Accise tabacchi più alte: per quale scopo?—di Alessia Sbroiavacca
Riceviamo, e volentieri pubblichiamo, da Alessia Sbroiavacca
Un importante emendamento alla legge di bilancio per il 2018 prevede che i maggiori introiti derivanti dal consumo dei tabacchi sarebbero destinati alla copertura dei costi delle cure dei malati di cancro. Segnatamente, in base a quanto testualmente recita l’emendamento 41.0.36 e che introduce un articolo 41-bis, rubricato “accise sui tabacchi”, il maggior gettito derivante dall’incremento dell’aliquota delle accise sui tabacchi – di prima istanza ipotizzato in misura non inferiore ad euro 600 milioni – verrebbe ad essere destinato in parte al Fondo per i farmaci oncologici innovativi (euro 500 milioni) ed in parte al Fondo sanitario nazionale (euro 100 milioni). Si noti, solo il secondo Fondo godrebbe di un incremento delle risorse disponibili, mentre l’accredito al primo dell’importo previsto servirebbe a svincolare una pari somma che confluirebbe nella quota di finanziamento del fabbisogno sanitario nazionale.
Se adottata, la misura in parola, caldeggiata anche dal Ministro Lorenzin, promotrice della “crociata” contro il fumo, sembrerebbe generare un vincolo di destinazione del maggior gettito conseguito dall’Erario: ogni sigaretta acquistata dai consumatori costerà qualche centesimo in più e questi maggiori introiti confluiranno nei predetti Fondi per curare i malati di cancro.
Ad una attenta disamina del contenuto dell’emendamento balza agli occhi come questa proposta, lungi dall’essere un’imposta di scopo, non costituisca altro che un abile espediente per assicurare un maggior gettito all’Erario. Nel dettaglio, col termine “imposizione di scopo” si intende l’istituzione di tributi esplicitamente collegati al raggiungimento di obiettivi – solitamente di interesse pubblico – individuati dal legislatore. Si tratta, cioè, di strumenti mirati, connotati da uno specifico fine, il cui gettito, in deroga al generale principio di unità del bilancio, deve essere destinato al conseguimento degli obiettivi posti e non a coprire dei disavanzi di bilancio. A titolo esemplificativo, un tributo di scopo è l’imposta di soggiorno, il cui gettito va a finanziare interventi di sostegno e manutenzione delle strutture ricettive.
Avuto riguardo al caso di specie, stando al tenore dell’attuale emendamento sembra invece che lo “scopo” consista esclusivamente nel raccogliere un maggiore gettito e non tanto nel curare i malati – se invece così fosse, perché non incrementare semplicemente il Fondo per farmaci oncologici?
Peraltro, la formulazione dell’emendamento appare altresì imprecisa nella parte in cui viene deciso di destinare il maggior gettito che sarà conseguito grazie all’aumento delle accise sui tabacchi ai Fondi successivamente menzionati: la criticità, in questo caso, risiede nella circostanza che il conseguimento di un maggior gettito è un’ipotesi del tutto eventuale che potrebbe, cioè, anche non verificarsi.
Come noto, infatti, secondo le leggi di incrocio di domanda ed offerta, ad un incremento dei prezzi dei prodotti potrebbe accompagnarsi una riduzione nell’acquisto dei medesimi; considerando la tendenziale elasticità della domanda dei tabacchi, ciò potrebbe sfociare in condotte socialmente non apprezzabili: i consumatori potrebbero cioè rivolgersi altrove, anche al mercato del contrabbando, e in questo modo l’Erario non vedrebbe certo incrementare il gettito nella misura sperata. D’altra parte, questo effetto, e cioè la riduzione del gettito a fronte di incrementi nelle aliquote, si è già verificato nel 2017: l’aumento delle accise sulle qualità più economiche di sigarette non ha infatti generato variazioni positive negli introiti erariali. Anzi: secondo il MEF le entrate sono calate di 224 milioni nel periodo gennaio-settembre 2017, rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. E, nelle stime del Governo per il 2017 contenute nel recente assestamento di Bilancio, vi sarebbe 1 miliardo di euro in mancate entrate erariali, rispetto agli obiettivi di gettito previsti dalla legge di Bilancio del 2016 per l’anno in corso.
Un certo incremento del gettito potrebbe invece determinarsi a fronte di un aumento nel consumo dei tabacchi per l’anno a venire, ma certo questa ipotesi appare contraddittoria con le presunte finalità dell’imposta di combattere e scoraggiare l’uso dei tabacchi.
Il rischio è che i consumatori di tabacco oggi siano colpiti dall’incremento in questione con la “promessa” che gli introiti conseguiti vengano destinati al Fondo per farmaci oncologici innovativi ed al Fondo sanitario nazionale, e che tuttavia in futuro questo vincolo sia modificato a piacimento dal legislatore. Nulla infatti gli vieta di intervenire successivamente, naturalmente mantenendo la maggiorazione dell’aliquota dell’accisa sui tabacchi ma ridefinendo la destinazione del gettito. In altri termini, con una qualsiasi legge ordinaria successiva ben potrebbe essere disposto che il “maggiore” gettito in questione (sempre se realizzato) venga destinato ad altri fondi ovvero altri programmi di spesa, anche completamente differenti rispetto l’originaria previsione di cui all’emendamento in questione.