Atomo: la Germania fa marcia indietro?
Alla faccia della proverbiale freddezza teutonica. L’esecutivo tedesco ha reagito con una certa “scompostezza elettorale” alle notizie provenienti dalla centrale di Fukushima in Giappone. Nella mattinata di lunedì il Cancelliere ha infatti annunciato l’intenzione del governo di voler procedere ad una moratoria di tre mesi sull’attività delle centrali più vecchie del paese, due delle quali si trovano in Assia e in Baden-Württemberg. Per consentirne un controllo approfondito, si dice. Sarà un caso, ma proprio in quest’ultima regione tra due settimane esatte si tiene un appuntamento elettorale di cruciale rilevanza per le sorti dell’esecutivo. La CDU controlla il Land da cinquantasette anni. Perderlo significherebbe consegnare il Bundesrat all’opposizione. Il caso ha voluto che uno dei maggiori temi oggetto della campagna elettorale si sovrapponga perfettamente al tema di dibattito più caldo a livello federale: l’atomo. Circa metà del consumo di energia primaria della regione si ha infatti attraverso la produzione di energia nucleare. I Verdi sono sul piede di guerra e nei sondaggi sono dati intorno al 20%. Dopo la chiusura di Obrigheim nel 2005, si ipotizza ora uno spegnimento temporaneo per Neckarwestheim. Il fatto che Merkel e Westerwelle vogliano fare un passo indietro è quindi funzionale ai loro interessi politici (la Merkel e il suo Ministro dell’Ambiente non fanno mistero di strizzare l’occhio agli ecologisti da anni…), ma mal si accorda con la necessità di una cornice regolatoria chiaro. La decisione di allungare la vita dei reattori (di 8 anni per quelli più vecchi, di 14 per i più nuovi) si inseriva già in un quadro di progressivo smantellamento, varato dal gabinetto rosso-verde nel 2001. Una nuova giravolta rischia di rendere le cose oltremodo complicate. L’opposizione, dal canto suo, non è soddisfatta e vorrebbe uno spegnimento automatico e totale di tutte le centrali, vecchie e nuove. D’altra parte, passati i tre mesi di stop, qualora l’esecutivo dovesse nuovamente tornare sui suoi passi, le centrali in questione avrebbero guadagnato altri novanta giorni di vita, come mostra la prassi assai frequente degli anni passati di staccare e riattaccare i reattori alla rete, adducendo ragioni di manutenzione.
Update: la signora Merkel ha appena annunciato che saranno sette i reattori ad essere temporaneamente spenti.
Sarà anche dettata da “ragioni elettorali”, ma ho l’impressione che la scelta del governo tedesco sia tutt’altro che emotiva ma ben pesata e razionale. Provate a farvi questa domanda: “Se il Giappone, con tutta la sua efficientissima e costosissima tecnologia antisismica e la sua grandissima esperienza nella costruzione di centrali nucleari, oggi si trova di fronte a un emergenza di queste proporzioni, come si può continuare a sostenere che le centrali nucleari sono completamente sicure?”. La Sig.ra Merkel saggiamente fa quello che ogni buon governante dovrebbe fare: vederci chiaro prima di prendere decisioni o rivedere decisioni prese in precedenza alla luce di fatti nuovi. L’articolo in ogni caso non spiega perché anche il governo svizzero ha deciso di sospendere il proprio programma nucleare: ci sono elezioni vicine anche lì? Leggendo gli ultimi post su questo blog ho la vaga impressione che i “nuclearisti” siano diventati, se possibile, più ideologici degli “anti-nuclearisti.
@Luciano
Caro Luciano, grazie per il commento. Il mio è un post assolutamente non ideologico e si limita all’interpretazione dei fatti, senza esprimere giudizi di valore sull’atomo. Per il resto, le rispondo con le parole dell’opposizione: “Ma questi controlli perchè vengono fatti adesso?” Se si è andati avanti per mesi a dire che gli impianti erano tra i più sicuri al mondo, ha senso dire oggi, dopo un terremoto magnitudo 9 (mai registrato in Europa), che qualcosa va rivisto?… Sulla Svizzera non mi pronuncio. Ciascun paese ha le sue ragioni. Non esiste un motivo valido per tutti.
Scusate, non sono contro il dibattito, anche aspro, tra nucleare si/nucleare no, e sinceramente non ho nemmeno le conoscenze adeguate per sviscerare in maniera compiuta tutti gli elementi in gioco.
Faccio solo una semplice considerazione: in giappone ci sono mi pare 55 centrali, di queste, a causa di un evento epocale (!) come è il più forte terremoto mai registrato in giappone (tra i peggiori della storia?!?!e non solo in giappone) si è verificata un emergenza in un’unica centrale. Discutiamo, ma non strumentalizziamo quello che sta succedendo in quello sfortunato arcipelago
Ciao Giovanni,
visto che la decisione tedesca è dettata da ragioni elettorali e noi vogliamo smentire la pericolosità delle centrali nucleari, ti propongo per questa estate, una vacanza di 3 settimane presso la centrale nucleare di Fukushima. Cosa dici? Non sarebbe un modo oroginale di smentire la pericolosità del nucleare? La spiaggia è totalmente libera, il pesce da mangiare non manca e l’abbronzatura è garantita. Pago io il viaggio.
Fammi sapere.
Ciao.
Gianni
Complimenti Luciano. La penso proprio come lei!
Mi sorge, anzi, il dubbio che questo blog che dichiara di portare avanti il pensiero liberale, sia, viceversa, sempre più asservito al pensiero di chi ci governa.
Elettorale o no venire in contro a problemi di questo genere dovrebbe essere una priorità della politica, da noi non si è ancora pronunciato nessuno su questi temi così importanti per la nostra nazione.
Si è indubbio che sulla vicenda nucleare un bel silenzio sarebbe valso oro, quanto meno in attesa di capire cosa era successo.
Non una gran figura.
Che figuraccia i “nostri” così detti esperti: “le centrali nucleari sono sicure”, “mai più chernobyl” ecc ecc.
Quante bugie spazzate via dalla tragedia che si sta consumando in Giappone.
Altro che emotività ! Qui si tratta di buon senso contrapposto a settantenni che per interesse sono pronti a svendere il futuro, il nostro futuro.
Il nucleare sicuro non esiste !
Uno dei motivi del ripensamento tedesco è nelle parole del capo dei vigili del fuoco di una grande città tedesca, nei cui pressi esiste una centrale nucleare. La sua risposta è stata: “… noi non siamo russi, noi non abbiamo la capacità ad ordinare e ad ubbidire per mandare a morire migliaia di soldati e vigili del fuoco per mettere un tappo di cemento ad una eventuale tragedia nucleare …”. Questo è un aspetto non valutato, nel 1986 il governo sovietico ordinò a truppe dell’armata rossa, a vigili del fuoco e semplici operai e tecnici di andare sopra e sotto la centrale, lì lavorare per mettere un tappo di cemento. Quella gente sapeva bene di andare a morire, ma ci andò. Da noi, quale governo avrebbe questa capacità di dare un tale ordine? E se anche lo avesse, esiste in questa nazione (ma più in generale in occidente) la capacità di fare una cosa sapendo che probabilmente condurrà alla morte?
Caro Giovanni, non era nelle mie intenzioni accusarla di essere ideologicamente schierato. E’ solo che mi era sembrato molto riduttivo cercare spiegazioni esclusivamente elettorali alla decisione del governo tedesco di spegnimento immediato di sette centrali. Vorrei anche chiarire che non sono pregiudizialmente contrario alla costruzione di centrali nucleari così come non sono pregiudizialmente a favore. Preferisco valutare caso per caso. Nel caso specifico vorrei far notare questo: NON sono stati il terremoto o lo tsunami a causare l’incidente nucleare. Esso è stato causato dal mancato funzionamento di alcune pompe di ricircolo dell’acqua!! Queste pompe sono partite in ritardo rispetto allo shut-off della centrale e nel giro di poche ore l’aumento di temperatura all’interno del reattore ha causato le varie esplosioni e i danni successivi. E’ questo il punto. Se lo spegnimento d’urgenza della centrale fosse stato fatto anche solo per esercitazione, forse, sottolineo forse, si sarebbero avuti gli stessi danni. Qui, a mio parere, c’è una falla ,grave, in un sistema universalmente considerato totalmente sicuro. Ed è su questo punto specifico che, secondo me, il governo tedesco è giustamente intervenuto. Io, se fossi un governante serio e capace, adesso, vorrei vederci chiaro, perché qualcuno mi ha venduto gli stessi impianti o impianti costruiti con la stessa architettura di quelli giapponesi come totalmente sicuri; la qual cosa si è dimostrata quantomeno opinabile.
Caro Giovanni,
io non farei tanta dietrologia. L’uomo, soprattutto il politico, è un animale semplice e impara di più dall’esperienza, sua o di altri, che dalle teorie.
Prima di Fukushima l’eventualità di un incidente nucleare era un numero piccolissimo, adesso il numero è diventato realtà: tutta un’altra cosa.
Del resto il fatto che un evento possa verificarsi una volta SU un numero enorme di anni di funzionamento non vuol dire che si verificherà TRA un numero enorme di anni; funziona come la lotteria: si può non vincere mai ma si può anche vincere al primo colpo.
E nessuna dica che la tecnologia attuale è sicura, senza dire quale sia la probabilità di guasto e cosa succederebbe nel caso.
se avessi qualche dato forse potrei calcolare il costo dell’energia prodotta col nucleare vs idrocarburi vs altre fonti rinnovabili nel “breve periodo” (qualche decina di anni)…
ma nel “lungo periodo” è + difficile…
bisogna prima calcolare il “costo x tener sotto controllo le scorie radioattive” x 100.000 anni… immagino si faccia (costo annuo x 100.000) + interessi …
poi dobbiamo calcolare quanto è il valore delle vite umane che nascerranno nei prox 100.000 anni e sono messe a rischio dalle radiazioni tenendo conto delle “probabilità cumulate nel tempo” (questo valore tecnicamente si chiama “costo di opportunità”)…
se “costo di opportunità delle vite di 100.000 anni” > “costo x tener sotto controllo le scorie radioattive x 100.000 anni” …
allora.. verdi o non verdi.. italia o germania o giappone.. sinistre o destre che dir si voglia… qualche dubbio grande grande appare… oppure no ?
PS: Claude Levi Strauss (in pratica fondatore dell’antropologia e psicologo ed ex filosofo) disse : “il mondo è nato senza l’uomo e finirà senza l’uomo”…
@Gianni
Caro Gianni, non vedo il nesso. Al più dovrebbe offrirmi un viaggio vicino a Biblis A e Neckarwestheim. Se davvero me lo vuol pagare, le dò il mio numero IBAN. Fukushima, le ricordo, non è in Germania.
Non sono ideologicamente anti-nuclearista, i miei dubbi sono di tutt’altra natura. In Italia non c’è fiducia nelle istuzione, mi dispiace. Dove verrebbero fatte poi queste famose centrali, ammesso che vedano mai la luce? A chi verrebbero affidati gli appalti? Alla cricca?, a qualche impresa “siculo-calabrese”, specialista nel cemento depotenziato? Più che di energia rinnovabile (l’atomo non lo è), in questo paese servirebbe, prima di tutto, una classe politica rinnovabile. Ho i brividi al solo pensiero che il popolo più cialtrone e pasticcione della storia possa avere tra le mani una simila tecnologia
Personalmente sono contro il nucleare perché è una tecnologia praticamente ferma a Fermi e che che richiede una gestione “militare” e “militarizzata” (fino al sacrificio estremo) per essere gestita nell’ordinario e nelle emergenze.
Infatti i reattori ad uso dei militari (portaerei e sottomarini) non hanno mai avuto problemi salvo il caso di 2 sottomarini russi i cui problemi derivarono dal bassissimo livello della tecnologia sovietica.
La scelta della Merkel è percio una scelta razionale basata sul fatto che che è praticamente impossibile imporre ad aziende private obblighi “militari” perché la loro ricerca del profitto involve anche comportamenti non perfetti che vanno dal nascondere i probemi (magari perché consierati minori) alla connivenza con i costruttori per avere prezzi più bassi, mazzette per i dirigenti del committente o subire infiltrazioni di forniorir crimilani.
Se si costruoisce male un pezzo di ferrovia o una scuola i danni sono sempre circostritti, ma il materiale fissile può generare una potenza che è quella della formula e=mc^2, cioe che in un pezzettino di uranio c’è tanta energia da annichilire un’intera cittã, e quindi i danni possono essere forse catastrofici per un’intera nazione e per quelle vicine.
La Germania e la Svizzera sono al centro dell’Europa!
Caro Giovanni, la ringrazio per l’articolo e ringrazio anche Oscar Giannino per i pezzi degli ultimi giorni e per la bella trasmissione del 15 mattina su Radio 24.
Il mio commento e’ forse esageratamente lungo: spero mi perdoniate.
Parlando di reazioni scomposte e (per lo meno per me) inspiegabili, vorrei aggiungere alla lista la decisione di sottoporre a “stress test volontari” gli impianti europei. Come si possa applicare all’industria nucleare un concetto mutuato dall’informatica (o dall’economia) proprio non riesco a capirlo, tanto piu’ che gli impianti nucleari non sono tutti uguali e cercare di definire un insieme di test omogeneo per tutti temo sia un esercizio in vacuita’. Oltretutto, test strutturati come? Le simulazioni non godono certo di credibilita’ presso il publico (ed e’ per il pubblico che si farebbe questa operazione), e tirare un paio di bombe nei pressi di una centrale per riprodurre dal vivo gli effetti di un terremoto non mi pare una grande idea.
Altra reazione inspiegabile e’ per me quella del commissario Oettinger, che evoca addirittura l’apocalisse. Inspiegabile, perche’ parla di situazione completamente fuori controllo: evidentemente ha delle notizie che noi non abbiamo; puo’ ben essere, vista la sua posizione, ma allora taccia del tutto o le divulghi.
Vorrei infine riprendere il commento di Luciano, uno dei lettori che mi hanno preceduto, prendendolo ad esempio di come in questi giorni si sentano e si leggano tesi per lo meno strampalate da parte di persone in buona fede ma totalmente impreparate.
Se non annoio troppo, scendo nei dettagli.
“NON sono stati il terremoto o lo tsunami a causare l’incidente nucleare. Esso è stato causato dal mancato funzionamento di alcune pompe di ricircolo dell’acqua!!”
Il terremoto, probabilmente, ha fatto uscire dalle loro sedi le giranti delle pompe principali (in funzione al momento dell’incidente e progettate per resitere a sismi di intensita’ 7 volte minore), spaccando i cuscinetti. Il maremoto ha dato il colpo di grazia annegando e mettendo fuori uso i generatori diesel per le pompe secondarie, che a quel punto (l’alimentazione off site era stata gia’ persa) hanno potuto contare solo sulle batterie. Per 8 ore. Il commento del lettore e’ un po’ come dire che non e’ stata l’automobile ad uccidere la vecchina sulle strisce, ma la durezza dell’asfalto.
“Queste pompe sono partite in ritardo rispetto allo shut-off della centrale ”
Queste pompe, per quanto se ne e’ capito fin ora, potrebbero non essere partite affatto o potrebbero essersi fermate dopo qualche ora. In ogni caso, si e’ trattato di uno scram nei reattori 1,2 e 3 (non “shut-off”). Il 4,5 e 6 erano gia’ in stato di cold shut off al momento del terremoto ed il circuito di raffreddamento si occupava del solo calore da decadimento. Il 4 era nel mezzo di un ciclo di refuelling o lo aveva da poco terminato (fatto che sta causando il grosso dei problemi attuali).
“E’ questo il punto. Se lo spegnimento d’urgenza della centrale fosse stato fatto anche solo per esercitazione, forse, sottolineo forse, si sarebbero avuti gli stessi danni.”
Questa e’ una sciocchezza. Si vedano i paragrafi precedenti.
“Qui, a mio parere, c’è una falla ,grave, in un sistema universalmente considerato totalmente sicuro”
Si e no. La falla non e’ nel fatto che le pompe si siano fermate per incuria o dolo, come sembra suggerire il lettore.
La falla c’e’: il progetto del Mk1 (reattore 1) e’ stato oggetto di critiche da vari esperti del settore, da svariati anni, ed il Mk2 (reattori 2 e 3) e’ solo marginalmente meglio. Le critiche principali sono:
– ci si affida totalmente ad un sistema attivo (le pompe) per il raffreddamento del nocciolo. Se le pompe si guastano tutte, non si e’ in grado di mantenere il raffreddamento.
– Le pompe devono lavorare ad una determinata differenza di pressione dell’acqua tra ingresso (il contenimento) e uscita (l’anello di soppressione alla base): in presenza di danni strutturali causati dal terremoto, senza questa differenza di pressione le pompe lavorano con efficienza inferiore alle specifiche o non lavorano affatto.
– I reattori BWR mk1 e mk2 non hanno distinzione tra circuiti “caldi” e “freddi”: il liquido di raffreddamento esce dall’edificio di contenimento e viene usato direttamente per azionare le turbine dei generatori. L’anello di soppressione, tra le varie funzioni, ha anche quella di intrappolare le eventuali particelle radioattive frammiste al liquido di raffreddamento. Funzione che molto probabilmente e’ stata persa per lo meno nel reattore 1 e, verosimilmente, anche nel 2.
Sottolineo comunque che il reattore 1 e’ stato progettato nel 1966 e che vorrei sapere chi e’ che considerava quel progetto “totalmente sicuro”. In campo ingegnerisico non esiste “totalmente”.
“perché qualcuno mi ha venduto gli stessi impianti o impianti costruiti con la stessa architettura di quelli giapponesi come totalmente sicuri”
Gli stessi impianti? Stessa architettura? Due dei reattori fermati in Germania, per esempio, sono Biblis A e B, che sono dei PWR mentre a Fukushima sono installati dei BWR. Tanto per dirne una, i reattori di Biblis sono completamente autocontenuti (alle turbine non arriva il liquido che circola nel nocciolo). Non che stia suggerendo che siano meglio o peggio, e’ che sono proprio delle bestie completamente diverse.
Beh, guarda caso vivo a Karlsruhe nel Baden-Württemberg e lavoro in un ex centro di ricerca nucleare. Anni fa, hanno deciso di attuare un decommissioning di tutti e tre i reattori di ricerca che c’erano qui, ed ora esiste solo un istituto della commissione europea (ITU) che fa ricerca sui materiali radioattivi e una zona di stoccaggio delle scorie. Il centro di ricerca e’ stato riconvertito quasi totalmente verso altri ambiti delle scienze.
Un paio di settimane fa, un gruppo di greenpeace si e’ “divertito” a bloccare la linea ferroviaria che entra nel centro, solamente perche’ si era deciso di spostare le scorie. Ora, questa gente non mi ha permesso di andare al lavoro e hanno causato disagi. Ma per cosa? Hanno fatto pressioni per chiudere tutto? E adesso non vogliono che si rimuova il materiale radioattivo? Ad ogni modo, e’ curioso come molti miei vicini di casa, siano a favore del nucleare, perche’ si rendono conto che al momento, non c’e’ alternativa.
La domanda ricorrente tra i miei colleghi e vicini tedeschi e’ questa: con la Germania in forte ripresa economica, se si spengono le centrali nucleari, l’industria dove la prende l’energia? Si paventa la possibilita’ di volgere lo sguardo piu’ a est (Russia) o a ovest (Francia) per i rifornimenti energetici, ma sono solo speculazioni. Che si fa? Ci si mette a pedalare? Per ora nessuno mi ha dato una risposta convincente. Aspetto fiducioso, ma tutto cio’ mi lascia perplesso….
Anche se con Logos sento di avere in comune ben poche idee, devo ammettere che quest’ultima considerazione mi trova tristemente d’accordo.
Ricordo solo ai genitili intervenuti che la sicurezza è un concetto relativo e che, comunque, se esiste una tecnologia che permette di produrre energia elettrica anche durante la notte, a potenze adeguate e in relativa sicurezza, saremmo degli sciocchi a non usarla.
Io non la conosco ma sono aperto ai suggerimenti.
Anche io sono d’accordo con Logos. Infatti, stringi stringi, il vero problema di questo paese è che la giustizia non funziona.
Lo sappiamo tutti nel nostro profondo e, infatti, non ci fidiamo. Non è per nucleare-sì-nucleare-no: il nostro terrore è di metterle in mano a degli italiani.
Dopo un giro di scatole cinesi, le centrali, così come le scorie, verrebbero gestite da qualche azienducola in subappalto delle ‘ndrine di turno.
Onestamente sugli ultimi commenti non sono d’accordo. Se fosse cosi’, ci troveremo sommersi da scorie e radioattivita’. Rendiamoci conto che la centrale nucleare di Caorso e’ l’ultima entrata in fase si decommissioning. E fino a quando il nucleare in Italia e’ stato attivo, non mi sembra abbia causato problemi. Inoltre, dopo il referendum, sono passati anni prima che le centrali venissero spente. La prima cosa fatta per far contenta la gente, e’ stata quella di staccarle dalla rete elettrica….ma nel loro “piccolo” han continuato a funzionare….
E se vogliamo proprio essere precisi, a Roma ci sono 2 reattori da ricerca, ritornati di nuovo critici (ovvero in funzione) da poco. E nessuno si straccia le vesti….
C’è qualcuno che ce l’ha con Oscar Giannino e la sua ipotesi che in Italia gli tsunami non possono esserci: si è risvegliato il vulcano Marsili il più grande vulcano d’Europa, essendo esteso per 70 km in lunghezza e 30 km in larghezza.
Il monte si eleva per circa 3000 metri dal fondo marino, raggiungendo con la sommità la quota di circa 450 metri al di sotto della superficie del mar Tirreno.
poi c’è Il Magnaghi, il Vassilov, il Palinuro, i “piccoli” Alcione e Lametini, satelliti del Marsili. E’ quest’ultimo ad attirare più degli altri l’attenzione anche a causa della mole, pari a quella dell’Etna, per l’eventualità che frane dei suoi apparati possano provocare onde anomale che potrebbero ripercuotersi lungo le coste dell’Italia meridionale o, ancora, per una improvvisa ripresa dell’attività vulcanica.
Enjoy:http://protezioneciviletropea.it/archives/205
@Flavio
Caro Flavio, in Italia il problema non c’è fin quando non si vede. A tutt’oggi non abbiamo un deposito unico delle scorie prodotte. Dobbiamo sistemare 90′000 metri cubi di rifiuti radioattivi, a cui nel 2025 si aggiungeranno altre 235 tonnellate di ritorno dalla gita in Francia. Oggi questo materiale radioattivo è sparso in una serie di depositi e nelle centrali nucleari dismesse. In moltissimi casi non è in condizioni di sicurezza. Vi ricordate la rivolta di Scanzano Ionico nel 2003? Là – nelle ex miniere di sale – doveva nascere il deposito nazionale dei materiali radioattivi, ma le proteste bloccarono tutto.
In Italia non c’è nulla di più definitivo del provvisorio. Benvenuto nella Terra dei cachi
Una importante domanda a cui non si risponde è: come mai la Germania spegne tutte le sue centrali entro 2040 (era per il 2027, prorogato poi al 2040)?
In pratica quando le eventuali snostre centrali saranno a regime la locomotiva d’Europa avrà lasciato alle spalle questa tecnologia.
Per non parlare della Danimarca che addirittura prevede un piano energetico che rinuncia in toto alla dipendenza dai combustibili fossili per il 2050 in favore delle energie rinnovabili.
Sono tutti pazzi o semplicemente (si fa per dire) è gente che sa vedere più in là del proprio naso?
Caro Giannino
In Italia nessuno parla di questo:
http://www.ted.com/talks/lang/eng/bill_gates.html
http://www.terrapower.com/Home.aspx
Lei ne sa qualcosa?
@Logos
Ah son d’accordo. Il problema non si presenta finché qualcuno non solleva la coperta.
Questa storia di coinvolgere fino all’ultimo consiglio di quartiere (si fa per dire), per avere l’autorizzazione a costruire una centrale o un deposito, è il cancro dell’Italiotta. Not in my backyard, nessuno vuole le cose “problematiche” vicine alla propria casa. La programmazione energetica di un paese dev’essere fatta con lungimiranza su un futuro lontano, non sui prossimi 2 anni! E qui chiedere il parere al “popolo bruto” mi sembra un errore madornale. Il governo, o chi per esso, deve prendere una decisione ed attuarla….tanto poi ci pensa il tar a bloccare tutto.
Ecco perché sono in Germania adesso. Non che i tedeschi siano esenti da comportamenti irrazionali (vedi la decisione della Merkel di chiudere 7 centrali, ma qui c’entrano le vicine elezioni). Ma almeno, quando si prende una decisione, si va fino in fondo.
Intanto in Italia il prezzo del petrolio salirà, così come il costo dei vari beni di consumo, e la gente sarà sempre lì a criticare, senza capire che queste visioni limitate hanno conseguenze serie.
Ad ogni modo, per tornare sull’argomento, la spiegazione di Terenzio, mi sembra più che esaustiva. Da ingegnere non posso che confermare in toto.
Personalmente sono contro i sussidi alle rinnovabili e contro le distorsioni statali in ambito energetico. Non ho pregiudizi né entusiasmi particolari sul nucleare, ma coerentemente ho qualche dubbio a giustificare l’idea di applicare gli strumenti della pianificazione centralizzata all’atomo. Trivialmente parlando, non trovo l’uranio di Stato molto più difendibile dei mulini a vento o del solare sussidiato: le perplessità sull’interventismo non devono essere a senso unico.
La castrazione delle applicazioni atomiche è – con tutto il rispetto parlando – stupida: ovviamente non si impara a maneggiare una tecnologia non usandola. Con questo criterio le società primitive avrebbero dovuto rinunciare al fuoco, stante il suo potenziale distruttivo. In termini di risorse, un significativo incendio in un villaggio isolato nel 2000 a.C. aveva un impatto sulla sopravvivenza della specie all’interno di quella comunità peggiore di una novella Chernobyl. Premesso ciò, può essere altrettanto poco saggia e nociva una sovraimplementazione sponsorizzata dallo Stato di una tecnologia, specie nel caso del nucleare, dove non ci possiamo permettere una frequenza elevata di eventi negativi da cui trarre abbastanza conclusioni che ci consentano di maneggiare rapidamente l’atomo con la stessa dimistichezza con cui maneggiamo altre fonti.
In terzo luogo la stima dei rischi mi ricorda un po’ troppo ciò che è avvenuto in finanza dove eventi dall’impatto sistemico ritenuti improbabili si sono poi regolarmente verificati molto meno raramente di quanto predetto. Anche su questo lato probabilmente c’è da lavorare.
Infine, per quanto vero, è inutile ricordare che si trattava di una tecnologia vecchia dove si sono riscontrate carenze in fase di manutenzione. Visto il lungo ciclo di vita del prodotto, una centrale atomica funzionerà per un numero x di anni in cui probabilmente finirà per divenire tecnologicamente sorpassata da una nuova generazione di reattori: è necessario riconoscere e considerare ex ante che gli incentivi alla manutenzione sono inferiori quanto più si avanza nel tempo. Parimenti il fatto che non vi siano stati problemi per n anni non deve essere interpretato come un track record di successo tale da indurre un abbassamento della guardia; viceversa la gestione del rischio deve essere proattiva.
La soluzione ai nostri problemi potrebbe venire dal lungo lavoro del team del Prof. Coppi del MIT di Boston e il suo progetto di centrali a fusione, che a breve verrà sperimentato in russia con la collaborazione italiana.
Chi vuole approfondire cerchi notizie sul prof. Bruno Coppi, luminare mondiale di fisica e, come tutte le persone davvero intelligenti, umile e gentile. In rete ci sono alcuni suoi interventi che porterebbero un pò di chiarezza in molte menti, oggi comprensibilmente preoccupate per il disastro giapponese.
Ma questo è un articolo sulle elezioni tedesce o sul nucleare?
Perchè così a occhio l’articolo mi sembra dire: “La Merkel sta perdendo consenso per riguadagnarlo chiude le centrali sfruttando l’emotività dell’attualità”. Però implicitamente vuol dire: “State tranquilli il nucleare è sicuro le centrali in Germania vengono chiuse solo per opportunismo elettorale”.
Sono completamente d’accordo sulla prima tesi, che la Merkel sia in difficoltà e le provi tutte per recuperare nelle prossime elezioni. Certo argomento curioso per un post visto il periodo si possono scrivere post sul Giappone, sulla Libia e su tanti argomenti interessanti piuttosto che sulle elezioni in Baden Wuttenberg (evento cmq importante).
Sulla rassicurazione implicita che le centrali scure e che vengono chiuse solo per opportunismo elettorale, beh l’articolo ha argomenti molto deboli e forse è stato scritto un po’ troppo presto considerando come stanno andando le cose. (a parte la pianura pandana anche in Italia potremmo avere un terremoto del genere, visto che l’Italia come il Giappone sta sopra una falda)
@Stefano Castiglioni
Caro Stefano, è un post che tenta di spiegare le ragioni di una scelta. Non ho la presunzione di averle individuate. Mi sembrava importante parlarne. Visto che di Germania si parla (e si sa) tendenzialmente assai poco.
Concordo con l’ultimo post, io trovo quest’articolo molto interessante e utile