A venti anni dal Muro: non dimenticare
Devo a Bryan Caplan su EconLog una fantastica citazione da “La rivoluzione tradita” di Trotsky. È uno dei modi migliori per ricordare i vent’anni della caduta del Muro a Berlino.
During these years hundreds of Oppositionists, both Russian and foreign, have been shot, or have died of hunger strikes, or have resorted to suicide. Within the last twelve years, the authorities have scores of times announced to the world the final rooting out of the opposition. But during the “purgations” in the last month of 1935 and the first half of 1936, hundreds of thousands of members of the party were again expelled, among them several tens of thousands of “Trotskyists.” The most active were immediately arrested and thrown into prisons and concentration camps. As to the rest, Stalin, through Pravda, openly advised the local organs not to give them work. In a country where the sole employer is the state, this means death by slow starvation. The old principle: who does not work shall not eat, has been replaced with a new one: who does not obey shall not eat. Exactly how many Bolsheviks have been expelled, arrested, exiled, exterminated, since 1923, when the era of Bonapartism opened, we shall find out when we go through the archives of Stalin’s political police. How many of them remain in the underground will become known when the shipwreck of the bureaucracy begins.
Nel Paese in cui l’unico datore di lavoro è lo Stato, lo Stato leva agli oppositori il lavoro e li condanna a una morte lenta per fame. Il vecchio principio “chi non lavora non mangia” viene sostituito da una regola nuova “chi non obbedisce non mangia”. Inutile stupirsi che Trotsky lamentasse che questa ferocia fosse riservata dai comunisti che lui chiamava bonapartisti perché al potere, ad altri comunisti suoi seguaci. Mentre non aveva mai detto alcunché, quando lo stesso trattamento era riservato a milioni di kulaki. La sostanza del comunismo è tutta qui. Far mangiare solo chi obbedisce. Cercate di ricordarlo ai vostri figli, prima che una generazione di immemori torni a credere che lo Stato proprietario è altro che questo.
“chi non obbedisce non mangia” “la sostanza del comunismo è tutta qui”: cosa altro occorre aggiungere? Frase simbolo della più grande follia umana del XX secolo che, purtroppo, in qualche angolo di mondo continua tuttora….- Alle nostre “anime belle” de sinistra suggerirei un giretto a Cuba, Hanoi, Pyongyang…- Ma se “l’impero del male” in occidente è caduto lo si deve alla testardaggine di un solo (grande) uomo: Ronald Wilson Regan, grande Presidente USA dopo i mediocri Ford e Carter.- Crediamo pure alla favoletta che l’URSS si è disintegrata per merito di Solidarnosc e Wojtyla.- La verità vera è che Regan con il suo poderoso piano di riarmo anni ’80 ha rimesso in moto il complesso militar-industriale Usa e che l’Unione Sovietica – nel disperato tentativo di tenerne il passo – si è svenata sino all’autodistruzione economica e politica.- Piaccia o non piacca questa è la Storia: si vis pacem, para bellum…
Tutto vero ma guardando avanti, per un liberale come me cresce l’amarezza.
Cosa pensare di un Occidente che pur di assecondare la sua avidità è scesa a patti con le peggiori Dittature?
Regan avrebbe aperto alla Cina o le avrebbe chiesto prima di pagare il dazio alla Democrazia? Regan avrebbe fermato la corsa alla creazione del debito?
Il debito creato in questi anni è sotto gli occhi di tutti e ci dice che anche nell’Occidente liberale qualcosa non ha funzionato perchè non è riuscito a creare gli anticorpi alla speculazione, alla finanza creativa, allo strapotere delle lobbies multinazionali, agli accordi economici-commerciali a prescindere dai presupposti etico-morali alla base della sua Storia.
La seconda guerra mondiale ha sconfitto il nazifascismo.
Il muro di Berlino ha sepolto il Comunismo (per lo meno la sua parte più radicale).
Ma questa crisi ha messo in discussione gran parte del pensiero liberale (e liberista), non possiamo nascondercelo.
Cosa rimarrà? …io un’idea ce l’ho ma vi lascio liberi di pensarci su…
@azimut72
Riguardo al debito pubblico faccio notare che sotto la presidenza Reagan è esploso grazie alle spese militari.
“Piaccia o non piaccia”, parte del successo della politica reeganiana è dovuto alle misure di deficit spending di stampo keynesiano applicate al settore militare.