17
Set
2009

Auto, ci sono Confindustrie coraggiose

Non vi sarà sfuggito che l’apertura del Sole 24 ore di oggi recitava “Incentivi o auto al disastro”. Solo che le virgolette non c’erano. Dunque l’appello della Fiat non veniva riportato come della Fiat, bensì integralmente fatto proprio dal quotidiano diretto dal molto “Fiat sensibile” Gianni Riotta.  Nel pomeriggio la presidente di Confindustria, Emma Marcegaglia, ha corretto il tiro, parlando della necessità del sostegno “a settori fondamentali”. Non citando l’auto da sola, estendendo l’elenco all’edilizia e ad altri, era una significativa presa di distanza, dall’apertura del Sole così netta a favore solamente di Torino. Ma l’esempio oggi viene da Berlino. Il presidente di turno di BusinessEurope, il network che unisce le associazioni industriali dei Paesi dell’UE, è un tedesco a nome della BDI, la Confindustria tedesca. Ebbene Junger Thumann non ha avuto dubbi né peli sulla lingua, affermando di essere “assolutamente contrario” alla decisione assunta dal governo Merkel di salvare OPEL e di pilotarla verso gli austro-russi di MAGNA. Il governo tedesco ha impropriamente interferito con il mercato, di fatto impedendo in Germania e altrove la spinta alle necessarie ristrutturazioni, visto che l’auto europea soffre di una sovraccapacità produttiva acclarata di almeno il 30 %.  Parole di Thumann, confindustriale di Germania. Parole ben dette.

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4 Responses

  1. Alessio

    La posizione assunta da Junger Thumann deve illuminare anche le teste pensanti(?) italiche

    Distinti Saluti
    Alessio Borsotti

  2. nessundorma

    Perchè comprare auto che dopo 3 anni non possono circolare e devo regalare l’acciaio pagato da me a peso d’oro e contribuire al riscaldamento globale per squagliarlo.
    Lo smaltimento di auto ‘vecchie’ (di 3 anni) costa più CO2 che mantenerle in circolazione.
    E facciamoli lavorare i meccanici, i carrozzieri e chi rinnova i sedili.
    Imporre per legge un attacco universale di motore e si sostituisce solo il motore!

  3. Mi scuso per la mia analisi naive (probabilmente I’m missing something):
    se il ‘sostegno’ si traduce in contributi all’acquisto e’ ovvio che i produttori di auto che favoriti e che otterranno maggiori benefici siano quelli di fascia bassa (8000-18000 euro). BMW, Mercedes Benz e Audi non sono proprio i primi produttori che mi vengono in mente quando penso a ‘fascia bassa’. Mi sembra logico quindi che Thumann non spinga per un incentivo che aiuti produttori esteri. La FIAT ha ancora una posizione egemonica in Italia (sigh) e ben si posiziona in fascia bassa (presumo anche come scelta strategica visto la forte influenza politica sui modi e tempi di attuazione degli interventi). Non capisco, e qui il dubbio, perche’ la Marcegaglia non dovrebbe essere a favore di un incentivo che aiuterebbe in prima instanza proprio la FIAT? Dal mio punto di vista (utente/lavoratore) si dovrebbe incominciare a pensare ‘europeo’ e premiare aziende europee (incentivare l’apertura di stabilimenti e centri ricerca transnazionali e favorire il movimento di forza lavoro) e favorire un concettto di ‘comprare europeo’ vantaggioso per il consumatore (che altrimenti ‘voto’ Toyota la prossima volta e non voglio che nessun incentivo mi venga rubato dal mio pezzo di apporto esattoriale).

  4. wow, grammatica da prima elementare e nessuna possibilita’ di revisione…
    Note to myself: rileggere prima di postare (specialmente alle 7 del mattino)

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