Acqua, una domanda al Popolo della libertà
La domanda che vorrei fare al Pdl sull’acqua è: dove diavolo siete finiti?
Il Pdl (e in generale la maggioranza) ha il merito di aver affrontato in modo serio (anche se non del tutto soddisfacente) il problema dell’acqua. Ha anche il merito di aver cercato di mettere una pezza alla maggiore falla della riforma, riconoscendo l’urgenza di costituire un regolatore indipendente: sebbene i contorni, l’estensione e la tenuta della pezza siano tutti da verificare, un provvedimento arrivato comunque tardi. Proprio per questo, è incomprensibile l’ostinato silenzio con cui il partito si sta avviando verso il referendum, così come è incomprensibile che prese di posizione per la ripubblicizzazione dell’acqua vengano tollerate non solo da parte di peones poco significativi, ma anche dal più importante candidato sindaco della recente tornata amministrativa. (Parentesi: sarà mica che i milanesi, non cogliendo grandi differenze, abbiano scelto l’originale?).
E’ incomprensibile che sul sito del Pdl non ci sia neppure il più vago accenno alla consultazione del 12-13 giugno. E’ incomprensibile che sul sito che il centrodestra ha approntato per difendere il “governo del fare” ci siano solo quattro contenuti col tag “acqua”, il più recente dei quali risale al 4 novembre 2010. E’ incomprensibile, insomma, che il Pdl – proprio nel momento della sua più grave crisi dalla vittoria elettorale del 2008 – rinunci a difendere una delle poche riforme portate (grossomodo) a compimento, forse perché non ne ha piena contezza, forse perché teme di essere travolto dall’onda popolare, forse perché non ha la capacità o il coraggio di difendere i suoi stessi risultati.
Io non so come andrà il referendum. Ma se andrà male, sarà anche per l’ignavia di chi, avendo fatto una legge, non è stato in grado di sostenerla.
caro Carlo Stagnaro, e ringrazia iddio che il pdl non parla dell’acqua. l’acqua pubblica è un sacrosanto diritto. la privatizzazione un metodo per tirar su due soldi da parte della politica che così potrà tirar innanzi con il suo clientelismo.
Mantenere l’acqua pubblica e renderla efficiente sarebbe l’unica cosa intelligente da fare e da proporre e il PDL forse lo ha capito (un po’ tardi ma lo ha capito).
ti chiedo se sai chi è a capo di Veolia ed EDF in francia…e se pensi che la privatizzazione possa fare l’interessa dei cittadini o delle multinazionali di marca francese.
Mi dispiace caro carlo ma non ci siamo proprio. IL LIBERISMO ASSOLUTO E LA PRIVATIZZAZIONE DEI MONOPOLI NATURALI SONO IL MALE DI QUESTA ITALIA.
Il Pdl consapevole che la disinformazione farà vincere nettamente i SI punta al non raggiungimento del quorum e per fare ciò evita di parlare del referendum.
Bravo Stagnaro.
Una domanda, quella del bambino dell’asilo, facile facile:non sarà mica che il PDL non vuole che la gente voti ai referendum per evitare qualsiasi rischio di raggiungimento del quorum e boicottare il quesito del legittimo impedimento ?
Ma no, non possibile. Un partito così strutturato, democratico, di gente seria…Il problema è che il PDL è il premier. Non esiste altro e lo vedremo presto, molto molto presto il cupio dissolvi.
Stagnaro ma ci è o ci fa ? ma le sembra che a qualcuno del PDL possa interessare un referendum sull’acqua ?
Se vogliono specularci qualsiasi sia il risultato del referendum ci faranno una legge, altrimenti si occuperanno ancora dei bisogni primari del paese: giudici stalinisti, insegnanti bolscevichi, ricercatori universitari cubani, e poi Ruby, Minetti, D’Addario, e poi Mediatrade, e Mills ecc…questo è il programma di quel partito.
Io credo che sia perché ritengano più facile far fallire il referendum per mancanza di quorum: meno se ne parla meno gente va a votare. Tutti gli ultimi referendum hanno visto i fautori del no puntare sull’asensionismo e vincere
“Incomprensibile”?…”forse perché non ne ha piena contezza, forse perché teme di essere travolto dall’onda popolare, forse perché non ha la capacità o il coraggio di difendere i suoi stessi risultati”??
Forse se si vive di sola teoria si può far finta di non vedere. Forse. Allora si che le cose rimangono incomprensibili. Non gliele spiegherò certo io allora, le lascio lo sforzo da compiere.
E poi: il referendum “andrà male”? Intende forse: raggiungerà il quorum? Avevo sperato, fino all’ultimo paragrafo, che si dicesse che il referendum va affrontato facendo campagna per il Sì o per il No, ma il post termina senza dirlo. Mi spiega se per lei “andrà male” significa raggiungere il quorum oppure vittoria del Sì? Vorrei leggere le parole una per una, anziché dovermele immaginare.
Non se ne parla perchè lo scopo è non raggiungere il quorum. Poi se nel Pdl sanno difendere qualle poche cose buone che ha fatto questo mi crea dubbi seri riferiti ad una reale capacità di comunicazione dove l’alibi della disinformazione-evidente e documentata, questo è vero-della stampa di sinistra regge fino ad un certo punto….
Caro Stagnaro, Lei pone una domanda molto importante. Sono d’accordo con gli altri lettori che probabilmente si mira a dare poca attenzione sperando che la gente vada al mare. Ho assistito in televisione a due tribune per il referendum. Le “ragioni” dei comitati del SI sono a dir poco evanescenti, direi al limite dei vaneggiamenti.
Mi dispiace constatare, nonostante questa pochezza di motivazioni da parte del “SI”, la mancanza dell’impegno morale, da parte di un forza politica di governo, di difendere le proprie ragioni.
Daro Dott. Stagnaro,
Purtroppo la mia impressione e’ che il PdL rappresenti una destra populista e statalista, che segue i propri interessi personali piu’ che i principi del liberismo economico.
La scelta di cavalcare l’apparente onda di consenso popolare che spinge il referendum, offre alla Moratti un’opportunita’ per raccimolare all’ultimo minuto qualche voto facile, e di mantenere il controllo clientelare della politica sull’acquedotto di Milano (oltre che su SEA, A2A, ATM, ecc. ecc.).
Puntano al non raggiungimento del quorum e fanno benissimo. Se i referendum finissero al centro del dibattito politico sarebbe assai difficile evitare il raggiungimento del quorum, unica speranza plausibile di “vittoria” per i no. Meglio mettere la sordina, non sarà democratico ma è pragmatico.