Bitcoin: la via d’uscita dal controllo monetario centralizzato — di Martin Vlachynsky
Riceviamo e volentieri pubblichiamo da Atlas Network.
Nel corso della crisi finanziaria, i governi occidentali hanno fatto ricorso a interventi monetari senza precedenti. Alleggerimenti quantitativi (quantitative easing), minore privacy, controllo sui capitali e criminalizzazione delle transazioni in contanti hanno costretto le persone a cercare una moneta migliore. Per fortuna, vi sono possibili alternative.
Molti guardano a Bitcoin o a cripto-valute analoghe. Bitcoin consente transazioni anonime attraverso computer e dispositivi mobili senza il ricorso ad un intermediatore finanziario. Non è una vera e propria moneta – non ancora. È piuttosto un gioco di gruppo per appassionati del computer, membri della comunità libertarian e un ristretto numero di rivenditori di merci illegali. Tuttavia, potrebbe espandersi verso qualcosa di più grande, perché va incontro alla domanda di moneta solida, sottratta alle manipolazioni di politici e banche centrali.
Bitcoin ha due caratteristiche che nessun’altra valuta ha mai avuto prima. Non dipende dal valore di un bene di riferimento e non è sostenuta da un’autorità centrale. Si tratta di un vantaggio. Un bene può essere confiscato e un’autorità centrale può esercitare un controllo debilitante.
Bicoin offre molte possibilità: si possono convertire tutti i nostri beni in Bitcoins, creare una password (chiamata “la chiave privata” nel sistema Bitcoin) e immagazzinare la nostra ricchezza nella nostra testa. Non c’è un software da portarsi dietro. Si può immaginare la rete Bitcoin come una gigantesca catena di informazioni composta dall’accoppiamento di codici pubblici e privati. È sufficiente trovare un computer connesso a internet, scaricare uno dei numerosi client Bitcoin, accoppiare la nostra chiave privata e la nostra chiave pubblica e iniziare tranquillamente a concludere transazioni in Bitcoin.
Il Bitcoin, in potenza, offre soluzioni ai problemi posti dalla moneta fiduciaria (quella creata dalle autorità di governo), ma è ancora lontano dall’essere una vera e propria moneta. Quest’ultima è un mezzo di scambio, un’unità di conto e una riserva di valore. Potenzialmente, un bene può essere essere utilizzato come moneta, ma se non è universalmente accettato per gli scambi in una determinata area geografica, non possiamo considerarlo tale.
Ecco un semplice criterio per capire il concetto: se c’è qualcosa che si può usare per comprare sia l’ultimo gadget tecnologico al centro commerciale, sia un kebab all’angolo della strada, questo è moneta. Oggigiorno, solo la moneta fiduciaria, emessa dalle banche centrali funziona come moneta vera e propria.
Tuttavia, la storia ci dimostra che nel giusto contesto, certi beni possono assurgere al valore di moneta da un giorno all’altro.
Gli abitanti dell’isola di Yap, nell’Oceano Pacifico si infatuarono di un certo tipo di roccia calcarea. Queste rare rocce importate venivano tagliate a forma di cerchio e divennero mezzo di scambio. Dal momento che i minatori iniziarono ad importare pezzi di roccia sempre più grossi, la pietra iniziò a diventare troppo pesante da trasportare. Così gli isolani coinvolti negli scambi smisero di “traghettare” i sassi e iniziarono a trasferire solo le proprietà. Vi sono stati casi in cui, sebbene una pietra fosse finita in fondo al mare, il titolo di proprietà su di essa continuava a circolare.
Le persone desiderano la moneta, giacché essa permette di superare gli inconvenienti del baratto, e quando se ne presenta la necessità trasformano rapidamente i beni più diversi in mezzi di scambio. In quasi tutti i campi di prigionia tedeschi durante la Seconda Guerra Mondiale, i prigionieri crearono spontaneamente una sigaretta-moneta, arrivando addirittura a provare gli effetti dell’inflazione, della deflazione, e della legge di Grisham (secondo cui la “moneta cattiva” sopravvalutata artificialmente scaccia “moneta buona”).
Internet ha dato origine a una nuova forma di beni che ha fatto una certa presa come moneta: ad esempio, valute virtuali come i Linden Dollars e l’oro di World of Warcraft, che può essere facilmente convertito in dollari o in euro.
Queste “valute” tuttavia erano moneta solo in situazioni come Yap, i campi di prigionia, Second Life o World of Warcraft. Non si possono usare per comprare un Kebab all’angolo o gadgets al centro commerciale.
Cosa impedisce a Bitcoin di essere una moneta a tutti gli effetti? Richiede maggiori competenze tecniche rispetto al contante e alle transazioni bancarie. Richiede anche una maggiore conoscenza quando si tratta di effettuare transazioni davvero anonime. Questo rappresenta uno svantaggio per i fruitori potenziali e fa sì he il loro numero sia ridotto.
Nonostante questo, Bitcoin sta trovando utilizzatori anche tra i meno abbienti e i meno istruiti, e si sta diffondendo in molti Paesi africani. Grazie ai maggiori vincoli imposti alle rimesse verso paesi in lista nera come la Somalia, Bitcoin offre una soluzione per chi ha bisogno di inviare risorse ai parenti che versano in condizioni disperate a casa.
I recenti tentativi di repressione ai danni di Bitcoin da parte di agenzie degli Stati Uniti (per esempio, il sequestro di diversi milioni di dollari dalla “borsa” più importante, MT.Gox, che ha temporaneamente cessato le operazioni in dollari) e i più gentili tentativi tedeschi di portare Bitcoin nel settore finanziario pubblico sono i primi passi nell’imminente braccio di ferro tra i governi e i possessori di Bitcoin. Le autorità proveranno probabilmente a controllare o a sopprimere interamente questa moneta virtuale, imponendo maggiori costi indiretti agli utilizzatori. Qualcuno li accetterà e giocherà secondo le regole. Ma ci si può aspettare una replica in termini di innovazione che migliori l’anonimato e l’accesso.
È difficile prevedere se Bitcoin prenderà piede o si trasformerà in una noiosa moneta virtuale regolamentata, ma il progetto è già oggi un successo. È un esperimento pionieristico che dimostra che una “folla” (un sinonimo high-tech per “persone”) è in grado di creare e mantenere canali di informazione tecnologici privati e decentrati. Bitcoin è solo un esempio di questo nuovo fenomeno, altri sono reti decentrate peer-to-peer (P2P), TOR (per l’anonimato in rete), e la stampa 3D. Tutti offrono strumenti moderni per contrastare il Grande Fratello, esso stesso stesso dotato di strumenti all’avanguardia.
È troppo presto per prevedere se questi strumenti garantiranno la diffusione della libertà in tutto il mondo. Ma saranno sicuramente d’aiuto per dare un’iniezione di fiducia a chi aspira ad un mondo più libero.
Martin Vlachynsky si è laureato in Economia e Amministrazione presso l’Università Masaryk di Brno, in Repubblica Ceca e ha conseguito un master all’Università di Aberdeen. Ha operato per svariati anni come specialista in web marketing e social networking. Attualmente è specialista in politica economica, energia e risorse naturali presso lo Institute of Economic and Social Studies (INESS) di Bratislava, in Slovacchia.
Ringraziamo lo Atlas Network e la Atlas Economic Research Foundation per la gentile concessione alla traduzione di questo articolo.
A chi fosse interessato, qua troverà la maggior parte della comunità italiana 🙂
https://bitcointalk.org/index.php?board=28.0
E’ una sezione dedicata sul forum ufficiale del progetto Bitcoin.
“È difficile prevedere se Bitcoin prenderà piede o si trasformerà in una noiosa moneta virtuale regolamentata, ma il progetto è già oggi un successo.”
Per adesso 11 Gennaio 2014 sembra che stia effettivamente prendendo piede. Ed ancora – fortunatamente a parere di molti – le regolamentazioni ancora mancano. Vedremo un più lontano futuro cosa ci riserverà.