11
Ott
2010

Giornale-Confindustria, che cosa penso

Molti mi chiedono un’opinione sulla vicenda Giornale-Marcegaglia, e io obbedisco. Devo obbligatoriamente premettere un’osservazione, che in latino si definisce caveat e in inglese disclaimer, in italiano chiamiamola pure ”istruzione per l’uso”. Questa: conosco personalmente molto bene tutti i protagonisti della vicenda. Conosco e stimo Nicola Porro, il vicedirettore del Giornale dal cui sms e colloquio iniziale col portavoce del presidente di Confindustria la vicenda ha origine. Ho lavorato e condiviso opinioni e posizioni con Vittorio Feltri e Alessandro Sallusti, a Libero quando dirigevo Liberomercato. Collaboro con Emma Marcegaglia, e le sono legato da un affetto profondo. Conosco e scherzo anche regolarmente con Rinaldo Arpisella, che per la Marcegaglia tiene i rapporti con la stampa mentre Roberto Iotti è il capoufficio stampa di Confindustria. Inevitabilmente, quando si hanno rapporti stretti con tutti, dovrebbe risultare più difficile avere opinioni precise. Non è questo il caso. Quindi, vi darò le mie.

Prima domanda? A mio giudizio, per quanto so di lui e di legge italiana, è Nicola Porro un ricattatore o più precisamente un potenziale attore di violenza privata, il delitto per cui è indagato? No, assolutamente no.

Lo sono Alessandro Sallusti e Vittorio Feltri? In termini di codice penale, la mia risposta è altrettanto ferma, è e resta: assolutamente no. Per loro due, che hanno la responsabilità della direzione e della direzione editoriale del Giornale, la questione è diversa. Non riguarda la legge. Ma il giornalismo muscolare che perseguono e realizzano: con ottimi risultati in termini di lettori, va detto. Io ho avuto occasione anche su queste colonne di criticare ciò che alla fine questo giornalismo muscolare alimenta nel dibattito pubblico italiano. Ma è questione che nasce da lontano: perché è stata la risposta che a un certo punto ha iniziato a organizzarsi rispetto a quello della sinistra, rappresentando Silvio Berlusconi il male assoluto per alcuni, e il minore dei mali per gli altri. La questione per loro è l’effetto del muscolarismo in un’Italia politicamente tribale: ma ricade in pieno nella libertà di stampa, e le mie sono critiche non penali ma di opportunità, perché penso che ne venga talora e spesso più male che bene.

Veniamo a Confindustria. Ritengo che Emma Marcegaglia come imprenditrice, e il suo gruppo di famiglia, siano soggetti alla piena indagine della stampa come ogni industriale e impresa in questo difficile Paese irto di leggi e regolamenti? Assolutamente sì, e ci mancherebbe altro. A chi tocca non s’ingrugna, dicono a Roma.

Ritengo però che un presidente di Confindustria, per la funzione che esercita, abbia il pieno e assoluto diritto-dovere di reagire se anche sente una sola foglia stormire secondo la quale si tenterà di influenzare con un articolo o anche solo una chiacchiera il suo compito di pronunciare giudizi e avanzare richieste sulla politica economica e industriale del Paese? Sì, lo penso fermamente. E per questo ritengo che sia non solo comprensibile ma giusto, che Emma abbia risposto dicendo esattamente le cose com’erano andate, al magistrato che l’ha chiamata avendo già in mano tutte le intercettazioni della vicenda.

La cosa che non riesco a capire è: che cosa c’entri la magistratura, e come mai avesse tutte le intercettazioni. Non avrei mai capito se fosse stata Confindustria, a girare la questione al magistrato. Ma qui è il magistrato ad avere già tutto in mano, ed è questo che ha alzato la temperatura sulla vicenda. Consentendo al giornalismo di destra di accusare la Marcegaglia come se al giudice avesse fatto ricorso lei. E a quello di sinistra di considerare anche questa vicenda nella filiera di quella che Repubblica definisce “la macchina del fango”: Boffo, Fini e così via.

Conclusione, in tre sogni. Un Paese in cui i giornalisti non vengano considerati banditi prezzolati, coi carabinieri all’alba nelle case. In cui Confindustria non debba temere alcunché per ogni aggettivo o verbo il suo presidente e i suoi associati ritengano più opportuno usare. E in cui – la cosa che mi preoccupa di più – tutto questo calor bianco non induca qualche pazzo a perdere la testa e ad alzare le mani contro i sindacalisti della Cisl o qualche industriale alla Marchionne, sol perché parlano chiaro e ci mettono la faccia.

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27 Responses

  1. Maurizio

    Capisco il coinvolgimento personale e professionale, ma visto il preambolo dell’articolo mi sarei aspettato una posizione piu’ coraggiosa e netta.

  2. Gianni Caldera

    Un colpo al cerchio e uno alla botte e siamo tutti contenti, difficile criticare quando si è amici di tutti i protagonisti. Ma possibile che gente scafata come i giornalisti non si sia ancora messa in testa che i telefoni possano essere intercettati? Trovo assurdo che vengano rese pubbliche le conversazioni di due privati cittadini. Dr. Giannino lei è bravissimo e anche il suo gatto mi è molto simpatico. Cordiali saluti

  3. Guido

    Mi pare che Feltri abbia più che altro rimproverato alla Marcegaglia di essersi rivolta a Confalonieri e non a lui. Su quanto ha aggiunto riguardo agli eventuali diversi rapporti fra l’editore e il direttore del Sole 24Ore io non trovo nulla da dire. Tu?

  4. max

    lo confesso quando all’inizio di quest’anno Berlusconi ha cominciato a parlare di una legge per regolare le intercettazioni sostenendo che milioni di persone sono intercettate sono rimasto molto perplesso. Oggi dopo che ogni questione ogni conflitto registra le sue belle intercettazioni comincio a pensare che avesse ragione. Come mai un giornalista e il Presidente di Confindustria erano intercettati?

  5. alf

    Oscar Ponzio Giannino, io la leggo sempre, ma era necessario occuparsene, stavolta, dalla sua poltrona?

  6. marco

    Esprimo il mio disappunto anche nei confronti di Giannino che secondo me o è troppo coinvolto oppure semplicemente nega la realtà dei fatti forse per semplice mancanza di imparzialità.
    Io non sono di sinistra, anzi ho sempre votato destra e la prima volta ho addirittura votato Berlusconi (lo dico per non essere tacciato subito di essere un comunista come avviene per chi OSA criticare Berlusconi) ma ritengo che sia vergognoso che Berlusconi attraverso i propri giornali distrugga chiunque OSI (instisto su questo termine) criticarlo. Lo so…molti diranno: e repubblica?
    Idem. Io sono contrario al killeraggio mediatico in generale. Ciò che però qui è particolarmente grave è il fatto che Berlusconi è anche il presidente del consiglio dimostrando così un conflitto di interessi davvero senza precedenti. Sono appena stato 3 settimane negli USA ma spesso ho a che fare con altri paesi (Norvegia, Inghilterra, Germania) e vi assicuro che li non potrebbe mai succedere una cosa di questo genere. Vi sfido anche a guardare le tv straniere altre che critiche al presidente…lo mettono in croce tutti i giorni ma nessuno minaccia di far chiudere le trasmissioni o di ammazzare mediaticamente gli avversari.
    Bisogna aprire la propria mente e smettere di ragionare per ideologie (destra contro sinistra, mussulmani contro cristiani ecc..)
    Io pur essendo di destra ed ex Berlusconiano ad un certo punto ho scelto di “aprire la mia mente” cercando di guarda I FATTI che sono incontrovertibili. Un presidente del consiglio che controlla tutta l’informazione. Davvero gravissimo.
    E adesso va di moda prendersela con i magistrati che intercettano troppo.Si..troppo poco!
    Chi non ha nulla da temere non dovrebbe preoccuparsi di essere intercettato e poi stiamo parlando di un paese dove 4 regioni sono TOTALMENTE in mano alla criminalità organizzata e dove in parlamento abbiamo 70 pregiudicati di cui alcuni condannati per reati mafiosi. E noi ci lamentiamo per le intercettazioni?
    Porro, Sallusti, Belpiero sono servi che hanno rinunciato a fare i giornalisti (per me giornalista = ricerca della verità) sicuramente in nome del dio denaro e della fisolofia dello stare con il più forte.
    Onestamente non vedo una exit strategy…siamo diretti verso il baratro. L’unica speranza è che gli Italiani si sveglino, prendano coscienza della situazione, dimostrino maggior senso civico (in tutte le cose anche quelle quotidiane) ma dubito che questo avverrà.
    Siamo fatti così…

  7. RiccardoC.

    Concordo con molte delle critiche fatte a Giannino, che continuo a stimare anche dopo questo passo falso.

    Il senso civico, di cui abbiamo un gran bisogno per uscire dalla palude, comincia con lo svolgere il proprio lavoro con il massimo rispetto del “mandato” che ci viene affidato e denunciando con estrema durezza chi tradisce la fiducia che il proprio ruolo comporta, come fa il giornalista che costruisce il falso scoop, come fa il direttore che si presta ad offuscare qualche notizia pur di non arrecare un danno a chicchessia, come fa il politico che mette al centro della propria azione l’interesse proprio o di suoi amici, come fa il banchiere che presta imprudentemente i soldi agli amici senza valutarne i rischi.

    Da un “puro” come credo Lei sia, mi sarei aspettato questa durezza, ma non ne ho trovato traccia.

    PS – non so se è stato fatto notare da qualcuno, ma siamo così messi male, in fatto di giornalismo, che Dagospia viene considerato al pari di una testata (da chi ha avouto o si è dato il compito di fabbricare il famigerato fango)

  8. andrea61

    Comunque la si voglia vedere, mi pare che si stia compiendo il destino ineluttabile del giornalismo italiota. Sono anni che i giornalisti di opposte fazioni hanno dedicato tempo ed energie ad insultarsi e ad accusarsi di essere servi al soldo di qualche padrone.
    I segugi e i mastini danno sempre l’impressione di essere saldamente tenuti al guinzaglio da qualcuno che non ha semplici fini editoriali. E poi ci sono gli editori che si dilettano piu’ di grandi affari e partiti politici che di conti economici e tirature.
    In questo merdume pero’ c’e’ qualche piccola differenza. Non tutti i giornali hanno accumulato negli anni sfilze di condanne per diffamazione dando la chiara impressione che per l’editore i risarcimento fossero una sorta di “spesa per propaganda”. Questo non e’ giornalismo “muscolare”; e’ spazzatura in perfetto stile “metodo boffo”.
    Ecco, credo che questa “piccola” differenza renda l’equidistanza di Giannino per lo meno criticabile.

  9. marco

    Andrea61 e Riccardo, sono perfettamente daccordo con voi. Fa piacere leggere commenti equilibrati e soprattutto OBIETTIVI come i vostri. Trovare persone che ragionano con la propria testa diventa sempre più difficile. Provate a fare come me…leggete i commenti dei lettori lasciati sui principali quotidiani (il giornale, repubblica, il corriere ecc..).Una cosa che ho notato è che se si va sul sito del “Giornale” tutti i commenti giustificano una parte, mentre se si va su “Repubblica” quasi tutti i commenti giustificano l’altra parte.
    Ed è proprio questo che denuncio. Sono stufo di discutere con persone che non ragionano con la propria testa ma piegano le loro idee al grupppo ideologico di appartenenza. Io se leggo un giornale non lo leggo perchè voglio (magari inconsciamente) che quel giornale mi racconti ciò che io vorrei sentirmi dire. Io in genere sono molto critico verso me stesso e verso i miei interlocutori. Io non sono devoto a nessun leader e di conseguenza a nessun giornale. Io penso che la VERITA’ SIA UNA CONTINUA RICERCA. Certo…tutti abbiamo le nostre convinzioni e tutti pensiamo che le nostre idee siano giuste. Però..io penso anche che mettendo da parte i pregiudizi ci si possa quantomeno avvicinare alla verità.
    Il grandre problema è che quando sono i giornalisti a comportarsi in questo modo (che tra l’altro sono persone di buona cultura, laureate, che hanno studiato la storia) è ancora più grave proprio perchè non hanno la scusa dell’ ignoranza.
    Come ripeto questo comportamento è diffuso sia dai giornali di destra che di sinistra però ripeto (e lo dico da ex Berlusconiano) che secondo me il Giornale sta dando davvero il peggio del peggio. E non giustifico quindi persone molto colte come Giannino che non prendono le dovute distante da questi atteggiamenti. Le parole di condanna dovrebbero essere chiare ed inequivocabili. Certo che io cmq se fossi un giornalista del calibro di Giannino cercherei anche di non farmi amicizie come quelle citate ma anzi ne starei alla larga. E invece Giannino critica anche lui il fatto che la marcegaglia sia stata intercettata mentre parlava con Confalonieri.
    Mi sembra un pò come quando alcuni magistrati (non le toghe rosse ma i tantissimi onesti) vengono massacrati perchè conducono indagini magari al limite della legalità (provate a parlare con qualche magistrato calabrese che vi spiega il perchè) scoprendo poi fatti gravissimi. Chi si accusa? Il magistrato che voleva solo farsi pubblicità. Provate a riguardare le interviste a Falcone e Borsellino (una anche da Costanzo). Erano sempre criticati e screditati perchè spesso agivano borderline (intercettazioni comprese) ma alla fine nonostante tutto sono morti per questo paese che non si merita nulla.
    E Giannino che fa??? Critica i magistrati perchè non dovevano intercettare. E’ come se io indico con un dito la luna per dire quanto è bella e quanto è grande e qualcuno mi risponde dicendo che ho le unghie lunghe.
    Ma per favore!

  10. andrea61

    @marco: sono d’accordo con te quasi su tutto. Le intercettazioni sono oramai un dato patologico del nostro sistema. In uno Stato di diritto non e’ normale che cosi’ tante persone siano intercettate senza che ci sia alcun reato contestato. Qui non stiamo parlando di bulletti di quartiere che potrebbero organizzare qualche bricconata, ma di giornalisti, direttori di quotidiani ( Sole e Corriere), capi di istituzioni e manager di aziende private. Questo non e’ “indagare”. E non regge il paragone con Falcone e Borsellino. Leggiti magari “Cose di Cosa Nostra” scritto da Falcone insieme alla Padovani e ti farai un’idea piu’ precisa di come lui ritenesse corretto condurre la lotta alla Mafia.
    E se ricordi bene, i due eroi non erano attaccati perche’ “borderline”, ma piuttosto perche’ ligi al rispetto delle regole e dell’accertamento dei fatti non si dilettavano a spedire avvisi di garanzia a destra e a manca o non sputtanavano in conferenza stampa servitori dello Stato non allineati con una certa concezione antimafia. Altro che i “dragatori” alla Woodcock !

  11. stefano tagliavini

    Essere chiari e decisi è una qualità che si dimostra solo quando si parla di tasse troppo elevate, quando si deve difendere chi si lamenta delle tasse per garantire il suo diritto a comprarsi le barche che costano migliaia di euro, ma guai a dirlo ad alta voce perchè anche la nautica è un industria e la sua crisi può creare problemi al mercato e al pil, mentre chi fa fatica ad arrivare alla fine del mese, invece, è un povero coglione che ha solo il difetto di lamentarsi. Il mercato con i suoi lestofanti che si pagano i bonus? Bè quelli vanno bene così. E se il mercato non è regolato la colpa è del governo ma guai a criticarlo perchè le critiche indeboliscono il paese che si fonda sul libero mercato, libero di fare i suoi affari arricchendo i pochi a danno dei molti.
    La Marcegaglia è un perosnaggio pubblico e può essere criticata? Peccato che questa regola non valga per altri ugualmente titolari di cariche pubbliche e non meno importanti della poltrona di presidente della confindustria. Abbiamo un governo che sistematicamente combatte con i magistrati, gli stessi che fanno la lotta alla mafia permettendo al governo di appropriarsene dei risultati.
    Fare il giornalista significa essere pronti per combattere per una nobile causa che si chiama verità. Una veraguerra per salvaguardare i valori che sono le radici di un paese libero e democratico, senza piegarsi al potere, nè quello politico, nè a quello editoriale. Ma questa guerra sono rimasti pochi a combtterla perchè occorre una dignità sempre più rara e una libertà che sempre di più nop trova soldati per difenderla. Caro Montanelli se ci guardi da lassù ti voglio dire una cosa: ho una grande nostalgia per te!

  12. Masoni Alberto

    Troppe parole, caro Dr. Giannino. Ogni Suo intervento è dettato da opportunismo contingente. A poco poi servono i suoi illuminati ragionamenti di politica economica. Le mancano un po gli attributi per prender delle decisioni coraggiose. A. Masoni.

  13. Luca Salvarani

    Caro Giannino, quando scrive di economia e finanza la leggo con piacere e apprendo molte cose. Al contrario quando parla di questioni come queste cercando di difendere gente impresentabile come Feltri e la sua combriccola non posso che dispiacermene.

  14. Giorgio

    Feltri sarà anche impresentabile, ma quello che è accaduto al “Giornale” è assurdo. Mandare le forze dell’ordine in CASA di un direttore responsabile e un vicedirettore a sequestrare i computer per accertare l’esistenza di un ipotetico “dossier” (da quando è reato?) su una persona pubblica, in base a intercettazioni telefoniche motivate da non-si-sa-cosa, dovrebbe far rizzare i capelli in testa, soprattutto perché fino a poco fa non si faceva che cianciare di attentati alla libertà di stampa e di bavagli (mi pare che questo si disse, per esempio, quando Berlusconi querelò Repubblica). Invece, come al solito, da noi più che il CHE COSA conta il CHI. E allora, se l’obiettivo sono l’odiato Caimano o il suo pretoriano Feltri, tutto va bene. Berlusconi sono anni che pare voglia imporre bavagli a tutto e tutti, però alla fine l’unico giornale intercettato e perquisito dai Carabinieri è stato il suo. Per quale reato, vedremo se il signor Fuffcock riuscirà a spiegarcelo, ma ho già qualche aspettativa in merito.

  15. antonio

    Era dalla vittoria di Alberto Tomba alle Olimpiadi invernali di Calgary che non assistevo ad uno slalom così esaltante. All’inizio della prova reputavo impossibile che Giannino potesse arrivare al traguardo senza abbattere almeno uno dei paletti che lo attendevano lungo il percorso. Miracolosamente è riuscito nell’impesa. Sportivamente complimenti.

  16. stefano

    Eccoci qua, caro Giannino. Sarebbe andata meglio se avesse criticato Feltri, il quale, se non ricordo male, quando ebbe da tagliare non risparmiò Libero Mercato (inserto che mi induceva a comprare Libero).
    Almeno questo mi sembra di aver capito.
    Per cui, se ho visto giusto, c’erano ottimi motivi per serbare rancore a Feltri e parlarne male.
    Non è accaduto? Avevo misurato bene l’Oscar. Da certi piccoli indizi si capisce di che pasta è fatto un uomo.
    A me l’articolo qui sopra è sembrato il classico articolo che spiace ai partigiani. O di qua o di là, non è consentita la non belligeranza.
    Per quanto riguarda il giornalismo italiota, questo dividersi in fazioni è dovuto essenzialmente alla mania ereditata dall’intellighezia comunista di demonizzare ed escludere chi non la pensava conformemente ai diktat della segreteria PCI.
    E veniamo al punto delle intercettazioni: temo avesse ragione la buonanima Cossiga, il quale era la fonte delle informazioni di Dagospia, testata trash e kitsch finché volete, ma spesso più professionale dei giornalisti “veri”.
    Cosa diceva l’ex presidente? In pratica che un’intercettazione in questo Paese non la si nega a nessuno.
    Poi queste stranamente “escono”, vengono pubblicate alla bisogna al fine di costruire un processo mediatico e inducendo il nascere di un bel sentimento popolare.
    “Fare il giornalista significa essere pronti per combattere per una nobile causa che si chiama verità” : Tagliavini, ma dove vivi?
    Fare il giornalista dovrebbe significare quanto sopra, ma il più delle volte significa accondiscendere ai desiderata del tuo editore.
    Vuoi un esempio notissimo e splendente come il Sole?

  17. adriano

    Azioni di magistrati hanno forse eliminato e forse tentano di eliminare politici scomodi e sgraditi.E’normale,c’erano e ci sono reati da perseguire.Da una sola parte.
    Azioni di magistrati hanno forse eliminato e forse hanno tentato di eliminare liste elettorali scomode e sgradite.E’ normale,c’erano irregolarità da perseguire.Da una sola parte.
    Azioni di magistrati forse tentano di eliminare giornalisti scomodi e sgraditi.E’ normale,ci sono reati da perseguire.Da una sola parte.
    E’ bello vivere in un paese normale.E di parte.Quale?Come diceva uno dei migliori:”la parte sana della nazione”:

  18. antonio

    Noto che a destra vengono sempre criticati i giudici “impegnati”, identificati (anche erroneamente) con i giudici di sinistra. Sono giudici che talvolta sbagliano, che spesso non hanno misura ma combattono con decisione i malavitosi e rischiano sulla loro pelle. Mai una volta ho sentito dai berluscones critiche contro i giudici che vendono sentenze. Contro i giudici che non fanno il loro dovere, che per quieto vivere chiudono gli occhi, che in cambio di qualche miserevole favore sono sempre dalla parte del più forte. Contro i giudici che intrallazzano con il potere come appare dall’inchiesta P3.

  19. Alessandro

    signor Giannino , ogni tanto l’ascolto alla radio e spesso non sono d’accordo con lei. In gioventù mi pare di averla votata quale elettore del partito repubblicano. Per quanto riguarda il conflitto fra il Giornale e la signora Marcegaglia penso che quando uno dirige un giornale di proprietà del presidente del consiglio dovrebbe sapere che ogni sua parola potrà/dovrà essere passata al microscopio. I piagnistei della destra italiana (ce l’hanno tutti con loro: magistrati,giornalisti, poteri forti ecc.) mi hanno particolarmente stufato. Mi sorprende che un liberale-liberista come lei non s’arrabbi conquesti signori che fanno fare una pessima figura al liberalismo ed al sistema di libero mercato. Con questi signori sono quelli che la pensano come lei che dovrebbero essere particolarmente incattiviti. La mia vita lavorativa l’ho passata tutta all’interno del mercato e le assicuro che i peggiori nemici del mercato li ho trovati nella cosidetta destra liberale. Per loro lavorare all’interno del mercato consisteva nel cercare tutte le scappatoie e le furbizie possibili per prevalere. Cordiali saluti Alessandro da Torino

  20. stefano tagliavini

    @stefano
    Concordo con te, penso divivere in un mondo tutto mio ma da inguaribile ottimista penso sempre che valori come la dignità, l’onestà e la ricerca della verità siano gli obiettivi da inseguire per chi svolge la professione di giornalista. Giustificare chi ha dimostrato di farsi beffe dei lettori raccontando cose in parte non vere mi sembra eticamente deprecabile e un collega non dovrebbe mai giustificare tutto questo in nome dell’amicizia, è solo una scusa per non prendere posizione con coraggio e dignità.
    L’amicizia non può impedire l’obiettività di un giudizio. Quanto sta avvenendo nel mondo dell’iformazione è davvero disgustoso.

  21. mario

    Alcune osservazioni alla non posizione di Giannino. Il quale si chiede anzitutto il perché delle intercettazioni. A essere indagato – e quindi intercettato – era Arpisella, in relazione a un’inchiesta del gruppo Marcegaglia. Ascoltando ascoltando i magistrati si sono imbattuti nelle sue telefonate e sms.

    Premesso, poi, che Porro non ha ricattato proprio nessuno, sarebbe interessante il parere di Giannino sulla reazione della Marcegaglia. Che decide di chiamare il padrone Confalonieri per mettere il bavaglio al Giornale di Feltri.

  22. armando

    scusate ma non capisco questa discussione
    a certi piace repubblica ad altri il giornale e i gusti non si discutono
    quanto al gruppo marcegaglia bastano cinque minuti su internet per farsi un idea di chi sono

  23. stefano tagliavini

    @armando
    Mi spiace che tu non capisca il senso della discussione. Non si tratta dell’opinione sul gruppo Marcegaglia ma dei valori che devono accompagnare chi fa giornalismo. Non si tratta della simpatia per una testata giornalistica anzichè per un’altra, ma del fatto che un giornale avuta la notizia e verificata l’attendibilità la deve pubblicare. Da un po’ di tempo a questa parte, Il Giornale non fa questo, ma utilizza l’informazione vera o presunta, vedi il caso Boffo, per attaccare chi non si allinea alle posizioni del governo. Se fossimo nella ex URSS capirei il ruolo della Pravda ma in un paese libero e democratico i giornali devono informare, almeno prima di tutto.

  24. armando

    @tagliavini
    mi scuso se sono stato troppo telegrafico
    quello che intendevo dire e che la maggior parte dei giornalisti
    usano le notizie non per informare ma per interessi di partito o di bottega

  25. Federico

    Caro Oscar, non demordere. Continua ad analizzare gli eventi con equilibrio. Questo paese non ha bisogno di partigiani che continuino ad alimentare le guerre civili che continuano da 100 anni a questa parte. Il Giornale vs La Repubblica, Berlusconiani vs Anti-Berlusconiani, ma santo cielo non è sempre equilibrismo, cerchiobottismo e terzoviismo avere il coraggio di provare a giudicare torti e ragioni di due “contendenti”. Ed è giusto ricordare, a costo di farsi accusare di benaltrismo, che quando il Governo (in questo caso nelle figure di magistrati al di sopra e aldilà di ogni sovranità popolare) irrompe in un territorio non proprio, domandarsi la qualità della nostra democrazia è il minimo. Resteremo minoranza, ma almeno ci proviamo a ragionare sul merito e non in funzione dell’appartenenza (o presunta tale).

  26. stefano

    @Federico
    Sono d’accordo.
    Poco tempo fa alla radio ho sentito un giornalista che, rispondendo ad un gentile messaggiatore augurantegli una leucemia, ha ringraziato in modo estremamente educato per cotanta “cortesia” – io uno così l’avrei apostrofato con il mio buon vecchio linguaggio da caserma – dicendo poi alla fine qualcosa del tipo:
    “Se continuiamo a dividerci berlusconiani da una parte antiberlusconiani dall’altra, a prescindere e senza ragionare con la nostra testa, i politici che abbiamo ce li meritiamo. Tutti.”
    Ragazzi, non è detto che per forza Giannino debba fare contenti gli uni (sparlando dela Marcigaglia) o gli altri (sparlando del Giornale).
    Per quel poco che lo conosco ritengo che il suddetto abbia il coraggio di manifestare le proprie idee, anche a costo di sentirsene dire di tutti i colori. Non c’è che dire, gran testina di c***o, eh? Ce ne fossero…
    Se lo incontrassi direi a OG: ma non è più comodo fare come la maggior parte della gente, non solo i giornalisti, ed accodarsi al “sentimento popolare”?
    Senza la schiena dritta si vive più a lungo e con meno fastidi.
    Certo, sarebbe un’esistenza da anellidi, ma che ci vuoi fare?

    Comunque: un saluto a tutti.

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