Addio Prof. Buchanan, non lasceremo le volpi a guardia del pollaio.
Ho imparato, come tanti che leggono o scrivono in questo blog, tantissimo dagli scritti di Buchanan: come pochi ha saputo spronarci a guardare alla politica senza romanticismo in un’epoca in cui gran parte dell’economia era gestita dal pubblico e nonostante questo gli economisti più stimati si occupavano di teorizzare i fallimenti del mercato. Qui una breve ma efficacissima sintesi del suo pensiero, tracciata da Buchanan stesso – che del resto era un mago della sintesi. Quando, ricevuto il premio Nobel per l’economia, gli chiesero di raccontare la sua ricerca in una frase, Buchanan rispose con un tweet ante litteram: “Don’t let the fox guard the chicken coop”.
Quest’estate sono stata invitata al suo seminario a Richmond, esattamente il giorno dopo che presentavo un paper a Baltimora. Non essendo dotata di automobile in un paese che è pensato per guidare, passato la notte in indegne stazioni della Greyhound aspettando un autobus il cui ritardo faceva impallidire quelli del peggior meridione italiano. La notte in piedi come quando si fa la fila per essere i primi ad entrare ad un concerto – ed in effetti lui era il mio Mick Jagger.
Ho imparato molto dai suoi scritti, ma il Prof. Buchanan, dal vivo, mi ha insegnato che non si è mai ottenuto troppo nella vita per non entusiasmarsi per qualcosa di nuovo.
socrate,molti anni prima, poneva la domanda: perchè tu non affidi la cura del tuo gregge di pecore ad una pecora?