Abbasso Tony, viva Tony
Tony o non Tony? Qualche giorno fa, su questo blog, Pasquale Annicchino ha spiegato le ragioni della sua contrarietà alla candidatura di Tony Blair a presidente del consiglio dell’Unione europea, una delle due nuove figure istituzionali create dal Trattato di Lisbona (l’altra è l’Alto rappresentante per la politica estera e la politica di sicurezza). Pasquale ha, in astratto, ragione. Neppure a me Blair piace. Se è per questo, non mi piace neppure Lisbona. Però, nonostante la cocciuta e santa opposizione di cechi, polacchi e – più defilati – inglesi, il Trattato ormai è il nostro destino. E dunque dobbiamo pure inventarci qualcuno, da catapultare sulla poltrona più alta dell’Ue. Visto il contesto, visti i candidati alternativi possibili o potenziali, visto che i “buoni” non hanno alcuna speranza, ma proprio nessuna, allora bisogna essere pragmatici. La domanda non è se l’ex premier britannico sia una buona scelta: non lo è. La domanda è se sia peggio o meno peggio degli altri. Come ho brevemente spiegato sul sito del Foglio, aderendo alla campagna Vota Tony, credo che possa essere utile sostenerlo non per merito suo, ma per demerito altrui. La politica è sangue e merda, Tony anche: solo che bisogna fare i conti col panorama politico e istituzionale europeo.
E’ indubbio che Tony Blair è il portavoce degli interessi della Goldman Sachs ed è ugualmente indubbio che occorre in tutti i modi evitare che la Goldman Sachs continui a mettere propri uomini nei galgli del potere (ciò è successo in USA e oggi si possono vedere i risultati di questa pratica lobbistica).
Questo è il principale motivo per non volere Tony, anche se, pragmaticamente è il meno peggio (cosa di cui dubito fortemente). Come popolo sovrano, abbiamo già dovuto subire due forti sconfitte: la creazione dell’Europa e il trattato di Lisbona. Sia chiaro, i concetti di unione europea e di costituzione europea sono ben accetti; purtroppo è la loro presente attuazione che deve essere osteggiata, perchè, in nome di false libertà, ci sta rendendo schiavi. La scelta di Tony rappresenterebbe il terzo schiaffo e un ulteriore nodo alla corda che ci sta pian piano soffocando.
Andrea Gilli ha spiegato bene su Epistemes.org perchè, secondo lui, Blair non è il candidato ideale:
http://epistemes.org/2009/10/06/leuropa-e-troppo-importante-per-essere-lasciata-a-tony-blair/
Credo che varrebbe la pena darci una letta
Tra l’altro mi sfugge per quale motivo chi sputa sulla UE un giorno sì e un giorno anche debba andare a ricoprire ruoli di vertice nelle Istituzioni Comunitarie, mentre chi, come l’Italia si è sempre detta europeista (ahimè) senza se e senza ma (o quasi) si ritrovi assente in quasi tutte le posizioni chiave. Si vedano tra l’altro le nazionalità dei direttori generali della Commissione… no comment!
@ marco: condivido in pieno e non dimenticare che in Irlanda gli hanno fatto rifare il referendum finchè non hanno votato “giusto”….- Ma che razza di Europa stanno costruendo, una schifezza burocratica lontana dai popoli e che pensa solo a regolare la lunghezza delle banane….- Sconcertante
condivido con marco e andrea
in ue si e formata una lobby affaristico politica sulla quale gli
elettori non hano nessun controllo