Camici liberi!
In un panorama contraddistinto da leggi e proposte di legge che fanno a gara per comprimere la libertà economica – si pensi che giacciono in Parlamento ben 19 progetti finalizzati ad istituire nuovi ordini o albi professionali – ogni tanto appare qualche lodevole idea di segno contrario.
E’ il caso della proposta A.C.2529 (primo firmatario On. Michele Scandroglio) la quale intende rimuovere un vincolo assurdo che contraddistingue negativamente il sistema sanitario italiano (SSN).
Come molti sanno, tutti i medici dipendenti del SSN possono liberamente optare per svolgere la libera professione al di fuori dell’orario di lavoro (sia all’interno delle strutture pubbliche – c.d. “intramoenia” – sia in strutture private – c.d. “extramoenia”): al contrario, tutti gli altri dipendenti del SSN non hanno questa facoltà e sono tenuti all’esclusività del rapporto di impiego con lo Stato. Le conseguenze, talvolta, sono drammatiche: per alcune professioni sanitarie il cittadino semplicemente non riesce a trovare sul mercato un’offerta sufficiente ed è costretto a rivolgere la propria domanda alla galassia del lavoro nero. Ovviamente e logicamente. Ma tutto si svolge in un clima catacombale che incrementa i rischi, per tutti. Paradigmatico è il caso gli infermieri: sono tenuti all’esclusività del rapporto d’impiego, dunque non si possono aprire liberamente una partita IVA. Così il vecchietto solo soletto non trova un infermiere per il ciclo di iniezioni prescrittogli dal medico, mentre il giovane neodiplomato è fortemente scoraggiato ad intraprendere una professione che richiede anni di studio e fatica e promette non molto più di mille euro al mese (infatti gli infermieri sono in numero gravemente insufficiente alle necessità). Ma è solo uno tra i possibili esempi delle distorsioni conseguenti alla vigente normativa: i tecnici di radiologia – altro esempio – sanno bene come i macchinari di radiologia siano sottoutilizzati in alcune strutture ospedaliere, e sovrautilizzati in altre; nel primo caso potrebbero sfruttarli con attività privata intramoenia e renderli così economicamente redditizi, per tutti. Ciò, però, è loro vietato dalla legge vigente.
La proposta avanzata dall’On. Scandroglio, invece, mira a spazzare via tutte queste assurdità normative (nonché l’inconcepibile disparità di trattamento rispetto ai medici), concedendo la possibilità a tutte le professioni sanitarie di esercitare la libera professione al di fuori dell’orario di lavoro.
Un refolo di libertà economica nell’attuale tempesta statalista.
Le professioni non sanitarie del pubblico impiego stanno a loro volta in speranzosa attesa!