Assicurazioni, la concorrenza puo’ attendere
La Corte di Giustizia europea ha salvato l’ “obbligo a contrarre” sulle RC auto, e secondo i giornali italiani sarebbe un’ottima notizia. Con uno scatto patriottico, il Sole 24 Ore afferma che “la sentenza va accolta con soddisfazione”, salvo prescisare – giustamente – che non bisogna “dimenticare la realta’ di un Paese che, anche per gli incidenti stradali, risulta spaccato in due”. Contro l’obbligo a contrarre le polizze, aveva presentato ricorso la Commissione europea vedendolo per quel che e’: una norma che viola la liberta’ contrattuale, e che lede la liberta’ di stabilimento – cioe’ la liberta’ per le imprese di stabilirsi in un Paese UE che non e’ quello d’origine, per esercitarvi la propria attivita’.
Alla Corte, l’obbligo a contrarre e’ apparso coerente con le sue motivazioni: garantire su tutto il territorio nazionale il risarcimento alle vittime d’incidenti stradali, con tariffe “adeguate”. Per le assicurazioni, cio’ invece implica l’obbligo di assumersi tutti i rischi che vengono loro proposti, e una moderazione “coatta” dei premi. Che sia una limitazione della liberta’ contrattuale, e’ evidente. Ed e’ parimenti evidenti che esso ha un effetto “protezionistico”: rende meno attrattivo l’accesso in Italia ad imprese estere (non a caso le imprese assicurative, italiani ed estere, attive in Italia sono piu’ o meno tante quante quelle attive in Irlanda, dove il mercato e’ sensibilmente piu’ piccolo ma meno vincolato). L’assicuratore francese che voglia competere in Val d’Aosta ha l’ “obbligo” di rendere disponibile la propria offerta anche al cliente campano, o calabrese.
Come ricorda il Sole (e come sanno anche i sassi), i rischi (e pure la certezza del diritto) sono sensibilmente diversi, sul territorio nazionale, e perdendo la possibilita’ di diversificare le tariffe si perdono anche i benefici piu’ tipici dell’assicurazione: a cominciare dalla possibilita’ di “prezzare” il rischio. Per il Presidente dell’Isvap, Giannini, “l’accoglimeno del ricorso avrebbe arrecato grave pregiudizio a intere fasce di utenti che, soprattutto al Sud, rischiavano o di pagare premi molto alti o di trovarsi scoperte pur essendo tenute per legge ad assicurarsi”. Questo e’ cio’ che si vede. Cio’ che non si vede e’ che la persistenza dell’obbligo a contrarre, se da una parte “tutela” il Sud per come e’ (levandogli un altro piccolo stimolo a “diventare” qualcosa di diverso), dall’altra “ingessa” la concorrenza in altre aree del Paese, sbarrando la strada a concorrenti potenziali e dunque evitando che i clienti possano cogliere le opportunita’ che una concorrenza piu’ intensa produrrebbe. Certo, l’obbligo a contrarre e’ intimamente legato all’obbligo ad assicurarsi. Ma che l’obbligatorieta’ dell’RC auto giustifichi un mercato meno dinamico e’ una ben strana idea.
Mi è permesso di bollare l’articolo – magari con un po’ di intento polemico – come semplicemente pretestuoso ?
Chiunque abbia la ventura di doversi assicurare in Campania (tanto per fare un esempio che ho vissuto direttamente) sa bene che le assicurazioni che non vogliono assicurare persone qui semplicemente chiedono un premio sproporzionato rendendo di fatto inutile l’obbligo a contrarre.
Ad esempio io ho 26 anni ed evidentemente non sono desiderabile come cliente rispetto a qualcuno che risiede a Bolzano: attualmente pago circa 800 euro annui di RC Auto dall’assicuratore di fiducia in 1a classe per una utilitaria (a Bolzano pagherei 250: segno evidente che il rischio viene adeguatamente prezzato tutt’ora), laddove i preventivi di tante assicurazioni italiane o straniere che ho provato a fare su internet variano – ceteribus paribus – dai 1500 euro (la più economica) ai 4000 euro (la più cara).
Se davvero qualcuno vuole operare solo in Val D’aosta credo non abbia difficoltà a farlo, offrendo a me 3000-4000 euro di tariffa per il servizio che sotto casa compro a 800.
*ceteris. Pardon.
Per carita’, le e’ permesso bollare l’articolo come ritiene opportuno! In estrema sintesi, ovunque l’assicurazione rc auto e’ obbligatoria (la non-assicurazione non e’ una opzione). L’obbligo a contrarre, ossia ad accettare qualsiasi potenziale cliente, e una “storia italiana” e’ stato attenuato in Francia e in Spagna e non esiste nel Regno Unito e negli Stati Uniti. In Germania rimane l’obbligo a contrarre, ma non c’e’ l’obbligo a tariffare (cioè a fissare il prezzo per la copertura assicurativa) tutti i rischi. Solo in Italia esiste ancora l’obbligo a contrarre e a tariffare i rischi su tutto il territorio nazionale e per qualunque tipologia di contraente. Quest’obbligo costituisce una forte barriera all’ingresso per potenziali nuovi concorrenti, e non permette alle imprese di specializzarsi in particolari segmenti di mercato.
Le classi di merito sono una faccenda complicata. Lei somma una serie di fattori che vanno a suo svantaggio: per limitarci al primo, ha ventisei anni. Va detto pero’ che secondo gli studi in merito la dispersione media fra i profili in Italia e’ simile allo standard degli altri Paesi europei. La peculiarita’ campana e’ dovuta all’altissimo numero di frodi. Per stare ai dati 2006, nel Nord l’incidenza dei sinistri con frode è stata pari al 0,93%. In Campania sono state riscontrate frodi nell’8,11% degli incidenti. Questo fatto rientra nel grande problema di ordine pubblico del Meridione: le frodi spesso contribuiscono ad alimentare l’economia criminale.
I benefici legati ad una concorrenza aperta a nuovi entranti non sarebbero necessariamente “statici” (tariffe minori) ma anche dinamici (differenziazione e innovazione nell’offerta, etc). Mi scuso se il post dava l’impressione di sostenere che le tariffe fossero perfettamente omogenee in Italia (per fortuna, un briciolo di liberta’ d’impresa sopravvive!): effettivamente,dopo il “prezzare” andava un “nel modo piu’ corretto”.