27
Gen
2014

Bitcoin: una previsione pessimista—di Gerardo Coco

Riceviamo, e volentieri pubblichiamo, da Gerardo Coco.

Dopo i bitcoin creati da un anonimo nel 2009 è stato un profluvio di cripto valute: Litecoin, Namecoin, PPcoin, Terracoin, Ixcoin, Devcoin, Freicoin ecc. il cui mercato è arrivato a superare dieci miliardi di dollari. Un risultato che ha aperto l’orizzonte su un nuovo mondo di transazioni basato su una moneta universale, decentralizzata, democratica, non manipolabile, indipendente da banche centrali, indicatori macroeconomici, anonima e soprattutto immune dalle esazioni arbitrarie dei governi. Tuttavia dopo molto battage pubblicitario c’è ancora incertezza circa la loro identità. Si tratta di denaro o qualcos’altro? Quale sarà la loro evoluzione? Vediamo di scoprirlo.

La tecnologia dei Bitcoin è stata denominata Gold 2.0 perché ha tentato di replicare un gold standard digitale. Analogamente alla produzione del metallo e a differenza delle valute legali, la loro l’emissione è costosa perché richiede un’estrazione digitale (mining) che comporta investimenti in hardware e software; la quantità è fissata da un algoritmo che ne riproduce la scarsità e al pari dell’oro sono frazionabili. Avrebbero addirittura una caratteristica superiore: quella di essere trasferiti all’istante e stoccabili senza costi. Tuttavia, per quanto avanzata, la tecnologia non è riuscita a dar loro la proprietà più importante dell’oro: il valore intrinseco, senza il quale il metallo, una volta coniato, non avrebbe mai potuto espletare la sua funzione monetaria per 3000 anni. Il valore intrinseco di un bene è la sua utilità indipendentemente dall’uso per cui è impiegato. Prima di diventare denaro, l’oro era richiesto come bene commerciale e questa è stata la condizione necessaria del suo successivo utilizzo monetario. Per lo stesso motivo le sigarette, avendo già un valore in sé, fungevano da denaro nei campi di concentramento. Le valute legali, invece, benché prive di valore in sé, circolano in forza del prelievo fiscale autoritario, che conferisce loro, per così dire un valore intrinseco negativo.

Su cosa si basa allora il valore dei bitcoin? Si basa unicamente sull’aspettativa dell’aumento del prezzo. E finché resterà questa convinzione il loro prezzo aumenterà. Ma questa è la caratteristica di un investimento speculativo, non del denaro. Il denaro autentico mantiene il valore stabile per misurare quello di tutti gli altri beni: è un numerario. Ai tempi di Plinio il prezzo di una buona tunica era un’oncia d’oro. Nel 1700 un vestito di qualità si comprava sempre con un’oncia che, pressappoco, è anche il prezzo di un abito odierno. I bitcoin subiscono forti oscillazioni e anche se il trend è al rialzo, una brusca svolta nella psicologia degli utilizzatori potrebbe farli implodere come avviene per i titoli troppo speculativi, quando, una volta passato l’entusiasmo febbrile ci si accorge di colpo che il loro valore intrinseco, il rendimento, è nullo. Nel giro di un mese il prezzo dei bitcoin è passato da 400 a 1500 dollari. Ora supponiamo che il preventivo della riparazione di un’auto fosse stato di 2 bitcoin quando erano quotati 400. Se il pagamento fosse avvenuto quando quotava 1500, il proprietario dell’auto avrebbe subito una perdita notevole e il meccanico, un profitto cospicuo. Ma potrebbe succedere anche il contrario. Una moneta con queste caratteristiche non può fungere da numerario la cui funzione è di non alterare la posizione economica dei contraenti.

Ma c’è dell’altro. Coloro che sostengono che nel futuro sulle caratteristiche dei bitcoin si possa edificare un sistema monetario integrato e alternativo, trascurano altri fatti importanti.

Primo. una moneta non serve solo a fare circolare beni e servizi finali, ma anche i beni capitali necessari a creare i primi. I beni capitali richiedono cospicui investimenti che non si finanziano con il contante ma con il credito che a sua volta richiede l’applicazione dell’interesse. Ora il tasso di interesse, che è la differenza tra moneta a pronti e moneta a termine, non si può determinare con una moneta di valore fortemente instabile. Se il creditore non ha la sicurezza di ricevere in futuro una somma certa e compensata da un premio, non investe in prestiti ma: o tesoreggia, nell’aspettativa di un rialzo del valore della moneta, oppure la spende subito, nell’aspettativa di un ribasso.

Secondo. Ipotizziamo pure che il valore dei bitcoin rimanga stabile permettendo di realizzare un sistema monetario integrato. Esso dovrà per forza dotarsi di attività bancaria per la raccolta di risparmio e del concomitante servizio del credito. Ora, come potrebbe essere garantita l’attività bancaria con un’offerta monetaria fissata da un algoritmo? Gli inventori dei bitcoin sembrano aver dimenticato che l’attività economica non è caratterizzata da un flusso perpetuo di redditi ma da fluttuazioni stagionali, flussi e riflussi e il credito è necessario per stabilizzare queste irregolarità livellandone gli sbalzi. Siccome i periodi di produzione non coincidono con quelli delle vendite e le transazioni non possono essere regolate a pronti, in assenza di credito, si dovrebbe fare scorta di contante per colmare le sfasature temporali tra spese e redditi. Con una domanda crescente di contante e un’offerta inelastica si avrebbe scarsità di denaro fino a fare crollare il commercio e causare deflazione nei prezzi e nei profitti. Insomma una depressione. Proprio al fine di prevenire questo fenomeno inevitabile, gli emittenti dovrebbero incorporare nella loro tecnologia digitale anche la funzione del credito per rendere lo stock monetario elastico espandendone, almeno temporaneamente, la quantità. Ma così facendo rimuoverebbero il principio stesso posto a base della loro invenzione: la fissità della offerta di moneta. Cosicché, loro malgrado, finirebbero per riprodurre e far uso, in forma digitale, dello stesso arsenale degli strumenti di politica monetaria del sistema tradizionale. E all’uso potrebbe seguire l’abuso.

Naturalmente questa ipotesi è teorica: i promotori non riuscirebbero mai a realizzare un simile progetto poiché i padroni dell’economia, governi e banche, non lo permetterebbero. Così la sperimentazione per il sogno legittimo, onesto e libertario di realizzare una moneta universale prodotta dal mercato e non alterata dal potere politico potrebbe essere servita solo come test per realizzare quello dei padroni: il controllo sistematico e la spoliazione periodica dei sudditi. Gli individui e le imprese, sudditi e servi dell’economia, una volta privati del contante fisico non avrebbero più scampo. Eliminato dalla circolazione e dichiarato fuori legge il contante, ogni transazione non digitale sarebbe considerata crimine mentre il controllo monetario assoluto rafforzerebbe il monopolio dei padroni consentendo loro di espandersi in modo sempre più arbitrario attraverso debiti e spesa pubblica le cui incontinenti necessità sarebbero finanziate, in frazioni di secondo, con prelievi di massa dai portafogli elettronici dei sudditi che servirebbero anche a controllarne minuziosamente la loro vita economica. Tutte le entrate e uscite sarebbero monitorate in tempo reale rendendo le dichiarazioni dei redditi superflue. La moneta digitale sarebbe costantemente inflazionata svalutando in proporzione lavoro e risparmio dei sudditi.

Negli ultimi decenni il sistema dei pagamenti nazionali e internazionale è stato informatizzato, standardizzato e armonizzato rendendolo più efficiente. Ma il mondo è forse migliorato? E’ diventato più prospero, più produttivo, più sicuro? Perché dunque la società senza contante dovrebbe essere migliore? Più la moneta sarà digitale, più il mondo sarà tirannico. Che qualcuno smentisca queste previsioni e ci dica che questo non sarà il futuro dei bitcoin. Perché se lo fosse, a occhio e croce, assomiglia a un incubo.

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15 Responses

  1. John

    Articolo interessante!!
    Sarebbe molto interessante, se fosse pubblicata sul bolg qualche proposta per una moneta, il cui valore possa variare con regole di mercato, senza la possibilità di interferenze da parte di politiche monetarie. Moneta che dia la possibilità di avere un’atività bancaria di raccolta del risparmio e del servizio di credito, senza che questo comporti l’uso di politiche monetarie distorsive.

  2. angela jauch

    Chiarezza e logica impeccabili. Uno degli articoli più convincenti sulla moneta digitale mai letti.

  3. Piero

    Sì, il mondo sarà più Tirannico. Ma nn sono i Governi, i politici come credete ancora voi Liberisti. Sono le Multinazionali Private di Tutti i Settori che li controllano e/o ricattano e/o prendono x il C. La Moderna Moneta Elettronica nn è nel il tuo Oro nè le BitCoin nè gli M12345 delle Banche Centrali (distinzione Pubblico/Privato a quel livello non esiste più).. Nuova moneta sono Derivati a Leva = Moneta a Leva che si trasmette poi nel Fisico (prezzi commodity = inflazione reale, borse effetto ricchezza/paura = fiducia = consumi = investimenti, panico/calma sui bond giustificati con debiti che si guardano solo quando ti fa comodo = tasse&tagli imposte). Ed i Derivati sono già Privati. Li controllano le Multinazionali Private del settore Finanziario.

  4. pippo

    Tutto vero, solo che l’incubo di cui parla l’autore si riferisce a transazioni bancarie con danaro fiat, non a bitcoin. Se l’autore non avesse una conoscenza per sola lettura della tecnologia sottostante, molto simile al p2p via torrent, che rende impossibile , ove implementata decentemente, o molto difficile tracciare le transazioni, se ne renderebbe conto. La parte orwelliana quindi la si riferisca ai deliri anche renziani di chi vuole eliminare il contante. Bitcoin rappresenterebbe un nuovo margine di libertà in tale evenienza.
    Resta la volatilità ma finchè sale e non scende al di sotto di ..

  5. Niky

    Ottima analisi del sempre interessantissimo Coco.
    Vorrei solo aggiungere una riflessione:
    Nessuno auspica che bitcoin diventi l’unica moneta mondiale ma
    potrebbe vivere parallelamente ad esse fungendo da ulteriore
    rifugio e da buon strumento per occultare e trasferire
    capitali dovunque in caso di default del paese o di qualche
    altra disgrazia finanziaria.L’occultamento è possibile in quanto
    possedere un “file” bitcoin è in sostanza come avere una banconota
    invisibile in tasca. Anche eventuali transazioni
    sono occultabili.
    Il panorama finanziario è puramente speculativo. Anche le sorti
    dei beni a più alto valore intrinseco come l’oro sono decise
    comunque da quattro gatti, non dal mercato reale. Non essendoci certezze comunque
    ho messo un 3-4 % del paniere in bitcoin.
    L’investimento in sè da considerarsi comunque ad alto rischio ma
    da una parte “rischia” anche di rendere bene e dall’altra ci consente di tenere
    aperti i canali di acquisto/vendita bitcoin che possono diventare
    preziosi in casi di “emergenza”.

  6. pippo

    Piero: perchè dire fessaggini di cose che non si conoscono? certo, il gombloddo delle multinazionali cattivissime. e scemenze simili. da che mondo è mondo scommettere su un cavallo non ha mai influenzato il piazzamento del cavallo stesso nella corsa. certo, in un ambito umano scommettere sul buon esito dell’impresa di uno può incoraggiarlo. ma che scommettere sull’andamento del prezzo del grano , senza accaparramento fisico dello stesso, ne cambi realmente il prezzo è da mostrare. tenetevi i vostri miti coi quali andrete ben poco lontano.

  7. Piero

    Pippo : io le conosco dal dentro.. siete voi che nn le conoscete o le conoscete solo a bassi livelli : “datemi il controllo della moneta di una nazione e non mi importa di chi farà le sue leggi” disse Rothschild (un PRIVATO che ha ottenuto con i suoi amici quello che voleva)..

  8. Dani D

    L’articolo parla del valore intrinseco dell’oro, dandolo come un fatto scontato e ovvio. Quando non e’ per niente ovvio.

    http://www.acting-man.com/?p=24447

    L’oro non ha un valore intrinseco. Come tutto, vale quanto chi vende riesce a venderlo e quanto chi compra e’ disposto a pagarlo.

  9. Gerardo Coco

    @ Dani D.
    Non ho dato mai per scontato il valore intrinseco. In un articolo passato ho scritto che l’oro ha un “valore oggettivo” dato dall’ elevato rapporto tra lo stock esistente e nuova produzione, più alto rispetto a qualsiasi altro bene per cui non se verificano abbondanza o scarsità in grado di influenzarne il valore… “L’oggettività del valore dell’oro non contraddice il principio di soggettività del valore di tutte le cose ma afferma soltanto che la soggettività non può prescindere dai fondamentali «oggettivi» del metallo”.

    cfr: http://www.leoniblog.it/2013/10/05/oro-quello-che-si-deve-sapere/ e http://www.leoniblog.it/2013/11/02/oro-quello-che-si-deve-sapere-parte-ii-di-gerardo-coco/

    Se l’oro non avesse fondamentali come dichiara Barry Ritholtz (passato recentemente al servizio delle banche e interessato a svalutare l’oro) non si capirebbe perché il metallo ha mantenuto costante il valore per secoli.

  10. Buongiorno!

    “Negli ultimi decenni il sistema dei pagamenti nazionali e internazionale è stato informatizzato, standardizzato e armonizzato rendendolo più efficiente. Ma il mondo è forse migliorato? E’ diventato più prospero, più produttivo, più sicuro? Perché dunque la società senza contante dovrebbe essere migliore? Più la moneta sarà digitale, più il mondo sarà tirannico.”

    L’autore, nella sua considerazione indubbiamente corretta, trascura un aspetto fondamentale. La canonica concezione di “moneta digitale” si traduce in una detenzione di questa da parte di sistemi terzi. Inoltre, la digitalizzazione della moneta ha permesso che se ne potesse creare (o distruggere) in gran quantità semplicemente mediante la pressione di qualche numero sulla tastiera di un computer.
    Tutto questo non avviene con Bitcoin, dove il principio di creazione della moneta (se proprio volessimo declassare il Bitcoin a moneta) è stabilito da un algoritmo matematico a codice aperto, e l’utente ha il pieno controllo e possesso sulle “monete” a lui imputabili, esattamente come se avesse i soldini sotto il materasso.

    Saluti!

  11. Sergio De Prisco

    Le banche sono nate e prosperate con l’oro e faranno grandi affari con le criptovalute.
    Ancora oggi è il denaro di credito, ordini di grandezza più abbondante della base monetaria, che si espande e si contrae rispondendo alle richieste degli scambî, e continuerà a farlo con il vasto arsenale delle criptovalute, avviato a diventare enorme.

    Proprio quelle alternative, citate solo di sfuggita nell’articolo come dovunque, stanno eliminando tutti i limiti di Bitcoin, compreso quello della tracciabilità che, con protocolli come CoinJoin, SharedCoin, CoinSwap ed implementazioni come Darkcoin e la prossima Zerocoin, sarà resa impossibile.

    Il futuro delle criptovalute è decisamente brillante, quello del denaro a corso legale molto meno.

  12. Quante cose inutili che vedo scritto. Non esiste né un modo per distruggere i Bitcoin, né un modo per renderli completamente centralizzati stile “banche”. L’oro è di per se inutile per la sopravvivenza della razza umana ma viene considerato un bene rifugio da millenni e tanto basta a dargli il valore enorme che ha. I BTC hanno invece un valore vero, si chiama “Energia Elettrica” usata per confermare le transazioni, ma si chiama anche RIG o MINER realizzati col lavoro umano e con materie prime comunque costose. In sostanza il BitCoin ha un valore intrinseco ancora più elevato dell’oro, perchè è di fatto un premio creato dal nulla per chi contribuisce a confermare le transazioni che avvengono nel mondo. Le Banche serie ma soprattutto i grandi dell’informatica (Google, Microsoft, Amazon, Ebay, Yahoo, Facebook, ecc.) stanno solo aspettando il momento giusto per entrare. A quel punto l’oro esisterà ma il suo valore sarà ridicolo in confronto… e non parlo di previsioni di millenni… Il problema semmai è che il 99% della popolazione mondiale non ha la minima idea di cosa si tratti realmente! Buona fortuna!

  13. Giancarlo

    Ci sono parecchie incomprensioni dell’autore:
    1. Paragonare l’uso del bitcoin con l’abolizione del contante e’ profondamente sbagliato. Bitcoin E’ contante. Esiste come sequenza di codice criptato e puo’ essere rubato come una qualsiasi banconota.

    2. La gestione del credito in bitcoin puo’ essere gestita normalmente da servizi di credito bitcoin, esistono gia’. Si prestano bitcoin, e si ottiene un interesse. Dire che il credito esiste grazie alla creazione della moneta a richiesta e’ falso.

    3. Bitcoin e’ usato come moneta di scambio. Si puo’ speculare sul prezzo come qualsiasi altra moneta, ma e’ fatta per scambiare beni e servizi.

    4. Le monete FIAT non esistono perche’ imposte dal pagamento delle tasse, questa e’ una schiocchezza. Se accetto gli euro non e’ perche’ lo vuole l’esattore delle tasse ma perche’ esiste una convenzione, e questa convenzione e’ basata sulla fiducia per cui l’euro che prendo dal mio lavoro lo posso usare per comprare beni che desidero.

    Articolo scadente e sintomo di ignoranza su un tema che richiede un minimo di conoscenza di informatica.

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