Bike Sharing a flusso libero: un problema di fiducia condivisa?
Da mercoledì 30 agosto, i milanesi hanno a disposizione un nuovo mezzo di trasporto: il bike sharing a flusso libero (free-floating bike sharing). Secondo quanto riporta il Comune di Milano, nel corso dei prossimi mesi verranno messe a disposizione dei cittadini 12mila biciclette. A gestire questo servizio sono due aziende private cinesi, Mobike e Ofo. A seguito del bando di giugno, Mobike avrà una flotta di 8 mila mezzi, mentre Ofo sarà presente in città con 4 mila biciclette. Oltre a Milano, Firenze è l’altro comune che ha deciso di aprire al bike sharing a flusso libero.
Conosciute ai più con il soprannome di “Uber for Bikes”, Mobike e Ofo sono due tra i più grandi operatori al mondo che offrono un servizio di bike sharing senza l’uso di stalli per il parcheggio. Ad oggi la sola Mobike ha oltre 100 milioni di utenti registrati, mentre Ofo supera i 20 milioni di fruitori. Entrambe fondate a Pechino, queste due start up hanno da poco avviato una rapidissima fase di espansione. Nel corso degli ultimi mesi, ad esempio, Mobike è diventata disponibile in città come Singapore, Manchester, Fukuoka (Giappone), Londra, Milano, Firenze, Sapporo (Giappone), Bangkok, Saha Alam (Malesia), Washington D.C, Newcastle e Cyberjaya (Malesia). Ad inizio 2017 Mobike era presente in 160 città cinesi. A giugno, invece, ha raccolto 600 milioni di dollari in fondi di Serie E – finanziati principalmente da Tencent – e ha una valutazione di 3 miliardi di dollari. Ofo ha invece una valutazione pari a 1 miliardo di dollari. Le due aziende hanno anche il sostegno dei due più grandi gruppi internet cinesi, Alibaba e Tencent, e stanno sviluppando diversi tipi di partnership con Google, Huawei, Citibank e McKinsey.
Il bike sharing a flusso libero si definisce tale perché non prevede postazioni fisse, né per il ritiro né per la riconsegna delle biciclette. Esattamente come Uber, le bici “free floating” possono essere prelevate grazie ad una app dedicata, facilmente scaricabile sul proprio smartphone, e posteggiate lungo i bordi delle strade laddove non ci sia sosta riservata o divieto, ed in tutte le aree di sosta per velocipedi (stalli o rastrelliere) presenti nelle città. In attesa di conoscere i prezzi di Ofo, che fino al 31 ottobre farà pedalare i proprio utenti gratuitamente, Mobike costa 30 centesimi di euro per la prima mezz’ora di utilizzo (50 centesimi a partire dalla seconda mezz’ora in poi). Mobike, inoltre, richiede una cauzione iniziale di 1 euro (50 euro quando il servizio sarà a pieno regime) ed un sistema di crediti a scalare in caso di infrazioni (se frequenti, gli utenti meno corretti vengono penalizzati fino alla cancellazione totale dell’abbonamento).
Nonostante Mobike ed Ofo abbiano ideato biciclette molto innovative, progettate anche per scoraggiare i furti, i problemi sono sempre dietro l’angolo. Nel corso di questi ultimi giorni diversi media italiani (Il Corriere della Sera, Il Post, MilanoToday) hanno riportato la notizia di una decina di biciclette Mobike e Ofo gettate nel Naviglio Grande, in zona Lorenteggio. Questi comportamenti vandalici non sono i primi e – purtroppo – non saranno gli ultimi. L’inciviltà, infatti, non riguarda solo Milano. Anche ad Amsterdam, Melbourne, Singapore e Shanghai si assiste ad atti di maleducazione: biciclette abbandonate in giro, gettate in corsi d’acqua, appese ad alberi o sequestrate nei cortili interni di alcune abitazioni.
Come ricorda anche il Secondo Rapporto sull’Innovazione Sociale realizzato dal CERIIS ad inizio 2016, il successo dei processi di innovazione sociale (come il free-floating bike sharing) sono determinati, in primis, dalla cosiddetta fiducia condivisa. Il ruolo che gioca la fiducia diventa così fondamentale all’interno della sharing economy. Come spiega bene Michael Munger, professore di economia presso la Duke University, i vantaggi introdotti dall’economia della condivisione sono numerosi. In particolare, la sharing economy riduce i costi di transazione, aumentando il numero di scambi all’interno dell’economia, attraverso:
- la ricerca di informazioni sui prezzi e sulle opzioni di scelta a nostra disposizione in modo immediato;
- una maggiore trasparenza e qualità dei servizi;
- il pagamento sicuro ed elettronico di tutte le transazioni.
Al tempo stesso, la sharing economy può funzionare al meglio solo se le parti in gioco riescono ad instaurare un rapporto di fiducia reciproca. Ed è infatti quello che sta avvenendo. Esattamente come a Milano, anche in altre città si è assistito a simili atti vandalici. Pur essendo azioni gravi, che vanno condannate e che richiedono una giusta risposta (il Comune di Milano ha subito replicato alle critiche spiegando che metterà a punto un manuale delle “buone pratiche”), questi gesti di inciviltà non sono la normalità. Basti pensare ad Airbnb, Uber o addirittura Tinder. Nonostante le difficoltà iniziali – simili a quelle che oggi colpiscono Mobike e Ofo – tutte queste nuove tecnologie si sono affermate e stanno rafforzando la fiducia tra le persone. Ciò ha permesso loro di espandersi rapidamente. Oggi Uber è presente in circa 650 città del mondo, ha effettuato 2 miliardi di corse nel solo 2016 ed ha superato i 40 milioni di utenti. Tinder è stato scaricato oltre 100 milioni di volte con più di 1,6 miliardi di “swipe” al giorno. Airbnb si può trovare in 191 paesi e secondo le previsioni, entro il 2020, il servizio raggiungerà un bacino di utenza di oltre 24 milioni persone nella sola Europa.
Come racconta Rachel Botsman, una delle vere innovazioni della sharing economy è il mutamento dei rapporti di fiducia all’interno della società odierna. Grazie a questi cambiamenti, oggi, non abbiamo paura di utilizzare l’auto di uno sconosciuto come mezzo di trasporto cittadino. Nessuno si preoccupa di invitare un estraneo a bere un caffè dopo averci parlato solo su Tinder. Addirittura ci fidiamo di far dormire qualcuno a casa nostra utilizzando un servizio chiamato Airbnb.
I vantaggi del bike sharing a flusso libero – e più in generale della sharing economy – sono sotto gli occhi di tutti. Se da un lato è importante condannare gli atti vandalici di pochi giorni fa, dall’altro è essenziale spiegare al cittadino che questi nuovi tipi di servizi hanno il potenziale di trasformare radicalmente la nostra società, rendendola più trasparente, inclusiva ed efficiente.