1
Lug
2010

Anche Taylor stronca la “nuova” finanza di Obama

Abbiamo coperto di critiche il Reform Bill finanziario di Obama. Ma il nostro monetarista preferito, John Taylor, è ancora più spietato. Qui la sua stroncatura odierna del Frank-Dodds Act. I margini aggiuntivi di discrezionalità attribuiti ai regolatori americani su materie decisive come i derivati e la loro trattazione su mercati regolamentati, sui tempi e sui modi delle modalità di proprietory trading delle banche entro certi limiti del proprio patrimonio di vigilanza ma con separazioni societarie e gestionali tutte ancora da riempire di contenuti, la retorica della tutela del consumatore in nome della quale si introduce un nuovo regolatore competente per prodotti e servizi che nulla hanno a che fare con la crisi, come si può vedere i difetti sono tanti e gravi. Del resto, servono a coprire la vera ragione della crisi stessa: cioè, per chi la pensa come noi, errori dei regolatori monetari e dei mercati e non del mercato in quanto tale, come ancora una volta qui – a beneficio dei tanti sordi, antimercatisti e statalisti incalliti – Taylor spietatamente argomenta.

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6 Responses

  1. Mimmo

    Gentile dottor Giannino, anche io annovero John Taylor fra i miei monetaristi preferiti. Proprio per questo l’ articolo del WSJ ha suscitato in me una profonda preoccupazione, sopratutto in merito alle capacità e abilità degli attuali policy-maker di saper affrontare le grandi sfide che l’ evoluzione del sistema finanziario pone innanzi a noi. Nell’ intervento di Taylor c è tuttavia un passaggio che io ritengo significativo, ed è quando lui afferma che “The biggest misdiagnosis is the presumption that the government did not have enough power to avoid the crisis. But the Federal Reserve had the power to avoid the monetary excesses that accelerated the housing boom that went bust in 2007”. Ora, un’ argomentazione completa di questa frase è in “The financial crises and the policy responses: an empirical analysis of what went wrong” (Taylor, Novembre 2008). Se però si confronta questo paper con il paper di Bernanke “Monetary police and the Housing bubble” (January 2010) si può vedere come le due visioni siano distanti in maniera a dir poco spaventosa; sia per quanto riguarda l’ impianto tecnico (dai test econometrici, alle considerazioni sulla bontà del modello di Taylor del 1992 basato su output gap e inflation target), sia per quanto riguarda l’ impianto teorico (in particolare il ruolo di una politica monetaria molto espansiva sulla dinamiche dei prezzi immobiliari) sia infine per quanto riguarda le conclusioni (dalla “global savings glut hyphotesis” di Bernanke alla “too loose-fitting monetary police” di Taylor). Allora le domando: non è forse preoccupante, in aggiunta all’ inadeguatezza del nuovo impianto di supervisione, anche una distanza così estrema sulle cause stesse della crisi tra i detti autori? Se le considerazioni di partenza sono così divergenti, come possiamo aspettarci ottimali ed efficienti applicazioni finali?
    Grazie

  2. A presente l’URSS circa 1988? Ecco quello che possiamo aspettarci.
    La situazione è tale che i governi saranno molto tentati o costretti a inflazionare, svalutare e andare in default sul debito, per non dire che dovranno rimangiarsi le promesse sullo stato sociale.
    Non credo proprio che se ne esca, se non con una profonda crisi delle strutture welfaristiche dei governi.

  3. oscar giannino

    La tesi di bernanke è che, in definitiva, il sostegno pubblico conentirà come nel 2009 ai corsi degli asset di riprendere a salire, e tutto ciò integrerà il reddito disponibile dell’oltre 60% degli americani che partecipano al mercato, rendendo più sostenibie spesa pubblic e tassazione in aumento pauroso….. in effetti la divergenza con quel che pensa Taylor non potrebbe essere più accentuata

  4. Massimo74

    Taylor punta il dito direttamente contro gli eccessi monetari della fed
    che secondo lui hanno contribuito a gonfiare la bolla immobiliare(tesi che peraltro mi sento di condividere) pertanto mi sembra ovvio che Bernanke come presidente della banca centrale non possa sostenere la stessa tesi.

  5. juancarlos

    Tremonti ha detto che vogliono curare il drogato con la droga,parlando dei bassi tassi di interesse,sbaglio o è quello che stà succeendo?

  6. Pietro M.

    @juancarlos
    Yes, curare le malattie agendo sulle cause normalmente significa rimuovere le cause, ma per molti economisti significa rinforzarle. Si chiamano keynesiani. Una crisi creata dal debito viene “risolta” facendolo pagare al contribuente, una crisi creata dal moral hazard viene “risolta” spostando rischi e perdite sul contribuente, una crisi legata ad un eccesso di consumi viene “risolta” stimolando i consumi. Sarà pure una cosa folle, ma questa gente fa la politica economica in tutto il mondo.

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