2000 miliardi di debito pubblico. Alcuni chiarimenti
Sabato 24 marzo, il quotidiano “Repubblica” ha pubblicato un articolo che ipotizza, sulla base del nostro contatore, che lo stock del debito pubblico raggiungerà la cifra record di 2000 miliardi di euro il prossimo 28 aprile. In realtà, è assai improbabile che ciò si verifichi.
L’orologio rappresenta un tentativo di stimare il debito, in tempo reale, alla luce degli andamenti mensili osservati negli ultimi dieci anni. L’ipotesi di fondo è che, in media, il paese continuerà a emettere o ripagare titoli di debito nel futuro come ha fatto nel passato.
Le nostre stime vengono costantemente allineare ai dati forniti da Bankitalia su base mensile. Nel primo anno e mezzo di attività abbiamo riscontrato una buona aderenza delle nostre stime ai valori effettivamente osservati, con una lieve tendenza a sottostimare il debito.
L’orologio, tuttavia, ha una funzione indicativa, e non pretende di avere un valore previsivo. Pertanto, rispetto all’ipotesi del quotidiano di Largo Fochetti, sulla base degli andamenti storici non crediamo probabile che si raggiungano i 2000 miliardi già a fine aprile, o comunque nella prima metà dell’anno. Infatti, la velocità di crescita dell’indebitamento è tipicamente più pronunciata nel primo che nel secondo trimestre.
È plausibile, dunque, che il tetto dei 2000 miliardi sarà infranto tra la fine del 2012 e l’inizio del 2013, a meno di aggiustamenti molto significativi nei saldi del bilancio pubblico.
Direi che fatta la doverosa precisazione per evitare la consueta propaganda ingannevole per ingigantire inutilmente un problema che già di per se è enorme, resta la forte delusione nel vedere come questo mitico debito cresca sempre e comunque. Non ho una preparazione tecnica che mi consenta di analizzare compiutamente il problema. Tuttavia facendo banalmente quattro conti mi sembra che ad oggi nonostante l’impegno e lo sforzo di molti il paese continui a scontare un ritardo culturale che la crisi non è riuscita ad intaccare. Lo si è visto in termini di liberalizzazione dove il governo ha perso una favolosa occasione mentre i media ci hanno rifilato dibattiti fiume su taxi e farmacie…e con la riforma (???) del lavoro in cui qualcuno si ostina a parlare di una realtà che non esiste da anni. E così mentre li saggio indica la luna lo stolto continua a guardare il dito… E allora continuiamo a tassare per decreto e con effetto immediato. Che è la via più semplice. Tanto poi c’è sempre il tema evasione fiscale…il grande alibi dietro a cui costantemente e ipocritamente ci fanno credere che qui le risorse stanno nascoste e il difficile è stanarle. Miliardi e miliardi che mi piacerebbe capire come fanno a armare con tanta sicurezza dato che essendo evasi non sono noti. Mah…
Condivido col commento del Sig. Guglielmo. Che aumenti di poco o di molto non fa paticamente alcuna differenza visto che il debito si è dimostrato ingestibile da questi politici. I tecnici mi sembrano peggio dei politici che li hanno preceduti.
Tutti gli economisti seri del mondo hanno detto che la manovra Monti sarebbe stata recessiva e così è stato. E lo è perché non ha nemmeno sfiorato l’aspetto vero della causa del debito: gli sprechi nelle spese dello stato. Se Monti è un tecnico competente (?) sono autorizzato a pensare che l’operazione Monti sia dolosa. Ci vuole portare al fallimento.
Condivido entrambi gli scritti sia del Sig.Guglielmo che di Lorrat. L’evasione è la muleta che il torero vestito d’oro e pietre preziose agita davanti al toro, cioè il popolo bue, mentre i banderilleros gli piantano le banderillas (tasse) sul collo per sfiancarlo.
Il popolo bue attacca la muleta invece che partire in tromba a incornare torero e banderilleros, vere cause della sua morte.
Veder crescere il debito pubblico di 41, 8 miliardi in un mese mi sembra decisamente esagerato. Il governo Monti è molto reattivo nei confronti del debito pubblico e, se il ridimensionamento del PIL dovesse accentuarsi, crescerebbe la pressione fiscale anticipando provvedimenti come l’inasprimento dell’IVA al 23 ed imponendo nuovi balzelli in modo da mantenere l’equilibrio fra entrate ed uscite.
Quello che mi preoccupa è piuttosto l’evoluzione del rapporto debito / PIL. L’incremento della tassazione e la stretta creditizia stanno letteralmente mettendo ai margini della società una larga fetta dell’economia italiana costituita da lavoratori dipendenti non più giovanissimi, small business e piccole imprese. Gli effetti sul PIL e sui consumi si stanno già osservando.
Una variazione particolarmente sfavorevole del rapporto debito/PIL dovuta alla recessione potrebbe innescare una nuova ondata di vendite sui titoli pubblici italiani. Il problema dei tassi sul debito pubblico è stato ridimensionato per il momento grazie alle maxi operazioni di rifinanziamento a lungo termine delle banche operata dalla BCE a fine gennaio e fine febbraio. Ma lo spread sul debito pubblico è pronto a riesplodere al minimo scossone.
il primo che si permette a presentarmi il conto, lo prendo a calci nel sedere. Loro aumentassero la benzina ed i costi, forse non tutti sapete ancora che esistono alternative ai carburati comuni, dovete solo avere l’umiltà di sporcarvi le mani di tanto in tanto …… si tra la terra…!!!! Poi si mangeranno la polvere i politi