Amazon è troppo efficiente, c’è un limite a tutto (anche agli sconti)
Approvato anche dal Senato il ddl che disciplina il prezzo dei libri. Ora abbiamo una legge che restringe ampiamente la libertà di editori e librerie (anche on-line) di stabilire sconti e promozioni. Nello specifico, la vendita dei libri è consentita con uno sconto massimo del 15% sul prezzo di copertina; le campagne promozionali degli editori possono durare al massimo un mese (in questo caso lo sconto può eccedere la soglia del 15% ma non può essere superiore a un quarto del prezzo fissato e… le campagne promozionali non si possono tenere nel mese di dicembre!); può essere applicato uno sconto massimo del 20% in occasione di manifestazioni di “particolare rilevanza” (ad esempio le fiere librarie come il Salone del libro di Torino) o in favore di soggetti no profit (biblioteche, scuole, ecc.); i libri che nessuno più si fila sono esclusi dalla disciplina (nel testo si usa ovviamente un altro linguaggio, ma il senso è proprio questo: la legge si applica alle novità o a quei libri che hanno un discreto riscontro in termini di vendite). Il tutto entrerà in vigore del primo settembre di quest’anno.
Questo in sintesi il contenuto della norma. L’obiettivo dichiaratissimo della legge era duplice: proteggere sia le cosiddette librerie indipendenti che i piccoli editori. Il risultato è invece il seguente: a essere penalizzati sono i cittadini. Si tratta del tipico caso in cui la forza lobbistica di un ristretto gruppo (che porta avanti omogenei interessi di bottega) ha la meglio su una maggioranza non organizzata di cittadini. Perchè a guadagnarci dalla regolamentazione dei prezzi è uno sparuto manipolo di marginali e boccheggianti librerie (ed editori). A perderci tutti gli altri. E non importa della tanto sbandierata promozione della lettura… Perchè una cosa è evidente: la lettura la si incentiva con libri in vendita a prezzi alti o bassi? E non importa il progressivo assottigliarsi del potere di acquisto delle famiglie… Le persone comprano un maggior numero di libri se questi hanno prezzi alti o bassi? E non importa se altri soggetti del settore subiranno conseguenze negative… Amazon (tanto per fare finalmente il nome del grande nemico) o i supermercati aumenteranno o diminuiranno il loro volume di vendite? Si tratta di domande retoriche, che portano a dare risposte che vanno nella direzione opposta da quella intrapresa dal legislatore.
Era troppo bello comprare libri su Amazon (perchè durasse): novità librarie con sconti del 30/35%, consegne a domicilio in tempi lampo (e certi), possibilità di restituire i libri acquistati anche senza motivo (con conseguente e puntuale rimborso). Un sistema non regolamentato, questo, che aveva permesso di ricevere un servizio eccellente (spendendo meno). È questo che intendono le persone quando ti dicono: la concorrenza porta ad avere a disposizione beni e servizi migliori a prezzi più bassi. E questo con Amazon puntualmente si è realizzato. Con la approvazione di questa legge passiamo invece alla realizzazione pratica di un altro caso-scuola da manuale: la nascita di una rendita. Le barriere alla concorrenza portano infatti alla creazione di rendite. I libri potrebbero essere venduti con sconti maggiori (all’interno di un sistema concorrenziale), per legge si decide che lo sconto non può andare oltre una certa soglia (sistema regolamentato). Questo porta alla creazione di una rendita (la differenza fra le due soglie di sconto). Questa differenza è la penalità che devono subire TUTTI i lettori da un sistema di prezzi regolamentato per legge; questa differenza è il vantaggio che POCHE librerie ottengono dalle scelte del legislatore.
Ultimo punto: cosa dire della motivazione che spesso si adduce per sostenere un sistema regolamentato? Sì, la motivazione è quella che sentiamo ripetere come un disco rotto: le piccole librerie sono da tutelare, in quanto “presidi fondamentali per la diffusione della cultura, della conoscenza e per la crescita del benessere collettivo” (in questo caso le parole sono del presidente dell’Associazione Librai Italiani). Qualcuno sa spiegarmi cosa vogliono dire? Di solito si usano parole importanti e altisonanti per nascondere il nulla sul quale poggiano. Una cosa è certa: la cultura e la conoscenza si diffondono vendendo libri (e si vendono più libri se i prezzi sono bassi). E invece no, ci dicono che è il libraio il depositario della Cultura, colui che con i suoi consigli e il suo Sapere può guidarci nella scelta delle nostre letture. Per questo dobbiamo tutelarlo, è una specie in via di estinzione. Pur di mascherare l’iniquità di certi provvedimenti li si legittima con le motivazioni più ridicole (e seriose: ridicole in quanto seriose). Davvero possiamo credere a questa visione così idealistica del libraio? Sul concetto di benessere collettivo penso non ci sia nulla da dire, meglio tornare alla lettura di “Meridiano di sangue“, comprato su Amazon con sconto del QUARANTA PERCENTO. Ho messo il link, ne consiglio caldamente l’acquisto (Affrettatevi: la promozione scade il primo di settembre!).
Come se questo stratagemma servisse a risollevare le sorti delle case editrici e dei piccoli distributori… L’unico risultato sarà un uteriore colpo ai già pochi lettori italiani… ma si sà cosa pensa il governo della cultura. Ad ogni modo, lunga vita ad Amazon!
Amazon pianga se stessa: l’italia e’ stato l’ultimo grande paese europeo dove ha aperto. Hannoresistito x anni consapevoli dei rischi di fare impresa in un paese come il nostro. Poi hanno ceduto nn si sa xke. E hanno avuto un’ulteriore dimostrazione di come sia sconsigliato investire in qst paese. P.S. Meridiano di sangue e’ un capolavoro. C’e’ in sconto anche Suttree. Nn se lo perda x niente al mondo
ma… lo possono fare? non è in contrasto con le direttive europee sulla libera concorrenza?
Non c’e’ limite allo schifo in questo paese. Tanto posso comprare comunque da Amazon UK a prezzi stracciati.
Sento sempre di più allontanarsi il mondo da questo piccolo e assurdo Paese. Siamo isolati. Sempre di più. Cresce la voglia di lasciare l’Italia. Da microscopico e folle imprenditore mi sento mancare le forze. Hai voglia a ricercare l’innovazione se poi il sistema ti stritola. “Stay hungry, stay foolish”. Ma non in Italia. Scusate lo sfogo, ma temo di non essere l’unico a vivere questa frustrante sofferenza.
Se non mi sbaglio waterstone vende in tutta Europa… se fosse così ecco il primo effetto di questa legge. I miei 30-50 libri annuali li prendo all’estero.
Chi conosce i librai, i piccoli librai, sa che razza di idioti supponenti e incapaci sono. E, come tali, vogliono essere tutelati in nome del fatto che ‘ distribuendo cultura’ (in realtà non vendendo un cazzo), fanno un servizio ‘sociale’ (sic). L’aspetto penoso è appunto questo: sono incapaci di pensare realizzare alcuna cosa che non sia fatta meglio e a costi nettamente inferiori dalle grandi catene. Non sanno inventare servizi innovativi e inarrivabili per la grande distribuzione, non sanno creare momenti di comunicazione innovativi o eventi che suscitino il minimo interesse ( nel migliore dei casi la serata di poesia col poeta sconosciuto e ipoglicemico con la partecipazione di quattro befane). I salumai, attaccati con ben altri mezzi dalla grande distribuzione, hanno dimostrato intelligenza e capacità progettuale incomparabile rispetto ai librai, e oggi le salumerie, che sanno cosa vuole un certo pubblico, sono delle miniere d’oro.
Amazon.it è stato quello che mi ha fatto ritornare dopo anni a comprare libri in italiano e italiani.
Mi sa tanto che ora un nook o un kindle – di cui ho rimandato l’acquisto a lungo – non me lo leva più nessuno. Dovranno vietarmi l’acquisto di libri all’estero per fermarmi. B&N, Amazon.co.uk, aspettatemi!!!
io compro libri in inglese da amazon.co.uk.
fuck mafia!
No, scusate, è uno scherzo?
Non è vero che va a svantaggio dei lettori. Non sul lungo periodo. Innanzitutto, è una misura che va a vantaggio dei piccoli, non dei grandi, che sono quelli che possono fare sconti con più facilità (Amazon per esempio può permettersi di vendere in perdita per un anno per far fallire tutti i concorrenti). In secondo luogo, se il lettore compra un libro solo se costa 10 euro, vuol dire che l’editore lo prezzerà 10 euro, invece di prezzarlo 15 e poi venderlo scontato a 10. Non è che il lettore abbia più soldi da spendere se lo stabilisce una legge. Tutto però sarà più chiaro in questo modo, a mio avviso.
Ditemi che non è vero. Se è vero, questa è la certificazione finale che questo paese NON HA PIU’ SPERANZA. Basta ! E’ finita, le altre nazioni vanno in treno, noi, per legge, dobbiamo tornare al calesse (e sì, dobbiamo proteggere l’indispensabile casta dei vetturini!) . A quando la chiusura delle frontiere, così non potremo eludere le norme protezionistiche con la libera circolazione EU?
Provvedimento proposto da PD e approvato con la quasi unanimità dal parlamento.. Questo provvedimento meglio di ogni analisi spiega la necessità di una forza politica e culturale radicalmente liberale nel Paese
Consiglio lettura dichiarazione caèpogruppo PD alla Camera: http://www.deputatipd.it/Select.asp?Section=Discussion&Table=Documents&ID=31456&Mode=Edit&KeyName=ID&KeyValue=31456
L’articolista confonde, a mio modo di vedere, l’economia liberale ed il ruolo della politica con l’economia darwinista. In soldoni: anche i mega centri commerciali sono sorti grazie all’abbattimento della concorrenza dei piccoli negozi. Ma quando è convenuto al consumatore negli ultimi 20 anni ( al netto di quella porcata che è stata l’euro)?. Quanta disoccupazione in più e di conseguenza meno risorse per i consumi? Quanto minor stipendio nelle tasche di chi lavora ( ieri artigiano del commercio oggi cassiera a 650 € mese)? Quanta minore redistribuzione di ricchezza? Qaunta minore tassazione e quindi quanta impossibilità a diminuire le tasse? Quanti minori affitti per i negozi? Qaunta perdita di valore degli edifici sfitti? E di conseguenza quanta minore edilizia e con essa tutto ciò che va con lei ( acqua, luce, gas)?Sono solo alcune domande cui sarebbe interessante rispondesse l’articolista. Se lo stato non serve a difendere il piccolo a che cosa serve? Dobbiamo inserire anche l’aborto in economia?
Matteo Dellanoce
Come sempre gli interessi di pochi hanno la priorità. Cronaca di una morte annunciata. I piccoli librai non riusciranno comunque a reggere la concorrenza dei grandi gruppi che per diffusione potranno sempre offrire assortimento e sconti maggiori sul prezzo di copertina (anche nel limite del 15%).
Personalmente da tempo ho rivolto le mie speranze in un lettore ebook.
con regole di mercato in concorrenza perfetta, il surplus viene distribuito a vantaggio dei consumatori. Il mercato subisce regolamentazioni dall’alto, e si formano rendite di posizione. Sembra che in Italia questo ragionamento non fà un grinza….si finisce sempre a regolamentare per il benessere di pochi. Più si và all’estero e più si capisce che mentre in italia questo succede nel 80 – 90% dei casi, fuori confini c’è una tolleranza del 30%, oltre la quale interviene il senso di moralità e di etica della gente, tutta, sia politici che elettori, a regolamentare qualsiasi tentativo di fregatura a danno di molti e a vantaggio di pochi.
“Italia: paese di gran cultura!” Gran cultura sta minchia!!! La cultura agli italiani viene impartita da Tamarreide e Grande Fratello! Mica scemi i politici! Cosi reti note di cui non facciamo il nome (Mediaset), appertenente a una persona di cui non faccio il nome (Berlusconi però è il cognome) fanno soldi con le cazzate e “piccoli” editori di cui non faccio il nome (Mondadori e Einaudi) di cui fra i maggiori azionari c’è una persona di cui non faccio il nome (Berlusconi è sempre il cognome), hanno deciso di spennare quei pochi sfigati, in nome della vera cultura! Ma che cazzo di storia è questa?!?! E perchè nessuno fa niente?!?! C’è una nazione di 60.000.000 di persone che potrebbe avere un potere infinito contro quel manipolo di deficienti che sta rintanato in un bel palazzetto a Roma.. Già peccato che ognuno sia troppo preso dai “fatti propri” per pensare veramente ai fatti propri!
Io non vedo miglior politica culturale che permettere al maggior numero di persone possibile di acquistare libri al minor prezzo. I piccoli librai (quanti saranno mai?!?) non reggeranno comunque la concorrenza dei grandi distributori. Credo sia arrivato il momento di acquistare solo libri da amazon.co.uk: sono ancora troppo legato all’ “oggetto-libro” per cedere agli e-books! … un amazon-addicted molto deluso, anzi, sconsolato.
@Filippo Cavazzoni: lei che è iil rappresentante di una casta chiusa e con enormi barriere all’ingresso dovrebbe studiare molto meglio il problema… Si informi e si documenti (legga tutti i rapporti dell’AIE degli ultimi vent’anni sulla lettura in Italia): Chi non compra libri non li compra nemmeno ad un 1euro!
Sapete se questo ddl toccherà anche il mercato ebook?
Ma chi compra più in italia????
io nemmeno i filtri e le cartine per le sigarette ci compro.
grazie ebay+amazon+play.com
@Alfredo Morosetti
mi scusi, lei è un libraio?io si dab ben 15 anni. il problema non è vendere Dan Brown (che leggo) o Vittorini (che leggo) è che il prezzo di vendita dei libri (che non sono magliette) sia identico , che lo venda un libraio indipendente o una libreria di catena. non so se ha mai visto librerie in Germania/Francia/Olanda/Belgio?beh..non ci sono sconti (la francia al massimo sconta il 5%) e i libri costano molto meno, le librerie sono piene di gente. l’abbigliamento subisce sconti 2 volte l’anno con i relativi controlli (così stabilisce la legge), ma non mi sembra che i saldi aiutino il mercato dell’abbigliamento.di cosa sta parlando? i libri si vendono perchè si possono scontare?allora si venderanno solo i libri scontati, cioè quelli pubblicizzati maggiormente dalle potenti case editrici e non per valore reale?questo accade. ho lavorato per librerie di catena e ne conosco molto bene le dinamiche:
un libro venduto al 30% è semplicemente acquistato con una condizione migliore, il guadagno è lo stesso se non più alto. beh, un libraio indipendente non più accollarsi l’acquisto delle stesse quantità di una libreria di catena e al massimo può vendere con un 2%/3% lo stesso prodotto. questo è scorretto trattandosi dello stesso prodotto e parlando del Libro. è scorretto perchè il prezzo è imposto dall’editore, cosa che non accade per i vestiti!il ricarico e il prezzo al pubblico lo decide chi acquista.gli sconti selvaggi hanno fatto chiudere in Inghilterra e Stati Uniti centinaia di librerie. Per quanto riguarda il suponente vorrei qualche spiegazione in più. Che non vendono un “c..o”..beh..termine al quanto inproprio e la colpa è dei librai?o dell’impossibilità di far fronte ad un mercato senza regolamentazione?in che senso?ha mai visto librerie per ragazzi e che lavoro enorme fanno?ha mai visto librerie specializzate in turismo/nautica/sport ecc..e che sforzi fanno?in Francia la legge Lang ha bloccato lo sconto e il prezzo dei libri è caduto vertiginosamente..e sa perchè?perchè se lo stesso prodotto è venduto da più parti e nello stesso modo e alle stesse condizioni, sarà il consumatore a scegliere il miglior servizio e qui si farà la differenza. allora si che i librai indipendenti potranno e dovranno dimostrare la loro specialità e le librerie multistore di catena si confronteranno con i loro servizi..ad armi pari (visto che il prezzo è già stabilito-questo è fondamentale) la concorrenza sarà libera e vincerà il libro e la scelta del consumatore.grz.
No. gli ebook non c’entrano.
Al di la del liberismo (io mi considero un liberista sociale, perché riconosco un ruolo allo stato anche in un’economia fondamentalmente liberista), qui c’è semplice buon senso da considerare per valutare questo ddl.
Non si può svuotare il mare con un bicchiere, nè arginarlo con i sacchetti di sabbia.
Che lo vogliano o no il mercato dei libri ormai si è globalizzato, ed anche se noi siamo anni indietro pian piano arriviamo alle stesse conclusioni.
Possono imporre quello che vogliono per legge, il risultato alla fine non cambierà, le aziende come amazon continueranno a are quello che ritengono opportuno e quelle italiane dovranno adeguarsi.
Questo alla lunga. In tempi brevi l’unico effetto reale di questo ddl sarà rendere ancora più profondo il ritardo delle aziende editrici italiane sull’estero, ed al momento dell’inevitabile apertura non avremo un solo player italiano in grado di competere.
E’ come con i CD e i DVD da masterizzare, sono anni ormai che li compro all’estero, faremo lo stesso coi libri.
PS
Più probabilmente Amazon ignorerà totalmente la legge. Dove sta scritto che una società USA, con base in USA, server in USA, debba seguire leggi italiane.
Al massimo chiuderanno la sede di rappresentanza in italia.
Vorrei farvi notare che come si evince da questo link inizialmente le librerie per corrispondenza e il commercio elettronico erano esclusi dal provvedimento..poi in seguito ad una revisione sono stati inclusi (vedi articolo 2 e 4c) .
http://nuovo.camera.it/Camera/view/doc_viewer_full?url=http%3A//www.camera.it/_dati/leg16/lavori/stampati/pdf/16PDL0046060.pdf&back_to=http%3A//nuovo.camera.it/126%3FPDL%3D1257-B%26leg%3D16%26tab%3D2
Bravo! Poi lamentati se ti aumentano le tasse!
A volte rimango allibito dai comportamenti stimolo -risposta!
Ma è diventato così difficile porsi delle domande? Ad esempio se io mando all’estero 700 euro in acquisti e se così fan tutti di quanto si ridurrà il PIL con tutte le relative conseguenze?
A volte ci si dimentica anche che l’economia prevede che i consumatori abbiano comportamenti coerenti rispetto al tutto e non solo al particolare ( interesse generale ed interesse particolare).
Matteo Dellanoce
@Matteo Dellanoce
Chi acquista su amazon.co.uk o su amazon.fr non manda i soldi all’estero, siamo in un mercato unico!
La legge è arrivata in tempo per salvare il vero e unico business delle librerie italiane, il libro scolastico, che Amazon si apprestava a offrire. Tutta la logistica di Amazon è all’estero, basterà reindirizare l’acquisto in una pagina web oltralpe, e potrannno fare tutti gli sconti che vogliono.
per la cronaca: il servizio clienti di Amazon.it sostiene di non essere stato informato riguardo a questa questione…
So che anni fa passò una direttiva del ministero della pubblica istruzione, perché progressivamente le case editrici fornissero una copia “elettronica” del libro di testo (ovviamente per quelli nuovi). Suppongo che andrà in vigore man mano che la riforma scolastica avanza (quest’anno parte il secondo anno delle medie superiori). Tra due anni, quando partirà il primo anno del triennio (che si conclude con la maturità) ed i ragazzi saranno abbastanza grandi da maneggiare senza problemi un computer, suppongo che vedremo i primi libri in forma di applicazione (per proteggersi da copiature). Tutto questo per dire che forse entro una decina d’anni il comparto dei libri di carta potrebbe essere minoritario, anche per ragioni economiche.
Capisco che le grosse case editrici, dopo aver speso cifre ingenti per accaparrarsi i canali di vendita ora cerchino protezione dalla concorrenza della GDO.
Capisco molto meo i commenti di chi confonde questo arroccamento corporativa dei big player con la difesa della cultura e dell’editoria di nicchia che se é veramente di qualità riesce a sopravvivere.
La forza dei c.d. librai indipendenti e degli editori loro sodali consiste nell’essersi organizzati come un vero e proprio gruppo di pressione, esercitando un’influenza sul Parlamento rivelatasi decisiva per ottenere l’approvazione della legge.
Il mondo dei lettori, al contrario, pur essendo maggioritario in termini numerici, è debole perché disperso, pulviscolare, costituito da soggetti che agiscono individualmente e spontaneamente all’interno del mercato.
Il mio auspicio è che, a fronte di questa becera legge corporativa e protezionista, vengano adottate forme pubbliche di boicottaggio in grado di sabotare definitivamente quei nuclei parassitari che si servono di una legislazione ad hoc per sopravvivere all’interno del mercato, essendo strutturalmente incapaci di soddisfare la domanda meglio della concorrenza.
E’ ben vero che Amazon e gli altri rivenditori troveranno probabilmente il modo per aggirare, nella sostanza, la c.d. legge Levi, ma riterrei comunque opportuno che un segnale forte e chiaro venisse da coloro che garantiscono l’esistenza di un mercato librario quanto più possibile vivo, robusto e plurale: i LETTORI.
Noi lettori, non il Parlamento, dovremmo essere i referenti della c.d. filiera, perché NOI compriamo libri, e dovremmo essere noi a mobilitarci per far intendere alla cricche AIE e ALI (questi ‘tassinari’ della cultura) che non siamo disposti a foraggiare le loro rendite di posizione.
A dicembre, in particolare, auspicherei che gli introiti del settore subissero un collasso (personalmente, per la prima volta in vita mia, non regalerò un solo libro sotto Natale che non sia stato acquistato on-line, possibilmente dall’estero, e inviterò tutti i miei amici e conoscenti a fare lo stesso).
Sarebbe la dimostrazione, a beneficio di lorsignori, che la domanda per i beni che vendono non è anelastica (cioè non influenzata dal prezzo)!
@paola
E’ un discorso completamente senza senso. Se si sostiene che il problema siano i prezzi fissati dagli editori (cosa che mi pare decisamente poco probabile, più che fissati al limite possono essere suggeriti), allora è lì che bisogna intervenire, non sulla quantità di sconti, che in tal caso sarebbe solo il sintomo, il tentativo di evitare ai vincoli.
E’ economia di base: di fronte alla concorrenza, o diminuisci le spese o i profitti, o cambi sistema di vendita (specializzando, offrendo servizi diversi, organizzando eventi, etc..). Se tu, piccolo libraio, non riesci a fare nessuna di queste cose, chiudi e cambi mestiere, non ti arrocchi su posizioni indifendibili cercando l’aiuto statale. Crudo e violento? Sì. Però – e l’articolo è chiaro – non è né corretto verso i consumatori né d’aiuto per il mercato costringere un prezzo fisso.
Nemmeno il discorso sulle grandi compagnie che vendono in perdita per conquistare il mercato ha senso. Amazon non è l’unica multinazionale del settore, e non è assolutamente plausibile uno scenario in cui diventi monopolista SOLO per vendere, poi, a prezzi più alti.
@Matteo Dellanoce
Fammi capire. Secondo te se compro libri dal resto d’europa diminuisce il nostro PIL e quindi le nostre tasse aumentano? Seriamente?
Che parta una mobilitazione. SUBITO!
AMAZON ITALIA è una società di diritto lussemburghese con magazzino a Nizza che vende con sconti altissimi i “pochi” titoli di cui ha disponibilità pur facendo mostra di offrire tutti i libri in commercio in Italia con i medesimi altissimi sconti; dove porta questa situazione lo sappiamo già, basta prendere in esame i mercati degli Stati Uniti e della Gran Bretagna: scomparsa delle Librerie indipendenti prima e di catena poi, crisi delle vendite anche nei supermercati, situazione di monopolio da parte di Amazon che decide i prezzi (sempre più alti) oltre che i titoli influenzando pesantemente le scelte editoriali; situazione del benessere collettivo nel medio e lungo periodo disastrosa; la stessa prospettiva era garantita (lo è ancora, questa legge cambia nulla) anche per l’Italia: politiche prolungate di prezzo sottocosto sino alla messa fuori mercato dei concorrenti e situazione finale di monopolio (tanto amazon si finanzia in borsa e copre le perdite con ricapitalizzazioni perchè gli investitori sanno che alla fine avranno una azienda monopolista e vedrai che bei profitti)..i veri liberisti auspicano mercati con poche e chiare regole che preservino la concorrenza anche oltre l’oggi, i liberisti che hanno sempre strizzato l’occhio al monopolista Berlusconi non conoscono i principi fondanti dell’economia di mercato e nemmeno “i fallimenti” del mercato.
La vera concorrenza la dovrebbero fare le case editrici, sulla scelta degli autori, la qualità editoriale ed il prezzo, ecco come si salvaguarderebbe l’interesse dei lettori (e non solo di chi acquista tre libri all’anno di cui due della Benedetta Parodi), invece oggi i tre grandi gruppi editoriali gesticono – tramite una società che hanno costituito appositamente e partecipata con quote paritarie da Mondadori, Rcs e Messaggerie – la vendita nella grande distribuzione, altro che concorrenza!
I librai sono estinti da un pezzo state tranquilli, nelle catene e nei supermercati non esistono, certo che se ci fossero ancora non si venderebbero milioni di copie dei libri della Parodi e di Fabio Volo anzichè le poche copie di meridiano di sangue e, ne sono convinto, solo per questa ragione meriterebbero il rimpianto dei veri lettori.
ah per chi non lo sapesse:
GERMANIA AUSTRIA SVIZZERA sconto massimo 0%
FRANCIA sconto massimo 5%
e si può andare avanti..
ma di che parlate?? comprare all’estero i libri?? ma prendeteli dal vostro libraio che il 10% ve lo fa di sicuro e su tutto e vi evita di buttare soldi in schifezze costosissime (ma scontate del 50%!)
Spero in una prossima raccolta firme per indire un referendum abrogativo di questa infame e delinquenziale legge contro tutti i lettori e contro la diffuzione della cultura. I libri oggi costano in media dai 15 ai 20 euro ovvero dalle trentamila alle quarantamila lire un furto e ora vogliono togliere anche gli sconti. Vergogna.
Caste senza limiti: ora pure i librai che grazie a questa legge accumuleranno ancora piu’ ritardo rispetto al resto del mondo
Perché non aprire una libreria digitale sui confini come Austria, Slovenia, Francia o Svizzera? Si allungherebbero un po’ i tempi di consegna e forse un po’ più costosi, ma così aggirano legge e tutti sono più contenti.
un consiglio leggete “la legge Lang” in Francia e che risultati ha portato.
se il ritardo verso il resto del mondo (come sostiene Gianni Elia) è il nostro destino..beh, preferisco il ritardo che stanno avendo Francia, Germania, Olanda in merito al mercato dei libri!un ritardo che la politica del blocco dello sconto ha portato una diminuzione dei prezzi e un aumento dei lettori.
Sottoscrivo la petizione al Presidente della Repubblica perché siano salvaguardati i principi sanciti dalla nostra Costituzione e inerenti la nuova legge sull’editoria. Antonio Pizzinelli Via Roma 37, 47043 Gatteo (FC).
Sottoscrivo la petizione. Alberto Berretti, Roma.
@Ottaviani:magari non si è reso conto che:considerato che gli anelli principali della filiera del libro sono: produzione, promozione, distribuzione e vendita, l’assoluta anomalia rispetto al resto del mondo che registriamo nel mercato italiano, è l’occupazione in posizione di leadership di tutti questi passaggi da parte di pochi grandissimi poli editoriali(Mondadori/feltrinelli/Gems).Per spiegarci ancora meglio, in Italia i grandi editori, oltre a promuovere (giustamente) i propri libri, li distribuiscono autonomamente e se li vendono attraverso le proprie catene librarie.Al contrario, negli altri grandi Paesi in cui vige una disciplina degli sconti, le funzioni di editore, distributore e libraio, sono nettamente separate e questo a tutto vantaggio di un mercato realmente sano.si parla tanto di libero mercato e di concorrenza, ma siamo di fronte ad un monopolio anzi oligopolio per di più che gestisce tutta la filiera) assolutamente scorretto e questa legge quanto meno regola un mercato senza regole. i libri scontati sono libri a cui il prezzo di copertina è stato semplicemnte alzato.il prezzo di copertina è IMPOSTO DALL’EDITORE ,non suggerito!grz
Ho ordinato i libri di scuola per mia figlia ( Prima Liceo ) : € 360 cioe’ 700.000 lire solo 10 anni fa . Vado in libreria , vorrei comprare un libro per me, anche mia figlia ne ha scelto uno , totale € 50 ; risultato : compro solo quello per la figlia. Saro’ tirchio, saro’ poco sensibile alla cultura, saro’ quello che volete ma per me i prezzi dei libri sono fuori dalla logica e dal bilancio di tante famiglie .
Non comprate più libri ( come direbbe Beppe Grillo ) e forse i prezzi diminuiranno .
Un’altra casta. Poi se i politici si aumentano lo stipendio penso che sia più che accettabile. I politici proteggono tutti per cui è giusto che proteggano anche se stessi.
Non sono d’accordo. E’ vero che i centri commerciali hanno ammazzato tanti piccoli commercianti, ma chi sa fare, si salva. Prima c’era una selva di commercianti che vendevano con ricarichi anche del 300% (te lo dico per certo in virtù del lavoro che faccio che mi ha permesso di constatare la veridicità di tali percentuali). Ora questi ricarichi non li possono fare. Ma il piccolo negozio di qualità si salva, per quello che offre, serietà, competenza, servizio e qualità della merce. Ti faccio un esempio: se voglio comprare una magliettina per andarmi a fare jogging, vado da decathlon e me la compro. Se voglio comprare dell’attrezzatura da sci, come è successo l’anno scorso e l’anno prima, sono andato dal mio negozietto di fiducia, dove c’è il titolare che ha una competenza eccellente, mi sta dietro anche mezzora ad illustrarmi tutti i pro o i contro di un particolare prodotto, dai materiali, alla garanzia di sicurezza, ecc. ecc. (ultimo articolo ho comprato un caschetto da sci). Sono disposto a pagare di più il prodotto per il servizio offerto. Questo negozio che ti ho citato ha sempre un bel pò di giro, nonostante la posizione non proprio ottimale, e la vicinanza di centri commerciali. Ti faccio un secondo esempio: ho un negozietto di fiducia dove compro materiale elettronico (pc e componenti vari), e anche qui vale lo stesso discorso, il titolare è sempre informatissimo sulle novità, ti dà risposte precise e non vaghe come il commesso della mediaworld, per fare un esempio, oltre ad essere sempre disponibile se qualcosa non va nel pc che hai comprato (installazioni, sostituzioni perchè nell’elettronica anche top di gamma il problema si può presentare); anche questo negozietto è sempre pieno proprio per il servizio offerto, il titolare si fa una settimana di ferie all’anno. Tra l’altro nel campo dell’elettronica è veramente molto difficile far concorrenza alle grandi catene. Ecco perchè secondo me questo dl è sbagliato. Il piccolo negozio di libri che offre il consiglio, il servizio, la cortesia e tutti quei servizi aggiuntivi che non hanno prezzo, si salva sempre e comunque, anche se qualche libro lo compri da amazon, nel negozio ci passi, ti fermi quando fai la passeggiata e gusti il piacere di girare nella libreria e sentire il profumo della carta stampata. Questo dl è il classico dl salva lobby. Sono punti di vista, ma io il vantaggio per il consumatore non lo vedo, così come non lo vedo sulla tassa sugli hard disk, sul materiale multimediale, e qui mi fermo… In periodi come questi, dove la recessione è uno spettro sempre più concreto, mi pare che siano troppe le leggi che vanno a mettere mano nella tasca del cittadino, come ha scritto qualcuno, mi vedo appunto anche la legge per proteggere il panettiere con un prezzo imposto del pane… Senza parlare dell’aumento delle accise sui carburanti, per fortuna che abito vicino alla slovenia, così i miei soldi li porto là, dove per calmierare il prezzo del carburante e aiutare i cittadini, le accise le hanno diminuite… Mi fermo altrimenti allargo il discorso anche alla manovra finanziaria :-/
@emanuele
Si Emanuele , hai trovato le parole giuste. Io ho vissuto 20 anni in Germania, ecco qual è la differenza: “all’estero la tolleranza verso regolamenti sbagliati è molto piu’ bassa; passato un certo limite interviene il senso di moralita’ e di etica della gente ( sia di politici che di elettori ) a regolamentare qualsiasi tentativo di fregatura”
In Italia la politica non ha etica e moralità e gli elettori non hanno informazione o non vogliono averla.
@Silvio Sosio
discutibile… assai discutibile…
silenzio assenso con tutti i commenti scrtti in precedenza
Peccato che noi ci troviamo in Italia: con la politica del blocco dello sconto si avvantaggeranno solo i grandi distributori-editori che hanno intenzione di tagliare fuori la concorrenza dell’e-commerce (non credo proprio che il signor B. possa aver avuto la minima intenzione di far approvare dal suo parlamento una legge in grado di danneggiare le sue catene e le sue case editrici).
Lunga vita a Amazon!