Auguri Alitalia, auguri concorrenza
Buon compleanno Alitalia! E’ trascorso un anno esatto dal difficile decollo del 13 gennaio 2008. Allora eravamo molto critici sull’operazione che era stata compiuta, consistente nel reclutare un certo numero di “imprenditori di stato”, nel ritagliare loro un vestito normativo su misura e nel consentire di ritagliarsi il pezzo preferito della vecchia Alitalia per indurli a imbarcarsi nell’ennesimo tentativo (dato che tutti i precedenti avevano fallito) di una gestione profittevole dell’azienda.
Allo stesso modo eravano critici sul piano industriale Cai-Intesa dell’estate 2008 che aveva guidato l’operazione e sulla sua sottostante strategia. Il piano Cai basava il perseguimento dell’equilibrio economico dell’azienda su tre pilastri fondamentali: a) un consistente recupero di produttività e contenimento dei costi unitari di produzione; b) la quasi monopolizzazione del mercato domestico attraverso l’aggregazione di AirOne e la messa in freezer per un triennio dell’Antitrust; c) lo sfruttamento della posizione monopolistica per accrescere in maniera consistente i prezzi sulle rotte domestiche. Il primo pilastro era ampiamente condivisibile, gli altri due proprio no.
Bisogna inoltre ricordare che, inseguendo i vantaggi del monopolio sul mercato interno, il piano Cai provvedeva da un lato a ridimensionare in maniera consistente dimensioni e offerta dell’azienda (da 230 aerei passeggeri dei due vettori incorporati a poco più di 150) e dall’altro a orientare l’offerta sul breve raggio, depotenziando tanto il segmento europeo quanto quello intercontinentale. Così facendo andava in controtendenza rispetto alle strategie dei maggiori vettori europei, consistenti nell’allegerire l’offerta sul breve raggio, ormai terreno di conquista delle low cost, e di concentrarsi sul solo segmento profittevole rimasto per i vettori di tipo tradizionale: il lungo raggio.
Queste le ragioni per le quali ritenevamo il piano Cai in parte sbagliato e in parte inaccettabile. A distanza di un anno il giudizio negativo sull’operazione ‘imprenditori di stato’ e sul piano Cai non è mutato di un millimetro ma esso non si riverbera sul giudizio relativo alla gestione manageriale di questo primo esercizio, che è invece positivo. Va dato atto alla nuova gestione in primo luogo di non aver sfruttato il terzo pilastro del piano Cai, di non aver aumentato i prezzi, che anzi sono ora più bassi di uno e due anni fa. Inoltre va riconosciuto il merito di essere riuscita a garantire l’operatività dei voli, evitando interruzioni al momento del subentro al vecchio vettore; di aver recuperato, seppur con difficoltà, i passeggeri; di aver ripristinato livelli qualitativi accettabili in tema di ritardi e cancellazioni; di aver contenuto i costi unitari di produzione. Questi meriti non implicano, ovviamente, che il piano Cai, pur nella versione rivista dai nuovi manager avrà successo. E’ troppo presto per dirlo. Però i risultati positivi conseguiti vanno riconosciuti.
Nel formulare gli auguri ad Alitalia non possiamo tuttavia non rivolgerli anche alla concorrenza. Non perchè sia il suo compleanno: la concorrenza lavora sempre quando la lasciano libera e quando la costringono a riposarsi è tutt’altro che soddisfatta. In realtà perchè da un lato ha bisogno degli auguri. Sulle rotte monopolizzate a seguito dell’integrazione Alitalia-AirOne, infatti, sembra proprio non avere spazio: da Linate metà delle rotte domestiche in esercizio sono monopolio di Alitalia e sull’insieme delle rotte domestiche da Linate essa ha l’80% dell’offerta.
Sul resto del mercato, invece, si è data parecchio da fare e nell’insieme del mercato italiano del trasporto aereo è aumentata nel corso del 2009, nonostante tutti gli amici del monopolio, la legge salvAlitalia e le aspettative di segno contrario. Pochi numeri per dimostrarlo. Nel 2007 hanno viaggiato in Italia 107 milioni di passeggeri aerei; nel 2008 il dato complessivo è sceso a 105 milioni e il 2009 si avvia a chiudere con un dato complessivo di 101 milioni (4 in meno del 2008 e 6 in meno del 2007).
Alitalia si avvia a chiudere il 2009 con 21 milioni e mezzo di passeggeri trasportati mentre i due vettori preesistenti avevano trasportato complessivamente 33 milioni di persone nel 2007 e 26 nel 2008 (includendo nel gruppo Alitalia anche Volare). Per differenza tra i dati totali di mercato e quelli di Alitalia (nuova nel 2009 e vecchia più AirOne nel 2008 e 2007) ricaviamo i dati dell’insieme dei suoi concorrenti: nel 2007 i vettori diversi da Alitalia-AirOne avevano trasportato complessivamente 74 milioni di passeggeri che sono divenuti 79 nell’anno 2008 della crisi Alitalia e 80 nell’anno (di crisi) appena concluso. Il mercato italiano del trasporto aereo, nonostante il nuovo vettore tricolore, batte sempre di più bandiera straniera (e bandiera low cost).
Segnalo anche l’articolo di Ugo pubblicato oggi su ilsussidiario.net con un’analisi più approfondita di quanto ha qui scritto
http://www.ilsussidiario.net/articolo.aspx?articolo=60973
Il titolo è abbastanza chiaro: ALITALIA/ Al primo compleanno festeggiano solo low cost e concorrenti
Quest’operazione è stato il solito intervento all’italiana. In un paese e con un governo che parlano e parlano del libero mercato, l’operazione Alitalia è stata l’ennesima fregatura per il cittadino, che dovrà pagare dalle proprie tasche i milioni di debiti lasciati dalla vecchia gestione (come se fossero pochi i soldi che dovremo pagare per il disastro combinato dalle banche).
Non si voleva perdere l’italianità dell’Alitalia e ora i guadagni che faranno (li faranno veramente?) andranno ai 4 soliti amici. In più, continua il monopolio (l’ennesimo nell’Italia liberal).
Non vedo l’ora che tutti questi cancri dell’Italia vengano estirpati e diano passo a una concorrenza vera, dove i più bravi vadano avanti senza aiuti, solo perché lo meritano.
Post molto convicente ed equilibrato, anche nel riconoscere le qualità della nuova gestione di Alitalia (contenimento costi unitari, recupero qualità, ecc.). A dimostrazione che privatizzare – anche nella modalità assurda in cui è avvenuto stavolta – conduce comunque in linea di massima a tutta una serie di miglioramenti gestionali. In questa logica, però, nell’interesse di lunga durata della stessa Alitalia ora bisognerebbe liberalizzare al più presto, per creare un contesto competitivo che induca ad ottenere altri risultati positivi.