Amicus clima, sed magis amica agricoltura sussidiata
Il riscaldamento globale sarà anche la più grande minaccia di sempre, ma c’è una minaccia ancora più grande: che gli agricoltori europei non facciano abbastanza soldi. La Commissione europea ha aperto un’indagine per verificare se i produttori americani abbiano esportato biodiesel nell’Ue attraverso paesi terzi, per evitare i dazi; per la stessa ragione, intende controllare che le importazioni non avvengano in miscele con meno del 20 per cento di biodiesel, che sono escluse dal dazio straordinario di 237 euro / tonnellata creato l’anno scorso.
Ufficialmente, il dazio è stato creato per contrastare l’effetto distorsivo dei sussidi americani alla produzione di biocarburanti che, piombando nell’ambito del pacchetto di stimolo obamiano in un periodo di prezzi calanti dei prodotti agricoli, avrebbero causato un regime di concorrenza sleale (a Genova diciamo: O corvo dixe a o merlo: “cumme t’è neigru!”). Se, comunque, il problema fosse solo questo, i dazi dovrebbero essere limitati alle importazioni dal Nordamerica. Invece, si applicano (anche se in misura inferiore) a tutti i biocarburanti importati, compresi quelli dai paesi tropicali che sono più economici e più efficienti in termini di riduzione delle emissioni di gas a effetto serra. Il tema non è nuovo; anzi, è talmente trasparente che me ne ero già occupato in tempi non sospetti (quando ancora i biocarburanti andavano di moda e non si era sollevato il polverone sui potenziali impatti nefasti di quelli di prima generazione: le principali critiche sono riassunte qui da Elisabetta Macioce).
La triste verità è che la politica europea dei biocarburanti è una semplice e neppure troppo sofisticata foglia di fico. Se n’è accorto persino il Parlamento europeo, che è tutto dire. Se ne era accorto, soprattutto e con onestà, l’ex commissario europeo al Commercio, Peter Mandelson, che combatté una battaglia (perdente) per cancellare queste barriere. Restano dunque attuali le sue parole:
Biofuel policy is not ultimately an industrial policy or an agricultural policy – it is an environmental policy, driven above all by the greenest outcomes,” Mandelson said. “Europe should be open to accepting that we will import a large part of our biofuel resources. We should certainly not contemplate favoring EU production of biofuels with a weak carbon performance if we can import cheaper, cleaner biofuels.
Purtroppo, finché questo equivoco non sarà chiarito, una frontiera della ricerca promettente rimarrà viziata, e gli sforzi più innovativi dovranno subire l’onta della confusione con interessi meno nobili.
Beh, Stagnaro, che lei creda che le politiche comunitarie sui biofuel abbiano come primo scopo motivazioni “eco” mi stupisce. Il primo scopo in queste cose è sempre favorire una lobby piuttosto che un’altra e se possibile peggiorare ulteriormente l’allocazione delle risorse (le faccine sono sottintese).