A2A, i diritti negati
Riceviamo dal Prof. Cesare Galli e volentieri pubblichiamo
La vicenda della sentenza della Corte Costituzionale disattesa da A2A conferma che è più urgente che mai riportare la società al rispetto delle regole e dei diritti dei cittadini-utenti
La Corte Costituzionale, con sentenza n. 238 del 24 luglio 2009 ha stabilito con estrema chiarezza che la TIA (ex TARSU) ha natura tributaria e non è quindi assoggettabile ad IVA.
Ciò comporta l’obbligo per i soggetti che l’hanno riscossa di restituirla ai cittadini-contribuenti e, prima ancora, quello di non applicarla per l’avvenire: la pronuncia della Corte è infatti immediatamente operativa e non necessita affatto di provvedimenti legislativi di attuazione.
È dunque sconcertante che A2A, incurante della sentenza, non solo non proceda ai rimborsi, ma addirittura continui ad applicare l’IVA sui servizi ambientali, giustificandosi con oscure lettere ai cittadini-utenti, che in realtà non chiariscono niente, se non il fatto che essa non intende adeguarsi alla sentenza.
È pertanto indispensabile che la politica – che su A2A è intervenuta pesantemente, quando si trattava di assumerne il controllo politico spartendosi le sue varie cariche – assuma oggi il compito di richiamare l’azienda al rispetto dei diritti dei cittadini: un compito che spetta, prima ancora che ai soggetti che detengono quote del capitale azionario di A2A, agli enti che rappresentano i cittadini sul territorio in cui A2A opera, e quindi in primis alla Regione.
Questa vicenda – ma anche la parallela ventilata intenzione di A2A di destinare anche la terza linea dell’inceneritore cittadino a bruciare rifiuti solidi urbani, anziché biomasse, rendendo ancora più pesante il suo già gravissimo impatto ambientale sul territorio circostante – costituisce l’ennesima riprova dell’anomalia di un soggetto (appunto A2A), che si comporta da impresa quando si tratta di fare profitti, e da ente pubblico quando si tratta di ricavarne vantaggi, e che in ogni caso approfitta del suo sostanziale monopolio, o comunque della sua posizione dominante sul mercato, per tenere un comportamento sostanzialmente indipendente,in grave pregiudizio dei cittadini-utenti/contribuenti.
La concorrenza, infatti, pur eletta a sistema sotto il profilo dei principi della legge vigente, nei pubblici servizi locali viene a Brescia ostacolata o comunque, quanto meno, non promossa: sul fronte della dell’energia elettrica così come su quello del gas e del riscaldamento, sui servizi idrici e di smaltimento dei rifiuti così come in quello dei trasporti pubblici.
Le politiche sin qui seguite hanno invece privilegiato il rafforzamento dei soggetti esistenti e delle situazioni di monopolio nei quali questi si trovano ad operare: emblematico è il caso della vecchia ASM, ora A2A, che grazie alle scelte “protezionistiche” operate dalla politica in questi decenni può godere nella nostra Provincia di un’egemonia che rende difficile l’ingresso di nuovi soggetti che possano costituire un’alternativa ad essa, innescando una “gara” che porterebbe ad un miglioramento della qualità ed alla riduzione dei costi, come sempre avviene in ogni mercato in cui non è più uno solo soggetto a dettare le regole ma i cittadini sono “liberi di scegliere”, cosa che oggi come oggi è invece una missione impossibile.
La concorrenza vera va appoggiata, praticata, incentivata e resa sostenibile ed effettiva dalla Regione, per quanto di sua competenza.
Questo è un tema fondamentale e discriminante. Crediamo fermamente nel libero mercato e sosteniamo con vigore l’indipendente e seria concorrenza, anche nei vari servizi pubblici locali, con unico risultato vero a favore dei cittadini – contribuenti, singolarmente e quanto comunità, di ciascuno di noi e degli abitanti dell’intera Provincia.
Aggiungiamo che, la libera concorrenza rappresenta un fattore positivo per le imprese efficienti, dinamiche e strutturate, che non hanno bisogno di padrini politici e che non sono spaventate dall’idea di confrontarsi con cittadini/clienti e non con utenti/sudditi. Da decenni invece politicamente si elimina e stronca ogni seppur timida iniziativa economica di concorrenza, si svalutano le potenzialità economiche, sociali, tecnologiche in essa insite e si guarda, indipendentemente dal colore delle Giunte, solo agli equilibri di partito, di potere, economici, ai tanto detestati “interessi di bottega”.
Facciamo appello per una scelta chiara verso una sana e moralmente doverosa terzietà degli enti pubblici, che dovrà svolgere un ruolo di controllo non commisto ad un ruolo di gestione diretta, a tutto ed esclusivo interesse della libera concorrenza per i cittadini, per le imprese e per le migliori società di servizi.
E, certamente per noi sinceri liberali, non ultimo, la riduzione delle imposte e delle tariffe e, perché no, anche una ipotesi di restituzione – rimborso ai medesimi cittadini, che sapranno spendere ed utilizzare assolutamente meglio e con maggior buon senso della pubblica amministrazione il denaro che hanno guadagnato col loro lavoro.
Stessa cosa fa Hera in Emilia-Romagna. Vedi qui:
http://www.gruppohera.it/gruppo/media/comunicati_stampa/pagina251.html
D’accordo su tutto, eccetto per il richiamo alla necessità “morale” di terzietà degli enti pubblici. In questo caso, come per tutte le altre questioni di natura socio-economica, non dovrebbe essere necessario – a mio avviso – trascendere nella sfera morale… la necessità dettata dal mercato dovrebbe, infatti, essere più che sufficiente ed auto-evidente.
Alex
Da liberale, ovviamente non amante delle tasse e tanto meno dei balzelli, vorrei poter sottoscrivere. Però mi ero studiato la vicenda e, nel mio piccolo, ero giunto ad una conclusione diversa, che le sottopongo: si tratta pur sempre di sentenza di rigetto, che come tale ha efficacia solo tra le parti. Può dunque apparire paradossale, ma dal punto di vista tecnico, dovendo consigliare un Comune o una multiservizi su cosa fare, io consiglierei di continuare ad applicare l’IVA, in attesa che la faccenda venga risolta legislativamente (o, in ipotesi, con sentenza di accoglimento, l’unica efficace erga omnes).
Purtroppo ci troviamo con una classe politica composta da tantissimi corrotti che permettono ai “furbacchioni” di rapinare i cittadini con l’aiuto della legge /norme dedicate (o con la loro NON applicazione) in tantissimi settori: dalle autostrade, all’acqua, ecc., ecc., !!!!
manco a farlo apposta: http://www.cortecostituzionale.it/giurisprudenza/pronunce/schedaDec.asp?Comando=RIC&bVar=true&TrmD=&TrmDF=&TrmDD=&TrmM=&iPagEl=1&iPag=1
sembra proprio che oggi sia la giornata di questo argomento: http://www.ipsoa.it/Articoli/link.aspx?ID=968509&linkparam=In%20Primo%20Piano
segnalo ancora in argomento un recente studio dell’ANCI, in linea con la posizione prudenziale che sostenevo anch’io: portale.webifel.it/articoli.do?metodo=getAllegato&idAllegato=8820