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Dic
2009

Ancora sul Cip6. 4.100 megawatt a gennaio, quanti a fine 2010?

Non sono ancora chiare tutte le conseguenze del decreto Mse sulla risoluzione anticipata volontaria delle concessioni Cip6. Sul Sole 24 Ore di oggi, Jacopo Giliberto parla efficacemente di “uno scivolo agevolato, un prepensionamento incentivato, un’offerta cui non si può dire di no”. Non è ancora chiaro, però, chi ci guadagna e chi ci perde, e dunque chi si adeguerà e chi, invece, proverà a opporsi al caloroso suggerimento che arriva da Via Veneto. Per mettere qualche punto fermo, è utile leggere questo informato e notizioso articolo, pubblicato ieri sulla Staffetta Quotidiana (che ringrazio per l’autorizzazione, qui in originale per abbonati): secondo il decreto, potrebbero chiudersi un massimo di 3.300 megawatt, su un monte complessivo dipotenza assegnabile pari a 4.100 megawatt a inizio anno prossimo. Quanti faranno ricorso alla risoluzione volontaria? E con quali conseguenze per il sistema?

Cip6: 4.100 MW a gennaio, quanti saranno a fine 2010?

Le quote esatte: 17% va ad AU e l’83% al mercato libero. Istanze di risoluzione verosimilmente alla fine del 1° trimestre 2010. Da esse dipenderanno la riduzione del “monte Cip6” e le modalità di recupero in tariffa Quanti dei 3.300 MW capacità produttiva Cip6 eligibili per la risoluzione anticipata delle convenzioni aderiranno al meccanismo lo si inizierà a capire, almeno in parte, dopo il 21 dicembre, termine per la presentazione delle istanze (non vincolanti) al Gse. E in ragione delle convenzioni che verranno effettivamente interrotte e liquidate in anticipo diminuirà anche il quantitativo di energia Cip6 assegnabile al mercato libero e all’Acquirente Unico nel 2010 – un “monte” di elettricità a prezzo contenuto e prevedibile particolarmente appetito da alcuni grandi consumatori italiani. Le quote esatte previste dal decreto, firmato il 27 novembre scorso dal ministro Caludio Scajola, sono le seguenti: 83% per il mercato libero e 17% per l’AU. Visto il meccanismo di exit strategy dal Cip6, tuttavia, i 4.100 MW iniziali potrebbero ridursi nel corso dell’anno di un massimo di 3.300 MW (le produzioni da gas di processo e combustibili fossili). Secondo il decreto, ogni 20 del mese per il mese successivo il Gse annuncerà il totale di energia assegnabile sulla base delle risoluzioni avvenute fino a quel momento. Queste ultime potrebbero verosimilmente iniziare a dare i loro effetti verso la fine del 1° trimestre. Per il momento infatti è avviata la raccolta delle istanze non vincolanti di risoluzione, che verranno poi trasmesse al Ministero dello Sviluppo entro fine anno. Il Mse dovrà quindi dettagliare le modalità della rescissione delle convenzioni e di erogazione delle liquidazioni (in un unica soluzione o a rate) in un decreto ad hoc. Solo a questo punto, alla luce di tale decreto – che individuerà modalità di chiusura individuali per ogni singola convenzione – i produttori potranno presentare istanze vincolanti di risoluzione. Dalla data delle istanze, le relative convenzioni risulteranno a tutti gli effetti interrotte, e la relativa energia cesserà di far parte del monte Cip6 2010. Da qui ad allora correrà insomma parecchio tempo. Se è verosimile che qualcuno si lamenterà (si può ricordare che proprio sulle assegnazioni annuali del Cip6 scoppiò la “rivolta” degli energivori che portò alla nascita del Tavolo della domanda nel 2007) il mercato è certamente in condizione di prendere le relative contromisure. Altra questione che resta al momento in sospeso è poi come le erogazioni finanziarie legate alla risoluzione delle convenzioni verranno trasferite in tariffa attraverso la componente A3. Su questa gravano oggi gli oneri per sostenere gli incentivi Cip6 vigenti, e la rescissione anticipata “con sconto” permetterà di ridurre l’importo complessivo a carico dei consumatori. Resta però da stabilire, per così dire, il “fattore tempo”.

Quanto rapidamente l’importo delle liquidazioni verrà posto a carico delle bollette? Dipenderà dal numero e dall’entità delle istanze e dalle relative modalità di rimborso scelte. Lo scenario peggiore per i consumatori sarebbe naturalmente che tutti i 3.300 MW siano “risolti” con rimborso in un’unica soluzione. Un’eventualità tutt’altro che scontata però. D’altro canto è anche difficile immaginare che il prelievo A3 resti possa restare del tutto invariato o inferiore rispetto al passato. 

Da Staffetta Quotidiana, 3 dicembre 2009

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