare. Vi prego di controllare, si tratta davvero di un’operazione scandalosa. grazie
@Giorgio Gragnaniello
Dov’è situata la “scuola anarco-liberista” usa, che così ci mando mio figlio?
E’ per caso una scuola in lingua italiana, visto che in Inglese il termine “liberista” non esiste?
@Marco Tizzi
Io non ho dato nessuna definizione di anarchia. Nè mi interessa conoscere le oltre 20 diverse definizioni che i suoi teorici ne hanno dato nei secoli. Sinceramente non mi interessa e non ne voglio neanche parlare. Se interessa a lei, si rivolga a qualcun altro. Io non sono l’interlocutore giusto.
http://en.wikipedia.org/wiki/Free-market_anarchism
@guido cacciari
Al ritorno dalle ferie scopro con molto ritardo il suo commento e… che le devo dire… sono così stanco di dover affrontare sempre gli stessi discorsi con dei liberisti che non vogliono essere chiamati liberisti ma liberali, eccetera eccetera, non se ne può proprio più. Si, il termine liberista è stato coniato da Croce, che tra l’altro sull’argomento ha anche intrattenuto una lunga ed aspra battaglia polemica con niente popodimenoche Einaudi, peraltro perdendola. E ora, con nomi come Benedetto Croce e Luigi Einaudi che lo hanno già fatto prima e meglio, dovremmo stare qui a farci insegnare da lei cosa significhi liberismo? Mi scusi ma penso che lei debba fare solo un bagno di umiltà, siamo in estate, sarà anche rinfrescante. Comunque, se lo desidera le farò avere tutti i riferimenti dei documenti sui quali potrà informarsi, ma non credo le interessi informarsi. La saluto.
Errata: “peraltro perdendola”
Corrige: “peraltro vincendola”