9
Nov
2011

Attenti a ciò che rischiamo! Già 50 miliardi di oneri e sarà peggio

Gli spread stanno impazzendo, tra poche ore rischiamo di essere a quota 600, l’intera curva dei rendimenti per ogni scadenza è sopra il 7%. L’Italia rischia non la misisone ordinaria di monitoraggio del Fmi entro fine mese, ma dopodomani una squadra speciale del Fondo che sbarchi dagli elicotteri e ci imponga la secessione temporanea dai mercati, vincoli di capitale obbligatori e sanguinose manovre di ripresa di contatto con la realtà reale: il mondo non intende farsi coinvolgere nella follia di un’Italia che non è la Grecia ma non per quello che crede la sua classe politica, cioè troppo grande per fallire, ma non lo è appunto perché siccome siamo una fonte di contagio enorme il mondo interverrà con la cavalleria aerea per sbatterci alle corde, finché cambiamo marcia e disinnestiamo il pedale dell’irresponsabilità. Forse è bene porsi una domanda precisa. Quanto costa all’Italia, la drastica accelerazione del rischio di insolvenza pubblica che i mercati hanno iniziato a stimare da luglio ad oggi? E’ un esercizio contabile che vale la pena di fare, anche se pone rilevanti problemi economico-statistici, visto che le cifre su cui si può lavorare sono per lo più da stimare per approssimazione. Tuttavia dovrebbe rappresentare un esercizio obbligato per tutti i cittadini italiani, lavoratori e imprenditori, risparmiatori e contribuenti, in modo da sottoporre a un preciso rendiconto le responsabilità politiche di ieri, oggi e domani. E’ comprensibile che vasta parte degli italiani tenda a graduare le proprie valutazioni riferendosi al tradizionale asse valoriale destra-centro-sinistra. Ma non è male tentare anche di appoggiare il proprio ragionamento a qualche numero che si riferisca anche ai valori economici. Ieri sera  ci ho provato, quando lo spread era a 495 e non a 563 dove svetta ora che posto.

Cominciamo dal contribuente. Il voto di ieri a Montecitorio è stato letto dai mercati come un aggravamento ulteriore dell’instabilità politica italiana, e della distanza da ciò che i mercati, Europa e Fondo Monetario ci chiedono per abbattere il debito pubblico più rapidamente che con il solo avanzo primario, per crescere di più, per mettere in ulteriore sicurezza spesa pubblica e pressione fiscale troppo alte per un’economia sana. Per questo abbiamo toccato quota 500 di spread tra Btp e Bund. Oltre 300 punti base in più rispetto a dove eravamo partiti a fine giugno, quando il differenziale era inferiore ai 200 punti.

Per calcolarne l’onere sui più alti interessi pubblici da pagare, bisogna ricordare che il debito di Stato attuale è oltre i 1900 miliardi di euro, ha una quota nel 2012 in scadenza compreso il disavanzo pari a circa il 23,5% dell’ammontare, superiore a quella di ogni altro Paese dell’euroarea (Grecia 16,5%, Spagna 20,6%, Portogallo 22,3%). La durata media del nostro debito è però la più alta e questo riequilibra, è pari a 7,2 anni rispetto ai 6,9 della Grecia. E la quota detenuta da stranieri è la più bassa, solo al 42%. (Grecia 55%). Tenuto conto di ciò, cento punti base di rendimenti in più significano nei tre anni successivi maggiori interessi sul debito pubblico pari a 1,2 punti di Pil, se incorporati per tre trimestri come media. Nell’ultimo quadrimestre, bisogna contare non tutti i 300 punti base in più a ieri, ma la media della maggiorazione rispetto alle aste di titoli effettivamente svolte. Siamo a circa 200 punti base in più nella media del quadrimestre. L’effetto di maggior spesa pubblica per interessi è pari a circa 2,7 punti di Pil nel triennio, circa 47 miliardi di euro. Ma poiché non voglio fare il menagramo, e mi auguro che per miracoloso sussulto di responsabilità questo o qualunque altro governo riesca in due settimane a varare tutti i provvedimenti necessari a riportare lo spread dov’era – non ci credo, ma formulo questo auspicio – allora ecco il conto di ciò che è intanto avvenuto nei 4 mesi alle nostre spalle: cioè un aggravio già determinatosi e certo intanto pari a 1 punto di Pil, pari cioè a circa 15 miliardi in più. Se li dividiamo per tre anni, ecco che l’intero piano di dismissioni pubbliche – miserello a mio giudizio – presentato dal governo nella lettera al Consiglio europeo della settimana scorsa è già andato in fumo, mangiato dagli accresciuti interessi.

Viene poi il conto per le banche. I 300 punti di spread vengono integralmente inglobati nel maggior costo a carico delle banche per la provvista di capitale a breve liquida, e su quella obbligazionaria nel mercato all’ingrosso. L’aumento del rischio sovrano genera perdite sul portafoglio finanziario, indebolendone i bilanci e aumentandone la rischiosità. Inoltre i titoli pubblici utilizzati dalle banche perdono valore come collaterale per le operazioni pronti contro termine o presso la BCE. In più, diminuiscono le garanzie pubbliche sulle passività bancarie. Infine, l’abbassamento del rating pubblico determina un abbattimento del rating delle stesse banche. E’ per questo che nei Paesi sin qui più colpiti dalla crisi, Grecia Irlanda e Portogallo, i depositi in conto corrente di famiglie e imprese sono in forte calo, mentre la remunerazione media sui depositi è aumentata dall’inizio della loro crisi, un anno e mezzo fa, di un punto mezzo percentuale, cosa che per le banche è una ulteriore compressione del margine di intermediazione.

Sommando tutte queste componenti, per le banche italiane direi che siamo nell’ordine di grandezza tra 4 e 5 punti di Pil nel biennio, cioè tra 60 e 75 miliardi di maggiori oneri e minori utili e dividendi a tutti gli effetti, se i 300 punti di spread dovessero confermarsi nel tempo diciamo per un altro quadrimestre. Intanto, un punto di Pil in più di maggior capitalizzazione è stato appena comminato dall’EBA, l’autorità bancaria europea. Tra giugno e settembre sono venuto meno con certezza già 48 miliardi di raccolta complessiva effettuata attraverso certificati di deposito e carta commerciale dagli intermediari bancari nei Paesi avanzati, siamo in presenza di un vero e  proprio inaridimento dei mercati all’ingrosso, simile a quello post Lehman.

Per finire il conto approssimativo, bisogna stimare infine il costo per i prenditori a cui i maggiori interessi e la restrizione degli impieghi viene naturalmente traslata dalle banche. Cioè sui bilanci delle famiglie, per i mutui e prestiti al consumo,e su quelli delle imprese. E infine ancora aggiungere l’abbattimento che lo spread esercita sui titolari di redditi immobiliari, visto che più lo spread sale più indici e capitalizzazione della Borsa scendono. Troppo lungo spiegare le metodologie per un calcolo approssimativo. Diciamo che per l’ultimo quadrimestre c’è da aggiungere un altro punto di Pil almeno, nell’anno a venire, e che l’elasticità è ben superiore all’unità se la cosa perdura, cioè il punto si raddoppia se dal quadrimestre giungiamo al semestre.

Come si vede, lo spread non riguarda solo le aste pubbliche ma colpisce tutti, e in tempo reale. Se sommiamo gli effetti del solo quadrimestre ultimo per i contribuenti, per le banche e i loro clienti e su chi ha investito in Borsa, siamo già ben oltre i 3 punti pieni di Pil nel 2012, intorno a 50 miliardi di euro. Tutto ciò avviene in un contesto economico complessivo di forte rallentamento delle economie reali. Ieri il centro Studi di Banca Intesa ha stimato che per questo solo effetto reale nei mesi tra giugno e settembre il fatturato delle imprese italiane perde 94 miliardi di euro nel prossimo biennio. E attenti che il conto sale ogni giorno. Ce n’è abbastanza, per chiedere alla politica un sussulto di responsabilità? E agli italiani per aprire gli occhi, e per un po’ smetterla di dividersi in tribù pensando invece a come evitare di finire ancor più sputtanati e impoveriti ora che siamo alle corde? O no?

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68 Responses

  1. Non spariamo monate a dire che paghiamo già 50 Miliardi in più per un giorno di spread al 7% deve passare un anno medio al 7% non un giorno o mezz’ora hahahah…. non allarmiamo di più di quello che serve e poi questi son titoli già emessi e non paga lo stato ma chi li aveva e la prossima asta sarà fra 15 giorni e la solamente vedremo quanto paghiamo in più ma solo per quella trance, duqnue c’è tempo per sistemare le cose….

  2. Giorgio

    Caro Giannino, io gli occhi li apro, ma non vedo nulla all’orizzonte. Lei è bravissimo a mettere impietosamente in fila tutti i numeri dell’attuale disastro, ma ha una vaga idea di CHI dovrebbe tirarci fuori da tutto questo? A me pare di no, né mi pare lei abbia la minima intenzione di sbilanciarsi in tal senso. Soprattutto, mi chiedo se ragionando in questo modo abbia ancora senso la democrazia. Piuttosto, chiediamo a ogni schieramento politico di fornirci una possibile compagine di governo. Le facciamo valutare tutte dai mercati finanziari e quella che totalizza lo spread più basso vince. No?

  3. Marco

    Caro Giannino,
    perchè non formulare, una richiesta da diffondere in rete sfruttando l’immenso potere moltiplicativo di Facebook e dei vari social Network per far capire a chi sta lassù cose ne pensiamo?
    Facciamo sentire ai nostri cari Governanti di destra e sinistra che ci siamo.
    Cordiali saluti.
    Marco

  4. Axel

    A questo punto se siamo seri, dobbiamo pagare una parte consistente dei nostri debiti. Il debito pubblico è servito in questi anni a garantirci le pensioni, il sistema sanitario pubblico, l’istruzione, la cassa integrazione. Milioni di persone in questo paese hanno usufruito di quei soldi, ora è il momento di restituirne un pò, ogni italiano in percentuale a quello che ha nel proprio conto corrente. Dimostriamo al mondo che gli italiani quando è ora pagano i propri debiti e poi…tutti alle urne.

  5. Carlo

    Grazie Oscar che riesci a rendere un po più chiara la situazione.

    Perché il problema è sempre questo, non si capisce mai cosa succede realmente, e questo viene usato dalla politica per poter fare lo scarica barile, dando la colpa alle banche, ai parassiti evasori (che andrebbero combattuta sul serio), all’altra fazione politica o a chiuque gli salti in mente.
    Le strade per riemergere dal mare marrone che ci stà ricoprendo ci sono eccome, gli italiani i sacrifici li sanno fare, ma dietro alla fondamentale condizione che ci sia un piano serio e dei progetti.

    Sarebbe decisamente interessante mettere in atto la proposta di Marco, fare una richiesta da diffondere su internet; scritta anche con la collaborazione di altri economisti e di persone che fanno parte della politica, come Ichino, Baldassarri ed altri.

    Dobbiamo muoverci tutti per cambiare qualcosa.

    Cordialmente,
    In bocca al lupo a tutti noi!

  6. Francesco

    Assodato che l’Italia non è come la Grecia, ma peggio. E’ possibile sperare che chi di dovere non faccia come con la Grecia? Insomma credo che ormai la situazione non sia più nelle nostre mani o sbaglio?

  7. alexzanda

    tra poco la gente capira’ che e’ ora di togliere i soldi dalle banche, aggravando cosi’ la crisi di liquidita’.
    unica soluzione: oltre al fare le riforme sulla spesa e le dismissioni teorizzate dall’ottimo Giannino, varare una costituente di fine legislatura per rifare la riforma costituzionale fatta dal governo Berlusconi e inopinatamente bocciata dal successivo referendum…. senza una struttura istituzionale diversa, con piu’ potere in mano ad un capo del governo meno debole e ricattabile, qualsiasi riforma sara’ impossibile, vareremo solo il minimo possibile per accontentare i mercati fino a che quel minimo sara’ cosi’ oneroso che ci rifiuteremo (vedi Grecia) e falliremo…….
    la ricchezza del paese non basta a proteggere dal fallimento, i tribunali sono pieni di falimenti di imprese capitalizzate ma illiquide……
    senza una gestione che possa incidere realmente non si va da nessuna parte.
    possibilita’ che la costituente venga fatta? mah

  8. Andrea Maffioletti

    Egregio dott. Giannino,
    penso che sia non più rinviabile una serie di azioni per ridurre il livello del debito e mi pongo una domanda: perchè, oltre alle ipotesi di dismissione di parte del patrimonio immobiliare, non pensare alla vendita di beni non funzionali?
    L’Italia possiede oro per un valore pari a €100 mld! Si potrebbe organizzare uno scambio con la BCE: oro in cambio dei titoli di stato italiani recentemente da loro controvoglia acquistati.
    I titoli così ottenuti verrebbero annullati. Gli eventuali problemi legati alla proprietà “formale” dell’oro potrebbero essere risolti con la dovuta determinazione.
    Cordiali saluti

  9. adriano

    Quando ho capito come veniva gestito il debito pubblico ho pensato:”Questi sono pazzi.Prima o poi sarà un disastro.La moltiplicazione dei pani vale solo in paradiso.”Sbalorditi ci si acoorge che il prestatore non si accontenta piu’ della rendita ma vuole il rimborso del capitale.Ohibò,ma come si permette?Il peccato originale è aver adottato l’euro senza averne i requisiti.I provvedimenti da prendere sia con la lira che con la moneta unica erano e sono gli stessi,solo che ora abbiamo meno strumenti avendo rinunciato alla nostra autonomia e sovranità.Un capolavoro di strategia.Il problema è il debito posseduto all’estero.Occorre farlo rientrare.Dobbiamo ricomprarlo.Le nuove emissioni devono essere rivolte al mercato interno ed in caso di richieste minori dell’offerta assegnati forzatamente ad un tasso predeterminato.Lo spread vada dove vuole.Anch’io vorrei farlo.Via da una moneta che non ci possiamo permettere.

  10. giancarlo

    siamo tutti d’accordo. ma come si fa a spingere i politici a fare il loro mestiere? si scende in strada? si invadono le piazze? si fanno le barricate o si imbracciano forconi e armi da fuoco?

  11. Marco

    @Axel
    L’ammontare degli sprechi, e delle risorse spese per mantenere le clientele, hanno un unico parametro di serietà che è quello di far pagare allo stato con il proprio patrimonio.
    E’ ora che la politica cambi, bisogna mettere una norma simile a quella che è prevista nel codice civile circa la responsabilità penale degli amministratori che per mala gestio, fanno fallire le società.
    Ad esempio: perchè io devo pagare per il comune di Latina che ha fatto le terme senza sincerarsi che ci fosse l’acqua termale? Perchè quei pubblici amministratori non debbono essere chiamati a mettere mano al portafoglio per ripagare lo stato e la collettività dei danni?

  12. Marco

    Marco :
    Caro Giannino,
    perchè non formulare, una richiesta da diffondere in rete sfruttando l’immenso potere moltiplicativo di Facebook e dei vari social Network per far capire a chi sta lassù cose ne pensiamo?
    Facciamo sentire ai nostri cari Governanti di destra e sinistra che ci siamo.
    Cordiali saluti.
    Marco

    @giancarlo
    Anche questa è una soluzione, peccato che io non sia il tipo, meglio una valanga di mail che blocchi i server di partiti politci, dei siti dei ministeri, dei giornali.
    Ma non un atto di pirateria informatica, bensì un volume tale di mail dettati dalla semplice volontà di uomini e donne che arrabbiati fanno sentire la loro voce.

  13. claudio

    chissà che la crisi non faccia un po’ da insetticida per i parassiti del tessuto produttivo italiano

  14. Manuel Montanari

    @pigrecosan
    scusi ma non riesco a ravvisare nell’articolo le “monate” cui si riferisce:

    “Nell’ultimo quadrimestre, bisogna contare non tutti i 300 punti base in più a ieri, ma la media della maggiorazione rispetto alle aste di titoli effettivamente svolte.”

    quindi non “per un giorno di spread al 7%” come dice Lei..

    @Axel

    Le ricordo che paghiamo le tasse (e molte) appositamente per finanziare tutti i servizi di welfare che cita. Il fatto che tali proventi siano mal spesi e mal gestiti non mi pare motivo sufficiente per contrarre debito. Il debito è stato fatto per finanziare la crescita smisurata e ingiustificata della spesa pubblica negli anni, sprechi e inefficienze e non l’ho certo contratto io, nè Lei, come scrive invece qualcuno sul Corriere della Sera con gran scrosciare di applausi..
    Credo inoltre che l’ammontare di tasse che paghiamo sia già troppo ingente e che imporne di nuove non risolva il problema, ma lo aggravi..
    Sono quindi d’accordo con Marco: i debiti li paghi chi li ha contratti (lo Stato) e non chi con quei debiti non c’entra nulla!

    Il patrimonio PUBBLICO, non quello privato, paghi il debito PUBBLICO!

    Cordialità

  15. gregori

    @Alexzanda
    Guarda che il governo dimissionario,aveva una maggioranza amplissima per governare e per fare le riforme necessarie al paese.
    Ma le riforme,non erano lo scopo,non lo sono mai stato,del governo Berlusconi,nè di questo,nè dei precedenti,bensì curare i suoi interessi personali;i fatti lo dimostrano.
    Una decina di leggi votate ponendo la fiducia,per far passare prescrizioni brevi,ricusazioni,etc.,tempo tolto per l’esame e l’approvazione di leggi che togliessero la nazione dalla situazione di stallo che ci ha portato ai risultati di questi giorni.
    36 deputati in più dell’opposizione alla Camera,e di più al Senato;quanti ne servono in più per governare? Un numero da dittatura può essere sufficiente?
    Se poi gli italiani si esprimono con un referendum,questo si chiama esercizio di democrazia,essendo questo previsto dalla Costituzione…E sveglia!!!

  16. Maurizio Marinelli

    A proposito di pensioni.
    Gentilissimo Dottor Giannino,
    ho 58 anni ed anche a me sarebbe piaciuto lavorare fino a 67 anni (tanto, non so fare altro) se un lavoro lo avessi ancora! Ma purtroppo a 56 anni (unico percettore di reddito in famiglia e con abitazione in affitto), dopo essere stato nominato dirigente – grazie alle dissennate politiche adottate dalle aziende per liberarsi del personale ritenuto “anziano” e che ora sono le prime a sollecitare la riforma delle pensioni di anzianità dopo averne lungamente approfittato se non abusato – il lavoro lo ho perso ed alla mia età non se ne trova altro. Pertanto, come altri poveri disgraziati nelle mie stesse condizioni, sto versando – con pesantissimi sacrifici economici ed azzerando il TFR ricevuto – i “contributi volontari” all’INPS (per me trattasi di oltre 5 annualità) onde raggiungere i requisiti minimi per il pensionamento di anzianità (nel mio caso – in base alle norme al momento vigenti – a 61 anni alla fine del 2014 con 36 anni di contribuzione, oltre l’attesa di un altro anno per la materiale erogazione del trattamento di quiescenza).
    Con un innalzamento dell’età pensionabile o con modifiche ancora più penalizzanti quali l’abolizione delle pensioni di anzianità io e quelli nella mia identica situazione, già senza lavoro, resteremmo per moltissimi anni senza pensione, senza più risparmi e quindi senza mezzi di sostentamento, vedendo addirittura vanificati i versamenti di “contributi volontari” effettuati (svariate decine di migliaia di Euro all’anno, per quel che mi riguarda addirittura superiori all’entità della pensione annua che dovrei prendere).
    Sarebbe necessario almeno non generalizzare e distinguere chi ha un lavoro da chi è disoccupato e sancire – come avvenuto in passato – che, per coloro che si trovano già costretti a versare i “contributi volontari” (annualmente pari a ben il 33% del totale della retribuzione lorda percepita negli ultimi 12 mesi di lavoro), valessero le norme pensionistiche vigenti alla data di ottenimento dell’autorizzazione formale da parte dell’INPS alla prosecuzione volontaria della contribuzione (nel mio caso, per esempio, risalente ad aprile 2009).
    Il legislatore di qualunque colore politico ha mostrato particolare equilibrio in materia tant’è che – per citare norme recenti – la Legge 23/8/2004 n. 243 “Norme in materia pensionistica e deleghe al Governo nel settore della previdenza pubblica, per il sostegno alla previdenza complementare e all’occupazione stabile e per il riordino degli enti di previdenza e di assistenza obbligatoria” all’Art. 1 – comma 8 recita: “Le disposizioni in materia di pensionamento di anzianità vigenti prima della data di entrata in vigore della presente legge continuano ad applicarsi ai lavoratori che, antecedentemente alla data del 1° Marzo 2004, siano stati autorizzati alla prosecuzione volontaria della contribuzione.” A seguire, la Legge 24/12/2007 n. 247 “Norme di attuazione del Protocollo del 23/7/2007 su previdenza, lavoro e competitività (Welfare)” all’Art. 1 – paragrafo 2 recita: “All’Art. 1 della Legge 23/8/2004 n. 243 sono apportate le seguenti modifiche: ….. punto C): al comma 8, le parole sono sostituite dalle seguenti .
    Mi permetto, anche a nome di molti altri, di richiamare la Sua autorevole attenzione su questa delicatissima ma evidentemente trascurata problematica che tocca tanti lavoratori ormai senza occupazione ma comunque “contribuenti”, che vedrebbero tra l’altro violato un diritto loro formalmente riconosciuto dall’INPS con il rilascio della citata “autorizzazione” avente data certa.
    La ringrazio e La ossequio.
    Maurizio Marinelli

  17. Alessandro Terracina

    Posso solo dire che, ascoltando per circa 15 minuti a porta a porta Alfano, La Russa, Bindi, Di Pietro, la classe politica che abbiamo è di un livello così basso ma così basso da non rendersi conto (ancora!!!) della situazione! Uno squallore infinito quel dibattito!!! Ma credo che in fondo tale classe dirigente rappresenti degnamente l’irresponsabilità atavica degli italiani.

  18. Widmann Oswald

    Lo strapotere dei mercati “stupidi” influenzati in maniera assurda da una speculazione pazzesca basata ormai solo su voci,sensazioni e notizie spesso irrilevanti anzichè sui fondamentali economici, farà crollare tutto !!
    Dov’è rimasto il primato della politica..!?
    Cosa hanno fatto gli organismi internazionali preposti per arginare la speculazione selvaggia dilagante fine a se stesso ..!? Assolutamente nulla.
    Il “sistema stramarcio è arrivato al capolinea, o ci saranno le necessarie correzioni imposte con rigore e tempestività dalle autoritá mondiali oppure andremo incontro a una revolutione delle masse.
    Per quanto riguarda il nostro debito pubblico compriamecelo noi cittadini italiani piuttosto che svenderlo ai cinesi….potá essere un’ottimo affare.

  19. Ivan Damiani

    abbiamo permesso a questi politici di m. di portare Italia nel baratro ed intanto ci intontivano con i vari talk show, bunga bunga story, etc etc. Ci hanno tolto il diritto alla vita, senza lavoro, senza soldi, senza futuro e più poveri di 10 anni fà. Italia non doveva proprio entrare nell’ euro. Come si può pensare di chiedere agli italiani di fare ancora sacrifici. Siamo noi italiani che chiediamo alla classe politica di dimezzare il loro stipendio, annullare gli extra, mettere in vendita il patrimonio dello stato, far comprare agli italiani i btp con garanzia di riacquisto, ridurre iva e le trattenute sulla busta paga, investire su progetti di lavoro e non su fantomatici ponti o corsi di formazione obsoleti, aumentare le tasse ai più ricchi, impedendo la delocalizzazione delle commesse italiane all’estero. I politici non hanno capito che gli italiani sono stanchi, affamati e stanno diventando cattivi e che se nulla verrà fatto a tutela del popolo sovrano qualcosa di spiacevole accadrà sicuramente.

  20. FEDE

    attenzione anche a cio’ che rischiamo con la chiusura di piccole aziende e intere famiglie e pensionati continuamente vessati dal fisco tramite EQUITALIA.
    la gente onesta non ce la fa’ piu’ ad andare avanti con migliaia di rate fatte a equitalia,magari per una multa con scadenza parcheggio,o per un semaforo truccato e per la continua persecuzione di questo ente di riscossione coattiva che se la prende solo coi deboli e fa’ finta di non vedere i grandi evasori,i possessori di barche lussuose attraccate ai numerosi porti italiani che hanno anche ville a 5 stelle in costa smeralda etc..etc..si potrebbe andare avanti con tante vessazioni capitate a milioni di contribuenti.per ritornare a cresce c’e’ bisogno di un condono tombale che eviti la chiusura di piccolissime aziende oneste che non pagano in quanto non ce la fanno piu’ ad andare avanti e come tante famiglie e pensionati che sono allo stremo.CONDONO SUBITO E POI RIFORMA FISCALE PER UN FISCO PIU’ EQUO E MENO PERSECUTORIO.le vessazioni e le persecuzioni fin dai tempi di robin hood hanno portato solo rivoluzioni e sangue,per non dire impoverimento di tutti,eccetto per gli sgherri di stato che si arricchiscono sull’impoverimento degli altri,a noi vogliono mandarci in pensione a 67 anni…..se ci arriviamo…….e loro dopo 5 anni hanno un vitalizio di 4-5 mila euro.e’ una vergogna che grida vendetta.spero che nel maxi emendamento ci siano i famosi tagli della politica,che tutti dicono di fare ma che non fa’ mai nessuno,sia destra -sinistra che centro etc….le chiacchiere stanno a zero e il popolo e’ sempre piu’ incazzato..ma di brutto…!!!!

  21. Massimo74

    @FEDE

    Hai ragione su equitalia,si tratta di una banda di strozzini legalizzati che stanno mettendo sul lastrico centinaia di migliaia di cittadini e piccole imprese che per colpa della crisi economica non riescono a far fronte ai debiti con il fisco o con l’inps e si ritrovano vessati da cartelle esattoriali con sanzioni e interessi usurai.Comunque mettiti l’animo in pace,non ci sarà alcuna sanatoria (quella la fanno solo ai mafiosi che esportano i capitali all’estero),mentre in compenso ci ritroveremmo con una mega patrimoniale da 400 miliardi di euro e la rapina sui conti correnti stile Amato del 92′.
    Credimi,l’unica cosa saggia da fare è fuggire da questo letamaio una volta per tutte e lasciare che questo stato criminale imploda su se stesso portandosi dietro tutti i parassiti che lo animano.

  22. adriano

    Fine di una storia mai veramente iniziata.Ritornano in scena l’uguaglianza nella diversità e le convergenze parallele.Il dibattito fra Bindi,Alfano,Larussa,recitato nel litigio,era lampante,se opportunamente decriptato.Saranno uniti nelle fregature senza contropartita per il cittadino.Fingono di litigare per creare l’illusione di prospettive diverse ma nell’anticamera sono concordi.Si va uniti alla meta.L’importante è conservare gli interessi di bottega.Sarò un vecchio babbeo,ma Berlusconi mi fa tenerezza.Si è spento dopo il prelievo di 600 milioni,povera stella.Ha capito che la partita è ed era persa in partenza.Ancora piu’ mi fa tenerezza chi in buona fede,non partecipando al business,odia ed insulta questo povero miliardario dalle mani sporche,unica insignificante novità nella palude.La tragica beffa è che non si accorgono del raggiro.Buona restaurazione a tutti con l’antico copione.Che peccato.Invece della costituente mi dovrò consolare con un ricostituente.

  23. Roberto

    Caro Oscar (posso darti del tu perché siamo stati compagni di liceo, io ero nella sezione A, classe ’61), ma non ti pare che in questa guerra degli spread e della speculazione la scelta della UE che si limita a bacchettare e chiedere sacrifici ai paesi in difficoltà sia profondamente miope?
    Che può pensare un investitore d’oltre oceano quando viene a sapere che la UE ha inviato a Tremonti un dettagliato questionario sul programma delle riforme e sui tempi? O quando ascolta i rimproveri della Merkel o vede i sorrisetti di Sarko?
    E quali sono stati i risultati dei massicci tagli imposti alla Grecia. Hanno ridotto il debito, migliorato gli spread, dato linfa vitale alle casse? No, hanno solo dato la spinta finale nel baratro e impoverito la popolazione. Capiterà la stessa cosa in Italia? Lacrime e sangue, ma intanto lo spread sale e la gente soffre? Temo di si.
    Intendo dire che un problema come questo NON si risolve a mio parere imponendo cure da cavallo a chi non e’ stato virtuoso. Troppo tardive, troppo poco.
    Ciò che davvero servirebbe ad una vera Europa unita, e non ad una Europa di cartone, e’ un vero governo federale, fiscalità armonizzata, eurobond che convertano i bond sovrani sotto il cappello di una sola Europa. Queste sono le mosse che credo tutti si aspettano, e che proprio oggi bisognerebbe avere il coraggio di fare, invece che minacciare gli stati membri di abbandono.
    Commissariamento? Si, tutti commissariati da un solo governo, che sia lui a decidere.

    Purtroppo mi pare che questa tesi si scontri sui troppi interessi di bottega di una classe politica che, non solo in Italia, vede la punta del suo naso e nulla più. Politici, non statisti, appunto
    Ciao

  24. Rino

    Carissimo Giannino, sono nuovo di questo blog ma la seguo tutte le mattine, mi dica e, in questo momento sto guardando Piazza Pulita, mi spieghi perchè nessuno vuole affrontare il nodo dell’accordo con la Svizzera, fatto da germania ed inghilterra, che da quanto dicono genererebbe un volano che quasi spazzerebbe il debito pubblico? Tante trasmissioni ma nessuna che affronta questo nodo a parte rai3? Grazie
    PS altro che Monti.

  25. uomo libero

    Nessuna unione monetaria ha realmente tenuto oltre i 12 anni e l’euro ne ha compiuti 11 anni, adesso o si arriva a fare quelle riforme in cui si cede la sovranità nazionale e si decide di andare avanti tutti insieme oppure questa cosa non potrà andare avanti”.

  26. carlo grezio

    con prodi nel novembre 2006 lo spread era a quota 28(ventotto) punti sopra il bund tedesco.
    ci sarà un motivo.

  27. Alberto

    Io sono allibito dall’ insensatezza dei discorsi ascoltati oggi, dopo il tracollo di ieri l’ altro; leggo ed ascolto ancora di dubbi, incertezze, se o meno appoggiare un governo di larghe intese o se andare ad elezioni o addirittura se uscire dall’ Euro. Io credo che non si sia ancora capito che il problema è che la deriva potrebbe diventare irreversibile, nel momento in cui ci si avviti tra aumento dello spread e aumento del rischio, in una corsa senza freni?
    Poi attenzione, le chances, le abbiamo avute, nell’ ultimo mese e le abbiamo bruciate, questa è la terza ed ultima, se la bruciamo, Monti o non Monti, ci faranno a pezzi e non avremo più tregua. Questo bisogna che tutti lo capiscano, cittadini e politici.

  28. Alberto

    Government-Bond-SpreadsTen year government bond spreads

    Country Latest yield Spread vs bund Spread vs T-bonds
    Australia 4.15% 02.37.00 02.09.00
    Austria 3.35% 01.57.00 01.30.00
    Belgium 4.51% 03.13.00 02.46.00
    Canada 2.14% 00.36.00 00.08.00
    Denmark 1.96% 00.18.00 -00.09.00
    Finland 2.32% 00.54.00 00.26.00
    France 3.43% 02.05.00 01.38.00
    Germany 1.78% — -00.27.00
    Greece 34.34% 32.56.00 32.29.00
    Ireland 8.23% 06.45.00 06.17.00
    Italy 6.97% 05.19.00 05.31.00
    Japan 0.98% -01.21.00 -01.08.00
    Neth 2.24% 00.46.00 00.18.00
    NewZ 4.21% 02.42.00 02.15.00
    Portugal 11.65% 10.26.00 09.59.00
    Spain 5.92% 04.14.00 04.27.00
    Sweden 1.63% -00.15.00 -00.43.00
    Switz 0.90% -01.28.00 -01.16.00
    UK 2.23% 00.45.00 00.18.00
    US 2.06% 00.27.00 —

  29. DOTT. DIEGO PITTA

    Invito tutti a leggere questa analisi perchè ritengo opportuno che si comprenda che il processo di dissoluzione monetaria dell’eurozona attualmente sotto gli occhi di tutti è solo uno dei trend in atto di progressivo ma inesorabile sfaldamento delle istituzioni europee.
    Buona lettura.

    “Change in the international system comes in large and small doses, but fundamental patterns generally stay consistent. From 1500 to 1991, for example, European global hegemony constituted the world’s operating principle. Within this overarching framework, however, the international system regularly reshuffles the deck in demoting and promoting powers, fragmenting some and empowering others, and so on. Sometimes this happens because of war, and sometimes because of economic and political forces. While the basic structure of the world stays intact, the precise way it
    works changes.
    The fundamental patterns of European domination held for 500 years. That epoch of history ended in 1991, when the Soviet Union — the last of the great European empires — collapsed with global consequences. In China, Tiananmen Square defined China for a generation. China would continue its process of economic development, but the Chinese Communist Party would remain the dominant force. Japan experienced an economic crisis that ended its period of rapid growth and made the world’s second-largest economy far less dynamic than before. And in 1993, the Maastricht Treaty
    came into force, creating the contemporary European Union and holding open the possibility of a so-called United States of Europe that could counterbalance the United States of America.
    All these developments happened in the unstable period after the European Age and before something else. What specifically, we’re not quite sure. For the past 20 years, the world has been reshaping itself. Since 1991, then, the countries of the world have been feeling out the edges of the new system. The past two decades have been an interregnum of sorts, a period of evolution from the rule of the old to the rule of the new.
    Four things had to happen before the new era could truly begin. First, the Americans had to learn the difference between extreme power (which they had and still have) and omnipotence (which they do not have). The wars in the Islamic world have more than amply driven this distinction home.
    Second, Russian power needed to rebound from its post-Soviet low to something more
    representative of Russia’s strength. That occurred in August 2008 with the Russo-Georgian war, which re-established Moscow as the core of the broader region. Third, China — which has linked its economic, political and military future to a global system it does not control — had to face a readjustment. This has yet to happen, but likely will be triggered by the fourth event: Europe’s institutions — which were created to function under the rules of the previous epoch — must be rationalized with a world in which the Americans no longer are suppressing European nationalism.
    With the benefit of hindsight, we know that the 2008 financial crisis initiated the last two events.
    The first result of the financial crisis was the deep penetration of the state into those financial markets not already under state influence or control. The bailouts,particularly in the United States, created a situation in which decisions by political leaders and central banks had markedly more significance to the financial status of the country than the operation of the market. This was not unprecedented in the United States; the municipal bond crisis of the 1970s, the Third World debt crisis and the savings and loan crisis had similar consequences. The financial crisis, and the resultant economic crisis, hurt the United States, but its regime remained intact even while uneasiness about the elite grew.
    But the financial crisis had its greatest impact in Europe, where it is triggering a generational shift.
    Since 1991, the idea of an integrated Europe has been a driving force of the global economy. As mentioned, it also has been presented as an implicit alternative to the United States as the global center of gravity.
    Collectively, Europe’s economy was slightly larger than the U.S. economy. If mobilized, that inherent power made Europe a match for the United States. In the foreign policy arena, the Europeans prided themselves on a different approach to international affairs than the Americans used. This was based on a concept known as “soft power” — which relied on political and economic, as opposed to military, tools — an analog to the manner in which it saw itself managing the European Union. And Europe was a major consumer of goods, particularly Chinese goods. (It imported more of the latter than the United States did.) Taken together, Europe’s strengths and successes would allow it to redefine the international system — and the assumption for the past
    generation was that it was successful.
    In the context of the ongoing European financial crisis, the issue is not simply whether the euro survives or whether Brussels regulators oversee aspects of the Italian economy. The fundamental issue is whether the core concepts of the European Union remain intact. It is obvious that the European Union that existed in 2007 is not the one that exists today. Its formal structure appears the same, but it does not function the same. The issues confronting it are radically different. Moreover, relations among the EU nations have a completely different dynamic. The question of what the
    European Union might become has been replaced by the question of whether it can survive. Some think of this as a temporary aberration. We see it as a permanent change in Europe, one with global consequences.
    The European Union emerged with the goal of creating a system of interdependency in which war in Europe was impossible. Given European history, this was an extraordinarily ambitious project, as war and Europe have gone hand in hand. The idea was that with Germany intimately linked to France, the possibility of significant European conflict could be managed. Underpinning this idea was the concept that the problem of Europe was the problem of nationalism. Unless Europe’s nationalisms were tamed, war would break out. The Yugoslav wars after the collapse of Communism comprised the sum of Europe’s fears. But there could be no question of simply
    abolishing nationalism in Europe.
    National identity was as deeply embedded in Europe as elsewhere, and historical differences were compounded by historical resentments, particularly those aimed toward Germany. The real solution to European wars was the creation of a European nation, but that was simply impossible. The European Union tried to solve the problem by retaining both national identity and national regimes.
    Simultaneously, a broader European identity was conceived based on a set of principles, and above all, on the idea of a single European economy binding together disparate nations. The reasoning, quite reasonably, was that if the European Union provided the foundation for European prosperity, then the continued existence of nations in Europe would not challenge the European Union.
    Perhaps, over time, this would see a decline of particular nationalisms in favor of a European identity. This assumed that prosperity would cause national identity and tensions to subside. If that were true, then it would work. But there is more to Europe politically speaking than an enhanced trading area, and the economics of Europe are hardly homogeneous.
    The German economy was designed to be export-based. Its industrial plant outstrips domestic consumption; it must therefore export to prosper. A free trade zone built around the world’s second largest exporter by definition will create tremendous pressures on emerging economies seeking to grow through their own exports. The European free trade zone thus systematically undermined the ability of the European periphery to develop because of the presence of an export-dependent economy that both penetrated linked economies and prevented their development.
    Between 1991 and 2008, all of this was buried under extraordinary prosperity. The first crisis revealed the underlying fault line, however. The U.S. subprime crisis happened to trigger it, but any financial crisis would have revealed the fault line. It was not a crisis about the euro, nor was it even a crisis about economics. It was actually a crisis about nationalism.
    Europe’s elites had crafted and committed themselves to the idea of a European Union. The elite of Europe, deeply tied to a European financial system as a principle, were Europeanists in their soul.
    When the crisis came, their core belief was that the crisis was a technical matter that the elite could handle within the EU framework. Deals were made, structures were imagined and tranches were measured. Yet the crisis did not go away.
    The German-Greek interplay was not the essence of the problem but the poster child. For the Germans, the Greeks were irresponsible profligates. For the Greeks, the Germans had used the EU free trade and monetary system to tilt the European economy in their favor, garnering huge gains in the previous generation and doing everything possible to hold on to them in a time of trouble. For the Germans, the Greeks created a sovereign debt crisis. For the Greeks, the sovereign debt crisis
    was the result of German-dictated trade and monetary rules. The Germans were bitter that they would have to bail out the Greeks. The Greeks were bitter that they would have to suffer austerity.
    From the German point of view, the Greeks lied when they borrowed money. From the Greek point of view, if they lied it was with the conscious collaboration of German and other bankers who made money from making loans regardless of whether they were repaid.
    The endless litany is not the point. The point is that these are two sovereign nations with fundamentally different interests. The elites in both nations are trying to create a solution within the confines of the current system. Both nations’ publics are dubious about bearing the burden. The Germans have little patience for paying Greek debts. The Greeks have little interest in shouldering austerity to satisfy German voters. On one level there is collaboration under way — problem solving. On another level, there is distrust of the elites’ attempts to solve problems and suspicion that it will be the elites’ problems and not their own that will be addressed. But the problem is
    bigger than Greco-German disputes. This system was created in a world in which European politics had been declared in abeyance. Germany was occupied. The Americans provided security and inter-European fighting was not allowed. Now the Americans are gone, the Germans are back and European international politics are bubbling up to the surface.
    In short, the European project is failing at precisely the point that it had been attempting to solve — nationalism. The ability of leaders to make deals depends on authority that is slipping away. The public has not yet clearly defined the alternatives, but that process is under way. It is similar to what is happening in the United States with one definitive exception: In the United States, the tension between mass and elite does not threaten the disintegration of the republic. In Europe, it does.
    Europe will spend the next generation sorting through this. Whether it can do so remains to be seen — though I doubt it. We know the tensions between nations and between elites and the public will redefine how Europe works. Even if things do not get any worse, the situation already has been transformed beyond what anyone would have imagined in 2007. Far from emerging as a unified force, the question will be how divided Europe will become.”

  30. Simone

    La ringrazio come cittadino per le “lezioni di economia\finanza” che sta impartendo al pubblico in queste giornate drammatiche per il Paese.
    Finalmente un giornalismo con le mani liberi e di altissima competenza. Ieri leggendo l’editoriale di Feltri (“avete visto ? berlusconi lascia e le borse affondando….”) mi è venuta la nausea.

  31. Pur avendo idee politiche differenti dalle tue devo riconoscere, caro Oscar, la tua onestà ed integrità intellettuale.
    Il tuo intervento di ieri a Porta a Porta è stato magistrale.
    Vorrei chiederti, non è che avevi visto da poco quel film che ripercorreva i fatti del 2008? : Too big to fail
    Hai interpretato molto bene il ruolo di Ben Bernanke ::))

  32. Carly5

    Non é una novità affermare che una qualità o difetto piu’ caratterizzante degi italiani in politica, ma anche nelle imprese, é una certa tendenza quasi epicurea a non definire e realizzare mai strategie e preferire una risposta tattica a tutto.
    Per esperienza diretta di molti anni di lavoro all’estero, posso affermare che e’ specialità nostrana procastinare le decisioni non ampiamente condivisibili attraverso i bizantinismi piu’ astrusi e sottostimare i problemi, anche i piu’ micidiali, fino al momento in cui diventano cosi’ palesi da presentare essi stessi un unica soluzione.

    Non si spiegherebbe altrimenti, infatti, l’atteggiamento di disinvoltura e irresponsabilità della classe politica italiana in relazione al concetto elementare di debito pubblico, o anche a quella generica di “debito”.
    Se avessimo chiesto a tutti i governi e ministri economici, ed esperti di finanza pubblica che si sono succeduti nell’incredibile impresa di accumulazione di 1.9 Miliardi di debito, quali generazione di Italiani avrebbero dovuto rimborsare i creditori, tutti avrebbero risposto nel modo piu’ politicamente corretto “dobbiamo assolutamente intraprendere un cammino virtuoso che va nella direzione della riduzione dello stock del debito e lo faremo non appena se ne verificheranno le condizioni economiche e politiche”.
    Una plausibile risposta, che probabilmente qualcuno ha dato.

    Tuttavia la domanda é stata formulata troppe poche volte in modo serio e consapevole.
    La riprova che il problema del debito pubblico non é mai stato considerato per quello che é, ovvero un traferimento di sovranità e diritti a terzi, oltre che un obbligazione a restituire il prestito e gli interessi.
    Basta elaborare la relazione crescita economica / debito pubblico degli ultimi 40 anni e constatare che ci sono state N occasioni per impiegare una parte delle maggiori entrate dello Stato per la riduzione del debito ma che, puntualmente non lo si é mai fatto, ritenendo quindi implicitamente che non sarà necessario farlo mai.
    Ritenendo che si sarebbe sempre potuto affrontare le contingenze (in quanto tali di entità limitata nell’area Euro) attraverso un’oculata gestione di emissioni e scadenze e confidando sulla politica monetaria della BCE.
    Al di la dell’errore capitale di aver considerato per troppo tempo, a partire dalla nascita dell’Euro, il merito di credito sovrano dell’italia, e di altri paesi dell’Eurozona, come un una sorta di valore in se’, disgiunto dai fondamenti strutturali, economici e finanziari dello Stato, io credo che vi sia un’altra ragione piu’ italiana e antropologica sottesa alla leggerezza con cui si é gestito il debito pubblico negli ultimi 30 anni, che consiste nel mix esclusivo ed esplosivo di irresponsabilità, inaffidabilità e vetustà delle generazioni che hanno esercitato il potere politico in Italia.

    Probabilmente la maggior parte dei canuti parlamentari Italiani non hanno piu’ figli di 6, 12 o 15 anni, i loro ragazzi, forse frequentano le migliori università internazionali e per filiazione continueranno le orme dei padri, lungo un solco già ben tracciato, che li vedrà probabilmente ai vertici di aziende, studi legali, partiti politici, istituzioni nazionali ed internazionali e aziende controllate da Stato ed enti locali, queste ultime, ricettacoli inesauribili e molto esclusivi di questi assi ereditari.

    Allora per quale motivo la classe politica italiana avrebbe dovuto agire con determinazione nel presente per consentire un esistenza accettabile alle generazioni future. E chi sarebbero queste generazioni future?
    Quale vaga e immateriale entità si cela dentro questa ormai retorica definizione.

    Allora, in questo scenario e con la classe politica e il “sistema Italia” che ci troviamo, dopo che il Prof. Monti avrà stabilizzato gli spread e rilanciato l’economia verso un ambizioso 0.X% (per la Germania la stima 2012 é 0.8) e trasferito direttamente o indirettamente una parte piccolissima (in relazione alle stock) del debito pubblico al settore privato che si farà dello stock stesso?

    Sarà il nuovo governo democraticamente eletto a occuparsene ?

    Non mi risulta che nessuno abbia ancora sottolineato l’urgenza di ridurne lo stock del debito (oltre a fare tutte le iniziative rivolte alla crescita) ne immaginato le conseguenze drammatiche per l’Italia, del perdurare di una situazione di instabilità delle quotazioni delle obbligazioni sovrane dell’Eurozona e di una mole di debito cosi’ mostruosa. Aspettiamo la prossima campagna elettorale.

    Nel frattempo il governo continua a spacciare pie speranze come iniziative certe nei tempi e nei numeri, (vedi maggior gettito fiscale da accertamenti evasione) : non si dice mai quello che si farà, oppure non si fa mai quello che si é detto.
    Temo che questa commedia all’italiana sia finita, truci sassoni controllano le lettere del governo italiano correggendone impietosamente i punti (39) e esponendo tutta l’Italia al pubblico ludibrio…

  33. paolo lucini

    Francamente non riesco a capire come possano ancora occupare spazio nei media e ricomparire dalle tombe gente che ha bazzicato per decenni la politica, hanno fatto il debito, mi hanno rubato i contributi pensionistici e adesso mi dicono che la pensione è d’oro e me ne rubano un bel pezzo, aggrediscono i risparmi con tasse sui depositi titoli e poi pensano a come fare a inventarne ancora ancora a toglierti quattrini.
    Non c’è governo tecnico o politico che tenga in caso di crisi si scatenano i lupi che corrono anche di notte per azzannarti al culo e toglierti i soldi dal portafogli.
    E allora? si guardi come vengono spesi i soldi e ad ogni ente e regione si dia solo quello che serve in base ai costi ragionevoli che deve sostenere per le prestazioni, ma lo si faccia subito!!! invece ho l’impressione che con la scusa del governo tecnico si dia vita alla solita rapina e la vera riforma della finanza decentrata controllata venga messa nel cassetto. Non credo che il governo Monti possa riformare l’italia, scenderà lo spread ma sono sicuro che me lo farà pagare caro come quando il prof Prodi per entrare mell’euro mi ha tolto uno stipendio!!

  34. giovanni dell'orco

    l’Italia aveva aderito all’euro per sendersi al desco dei bassi tassi di interesse con l’idea Prodiana di essere in grado di trasformare radicalmente il sistema industriale da medio trasformatore (in sostanza officina delle grandi aziende europee ed usa a basso costo e buona affidabilità) a fucina di innovazioni, che questo scenario anche per l’inettitudine ed inadeguatezza anche dei governanti di qualsiasi coloro non solo non si è realizzato, ma oggi siamo di fronte ad una realtà in cui gran parte delle filiere industriali a cui erano attaccate le medie piccole aziende e gran parte dell’occupazione produttiva e generatrice di reddito si sono dissolte chi prima chi dopo nell’ultimo decennio, con il provvido attivo intervento dei nostri partners tedeschi e francesi che le hanno delocalizzate in polonia, slovacchia se non ancora più ad est, che per struttura e storia il nostro sistema è, obbiettivamente, anche in un futuro prevedibile nell’impossibilità di fare dell’italia un ponte dell’innovazione per questioni di inadeguatezza ed insufficienza anche numerica del capitale umano, per via di un carico fiscale stellare, per via di un mercato interno che non vale più la pena di essere degnamente presidiato come dimostra il progressivo abbandono delle multinazionali che spostano sedi ed investimenti verso paesi anche demograficamente più interessanti ecc ecc., che le stesse aziende (poche rispetto al 2000) che ancora restano competitive lo devono anche se non sorpattutto al fatto che anche esse hanno delocalizzato e continuano ad orientare i loro investimenti altrove (e fra queste anche molte dei decantati leaders della confindutria), e che adesso i tassi ed i loro differenziali che ci vengono richiesti sono vicini a quelli pre euro, a me sorge spontanea una domanda: “perchè spogliarci di una parte del patrimonio privato accumulato in generazioni a favore di coloro che hanno, direi scientemente portato l’italia con la connivenza di un gruppo di governanti eunuchi saprofiti alla situazione attuale, per poi essere quasi certamente di nuovo oggetto fra 5 – 6 anni di un’altra torchiata visto che nulla cambierebbe in termini strutturali?
    Torniamo alla vecchia liretta. Nazionalizziamo il sistema bancario, swappiamo il debito 1/1, con la svalutazione successiva che vista la carica accumulata potrebbe tranquillamente attestarsi sul 40-60%, pane e cipolla per tutti e sottolineo tutti per minimo un triennio, ma almeno ci reimposseremmo del nostro destino insieme alla politica monetaria e requilibreremmo la competitività dei fattori di produzione. Mi si dirà inflazione galoppante, una patrimoniale comunque, certo ma almeno lo fremmo per una prospettiva di rilancio seppure sarebbe difficile tronare ai fasti passati. In alternativa una bella deprivazione del patrimonio privato a tutto vantaggio dei sistemi bancari esteri compresi quelli che oggi ci giocano contro e nessuna prospettiva seria di sviluppo del paese

  35. adriano

    In questo blog c’è stato chi tempo fa (Piero) ha previsto la crisi estiva con valutazioni tecniche esposte in modo forse non convenzionale ma efficaci.C’è stato chi come me ne ha condiviso le analisi non per particolari conoscenze ma per il banale motivo che il nostro ipertrofico problema è l’ipertrofico debito.Qualcuno allora criticò queste posizioni chiamandole comode e inutili profezie o peggio.In politica contano le capacità di previsione.Servono per agire nella giusta direzione o almeno in quella meno sbagliata.Ora che la crisi è aperta ed è irreversibile se affrontata coi metodi consueti e con buona pace degli osanna ai tecnici di turno,quali saranno gli sviluppi?Il nostro futuro se si rimane nell’euro è un progressivo,inevitabile,inarrestabile impoverimento senza alternative.In parole semplici il percorso greco,perchè è vero che non siamo come la Grecia.Siamo peggio.L’unica soluzione è l’uscita dall’euro che significa riprenderci le possibilità di manovra di una moneta autonoma.Il percorso sarebbe analogo cioè un progressivo ed inevitabile impoverimento perchè non è piu’ possibile il giochino di creare ricchezza con le cambiali.Ci sarebbe però il vantaggio della svalutazione competitiva e della sovranità della moneta per i problemi di insolvenza.Come dire un brodino di speranza.Strumenti vecchi,obsoleti e che non funzionano piu’?Forse,ma sarebbe meglio di niente.

  36. Simona

    Condivido pienamente la preoccupazione di Giannino, e spero realmente che i nostri politici finiscano col perdere tempo guardando i propri orticelli elettorali e si decidano ad appoggiare quelle scelte drastiche che tutti sanno essere necessarie, sembreranno dure oggi, ma i nostri figli ci ringrazieranno domani. Speriamo che il nuovo governo, se ci sarà, sia di statisti non politici…non è più il loro tempo!

  37. Simona

    Rispondo ad Adriano, visto che ultimamente la sua è un’affermazione ricorrente nella popolazione: ma nessuno di questi pensa che uscendo dall’euro sarebbe difficile rifinanziare proprio quel debito che permette alla macchinosa Italia di andare avanti? Chi comprerebbe il nostri titoli di stato? Come sosterremmo i nostri diperndenti pubblici? E la sanità? Non è invece meglio agire da “buon padre di famiglia” e cominciare col selezionare e decurtare le voci di spesa che si possono ridurre, vendere i beni che non sono essenziali per far cassetta, e “tirare” per così dire “la cinghia” per qualche anno… proprio come fanno le famiglie coscenziose che cercano di costruirsi un futuro!
    Non sono forse un tecnico esperto di economia, ma come libero professionista prima e mamma ora, io riesco chiaramente a vedere e a capire che l’Italia non ha speranze con questo sistema faragginoso e dispendioso, e sinceramente mi preoccupo per i miei piccoli!
    Spero che i politici si mettano da parte proprio per il bene del Paese, sconvolgerne l’assetto e reimpostarlo in modo che sia più efficiente e sostenibile per creare un nuovo futuro, mi sembra l’unica cosa sensata da fare….e tutti noi, proprio tutti dovremmo rimetterci in discussione a qualsiasi età e con qualsiasi stato sociale.

  38. Simona

    @Maurizio Marinelli
    Gentilissimo signore,
    le rispondo in un modo che le potrà sembrare rude, ma le assicuro che non lo vuole essere: ha mai pensato di cambiare tipo di lavoro per arrivare all’età pensionabile? Mi spiego: io ero libero professionista e causa crisi ed arrivo di due figli ho dovuto chiudere la partita iva quindi sospendere la mia attività lavorativa perchè non avevo più utili, fino a quando non mi sono resa conto che comunque nel mio settore studi ben più grandi e conosciuti del mio avevano grossi problemi ad andare avanti e quindi non avrei più riaperto nel mio settore. Avevo una buona esperienza e passione di cucina, ho fatto qualche corso e mi sono reinventata cuoca…bella differenza da ingengere edile (soprattutto come status sociale)! Eppure…se si deve…Quello che voglio trasmetterle è che se aspetta di essere assunto nel suo settore e paga solo i contributi mancanti non risolve la sua situazione, provi a reinventarsi, magari anche con una buona dose di flessibilità, e vedrà che non dovrà attingere a piene mani al suo tfr.
    Cordialmente.

  39. Mario

    @piero dell’orco & Paolo lucini

    E’ un piacere constatare che non tutti hanno perso la memoria o si sono bevuti il cervello. Si andrà invece nella direzione opposta e verremo torchiati ora ed ogni due-tre anni. Vedasi probabile cooptazione nel prossimo governo tecnico di un vecchio arnese quale Amato, indimenticabile topolino nel formaggio dei ns conti correnti nonché primo teorico di una nuova salvifica – per politici e banchieri – patrimoniale.

  40. marco

    la politica ha favorito lo statalismo in cambio di voti.
    1. Il Paese viaggia a due marce : i protetti e i non-protetti.
    2. I sindacati sono ormai una forza di fatto conservatrice.
    3. La generazione precedente si e’ mangiata tutti i soldi (lo Stato non puo’ piu’ fare debiti nuovi)
    4. I giovani sono tagliati fuori dai sindacati e dalle fasce protette
    5. La dottrina cattolico-socialista ha promosso negativita’ contro l’impresa privata
    6. La politica non capisce mai cosa succede: sembra accecata o sorda
    Sono di fatto un qualunquista , ma sono emigrato negli USA perche’ ho avuto la colpa di provare a fare il lavoratore autonomo in Italia e non ho potuto farlo.
    La politica (come la religione) e’ l’oppio di questo nuovo secolo.
    non ho soluzioni da offrire ai fratelli Italiani se non un invito: se andate davanti a un corrispondente americano e rilasciate interviste e dite di essere disoccupati almeno evitate di mostrare bigiotteria di lusso senno’ non vi credono (almeno qui negli USA).
    In bocca al lupo, Italia. Spero che riuscirete a fare giustizia e liberarvi dei pribilegiati pubblici e dei politici (tutti). Lo spero proprio per voi delle nuove generazioni, di cuore.

  41. adriano

    @Simona Come dice bene e semplicemente Krugman,un debito sovrano,con una moneta che sovrana non è,è in balia dei mercati.In altre parole per definizione noi siamo insolventi perchè non possiamo stampare denaro.I mercati esteri,possedendo il 40% del nostro debito,possono agire per chiederci qualsiasi interesse.Non illudiamoci dello spread in calo (?) a 450 punti base.Si prevede che i nostri bond decennali saranno considerati solo con interessi fra l’8% e il 10%.E’ con le aste future che avverrà la verifica.L’errore è stato aderire alla trappola dell’euro che forse addirittura era dolosa,come afferma Paolo Barnard in una lettera al presidente del consiglio.Vogliamo rimanerci?Dobbiamo ricomprarci il debito in possesso ai non residenti altrimenti continueremo a regalare a loro la nostra ricchezza.Lo so che non è facile ma sarebbe meglio rimediare all’errore e ritornare alla lira.A trovare soluzioni a problemi come questo dovrebbero servire i tecnici, non a dirigere governi.Chi comprerebbe?Noi. Un gigantesco debito come il nostro,che non si può abbattere con metodi non recessivi in tempi brevi,dobbiamo gestirlo in casa.Come il Giappone.Nessun mercato manovra sul debito giapponese doppio del nostro.Semplicemente perchè loro hanno mantenuto la sovranità della moneta.

  42. Fabio Cenci

    Beh, caro Giannino, non credo che Lei e tutti noi si sia ottenuto molto dall’uomo Monti che passa le modestissime vacanze sul Laghetto Silvaplana, a poche centinaia di metri dal capo Svizzero di La Repubblica.

    Abbiamo ottenuto di farci tosare dai compagnucci Napolitain, e dall’azzimato ma competentissimo consulente di Goldman Sachs e dintorni,come l’altro omonimo a Francoforte.

    E certo che ci faremo tosare ogni anno, dobbiamo pagare per le colpe del Berlusca (secondo gli Illuminati), non per le colpe della CGIL, degli indignati dei centri a-sociali, dei sindacati tutti di estrema destra, ovviamente, che facevano ottenere a 38 anni la pensione ai “lavoratori”.

    E si, la memoria degli Italiani e’ corta; quando si gioca con le mani legate dietro la schiena, e l’avversario ha l’aspetto e la forza di Tyson e ha mani libere, non e’ facile essere dei fuoriclasse.

    E quando si eredita il 105-110% del debito sul PIL e’ anche molto difficile; e quando si ha contro i Saint Just stile Ingroia o Caselli, con un Ingroia che ammette, senza nemmeno nascondersi, di essere un magistrato di parte = contraddizione in termini, e’ direi impresa disperata lavorare per questo paesucolo di masochisti.

    Eh si Giannino, teniamoci le PATRIMONIAL(I), e le ICI, e i roditori di Craxi, e i superconsulenti di Goldman SUCKS.

    Questo e’ il risultato ottenuto dai miliardi di illuminati; naturalmente la Storia dira’, fra 1 anno, chi avra’ avuto ragione.

    Per adesso so che dovro’ ricominciare a scucire circa 1000 Euro di sola ICI, piu’ qualcosetta che il grande Mario si inventera’ ne sono certo….dall’alto di quello che prende + i recenti 25.000 a spese di… Antonio, la strada della ripresa per quelli al soldo dei soliti noti, passa per l’uccisione della classe media, del somaro.
    Vedremo presto la luminosa ripresa: caduta libera del mercato immobiliare, dei consumi, e dimunuzione delle esportazioni a causa del rallentamento dell’economia globale: risultato? Mercato interno negativo, esportazioni in discesa.

    In queste condizioni il debito si sana uccidendo il mulo?

    Poveri sinistrati…….forse il Berlinguer, loro mito, ma almeno “integerrimo”, si stara’ rivoltando nella tomba.

    Piu’ tasse per TOTTI….

  43. Claudio Di Croce

    Sicuramente il laghetto di Silvaplana – a meno di un km. da Sankt Moritz , luogo di residenza di illustri professionisti, finanzieri, industriali e di vacanza per asceti e pensatori, tutti integerrimi contribuenti dei loro paesi di provenienza – npn è lontanamente paragonabile ad Arcore , luogo di perdizione , abitato da evasori fiscali, ladri, puttanieri ecc.. Anche da queste piccole cose si vede la classe delle persone.
    Siamo in buone mani e magari un piccolo consiglio su come e dove impiegare i nostri residui risparmi lo potremo ricevere.

  44. Carlo

    E così finiamo come nella favola del ‘Re travicello’ di Esopo. Dopo tanto litigare con ‘baruffe chiozzotte’ fra poteri vari, che hanno infastidito i nostri vicini, siamo andati un po’ oltre, e quindi ci hanno mandato un signore, che non abbiamo votato. Che nominerà ministri che non abbiamo votato. Garantito da un altro signore, che noi elettori non abbiamo votato direttamente. E le persone che abbiamo votato realmente? Sono chiamati semplicemente ad accettare quello che altri decideranno per noi. Però li sentiamo dichiarare pomposamente: diamo la fiducia a patto che ci sia un programma (ovvio, è quello che già sappiamo), che sia un governo a tempo (qualsiasi cosa è destinata per sua natura a finire), e banalità del genere. La cosa più triste è che questa messa all’angolo della politica, in questo momento ci sembra rassicurante, tanto la teniamo in considerazione. Comunque incrociamo le dita e auguriamo un buon lavoro, ne abbiamo veramente bisogno.

  45. Simona

    @adriano
    A parte il fatto che non mi pare che l’economia giapponese, disgrazie a parte ovviamente, sia messa tanto bene, non riesco a capire il suo pensiero: ma veramente lei è convinto che che staccare l’Italia dall’Euro e tornare alla Lira e mantenere lo status quo sarebbe una soluzione? Ricordo di tempi passati in cui i politici governanti deliberatamente ignoravano le dimensioni del nostro debito ed il suo accrescimento, mi pare che oggi questo non potremmo comunque permettercelo. Inoltre io non penso che Germania e Francia siano messe tanto meglio dell’Italia, ovviamente con tutte le diversità dei rispettivi casi, ma è la credibilità delle istituzioni pubbliche e dei loro rappresentanti che appare ben superiore alla nostra.
    La mia sarà anche un’opinione ma, dalla mia esperienza di lavoro anche in sedi estere, professionalità, cultura generale e del lavoro nonché serietà morale devono essere alla base dei rappresentanti delle istituzioni pubbliche e soprattutto dei governanti. Cosa che a guardar bene è molto carente nei nostri.
    Io continuo a ribadire che le potenzialità per riprendersi l’Italia le possiede anche dalla situazione economica attuale, ma è necessaria una ristrutturazione generale dell’assetto istituzionale, politico ed economico che sfoci in nuove basi per uno sviluppo sostenibile ( non ecologicamente anche se auspicabile).

  46. Luciano

    Buongiorno a tutti,
    in questi anni ci siamo appropriati, a mezzo debito pubblico infinito, di una grande parte dei beni del futuro, portandoli tutti al presente (garantendo questo inaspettato benessere totale all’intero occidente). Ora temo che quel futuro sia arrivato, con una accelerazione sui tempi data dal grande sviluppo dei paesi emergenti, i quali tirano la coperta, corta, a sè. A mio parere, è tempo di credere che la svolta, se ci sarà, sarà dura. Resta da capire cosa succede se la svolta non ci sarà.
    Un saluto di ammirazione a Oscar Giannino, sempre lucidissimo e preciso nei ragionamenti.

  47. Stefano

    Mi risulta che in Italia sono attivi 35 milioni di conti correnti, su quali ci sono depositati 1400 Miliardi di Euro.

    Si parla di prelievo forzato sui conti correnti. Sicuramente sarebbe una misura dolorosa e mal digerita. Invece a mio parere sarebbe digerito , molto meglio, (anche se con un obiettivo diverso), da parte di tutti i cittadini, pagare i giusti interessi sul debito che abbiamo fatto e non pagare interessi che a mio modo di vedere sono più di un mercato speculativo che di un mercato reale.
    La soluzione? Lo stato dovrebbe “obbligarci” a comprare una parte del debito, magari quello in scadenza nei prossimi 3 anni, attraverso BTP con un tasso del 2/3 %. Se l’operazione ci obbligasse ad investire in questi titoli di stato, diciamo per una quota pari al 15% del depositi in cc, significherebbe pagare su circa 300 miliardi di euro interessi del 2/3 % invece che del 5/6/7 %, quindi con un risparmio di circa 9/12/15 miliardi di euro.

    Chiaramente la percentuale di titoli di stato “obbligati” per noi cittadini, potrebbe variare in base alla consistenza dei depositi che ognuno ha.

    Cordialmente

  48. Simona

    @Carlo
    Concordo pieniamente! Tengo solo a precisare che probabilmente buona parte della colpa l’abbiamo noi elettori che da troppo tempo forse non pretendiamo quella professionalità, integrità morale, cultura generale e dedizione al lavoro che sono indispensabili in un governante. Mi spiego meglio: ci siamo sempre affidati a rappresentanti, destra e sinistra indifferentemente, che delle belle parole e alti concetti , anche banali come ha ben evidenziato lei, hanno fatto la loro professione. Probabilmente se riuscissimo a riformare veramente il sistema elettorale basandolo sulla temporaneità effettiva della professione politica (due mandati), si potrebbe distinguere meglio chi sa solo parlare da coloro che sanno anche agire coerentemente.
    Questo dovrebbe essere alla base delle riforme da attuare: richiedere che vengano mantenuti i programmi elettorali, ed una certa integrità morale, che vengano effettuate scelte volte veramente all’interesse dei cittadini, per la creazione di un futuro economicamente sostenibile ( e magari anche ecologicamente).

  49. Simona

    @adriano
    …e poi, stando il fatto che qualsiasi stato con debito pubblico dipende dal mercato, sicuro che gli italiani soddisferebbero l’offerta di titoli necessari a finanziare il debito? Li obblighiamo a comprarli?

  50. FEDE

    a volte ..ritornano….
    ARIECCOLI PER DIRLA ALLA ROMANA.
    prodi,amato,visco,bersani,l’emerikano a roma e ex sindaco della capitale o uomo di celluloide,nonche’ tuttologo….!!!tutti in fila ad aspettare una poltrona da ministro etc….tutte vecchie cariatidi che,come avvoltoi si fiondano sul piatto ricco alla corte del sig MONTI IL TECNOCRATE PAPABILE COME FUTURO PRESIDENTE DEL CONSIGLIO.CARI SIGNORI DA 3-4 PENSIONI/MESE,DOVETE ANDARE VIA,SIETE VOI I PARASSITI CHE AVETE CONTRIBUITO A ROVINARE L’ITALIA,SONO 30 ANNI CHE IL POPOLO VI SOPPORTA,AVETE MASSACRATO GIOVANI E EX GIOVANI E ORA SI VOGLIONO PUNIRE ANCHE GLI ANZIANI CON LA FAMOSA RIFORMA DELLE PENSIONI,SIETE SEMPRE VOI, POLITICI E MANAGER CORROTTI E TUTTE LE CASTE INAMOVIBILI CHE ORA,VI RIEMPITE LA BOCCA CON LA FRASE “SALVIAMO I NOSTRI GIOVANI”…..!!!!NON VE NE’ E’ MAI FREGATO NIENTE DEI GIOVANI…!!
    NE’ PRIMA NE’ ORA,TANT’E’ CHE LE MIGLIORI TESTE SONO STATE COSTRETTE DA VOI AD EMIGRARE ALL’ESTERO E PARLO DI INSIGNI RICERCATORI ETC..ETC…,CHE SE RESTAVANO NEL BEL PAESE MORIVANO DI FAME COL MISERO STIPENDIUCCIO DI 1500 EURO AL MESE. ED ORA VOLETE SALVARE I GIOVANI????? MA BASTA….CON QUESTE MENZOGNE….!!VOLTE SALVARE I GIOVANI BUTTANDO A MARE GLI ANZIANI CHE SI SONO SEMPRE SACRIFICATI PER I GIOVANI,LORO E SEMPRE GLI ANZIANI AIUTANDOLI CON LE LORO MISERE PENSIONI,MANTENENDOLI AGLI STUDI…..PRENDENDOSI CURA DEI NIPOTI PERCHE’ IN ITALIA MANCA LO STATO SOCIALE..ASILI NIDO ETC…

    ORAMAI GLI ITALIANI VI HANNO TANATO,AMATO…IL DOTT. SOTTILE SE NON ANDIAMO ERRATI HA UNA PENSIONE MENSILE DI 31.000 EURO,HA LETTERALMENTE RUBATO SOLDI NEI CONTI CORRENTI DELLE FAMIGLIE MA TRALASCIANDO PATRIMONI DEI RICCHI BEN INVESTITI E AL SICURO DEL SACCHEGGIO.SIETE SEMPRE VOI POLITICI CHE CONTINUATE A SACCHEGGIARE I PIU’ DEBOLI TRAMITE “EQUITALIA” CHE STA’ ROVINANDO MIGLIAIA E MIGLIAIA DI PICCOLE AZIENDE E DISTRUGGENDO INTERE FAMIGLIE CHE NON CE LA FANNO PIU’ A PAGARE NULLA,NEMMENO UNA MULTARELLA A GOGO’,MENTRE SI FANNO RIENTRARE I VERI EVASORI STRAMILIONARI FACENDOGLI PAGARE UNA AMMENDA RIDICOLA DEL 5%…IL RESTO TUTTO CONDONATO.INVECE IL VERO CONDONO SAREBBE QUELLO DI SALVARE COLORO CHE NON HANNO EVASO MA CHE NON HANNO POTUTO FAR FRONTE AD UN FISCO SEMPRE PIU’ VORACE.

    QUESTA’ E’ LA VERITA’ ED E’ PER QUESTO MOTIVO,PER FAR RIPARTIRE LA LOCOMOTIVA ITALIA CHE SAREBBE GIUSTO UN CONDONO TOMBALE ANCHE PER I DISPERATI IN FILA ALL’EQUITALIA,PERSEGUITATI E VESSATI IN MANIERA VERGOGNOSA.
    POSSIBILE,CARO OSCAR CHE NON SI RIESCA A FARE UNA RIFORMA FISCALE EQUA PER TUTTI CON ALIQUOTE RAGIONEVOLI COME IN ALTRI STATI EUROPEI.

    SE LE COSE RESTANO COSI’ ALLORA…SIAMO TUTTI EVASORI,PERCHE’ ANCHE VOLENDO ESSERE SUPER ONESTI E’ LO STESSO FISCO TALMENTE INGARBUGLIATO CON NORME FEUDALI CHE TI COSTRINGE ALL’ERRORE.SALUTI A TUTTI.UNO MOLTO INDIGNATO.

  51. fabi0

    Leggo nei commenti che, oltre all’ottimo curatore di questo blog, molti sono ancora nettamente contrari all’ipotesi di patrimoniale, persino al punto in cui siamo arrivati. Però chiedo che senso abbia sventilare al globo terracqueo che il debito privato italiano è basso se non si può fare la patrimoniale. E’ come se chiedessi un prestito ad un amico asicurandogli che mio fratello è ricco, e poi, quando non riesco a ripagarlo, lo informo che non posso chiedere nulla a mio fratello. Il privato (il cittadino italiano) è garante o no del debito pubblico? Se no, è inutile fare discorsi su debito complessivo e tenere le due voci (pubblico e privato) distinte, se sì, arrivati a questo punto, bisogna fare una patrimoniale, magari minima, ma che almeno dia un certo tipo di segnale.

  52. italiano

    caro oscar,ma e’ mai possibile che queste,cosidette agenzie di rating,possano mettere in ginocchio una nazione?ho saputo che sono agenzie private guidate dal mondo dell’alta finanza e da banchieri senza scrupoli a livello mondiale.ma in europa non ci sono organi di controllo che possano al limite mettere sotto processo queste agenzie o fare dei controlli per verificarne la veridicita’??
    se un tal de’ tali,un fenomeno della finanza o banchiere volesse fare speculazione per arricchirsi potrebbe fondare una di queste agenzie e il giorno dopo dire che la nazione x…….rischia il default se non si fanno provvedimenti drastici del tipo di grecia o italia.ma come mai spagna,irlanda e’ portogallo compresa la francia che non sta’ meglio di noi, non vengono piu’ prese di mira?sono diventate all’improvviso tutte virtuose?l’ironico sarcosi’e la merkel dovrebbero resettare il cervello prima di fare dell’ironia sul nostro paese,noi siamo sul titanic,se e’ vero che ci siamo…,e se affonda affondiamo tutti.il fatto e’ che l’europa non e’ mai stata unita politicamente,ma a unirla c’e’ solo l’euro che tra l’altro e’ stato gestito molto male sempre dai nostri governanti che hanno arricchito pochi e impoverito tanti,mentre la francia e la germania sono state nazioni piu’ attente per il bene comune.

  53. Roberto 51

    Per la precisione:
    Le mitiche baby pensioni furono varate, a fini puramente elettorali, dal governo Rumor nel 1973, ministro di “lavoro e previdenza sociale” il socialista Luigi Bertoldi.
    Trattavasi di governo composto da: DC-PSI-PSDI-PRI.
    Prego notare che la composizione è molto simile a quella dell’ultimo governo Berlusconi, con la differenza che ai tempi il governo era guidato dalla DC, mentre l’ultimo governo B. era guidato dalla componente PSI (Brunetta, Tremonti, Frattini, Sacconi, Cicchitto e lo stesso B.).
    Dare le colpe non serve a nulla, però bisogna essere precisi, prima di dire che le pb sono state messe in piedi dai comunisti e dai sindacati.

  54. gioT

    volevo complimentarmi con il sig. Giannino per l’onestà intellettuale con cui ieri sera (la7) ha analizzato le cause della attuale situazione economica.
    di fronte al polverone che molti a destra tendono ad alzare per mimetizzare le responsabilità, lei è stato efficacissimo nell’inchiodare chi ha avuto la responsabilità di governare negli ultimi 11 anni e nel dire chiaramente che c’è stata anche una crisi di credibilità dell’italia causata da chi la rappresentava.
    mi sembra l’atteggiamento migliore, lo stesso che molti hanno adottato, a sinistra, all’indomani della caduta di prodi nel 2008.
    si fa autocritica per non commettere più gli stessi errori, al di sopra della logica faziosissima degli ultrà da stadio.
    grazie

  55. Roberto

    Opinione:
    1 – qualcuno avrà il coraggio di spiegare a tutti noi che non stiamo semplicemente vivendo un periodo di crisi (2008-2011 e oltre?), bensì un nuovo status quo? Vuole qualcuno ammettere che un piccolo spostamento della ricchezza su scala mondiale verso paesi terzi (BRIC) significa che molto probabilemente l’occidente per come lo abbiamo conosciuto nel corso del XX secolo non sarà più tale (a scanso di eventi bellici o anacronistici protezionismi commerciali).
    2 – qualcuno vorrà spiegare agli italiani che i dorati anni 70-80 avevano semplicemente originato illusioni e aspettative di crescita continua assolutamente improponibile? Vorrei semplicemente ricordare che il boom dell’immediato dopoguerra era frutto di poco welfare e molto lavoro (10-12 ore al giorno talvolta sabato e domenica inclusi). Vogliamo paragonare la produttività cinese (per carità sicuramente eccessiva) con le 40 ore, ferie pagate, 15/16 mensilità e pensioni? La mia esperienza é quella che per fare tanto occorre lavoraqare tanto.
    3 – qualcuno vuole testimoniare che l’Italia (paese relativamente giovane in quanto nazione) ha fatto passi da gigante nei suoi primi 150 anni, ma forse non basta. Certo pensare ancora oggi a cose come le ‘regioni a statuto speciale’ o la previlegiata tassazione delle ‘cooperative’ mi aiutano a capire molte delle cause effettive che ci hanno condotto in coda al gruppo dei paesi Eur….
    Grazie per la possibilità di riflessione.

  56. Mario

    sempre per amor di precisione, teniamo presente che, benché il pci non fosse nella compagine di governo nel 1973, era dal 1950 che tutte le leggi di spesa passavano solo se con il suo appoggio (il 97% delle leggi di spesa). E’ assolutamente inutile ormai polemizzare sulle responsabilità, che sono di tutti, noi compresi che non ci siamo ribellati né ci ribelliamo o ci ribelleremo mai. Tuttavia non è corretto chiamarsi fuori.

  57. bruno

    Salve volevo complimentarmi per i suoi interventi di ieri sera a Matrix..lei rideva per quello che dicevano Chiesa, Barnard etc ma sinceramente io trovavo molto più esilarante lei! Complimenti, La prego di presenziare in più trasmissioni così almeno più persone posso credere a cappuccetto rosso e alla fatina buona!

  58. Giorgio Gavinel

    La prendo un pò più ampia, le Nostre (italiana) responsabilità sono enormi ma purtroppo siamo in buona compagnia e il peso dello Spread sulle nostre finanze diventa sempre più determinante (300 punti circa da maggio sono una follia).
    Fior fior di eminenze stanno cercando soluzioni per la situazione ma gli effetti sono quantomeno discutibili. La stetta sulle banche è probabilmente all’origine di questa ondata di panico sul debito pubblico dei Piigs -> ormai Piis perchè continuare a parlare della grecia non ha molto senso, ai quali si aggiunge la Francia (a maggio l’italia aveva spred inferiori). Ieri ho sentito che RBS ha ridotto l’esposizione sui titoli di stato italiani del 90% da inizio giugno e qualcosa di simile hanno fatto CS, UBS, HSBC e via
    dicendo per qui di cosa ci meravigliamo? Bund alle stelle Yen alle stelle (Chf congelato dalla banca centale) di fatto basilea 2 & 3 nel medio/lungo dovrebbero portare benefici ma nel breve hanno alimentato la speculazione.
    O mi sbaglio?
    Unicredit inserita nella lista too big to fail è stata costretta a misure eccezionali che nel tempo dovrebbero portare benefici (5200 esuberi) boh!
    Devo ammettere che mi sento preoccupato perchè tutte queste azioni che dovrebbero stabilizzare i mercati di fatto provocano l’effetto contrario.
    Spero tanto di sbagliarmi.
    Ma le valute difficilmente sbagliano … e l’impostazione dell’euro non mi piace proprio.

  59. Roberto 51

    @Mario
    Mario,
    non è per fare polemica ma, secondo me, lei ha toccato un punto che sta alla base di tutti i problemi del nostro paese, ovvero l’assunzione di responsabilità.
    Questo modo di ragionare (l’ha fatto tizio ma con la compiacenza di caio), per illazione o dietrologia, comporta che nessuno è mai responsabile di nulla e può sempre accampare scuse.
    Se io o lei firmiamo una cambiale, non possiamo poi dire che il responsabile è un terzo, a meno di citarlo per circonvenzione di incapace. Lo stesso vale per chi governa: chi fa una cosa ne è responsabile e se non può fare quello che ritiene giusto si dimette.
    Altrimenti si può dimostrare e spostenere tutto e il contrario di tutto.
    Bisogna che ci diamo un taglio: i fatti sono quello che sono, il resto sono chiacchiere e le chiacchiere stanno a zero.

  60. fede

    ma ce lo vogliamo mettere in testa,una volta per tutte,……!!!chi sta’ rovinando l’italia e’ solo la vergognosa e fraudolenta,vedi cartelle pazze,semafori truccati,e infine cartelline di multe fatte dai cosidetti ausiliari del traffico,che si divertono a fare multe a gogo’ solo per 5 minuti di ritardo degli automobilisti, che magari sono andati a fare una visita dal medico e per una fila in piu’ si sono ritrovati 35 euro di multa che poi salgono in maniera esponenziale con le sanzioni usuraie di EQUITALIA SUD S.P.A..PER POCHI DENARI TI FERMANO L’AUTO,TI PIGNORANO CASA E TI BLOCCANO I CONTI CORRENTI,MA E’ MAI POSSIBILE CHE LO STATO APPROFITTI COSI’ DEI CITTADINI?CHE CI SIA UN TERRORISMO FISCALE CHE NON PROMETTERA’ NULLA DI BUONO SE SEGUITA COSI’.SI CONTINUA A PERSEGUITARE GENTE ONESTA CHE NON PUO’ FARCELA PIU’ A PAGARE DENARI SUDATI A QUESTI STROZZINI DI EQUITALIA UN ENTE DI RISCOSSIONE STATALE,E’ UNA VERGOGNA E SE CONTINUA COSI’ SARANNO GUAI SERI,I CITTADINI,I GIOVANI INDIGNATI STANNO CRESCENDO SEMPRE DI PIU’ E SE NON SI PONE RIPARO SUBITO A QUESTO STATO DI COSE CI SARA’ L’ASSALTO AI SUPERMERCATI ETC..ETC..ETC….SI MULTANO BRAVE PERSONE E NON DELINQUENTI PER UNA BANALE INFRAZIONE O PARCHEGGIO E NULLA SI FA’ COI MAFIOSI O EVASORI TOTALI MILIARDARI CHE ESPORTANO MILIONI DI EURO ALL’ESTERO.BASTA CON LE PERSECUZIONI,IL FISCO ORAMAI E’ ARRIVATO A PRENDERSI TUTTO,E’ UNA MENZOGNA CHE LE ALIQUOTE SI MANGIANO OLTRE IL 50% DEI PROVENTI DI CHI LAVORA,SIAMO AL 67 % .BISOGNA FARE UN CONDONO PER FAR RIPARTIRE CHI NON CE LA FA’ ALTRIMENTI SARANNO GUAI SERI SIA PER LE PICCOLE AZIENDE CHE PER LE FAMIGLIE E L’OCCUPAZIONE.QUANDO UNA AZIENDA E’ IN DIFFICOLTA’ LA PRIMA COSA E’ LICENZIARE.MA LO SANNO QUESTI ECONOMISTI SOLONI D’ITALIA????????

  61. massimo

    Per Oscar Giannino: Ma ieri sera a Matrix che cazzo avevi da sorridere?! Dovresti comportarti da giornalista. Venduto di merda. Ma quelli come te, ce l’hanno un minimo di dignità?

  62. Mario

    @Roberto51
    Guardi che io condivido in toto quanto Lei dice ca l’assunzione di responsabilità e le eventuali dimissioni qualora si constati l’impossibilita di realizzare i programmi per cui si e’ stati eletti. Purtroppo pero’ i governi che si sono succeduti almeno dal ’48 al ’92 – tutti, senza eccezioni – hanno operato secondo le regole di concertazione che noi cittadini, subendo, abbiamo avallato. Questo e’ sicuramente un fatto.
    Diamoci un taglio, Lei dice: d’accordo anche su questo, benché, conoscendo bene gli italiani, non Le nascondo di essere molto scettico.

  63. adriano

    Che strano il paese dove il governo eletto è usurpatore e quello imposto dalle oligarchie è legittimo.La lunga linea grigia dei gruppi parlamentari (piu’ di 30?) dal burocrate incaricato rispetto a quelli di partenza (meno di 10?) è l’immagine esplicativa dell’origine del nostro disastro.Non è vero che la classe politica rispecchia i cittadini.Noi questo parlamento lo avevamo consegnato ai politici con maggioranze chiare e semplificato.Chi doveva vigilare lo ha fatto a modo suo e con criteri soggettivi.Perchè la prima parte del secondo comma dell’articolo 1 che prevede la sovranità popolare deve essere subalterno alla seconda parte che la nega?Appena si fosse costituito il primo gruppo difforme chi poteva doveva con un messaggio alle camere avvertire che il mancato rispetto degli elettori comportava lo scioglimento delle camere.Automatico.Perchè l’articolo 67 deve prevalere sull’articolo 1?Nel nuovo progetto ,tanto per cambiare ,non si potrebbe proporre di provare il contrario?

  64. carlo

    Caro Giannino,
    puntuale come sempre l’analisi, ma ho l’impressione che lei non sia più così convinto e combattente sul versante della riduzione SERIA della spesa pubblica. Anche il buon Monti credo che farà poco visto la compagine governativa tutti uomini dell’apparato che beneficia della spesa pubblica. Lei vede l’ammiraglio, ora ministro, tagliare nell’apparato militare? Tra benefit e spesa per armamenti è come un bimbo solo in un laboratorio di pasticceria.
    L’ambasciatore, ora ministro, tagliare la casta della nostra diplomazia la meglio pagata al mondo.
    Diciamo che mi diverto nel vedere mega professori, sovente consulenti di ministeri e corte dei conti, accomodarsi alla tavola ben imbandita della spesa pubblica ora chiamati ad essere “responsabili”.
    Il prof. Monti sicuramente è persona seria ma la squadra è profondamente compromessa con l’apparato.
    Di Passera io rammento l’operazione Alitalia, dico fatta per interessi di alcova..sarà vero? e tanti conflitti d’interesse. Poi leggiamoci il bilancio di Banca Intesa…non molto distante nei goodwil da Unicredit.
    Lei caro Giannino resta il mio commentatore di riferimento, ma non abbandoni la sana strada del taglio della spesa pubblica.
    buon lavoro

  65. Claudio Di Croce

    La composizione del governo è lo specchio della burocrazia di alto livello : professori universitari , militari, alti funzionari ministeriali,, avvocati , banchieri o ex banchieri o figli di banchieri e in generale in grande maggioranza di persone che hanno tratto il loro alto livello di vita attingendo dalle risorse pubbliche e cioè dai contribuenti.
    E qualcuno crede che questa tipologia di persone taglierà i costi enormi della PA ? Faccio solo l’esempio dell’Università. Dopo il radioso ’68 sull’onda dello slogan ” un pezzo di carta a tutti ” sono proliferate le università , si sono dilatati i corsi , magari con meno di dieci studenti e con lauree sulle materie più strane e più inutili . Il numero dei professori si è moltiplicato per dieci con costi enormi . Si tratta di persone inamovibili che ” lavorano ” per qualche decina di ore all’anno e nessuno controlla mai cosa fanno . E voi credete che cambierà qualcosa ? Io credo che sotto la scusa della ” ricerca ” e dei ” cervelli “espatriati nessuna spesa sarà ridotta , anzi verranno aumentate le ” risorse ” , cioè altro denaro sottratto dalle tasche dei cittadini .

  66. Sono pienamente d’accordo con Oscar Giannino. Secondo me è l’aumento del costo dei prestiti per lo stato il vero problema della crisi. Oggi l’Italia deve il 7,70% di interesse sui debiti, una prezzo inconcepibile che certamente di questo passo ci porterà al default. Non so quale sia la ricetta migliore: aumento dell’età pensionabile, reintroduzione dell’ici, aumento dell’iva, o abbattimento dei costi della macchina pubblica.
    L’importante è che il governo dia una risposta incisiva, ma che non azzeri la pur bassa crescita attuale. Se volete approfondire visitate http://italianslang.blogspot.com/

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